Calcoli alla colecisti (biliari): sintomi, cause e dieta

Introduzione

I calcoli biliari sono cristalli duri che si possono formare nella colecisti, una piccola sacca a forma di pera posta nel lato destro dell’addome, sotto al fegato; è un organo che contribuisce al processo di digestione del cibo, accumulando e rilasciando bile nell’intestino tenue. La bile, un liquido prodotto dal fegato, contiene sali biliari e altre sostanze che aiutano a scomporre i grassi in modo da renderli digeribili.

I calcoli biliari si formano quando i componenti della bile precipitano sotto forma di cristalli, che si annidano nel rivestimento interno della colecisti, accrescendo la propria dimensione nel tempo fino a diventare calcoli. I calcoli biliari possono variare come dimensioni da sassolini ad ammassi pari a una pallina da golf. La colecisti può contenere contemporaneamente uno o più calcoli di varie dimensioni.

La maggior parte dei calcoli della colecisti è costituita da colesterolo, un tipo di grasso prodotto dal fegato e presente in alimenti di origine animale, quali

  • latticini,
  • uova,
  • carne
  • e pollame.

I calcoli di colesterolo hanno un colore giallo, mentre altri tipi di calcoli (calcoli pigmentari) sono costituiti da altre sostanze della bile e possono assumere colori diversi.

Molti individui con calcoli della colecisti non sanno di averli e non hanno alcun sintomo (calcoli silenti), mentre altri possono riferire

  • nausea
  • dolori all’addome (la parte del corpo che contiene lo stomaco, l’intestino e altri organi),

tipicamente dopo i pasti.

In alcuni casi, i calcoli possono determinare gravi problemi alla salute che richiedono la rimozione chirurgica della colecisti.

Anatomia semplificata dei calcoli alla colecisti

Anatomia semplificata di una colecisti contenente dei calcoli (iStock.com/dotto epatico destro e sinistro)

Cause

Le cause che portano alla formazione dei calcoli biliari non sono chiare, ma è un dato di fatto che la maggioranza dei calcoli sia costituita da colesterolo, un tipo di grasso prodotto dal fegato e assunto con alcuni alimenti.

I calcoli si possono formare quando:

  • il fegato rilascia nella bile troppo colesterolo,
  • la bile non contiene sali biliari sufficienti a dissolvere il colesterolo,
  • la bile contiene altre sostanze che causano la formazione di cristalli di colesterolo,
  • la colecisti non si svuota completamente o con frequenza sufficiente, per cui la bile tende a concentrarsi.

Fattori di rischio

La maggior quota di produzione di estrogeni (ormoni sessuali femminili) può aiutare a spiegare perché i calcoli biliari siano più frequenti nelle donne che negli uomini; gli estrogeni possono infatti aumentare la quantità di colesterolo nella bile e diminuire la motilità della colecisti, favorendo così la formazione di calcoli.

Altri fattori che aumentano le probabilità di sviluppare calcoli della colecisti sono:

  • età (avere 40 o più anni; negli Stati Uniti, dopo i 15 anni la prevalenza dei calcoli biliari nelle donne aumenta di circa 1% ogni anno; negli uomini, l’incremento è minore, intorno allo 0,5% all’anno),
  • appartenere ad alcuni gruppi etnici per esempio essere nativi americani o messicani-americani),
  • essere sovrappeso o obesi, in particolare con grasso accumulato a livello addominale (pancia),
  • gravidanza (probabilmente in conseguenza dell’aumentata produzione di estradiolo),
  • dieta eccessivamente ricca di grassi e/o di colesterolo e povera di fibre,
  • familiarità per calcoli della colecisti,
  • diabete,
  • trigliceridi alti,
  • basso colesterolo HDL (il colesterolo “buono”),
  • perdita di peso troppo rapida,
  • sedentarietà,
  • assunzione di alcuni farmaci contro il colesterolo,
  • assunzione di farmaci contenenti estrogeni (pillola anticoncezionale, terapia ormonale sostitutiva, …).

Sintomi

I calcoli possono formarsi e persistere nella colecisti per decenni senza causare né sintomi né complicanze.

Si può schematizzare la malattia legata ai calcoli (calcolosi) della colecisti nelle seguenti quattro fasi:

  1. stato litogenetico, durante il quale esistono fattori predisponenti la formazione dei calcoli,
  2. presenza di calcoli asintomatici (o silenti),
  3. presenza di calcoli sintomatici, con caratteristici e ricorrenti episodi di dolorose coliche biliari,
  4. colelitiasi complicata.

I calcoli silenti non interferiscono in alcun modo con il funzionamento di cistifellea, fegato o pancreas.

I sintomi e le complicanze originano da fenomeni interni alla colecisti o da calcoli che, fuoriuscendo dalla colecisti, si incuneano nel dotto biliare comune.

Il dolore noto come colica biliare si manifesta quando calcoli o fango biliare bloccano il dotto cistico durante una contrazione della colecisti, aumentandone così la tensione. Nella maggioranza dei casi il dolore insorge a seguito di un pasto particolarmente abbondante e ricco di grassi, soprattutto nelle ore serali o notturne, per poi risolversi in poche ore; nella maggior parte dei pazienti le coliche sono tuttavia spesso improvvise e imprevedibili.

Semplificazione anatomica di colecisti e relativi calcoli

iStock.com/Graphic_BKK1979 | iStock.com/BluezAce

I sintomi tipici della presenza di calcoli alla colecisti che causano una colica biliare sono:

  • dolore addominale intenso ma sordo, in alcuni casi avvertito verso destra,
  • talvolta associato ad un dolore irradiato alla spalla destra,

ma possono comparire anche

Il dolore è costante e, a differenza di altre condizioni, non viene alleviato da

  • vomito,
  • defecazione,
  • eruttazione/flatulenza
  • o variazioni posturali.

L’attacco in genere passa quando i calcoli biliari si muovono e viene così ripristinato il passaggio attraverso il dotto cistico.

Nel caso in cui invece l’ostruzione persista per più di qualche ora è possibile andare incontro a complicazioni serie, tra cui:

  • infiammazione e gonfiore della cistifellea (colecistite),
  • infezioni dei dotti biliari o anche del fegato.

Distinguere una colica biliare non complicata da una colecistite acuta o da altre complicanze è quindi particolarmente importante, ma spesso è possibile solo attraverso una visita medica.

Tra le differenze più rilevanti ricordiamo:

  • Colica biliare non complicata:
    • dolore poco localizzato,
    • assenza di febbre,
  • Colecistite acuta:
    • dolore ben localizzato nel quadrante superiore destro,
    • febbre frequente,
    • tachicardia,
    • eccessiva sudorazione.

Prognosi e complicazioni

Meno della metà dei pazienti con calcoli svilupperà sintomi e la maggioranza di questi non necessiterà mai di trattamento, tuttavia tra le possibili complicazioni della presenza di calcoli alla cistifellea ricordiamo:

  • Infiammazione della colecisti (colecistite acuta), che può essere causa di dolori e febbre.
  • Empiema della cistifellea, condizione caratterizzata dall’accumulo di pus all’interno dell’organo.
  • Ostruzione del dotto biliare comune con conseguente infezioni dei dotti biliari.
  • Pancreatite (infiammazione del pancreas), in seguito all’ostruzione del dotto pancreatico.
  • Occlusione intestinale, se un grosso calcolo riesce a perforare la parete del coledoco e del duodeno, incuneandosi in quest’ultimo.

I soggetti affetti da calcolosi biliare sono associati a un leggero aumento del rischio di sviluppare un tumore alla cistifellea, evento che rimane tuttavia estremamente raro.

Quando contattare il medico

Se si ritiene di avere un attacco di calcolosi biliare, è necessario contattare il proprio medico.

Pazienti con calcoli asintomatici devono essere istruiti su come riconoscere e riferire i sintomi di colica biliare o di una complicazione più severa. I segnali di allarme includono:

  • dolore addominale di durata superiore alle 5 ore,
  • feci di colore argilloso,
  • febbre o brividi,
  • nausea e vomito,
  • colorito giallastro della pelle o del bianco degli occhi (ittero).

Dieta e altri rimedi

I calcoli biliari silenti non richiedono in genere alcun trattamento, mentre è necessario intervenire quando sono causa di sintomi; solitamente andare incontro alla prima colica biliare significa andare incontro a nuovi episodi, con un aumento del rischio di complicazioni.

L’approccio più comune per il trattamento dei calcoli biliari è quello chirurgico, che prevede la rimozione della cistifellea (colecistectomia). Nella maggior parte dei casi si procede attraverso un laparoscopio, un sottile tubo illuminato e dotato di telecamera in grado di mostrare immagini in tempo reale dall’interno dell’addome.

Rimozione della cistifellea tramite laparoscopia

iStock.com/ttsz

L’intervento è effettuato in anestesia generale e richiede solo piccole incisioni addominali per inserire gli strumenti chirurgici e procedere alla rimozione della cistifellea. Il recupero richiede in genere circa una settimana, ma la dimissione avviene in genere già in giornata.

L’alternativa è rappresentata dall’assunzione di farmaci per dissolvere i calcoli biliari, ma questo approccio può richiedere mesi o addirittura anni per sciogliere i calcoli presenti, tempo durante il quale non è escluso che se ne formino ulteriori.

Dieta ed alimentazione

Poiché diversi fattori legati alla dieta incidono direttamente sul rischio di formazione di calcoli, l’alimentazione riveste un ruolo fondamentale nel prevenirne la formazione (oppure l’ulteriore ingrandimento).

Costituiscono infatti un fattore di rischio:

  • obesità,
  • rapida perdita di peso,
  • dieta troppo ricca di
    • calorie,
    • grassi animali,
    • carboidrati (zuccheri e farinacei raffinati),
  • dieta povera di fibra.

Si raccomanda quindi di perseguire una dieta

  • ricca di grassi monoinsaturi e polinsaturi (derivanti dal consumo di pesce, oli vegetali, come quello di oliva, e di frutta secca, come le mandorle o le noci),
  • povera di grassi saturi (di origine animale, come il burro, lo strutto e in generale i grassi di carne e latticini),
  • ricca di fibra (frutta, verdura, pane/pasta e altri cereali integrali, legumi).

Anche la dieta vegetariana, ma più in generale la preferenza per le proteine vegetali rispetto a quelle animali, è stata segnalata in letteratura come un fattore positivo nella prevenzione dei calcoli alla colecisti.

Purtroppo non esiste dieta in grado di dissolvere i calcoli biliari già presenti.

Obesità

Soprattutto nelle donne, il sovrappeso o l’obesità possono aumentare le probabilità di sviluppare calcoli biliari.

La ricerca scientifica ha riscontrato che gli individui obesi possono produrre grandi quantità di colesterolo. Ciò può comportare la produzione di una bile con una quantità di colesterolo eccedente la sua eliminazione. Tale evenienza porta alla formazione di calcoli. Individui obesi possono anche avere colecisti ingrandite che non funzionano bene.

Alcuni studi hanno dimostrato che uomini e donne con significative quantità di grasso attorno alla vita possono avere maggiori probabilità di sviluppare calcolosi biliare rispetto ad individui con distribuzione del grasso nei fianchi e nelle cosce.

Benché una rapida perdita di peso possa aumentare il rischio di sviluppare calcoli (vedi sezione successiva), l’obesità può costituire un problema maggiore. Oltre alla calcolosi, l’obesità è associata a molteplici problemi di salute gravi, come

  • diabete,
  • cardiopatie,
  • ictus
  • e alcuni tipo di tumore.

Nei soggetti sovrappeso o obesi, anche una piccola riduzione (10%) del peso corporeo nell’arco di 6 mesi può migliorare la salute. La perdita di peso, inoltre, può avere altri benefici, come un miglioramento del tono dell’umore e dell’immagine di sé, e maggior energia.

Perdita di peso

Perdere peso molto rapidamente può aumentare il rischio di sviluppare calcoli. Inoltre, se portatori di calcoli silenti, diventa più probabile sviluppare una sintomatologia.

Individui che perdono oltre 1,3 kg alla settimana possono sviluppare calcoli più facilmente di chi perde peso in modo più contenuto.

Alcune modalità di trattare l’obesità, come la chirurgia per la perdita di peso e le diete fortemente ipocaloriche, possono aumentare le probabilità di sviluppare calcoli conseguenti alla repentina perdita di peso.

La chirurgia per la perdita di peso, o chirurgia bariatrica, consiste in un intervento sullo stomaco e/ l’intestino che aiuta a perdere peso limitando l’assunzione di alimenti e/o influenzando le modalità digestive del cibo.

Una dieta fortemente ipocalorica (nota con l’acronimo anglosassone VLCD) è una dieta molto restrittiva che impiega una formulazione commerciale che fornisce circa 800 calorie al giorno. Questi tipi di diete avvengono sotto stretto controllo sanitario.

Diversi fattori possono aumentare le probabilità di avere problemi di calcolosi biliare dopo chirurgia bariatrica o una VLCD. Tra questi:

  • calcoli pre-esistenti alla chirurgia o alla VLCD, specie se sintomatici,
  • forte sovrappeso prima della chirurgia o della VLCD,
  • perdita di peso particolarmente veloce dopo la chirurgia o con la VLCD.

Le probabilità di sviluppare calcoli possono dipendere dal tipo di trattamento. Diete e interventi chirurgici che causano brusche perdite di peso sono più verosimilmente associate a problemi di calcolosi biliare di diete o interventi che portano a dimagrimenti più lenti.

All’inizio di una VLCD o prima di un intervento bariatrico, è necessario consultare il proprio medico su come ridurre il proprio rischio di sviluppare calcoli della colecisti.

Come perdere peso in sicurezza e ridurre il rischio di calcoli biliari?

Perdere peso lentamente può ridurre le probabilità di sviluppare calcoli alla colecisti. In base al peso iniziale, gli specialisti raccomandano di perdere tra 230 e 900 g alla settimana.

Nel selezionare cibi sani per facilitare il dimagrimento, si possono privilegiare alimenti associati a una minor probabilità di calcoli biliari.

Gli specialisti raccomandano di:

  1. Assumere più alimenti ricchi di fibre, come riso integrale, avena e pane integrale.
  2. Assumere meno cereali raffinati e meno zucchero.
  3. Assumere grassi sani, come i grassi del pesce e l’olio di oliva, per favorire la contrazione della colecisti e farla svuotare con regolarità.

Fare un’attività fisica regolare che, oltre a migliorare potenzialmente le proprie condizioni di salute, riduce anche il rischio di sviluppare calcoli.

Per dimagrire o non riprendere peso, cercare di fare 300 minuti (5 ore) di attività aerobica moderatamente intensa alla settimana. L’attività aerobica impegna i grandi muscoli (schiena, torace e gambe), aumenta la frequenza cardiaca e può far aumentare l’attività respiratoria. A sostegno del dimagrimento, possono essere necessari da 60 a 90 minuti al giorno.

Nel pianificare una dieta e un’attività fisica per dimagrire, interpellare prima il proprio medico. Si potranno discutere insieme varie alternative di dieta e di attività fisica, la propria storia sanitaria e i rischi/benefici del dimagrimento, inclusi i rischi di sviluppare calcoli della colecisti.

Fonti e bibliografia

Adattamento a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.