Calcoli renali e coliche: sintomi, rimedi e dieta

Introduzione

I calcoli renali (litiasi renale) sono piccoli cristalli duri che si formano nei reni; sono costituiti da minerali e da sali acidi, variabili a seconda dell’origine, e possono interessare qualunque tratto delle vie urinarie, dai reni alla vescica (calcoli renali, ureterali, vescicali). La formazione è molto spesso legata ad un’eccessiva concentrazione dell’urina, che dà modo e tempo ai minerali presenti di cristallizzare, precipitare e solidificarsi insieme.

Possono avere la dimensione di un granello di sabbia, o crescere fino a raggiungere il diametro di una perla; l’espulsione di un calcolo può essere estremamente dolorosa (colica renale), anche se raramente il paziente va incontro a pericoli o complicazioni.

Tra i sintomi più comuni legati e calcoli e coliche renali ricordiamo:

A seconda dei casi, può essere sufficiente l’assunzione di farmaci e di grandi quantità di acqua per espellere un calcolo renale, mentre per altri pazienti può diventare necessario l’intervento chirurgico; si noti che non sempre l’assunzione di abbondante acqua è consigliabile o scontata, perché in presenza di grossi calcoli questi possono impedirne del tutto il passaggio al liquido.

Il medico può suggerire trattamenti preventivi per ridurre il rischio di calcoli renali ricorrenti in individui con maggiori probabilità di recidive.

Infografica riassuntiva con cause, sintomi e terapia dei calcoli renali

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Cause

I calcoli renali, il cui nome medico è nefrolitiasi, sono un disturbo abbastanza comune in cui anche la familiarità può rivestire una certa importanza.

È possibile la formazione di diversi tipi di calcoli renali e la sostanza di cui sono costituiti dipende dalla causa; tipicamente si formano quando l’urina contiene alcune sostanze cristallizzanti in quantità eccessiva, cristalli che possono aggregarsi in calcoli nell’arco di settimane o mesi.

I calcoli più comuni sono quelli a base di ossalato di calcio possono precipitare a causa di:

Tra i cristalli meno comuni ricordiamo invece quelli formati da:

  • struvite (per esempio a causa di infezioni croniche del tratto urinario),
  • acido urico (a causa della gotta).

La dolorosa colica renale è invece causata da uno spasmo muscolare, ossia una contrazione, innescata dalla presenza del calcolo, soprattutto quando viene ostruito il flusso dell’urina.

Il principale fattore di rischio che causa la comparsa dei calcoli renali è un’idratazione insufficiente (bere troppo poco), perché si produce meno urina e le sostanze possono andare incontro a maggior difficoltà a sciogliersi.

I calcoli urinari possono colpire uno o entrambi i reni e sono più frequenti nella popolazione di età compresa tra i 30 e i 60 anni di età.

Gli uomini sembrano soffrirne con una frequenza leggermente superiore alle donne.

Tra gli altri fattori di rischio ricordiamo:

  • dieta iperproteica e/o povera di fibre,
  • sedentarietà,
  • famigliarità,
  • infezioni del tratto urinario,
  • precedenti episodi di calcolosi renale,
  • soggetti mono-rene,
  • malattie intestinali, come il bypass intestinale o il morbo di Crohn,
  • obesità,
  • assunzione di specifici farmaci (aspirina, antiacidi, diuretici, …).

Ricordiamo infine la possibile presenza di renella, ossia cristalli di piccole dimensioni, incapaci di provocare vere e proprie coliche; si tratta di una fine sabbiolina che si forma a livello dei reni e che come i calcoli deve essere espulsa attraverso l’urina, talvolta con fastidio, bruciore e dolore avvertiti a livello del pene e a livello lombare durante la minzione.

Sintomi

È possibile rimanere asintomatici (senza sintomi) finché i calcoli non si spostano lungo i condotti (ureteri) che convogliano l’urina nella vescica. Quando questo succede i calcoli possono ostruire il deflusso dell’urina dai reni.

Il sintomo principale della presenza di calcoli (e soprattutto della colica renale) è il dolore intenso, che inizia improvvisamente e che spesso altrettanto improvvisamente tende a scomparire.

Il dolore può essere percepito nell’area addominale (pancia) o nella schiena, ad un fianco; può spostarsi all’inguine (dolore pelvico) o ai testicoli (dolore testicolare); viene spesso descritto come lancinante e “mai provato prima”. Può avere durata variabile, da pochi minuti a diverse ore, in questo caso lascia il soggetto sfinito, esausto e incapace di riprendere le normali attività.

L’entità del dolore non è sempre proporzionale alle dimensioni del calcolo, spesso cristalli anche molto piccoli possono causare coliche severe, con l’irradiazione del dolore che tende a spostarsi verso il basso man mano che il calcolo percorre l’uretere.

Altri sintomi che possono accompagnare la colica sono:

  • dolore durante la minzione,
  • dolore che si manifesta ad ondate con fluttuazioni di intensità,
  • persistente stimolo alla minzione,
  • minzione più frequente del solito,
  • nausea e vomito.

Quando i calcoli diventano causa di infezione delle vie urinarie o del rene possono comparire:

  • brividi e febbre,
  • senza di stanchezza e debolezza,
  • diarrea,
  • presenza di sangue nell’urina,
  • colore delle urine anomalo e perdita della trasparenza.

I pazienti con con calcoli piccoli, in grado di fluire facilmente attraverso le vie urinarie, spesso non manifestano alcun sintomo.

Un colore rosso delle urine non è necessariamente indice della presenza di sangue, talvolta è indicativo del fatto che i cristalli sono costituiti da acido urico e acido ossalico.

Pericoli

La presenza di calcoli e coliche può essere causa di dolori particolarmente intensi, ma di norma la prognosi è assolutamente ottima; il rischio maggiore è quello di andare incontro a recidive e solo una minoranza di pazienti può andare incontro a

  • infezioni del tratto urinario (cistiti, uretriti, …),
  • danni renali permanenti (in assenza di trattamento).

Un episodio isolato di colica renale non è considerato motivo sufficiente a rivolgersi a uno specialista (urologo e nefrologo), perché può essere facilmente gestita dal medico curante; si raccomanda invece di rivolgersi in Pronto Soccorso in caso di calcolosi accompagnata da:

  • febbre,
  • tremore e brividi,
  • dolore che peggiora anziché migliorare.

Diagnosi

La maggioranza delle diagnosi viene formulata in base all’anamnesi e alla visita medica, ma potrebbero essere richiesti alcuni esami di approfondimento come:

Nei casi più complessi può essere suggerito il ricorso a esami di imaging, a conferma della diagnosi e chiarire l’esatta posizione e dimensione del calcolo; a questo scopo possono essere richiesti:

Dieta e rimedi

La maggior parte dei calcoli sono sufficientemente piccoli da poter essere espulsi attraverso le urine, rendendo unicamente necessario un trattamento mirato al sollievo dai sintomi (dolore su tutti). Per il trattamento del dolore da colica si fa uso di forti antidolorifici, per esempio a base di ketorolac, eventualmente associati a farmaci in grado di rilassare le vie urinarie (tamsulosina, un farmaco normalmente usato per l’ipertrofia prostatica benigna, ma in questo prescritto off-label anche alle donne).

I calcoli più grandi potrebbero invece richiedere trattamenti aggiuntivi, per esempio attraverso una frantumazione ottenuta attraverso una delle diverse tecniche disponibili o, più raramente, attraverso l’intervento chirurgico.

Acqua e idratazione

Il consiglio più comune nel trattamento delle coliche e dei calcoli renali è quello di bere di più; nella maggior parte dei casi è corretto, l’aumento di liquidi a livello delle vie urinarie rende meno probabile la precipitazione dei cristalli e ha un effetto di pulizia a livello renale e negli ureteri, ma secondo diversi studi bere durante un episodio di colica può diventare causa di nausea, vomito e, nel caso di ostruzione dell’uretere, anche di pericolose complicazioni per aumento della pressione all’interno del canale.

È invece assolutamente corretto e consigliabile bere abbondantemente per prevenire la comparsa di nuovi calcoli.

Alimentazione

La dieta gioca un ruolo fondamentale in termini di prevenzione della calcolosi renale, soprattutto una volta accertata la sostanza di cui sono formati i calcoli.

Per quanto riguarda i calcoli a base di ossalato di calcio, in assoluto i più comuni, è consigliabile evitare i seguenti cibi:

  • noci, mandorle, arachidi e anacardi
  • rabarbaro,
  • spinaci,
  • crusca,
  • barbabietola
  • asparagi,
  • cioccolato,
  • frutti di bosco,
  • porri,
  • prezzemolo,
  • sedano,
  • alimenti a base di soia.

È poi consigliabile ridurre il consumo di sale e di proteine di origine animale (carne, uova, pesce e frutti di mare, latticini); si noti che è bene valutare con il medico come affrontare la dieta, per evitare di andare incontro a pericolose carenze di calcio o di proteine in generale (che possono essere integrate con il consumo di legumi, per esempio).

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.