Congiuntivite in adulti e bambini: sintomi, collirio e altri rimedi

Introduzione

La congiuntiva è una membrana mucosa trasparente, riccamente vascolarizzata e innervata, che ricopre l’interno delle palpebre e larga parte della porzione anteriore del bulbo oculare; è esposta quindi all’ambiente esterno e si trova in costante contatto con microorganismi, alcuni dei quali vivono come saprofiti (senza arrecare danno) nel sacco congiuntivale.

La congiuntiva ha diverse funzioni:

  • struttura, essendo una superficie elastica che facilita i movimenti cutanei palpebrali,
  • difesa, tramite anticorpi e strutture linfatiche,
  • protezione, partecipando alla produzione del film lacrimale.

La congiuntivite è l’infiammazione della congiuntiva e, in base all’eziologia (causa scatenante), possono distinguersi varie forme:

  • infettiva (ad opera di batteri, virus, miceti, parassiti),
  • allergica,
  • da agenti fisici e chimici.

Le congiuntiviti da virus e batteri sono le forme più frequenti, quelle da miceti si verificano di solito in seguito ad alterazione della normale flora batterica, causata a volte da terapie antibiotiche locali incongrue o eccessivamente prolungate; le forme parassitarie, rare in Italia, sono spesso unilaterali e di più difficile trattamento.

Le congiuntiviti su base allergica sono generalmente croniche e regrediscono almeno temporaneamente con trattamento corticosteroideo (cortisone).

Sintomi

La congiuntivite, una delle più comuni affezioni oculari, è un processo infiammatorio della congiuntiva i cui sintomi più comuni sono:

  • lacrimazione eccessiva,
  • dolore,
  • senso di irritazione e/o di corpo estraneo,
  • bruciore,
  • fotofobia (fastidio dovuto alla luce),
  • prurito (caratteristico delle forme allergiche),
  • secrezione (da sierosa a francamente purulenta) e presenza di essudato,
  • edema (gonfiore),
  • iperemia (rossore).
Occhio colpito da congiuntivite

iStock.com/bukharova

Rimedi pratici

Tra i più utili rimedi casalinghi ricordiamo:

  1. Evitare l’uso di lenti a contatto fino a risoluzione, possibilmente eliminando quelle in uso al momento della diagnosi.
  2. Applicare colliri lubrificanti per alleviare dolore e fastidio.
  3. Pulire delicatamente l’occhio con salviette oculari sterili usa e getta.

Si raccomanda di non applicare farmaci (colliri o pomate oftalmiche) che non siano espressamente prescritti dal medico o dal pediatra, ad eccezione delle formulazioni da banco, evitando i decongestionanti se non consigliati da personale sanitario.

Le congiuntiviti batteriche, le più comuni tra adulti e bambini, sono in genere autolimitanti e destinate a risolversi nell’arco di qualche giorno, mentre è comune invece ricorrere indiscriminatamente e per automedicazione a colliri antibiotici/cortisonici come Tobral o Tobradex, che dovrebbero invece essere sempre prescritti da un medico.

In caso di congiuntivite si raccomanda di:

  • lavarsi le mani prima e dopo aver instillato colliri/creme prescritte,
  • utilizzare solo i farmaci prescritti,
  • lavarsi frequentemente il viso, soprattutto prima dell’applicazione dei farmaci,
  • indossare occhiali da sole, se disponibili,
  • attenersi ad una dieta sana per favorire il recupero,
  • rivolgersi nuovamente al medico in caso di mancato miglioramento,
  • gettare colliri e creme oftalmiche a seguito della guarigione.

È invece controindicato:

  • toccare o fregare gli occhi,
  • toccare l’occhio o la palpebra con il flacone del collirio/crema,
  • condividere con terzi gli asciugamani usati per il viso,
  • pulire gli occhi con indumenti od altri tessuti non puliti,
  • coprire l’occhio con una medicazione se non prescritto,
  • condividere i farmaci con altri.

Congiuntiviti batteriche

Le congiuntiviti batteriche sono, insieme a quelle virali, le forme più frequenti, anche tra i bambini.

Possono presentarsi in forma acuta o cronica e sono caratterizzate da

  • iperemia congiuntivale più o meno intensa (occhio rosso),
  • sensazione di corpo estraneo (a volte descritta come “sabbia negli occhi”),
  • secrezione sierosa o purulenta giallo-verdastra con possibile coinvolgimento corneale.
Occhio chiuso da congiuntivite batterica

iStock.comv/TimMcClean

La secrezione abbondante fa sì che le ciglia si presentino appiccicate al risveglio.

Le forme acute hanno un’incubazione di circa una settimana, sono sostenute principalmente da

  • Stafilococco Aureo,
  • Streptococco Pneumoniae
  • e Meningococco (più raro).

La trasmissione avviene sia per contatto diretto che per vettori (mosche ed altri insetti, come documentato in caso di tracoma) e la contagiosità è elevata; i pazienti con sindrome dell’occhio secco o incapacità di una corretta chiusura della palpebra ne risultano particolarmente soggetti, ma tra gli altri fattori di rischio ricordiamo anche:

  • sistema immunitario indebolito,
  • malnutrizione,
  • malessere influenzale ed altre patologie acute e croniche,
  • neonati ed anziani.

L’esordio delle forme acute è brusco, talvolta con segni clinici in entrambi gli occhi (bilaterale); la sensazione di corpo estraneo mobile induce il soggetto a sfregarsi continuamente gli occhi, causando la propagazione dell’infezione da un occhio all’altro. L’acuità visiva non è mai compromessa (salvo quando peggiorata dalla presenza di secrezioni e lacrime).

La complicazione più importante è rappresentata dal coinvolgimento della cornea che, anche se rara, può evolvere verso ulcerazioni corneali.

Forme croniche

Le forme croniche sono decisamente meno frequenti di quelle acute; generalmente si tratta di esiti di forme acute non ben curate o trascurate o che possono essere legate a processi infiammatori delle palpebre (blefariti). Spesso si manifestano con sintomi attenuati, ma responsabili di quadri clinici particolarmente fastidiosi per il paziente.

La secrezione di solito è scarsa, mentre è tipicamente presente una modica iperemia (rossore) congiuntivale; il paziente può lamentare inoltre

  • bruciore,
  • prurito continuo
  • e sensazione di sabbia o secchezza oculare.

La terapia di queste forme si basa sull’uso di colliri e pomate antibiotiche, tramite tre o quattro applicazioni al giorno, usando il collirio durante il giorno e la pomata alla sera prima di andare a dormire (l’uso preferenziale del collirio di giorno è legato alla necessità di non modificare, anche se temporaneamente, l’acuità visiva; le pomate invece, il cui contatto più prolungato con la congiuntiva comporta una più duratura azione terapeutica, possono preferenzialmente essere applicate prima di dormire).

È importante prolungare il trattamento per alcuni giorni per evitare recidive; non bisogna coprire l’occhio o gli occhi colpiti, ma lasciarli all’aria aperta, in quanto il bendaggio oculare, aumentando la temperatura all’interno delle palpebre, favorisce l’incubazione e la moltiplicazione dei microorganismi; per di più, impedendo l’ammiccamento, si ostacola la rimozione dell’essudato ricco di germi e tossine.

Congiuntiviti virali

I virus non invadono solo il tessuto (epitelio) congiuntivale, ma spesso l’infiammazione interessa anche l’epitelio corneale; per questo la lesione virale è tipicamente cheratocongiuntivale.

Può comunque prevalere l’interessamento congiuntivale o corneale (come per esempio nelle forme da Herpes Simplex).

Gli agenti eziologici maggiormente causa di questo tipo di congiuntivite sono gli adenovirus; sono forme molto contagiose che vengono trasmesse con le secrezioni lacrimali e sono quasi sempre bilaterali (per autoinoculazione). Nei casi più gravi possono crearsi delle pseudomembrane, causa di adesioni cicatriziali tra la congiuntiva palpebrale e bulbare (simblefaron). Le secrezioni sono sempre sierose e mai purulente, a volte possono essere precedute da una faringo-tonsillite (febbre faringo-congiuntivale).

Una forma importante di congiuntivite da adenovirus è la cherato-congiuntivite epidemica, causata da alcuni tipi di adenovirus (ceppi 8 e 19). L’esordio è improvviso, con comparsa di un quadro di

  • edema e iperemia congiuntivale,
  • lacrimazione intensa,
  • dolore dovuto all’interessamento corneale.

Anche in questo caso la complicanza è rappresentata dal coinvolgimento corneale, che, quando importante, può causare opacità corneali con riduzione dell’acuità visiva e aumento della fotofobia. L’evoluzione è variabile, così come la durata; solitamente si ha guarigione dopo due settimane, mentre a volte si può protrarre per mesi. Non è rara la recidiva.

La congiuntivite virale è una condizione particolarmente contagiosa, che richiede quindi qualche attenzione per evitare la trasmissione a terzi (in genere si consiglia di tenere i bambini a casa da scuola fino alla guarigione).

Si tratta tuttavia di un’infezione generalmente autolimitante, della durata di circa 1-3 settimane; risultano particolarmente utili degli impacchi freddi per il sollievo dai sintomi, ma per quanto riguarda i pazienti con fotofobia severa o con diminuzione della visita lo specialista (oculista) può ricorrere alla prescrizione di colliri cortisonici. Sebbene normalmente la terapia corticosteroidea sia controindicata infezioni virali, in particolar modo in quelle erpetiche per l’azione pro-infettiva dei cortisonici, nel caso della cheratocongiuntivite probabilmente prevale l’azione antinfiammatoria e antiedemigena del cortisone su quella pro-infettiva.

Cheratocongiuntiviti da Herpes

Il virus dell’Herpes Simplex è frequente causa di congiuntivite.

La prima infezione può avvenire al momento della nascita, in questo caso il neonato la contrae dalla madre, la quale è portatrice di un’infezione erpetica delle vie genitali. Può evolvere verso una forma diffusa, anche grave e a volte letale. Spesso è interessata anche la cornea.

La congiuntivite dura in genere due/tre settimane, mentre la cheratite può protrarsi per mesi.

Una volta superata la prima infezione, il paziente non può considerarsi definitivamente guarito: il virus infatti non viene eliminato dalle cellule infettate, ma rimane latente, senza dare manifestazioni cliniche di sé.

Il virus può poi successivamente slatentizzarsi a seguito di varie cause (caldo, freddo, raggi UV, riduzione delle difese immunitarie, situazioni debilitanti) e causare una recidiva, solitamente stagionale, che ha l’importante caratteristica di interessare solo la cornea (cheratite), risparmiando la congiuntiva.

Anche l’Herpes Zoster può causare congiuntivite, con lesioni corneali ben più gravi e complicanze importanti nel 50% dei casi, coinvolgendo oltre alla cornea altre strutture importanti dell’occhio:

  • sclera,
  • nervo ottico,
  • uvea anteriore.

La terapia delle congiuntiviti erpetiche si basa sull’uso topico di antibiotici a largo spettro per evitare sovrinfezioni batteriche, associando eventualmente farmaci antivirali per uso locale (pomate oftalmiche).

Congiuntiviti allergiche

Le congiuntiviti allergiche sono forme abbastanza frequenti ed estremamente polimorfe.

La congiuntiva è sede di reazioni allergiche anche di notevole intensità, essendo ripetutamente a contatto con differenti allergeni presenti nell’ambiente e a causa della sua ricca vascolarizzazione e innervazione.

Gli allergeni implicati possono essere presenti nell’aria (per esempio pollini) o trasferiti per contatto (cosmetici e altre sostanze irritanti). Anche infezioni batteriche ripetute o farmacoterapie protratte possono scatenare reazioni allergiche in soggetti predisposti. L’evoluzione clinica di tutte queste forme è generalmente cronica.

Le forme più frequenti sono la

  • congiuntivite atopica (rino-congiuntivite allergica),
  • dermato-congiuntivite da contatto (forma causata dal contatto ripetuto con sostanze chimiche che agiscono come allergeni).

La congiuntivite atopica è causata da diversi allergeni, ma tipicamente si tratta di pollini durante la stagione della “febbre da fieno” o pollinosi. Altri allergeni sono rappresentati da

  • sostanze vegetali,
  • derivati epidermici animali,
  • polveri professionali.

Può presentarsi in forma stagionale o perenne.

La forma acuta è caratterizzata da una reazione infiammatoria rapida e improvvisa, che si verifica dopo pochi minuti dall’esposizione all’agente causa dell’allergia: si caratterizza per la presenza di

  • iperemia,
  • edema (gonfiore importante),
  • secrezione acquosa,
  • abbondante lacrimazione,
  • prurito,
  • bruciore,
  • fotofobia.

Colpisce di norma entrambi gli occhi e, eliminando lo stimolo, la sintomatologia regredisce.

Nelle forme croniche il quadro clinico è meno eclatante, con modica iperemia e secrezione, anche se i sintomi avvertiti dal paziente possono essere particolarmente fastidiosi.

La terapia ottimale dovrebbe prefiggersi l’eliminazione dell’agente causale, spesso impossibile, per cui si ricorre a una terapia sostanzialmente sintomatica locale con antistaminici e cortisonici.

Congiuntivite primaverile

Si tratta di una cheratocongiuntivite bilaterale e recidivante, che colpisce soprattutto i bambini e i giovani adulti.

L’eziologia è sconosciuta, ma diverse caratteristiche fanno propendere per una possibile causa allergica:

  • andamento ciclico e recidivante,
  • carattere stagionale,
  • prurito e associazione con altre manifestazioni allergiche.

È stata anche considerata l’ipotesi eziologica immune, basata su un’ipersensibilità su base costituzionale verso agenti innocui (calore, luce, umidità).

L’esordio della malattia è rapido, con

  • costante fotofobia,
  • prurito intenso spesso associato a sensazione di corpo estraneo,
  • dolore,
  • lacrimazione abbondante.

Il bambino assume spesso un atteggiamento caratteristico:

  • tiene la testa abbassata,
  • si protegge gli occhi dalla luce,
  • può accusare dolore che lo costringe a strofinarsi continuamente gli occhi.

L’interessamento corneale è raro.

Il trattamento è locale e sintomatico, con colliri

  • decongestionanti,
  • antistaminici
  • e cortisonici.

A questi farmaci è utile associare il disodiocromoglicato, che appare particolarmente utile a scopo preventivo, prima che si manifesti la sintomatologia stagionale.

Congiuntiviti da agenti chimici e fisici

Sono causate da vari agenti irritanti per la congiuntiva,

  • fisici, come la luce, la neve, i raggi X e gamma,
  • chimici, quali argento (spesso presente nei colliri), gas irritanti, saponi, tabacco, fertilizzanti, acqua di piscine non trattata con cloro (congiuntivite da piscina).

I sintomi più comuni comprendono quadri clinici variabili, caratterizzati da

  • iperemia,
  • fotofobia,
  • lacrimazione,
  • bruciore,
  • sensazione di formicolio e corpo estraneo.

Il trattamento è innanzitutto profilattico, evitando l’esposizione all’agente causale; può essere utile, specie nel contatto con agenti chimici, il lavaggio dell’occhio con soluzione fisiologica per eliminare la sostanza e successivamente colliri antibiotici e/o cortisonici.

Tracoma

Il tracoma è un’infiammazione cronica della congiuntiva e della cornea (cheratocongiuntivite), caratterizzata dalla formazione di noduli che rendono la superficie dell’occhio scabra e granulosa (viene chiamata anche congiuntivite granulosa). La sintomatologia iniziale è quella tipica delle cheratocongiuntiviti, con secrezione muco purulenta cronica.

È causata dal batterio Chlamydia Trachomatis, responsabile anche della clamidia (malattia sessualmente trasmessa).

Il contagio avviene per contatto diretto attraverso inoculazione di secrezioni genitali nell’occhio; il batterio determina la sua azione patogena producendo una tossina che causa l’infiammazione, causa della distruzione del tessuto congiuntivale e corneale, portando a possibili complicazioni come ulcere corneali e cicatrizzazioni estese fino alla cecità. Altra complicanza possibile è rappresentata da alterazioni della forma delle palpebre, dovute a processi di cicatrizzazione.

L’evoluzione della malattia è estremamente lenta, e solo quando diagnosticata all’inizio e opportunamente trattata può guarire in pochi mesi senza complicazioni.

Il trattamento prevede misure profilattiche di igiene, disinfezione e isolamento dei soggetti colpiti, essendo una patologia che si sviluppa generalmente in condizioni ambientali disagiate e di sporcizia.

La scelta terapeutica si avvale di antibiotici specifici (tetracicline) instillati più volte al giorno per settimane, talvolta anche mesi. Il trattamento delle complicanze è spesso chirurgico, fino al trapianto corneale per la cicatrizzazione.

 

A cura della Dottoressa Elisabetta Fabiani, medico chirurgo

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Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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