Malattia infiammatoria pelvica (PID): sintomi, cause, rischi e cura

Introduzione

La malattia infiammatoria pelvica (spesso indicata come PID, dall’inglese Pelvic Inflammatory Disease) è una condizione causata dall’infezione degli organi riproduttivi femminili. È una frequente complicanza di malattie a trasmissione sessuale, come la clamidia e la gonorrea, ma anche altre infezioni non trasmesse sessualmente possono diventarne causa.

PID è una sigla generica per identificare l’infezione e l’infiammazione del tratto genitale superiore nelle donne, che in particolare può interessare

  • utero,
  • tube di Falloppio (ossia, i condotti che trasportano gli ovociti dalle ovaie all’utero),
  • ovaie
  • e altri organi collegati alla riproduzione.

In numerosi Paesi la malattia infiammatoria pelvica è la più frequente causa di infertilità prevenibile, i processi cicatriziali che si sviluppano in questi organi possono infatti causare sintomi e segni come

Da un punto di vista medico è una sindrome clinica conseguente alla migrazione di microrganismi dalla cervice e dalla vagina al tratto genitale superiore.

Se diagnosticata in fase precoce, la PID può essere efficacemente trattata, tuttavia la terapia non potrà curare eventuali danni già subiti dal sistema riproduttivo.

Più tardivo sarà l’intervento terapeutico, maggiori saranno i rischi di complicazioni, anche permanenti.

Esemplificazione grafica del sito di infezione della malattia infiammatoria pelvica

iStock.com/Dr_Microbe

Causa

Vari tipi di microrganismi possono diventare causa di malattia infiammatoria pelvica, che è quindi considerata un’infezione polimicrobica. Molti casi di PID sono dovuti alla gonorrea e alla clamidia, tanto che si stima che questi microrganismi siano responsabili del 30-50% di tutti i casi.

Benché l’attenzione si sia concentrata essenzialmente sul ruolo delle malattie a trasmissione sessuale, specialmente della clamidia, anche microrganismi endogeni trovati in grandi quantità nelle donne con vaginosi batterica, sono possibili cause della patogenesi delle infezioni PID.

I batteri possono anche penetrare nell’organismo durante una procedura medica, come ad esempio:

  • parto,
  • biopsia endometriale (rimozione di un campioncino di tessuto interno dell’utero per la ricerca del cancro),
  • impianto di un dispositivo intrauterino (spirale o IUD),
  • aborto spontaneo,
  • aborto terapeutico.

Fattori di rischio

  • Contrarre una malattia a trasmissione sessuale e non curarla (purtroppo anche nel caso di assenza di diagnosi perché priva di sintomi),
  • avere più di un partner sessuale,
  • avere un partner sessuale che ha rapporti anche con altri,
  • avere contratto PID in precedenza,
  • essere sessualmente attivi e avere 25 anni o meno,
  • sottoporsi a lavande vaginali (possono spingere batteri negli organi pelvici e causare infezioni),
  • utilizzo della spirale come sistema anti-concezionale.

Malattia infiammatoria pelvica e uomo

L’uomo non può per definizione sviluppare malattia infiammatoria pelvica, ma può essere portatore (sano o meno) dei germi responsabili, come la clamidia.

Sintomi

La malattia infiammatoria pelvica spesso non causa alcun sintomo evidente; quando presenti, la maggior parte delle donne accusa e lamenta sintomi lievi ed aspecifici come:

Tra gli altri sintomi possibili ricordiamo:

In caso di PID subclinica la donna non lamenta dolore pelvico o, se presente, questo può essere molto lieve, nonostante segni di endometrite o salpingite.

Complicazioni

Il rischio di sviluppare complicanze della PID a breve e a lungo termine dipende dalla gravità e dal numero di episodi infettivi, ulteriore conferma dell’importanza di un trattamento tempestivo e adeguato.

Tra le possibili complicanze della PID ricordiamo:

  • Gravidanza ectopica; la PID è una causa maggiore di gravidanza tubarica (ectopica). Nella gravidanza ectopica, l’ovocita fecondato non può raggiungere l’utero attraverso le tube di Falloppio. Le gravidanze ectopiche possono causare sanguinamenti massicci, potenzialmente mortali, e richiedere interventi chirurgici d’urgenza.
  • Infertilità; la PID può danneggiare gli organi riproduttivi e causare infertilità, ossia l’incapacità a rimanere incinta. Maggiore è il numero di episodi di PID, maggiore è il rischio di infertilità. Anche ritardare il trattamento dell’infezione aumenta notevolmente il rischio di infertilità.
  • Dolore pelvico cronico; la malattia infiammatoria della pelvi può causare dolore pelvico che si protrae per mesi o anni. La formazione di cicatrici nelle tube di Falloppio e in altri organi pelvici può causare dolore durante i rapporti e l’ovulazione.

Quando chiamare il medico

Si raccomanda di rivolgersi al ginecologo se:

  • compaiono sintomi più o meno caratteristici di PID,
  • si sospetta di essere stata esposte ad un’infezione trasmissibile sessualmente,
  • la terapia di una malattia trasmessa sessualmente non sembra efficace.

Si raccomanda di rivolgersi in Pronto Soccorso in caso di:

  • forte dolore alla parte inferiore dell’addome,
  • vomito,
  • segni di shock, come svenimento,
  • febbre con temperatura superiore a 38 °C.

Diagnosi

La PID è caratterizzata da un’ampia variabilità dei sintomi ma, poiché alcune donne mostrano disturbi sfumati o modesti, molti episodi di malattia infiammatoria pelvica possono passare inosservati; a complicare la situazione, i disturbi causati dalla PID acuta sono specifici, per cui è importante prendere sempre in considerazione la possibilità di

  • malattie del tratto riproduttivo
  • oltre che patologie
    • del sistema urinario
    • e dell’apparato digerente

durante la valutazione di una donna sessualmente attiva con dolore all’addome inferiore.

Poiché non esiste uno specifico test in grado di diagnosticare con certezza la malattia infiammatoria pelvica, in genere la diagnosi è il risultato di visita medica ed una combinazione variabili di esami:

  • Esami di laboratorio (sangue, urine, tamponi)
  • Ecografia
  • Laparoscopia
  • Biopsia endometriale

Andrà anche esclusa una gravidanza, attraverso l’esecuzione di un test, per escludere una gravidanza ectopica (la PID può insorgere anche durante la gestazione).

Il PAP-test consente la diagnosi di PID?

Il pap-test di per sé non permette una diagnosi, ma sottoporti regolarmente a questo test ed alla visita di controllo (con la periodicità suggerita dal ginecologo ed in genere legata all’età) può essere di grande aiuto nell’evidenziare la presenza di un’infezione/infiammazione in corso, che può condurre dopo i necessari approfondimenti alla diagnosi di malattia infiammatoria pelvica.

Cura e prevenzione

A seguito di diagnosi di PID è necessario che la paziente si astenga da ulteriori rapporti sessuali fino al completamente del trattamento prescritto dal ginecologo; in caso di infezione sessualmente trasmessa è necessario avvisare tutti i più recenti partner sessuali avuti, in modo che possano procedere a un controllo medico.

Generalmente la malattia infiammatoria pelvica viene trattata con la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro, in grado di colpire gli agenti patogeni responsabili dell’infezione; purtroppo la terapia non è in grado di agire su eventuali cicatrici già formatesi a livello delle tube, per questo motivo è essenziale che la diagnosi avvenga il più precocemente possibile.

Molto spesso si procede anche al contemporaneo trattamento del partner, a prescindere dal’eventuale presenza di sintomi, per evitare il rischio di reinfezione.

Per ridurre il rischio di contrarre una PID si raccomanda di:

  • utilizzare il preservativo in caso di rapporti occasionali,
  • limitare il numero di partner sessuali,
  • evitare l’utilizzo di lavande vaginali non prescritte.

Fonte principale: CDC

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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