Misurare massa grassa e massa magra con la bioimpedenziometria (BIA)

Introduzione

L’obesità è una vera e propria malattia caratterizzata da un accumulo eccessivo di tessuto adiposo, e come tale essa deve essere diagnosticata e curata in maniera rigorosa. Tenendo in considerazione che tale condizione è molto più facile da prevenire piuttosto che da trattare, negli ultimi decenni la comunità scientifica ha vagliato diversi metodi di screening che permettessero di riconoscere con anticipo i soggetti a rischio di sviluppare questa o altre patologie metaboliche.

Uno dei più importanti concetti introdotti in questo ambito è il cosiddetto “modello bi-compartimentale”, che ha permesso lo sviluppo di quella branca della medicina basata sullo studio della composizione corporea; tale modello si basa sul principio secondo cui la composizione dell’organismo è semplificabile in due componenti:

  • Massa grassa (fat mass: FM), costituita da adipe
  • Massa magra (fat-free mass: FFM), costituita essenzialmente da ossa, muscoli e acqua

Questa divisione, apparentemente grossolana, trova applicazione attraverso diverse metodiche che si pongono come obiettivo quello di fornire al paziente uno strumento efficace per comprendere quanto del suo peso corporeo sia effettivamente attribuibile al tessuto adiposo (grasso) e quanto no.

Il modello bi-compartimentale si basa su 3 assunzioni, secondo le quali:

  1. La quantità di acqua presente nella massa magra è costante
  2. La quantità di potassio nella massa magra è costante
  3. La densità della massa grassa e quella della massa magra sono costanti

Va tuttavia considerato che questo tipo di valutazione perde la sua attendibilità nel corso di stati patologici, ed in particolar modo nelle malattie che modificano il normale peso corporeo andando ad inficiare il rapporto tra massa magra e massa grassa. Per tale ragione lo studio della composizione corporea viene utilizzato principalmente nel soggetto sano e, soprattutto, nel soggetto non-obeso.

In generale, quindi, le diverse metodiche finalizzate alla valutazione bi-compartimentale sono utili a quegli individui che vogliono stimare la propria composizione corporea al fine di agire su di essa per raggiungere un equilibrio ottimale tra le due componenti, a patto che eventuali variazioni siano imputabili a condizioni fisiologiche (non causate da malattie).

Valori normali

  • Nell’individuo sano di sesso maschile, la percentuale di massa grassa media è compresa tra l’8 ed il 18%; tale valore può variare a seconda dello stato di forma fisica, diminuendo negli individui atletici ed aumentando in stato di sovrappeso/obesità.
  • Per la donna il valore medio è compreso tra il 15 ed il 25% (quindi più elevato rispetto al sesso maschile), e valgono le stesse considerazioni sulle variazioni.

Bioimpedenziometria

La bioimpedenzometria (BIA) è una delle tecniche più utilizzate per l’applicazione del modello bi-compartimentale nell’ambito clinico e ambulatoriale. Tale metodica prevede l’applicazione di due elettrodi a livello della mano e due a livello del piede, attraverso i quali viene fatta passare una corrente a basso voltaggio; quest’ultima, venendo condotta dall’acqua corporea che funge da mezzo di trasmissione, fornisce un’indicazione sulla massa idrica presente nel soggetto in esame in base al calo della sua intensità (proporzionalmente all’impedenza associata alle strutture corporee e alla loro composizione).

Questo esame si fonda sulla diversa capacità di trasmissione della corrente elettrica dei diversi tessuti, ad esempio:

  • le soluzioni liquide intra ed extracellulari dei tessuti magri sono ottimi conduttori,
  • ossa e grassi sono al contrario cattivi conduttori.

Attraverso l’ausilio di modelli matematici e conoscendo la stima della quantità di acqua presente nell’adipe (14-22%) rispetto a quella presente nella massa magra (73%) è dunque possibile stimare in maniera accurata la quantità relativa delle due diverse masse.

Chi può sottoporsi alla bioimpedenziometria?

Tutti gli individui possono essere sottoposti a BIA, tuttavia va tenuto in considerazione che nel corso di alcune condizioni mediche questo strumento diagnostico può fornire dei risultati poco attendibili.

La metodica bioimpedenziometrica in particolare trova scarsa indicazione o risulta controindicata in caso di

e nei pazienti portatori di:

  • pacemaker
  • neurostimolatori (elettrodi impiantati nel cervello)
  • impianti uditivi

È inoltre necessario che l’operatore non dia inizio alla valutazione prima di 10-15 minuti da quando il paziente è entrato in ambulatorio, in modo da concedere all’organismo un tempo sufficiente a stabilizzare i parametri vitali che si sarebbero potuti alterare durante lo spostamento.

Limiti e fattori in grado di alterare il risultato

  • La disidratazione è uno dei fattori più conosciuti in grado di alterare l’esito dell’esame (se diminuisce la quantità di acqua dell’organismo aumenta la resistenza elettrica); che può quindi fornire una sovrastima del grasso corporeo (ovvero rilevare più massa grassa della realtà).
  • L’esame condotto a stomaco pieno può al contrario determinare una riduzione del risultato della massa grassa.
  • La pratica di attività fisica nelle ore che precedono l’esame può infine condurre a sovrastimare la massa magra (rilevare più massa magra della realtà).

Preparazione

Alla luce dei fattori elencati nel precedente paragrafo si consiglia di sottoporsi all’esame avendo cura di:

  • presentarsi a digiuno da almeno 3-4 ore,
  • evitare la pratica di attività fisica intensa nelle ore precedenti,
  • idratarsi correttamente nei giorni precedenti,
  • evitare il consumo di alcolici nelle 24 ore precedenti,
  • svuotare la vescica prima dell’esame.

Alternative

Plicometria cutanea

Una tecnica molto in voga nel passato, ma oggi soppiantata da alternative più sofisticate, è la plicometria cutanea.

Questa metodica si basa sull’utilizzo del plicometro, uno strumento che “pinza” il grasso in determinate zone (soprattutto a livello del bicipite, del tricipite, ma anche in sede sottoscapolare) in modo da valutare lo spessore della cute e del tessuto adiposo.

Tramite equazioni matematiche, partendo da questo valore, è possibile stimare la quantità totale di massa grassa.

Densitometria

La densitometria è un’altra tecnica fondata sul modello bi-compartimentale, che sfrutta uno strumento in grado di inviare due tipi di raggi fotonici a due livelli energetici diversi.

Il paziente viene posizionato sul lettino, davanti al generatore, mentre in posizione opposta viene posto un rilevatore; questo, comparando la quantità relativa dei due diversi raggi dopo che hanno attraversato il soggetto, stima la composizione corporea.

Tomografia computerizzata

La valutazione della composizione corporea è possibile anche mediante l’utilizzo della tomografia computerizzata (TC): le immagini ottenute da questa metodica consentono di individuare sedi specifiche in cui vi sia un’eccessiva deposizione di tessuto adiposo. Ciò costituisce un importante valore aggiunto rispetto alle altre tecniche, in quanto il riscontro di adipe in determinati siti configura un aumento dei rischi cardiovascolare e metabolico. In particolare, la TC permette di attuare una distinzione tra:

  • Tessuto adiposo viscerale – si accumula in corrispondenza degli organi ed è associato ad un maggior rischio complessivo
  • Tessuto adiposo sottocutaneo – si deposita sotto la cute ed è associato invece ad un rischio complessivo inferiore

L’analisi della composizione corporea tramite tomografia computerizzata rappresenta il gold standard, ma tale metodica espone il paziente ad un rischio radiologico importante. Per tale motivo, essa trova indicazione solamente in casi selezionati.

BMI

BMI è un acronimo che sta per “body mass index” e corrisponde ad un valore calcolabile con una semplice formula: al nominatore va inserito il peso corporeo (in chilogrammi), mentre al denominatore va inserita l’altezza (in metri) che andrà elevata al quadrato.

BMI = peso [kg] / altezza2 [m2]

Sulla base di questo risultato è possibile effettuare una classificazione in:

  • Individui sottopeso (BMI <17,5)
  • Individui normopeso (BMI compreso tra 17,5 e 25)
  • Individui sovrappeso (BMI compreso tra 25 e 30)
  • Individui obesi
    • obesità di I grado (BMI compreso tra 30 e 35)
    • obesità di II grado (BMI compreso tra 35 e 40)
    • obesità di III grado (BMI >40)

Va tuttavia considerato che questo calcolo non tiene conto delle possibili differenze inter-individuali; per fare un esempio, un soggetto muscoloso che è dotato di poca massa grassa potrebbe risultare “sovrappeso” e rientrare nella stessa classe di un individuo che invece è effettivamente sovrappeso, ma per un eccesso di adipe. È proprio in ambiti come questo che le metodiche di valutazione della composizione corporea più sofisticate trovano il loro massimo impiego.

 

A cura del Dr. Marco Cantele, medico chirurgo

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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