- Introduzione
- A cosa serve
- Preparazione
- Anestesia
- Come avviene l’esame
- Quanto dura la broncoscopia
- Dopo l’esame
- La broncoscopia fa male?
- Complicazioni e rischi
- Controindicazioni
- Broncoscopio
Introduzione
La broncoscopia è un invasivo esame di endoscopia durante il quale uno specifico strumento (broncospopio) viene guidato lungo le vie aeree del paziente, dalla trachea fino alle ramificazioni bronchiali, all’origine dei bronchi segmentari e subsegmentari.
Attraverso questo strumento l’operatore è in grado di di vedere e registrare le immagini delle pareti percorse, oltre a poter introdurre dispositivi per effettuare interventi sia a scopo diagnostico che terapeutico.
A cosa serve
La broncoscopia può avere due diverse finalità, diagnostica e terapeutica.
- Diagnosi
- Osservazione a livello macroscopico dei tessuti
- Raccolta delle secrezioni, su cui si possono eseguire esami citologici e microbiologici per una diagnosi di precisione
- Prelievo istologico (biopsia)
- Osservazione, diagnosi e valutazione di gravità di un tumore
- Terapia
- Rimozione di corpi estranei
- Ricanalizzazione delle vie aeree
- Blocco di emorragie di origine polmonare o bronchiale
- Asportazione di granulomi
Può quindi essere richiesta in caso di:
- Tosse persistente
- Ostruzione da corpo estraneo
- Emottisi (emissione di sangue dalle vie respiratorie)
- Trauma toracico
- Paralisi delle corde vocali e/o raucedine inspiegata
- Paralisi del diaframma
- Opacità rilevate con altri esami strumentali, come TAC ed RX
- Polmoniti ed infezioni polmonari (è possibile un prelievo delle secrezioni bronchiali per un successivo esame microscopico e colturale)
- Stenosi (restringimento) tracheo bronchiali
Preparazione
In preparazione alla broncoscopia è necessario:
- Digiuno completo dalla sera precedente
- Evitare l’assunzione di liquidi nelle precedenti 5-6 ore
È inoltre essenziale informare il medico relativamente ad eventuali
- terapie farmacologiche croniche (si valuterà se sospendere alcuni tipi di farmaci, come ad esempio gli anticoagulanti)
- allergie conosciute.
È buona norma presentarsi all’esecuzione dell’esame accompagnati da qualcuno, perché gli anestetici utilizzati portano ad una riduzione dei riflessi e della vigilanza che impedisce un immediato utilizzo dell’automobile.
Anestesia
Prima di eseguire la broncoscopia si pratica una leggera anestesia locale in naso, bocca e gola, generalmente mediante lidocaina nebulizzata o aerosolizzata; in casi selezionati (ad esempio pazienti particolarmente agitati) si può valutare di ricorrere inoltre ad una leggera sedazione.
La broncoscopia EBUS richiede invece necessariamente una sedazione profonda con propofol.
Come avviene l’esame
La procedura viene condotta da un medico, in genere uno specialista in pneumologia o un chirurgo specializzato.
Si sistema il paziente in posizione supina (a pancia in su) e delicatamente il medico inserisce il broncoscopio in una narice o in bocca, per poi incanalarlo affinché possa raggiungere trachea e bronchi.
Durante l’esecuzione della procedura vengono costantemente monitorati i parametri vitali del paziente: pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione periferica.
A seconda del paziente è possibile inoltre ricorrere a:
- Lavaggio bronchiale e broncoalveolare: si inietta tramite il broncoscopio soluzione fisiologica (50-200 ml) e poi la si aspira recuperando cellule, microrganismi e proteine.
- Brushing bronchiale: tramite il broncoscopio si inserisce una sorta di spazzolino che va a scarificare lesioni sospette per prelevarne le cellule, in seguito analizzate in laboratorio (esame citologico).
- Biopsia transbronchiale: attraverso il broncoscopio si inseriscono delle pinze in grado di consentire un prelievo in più punti del parenchima polmonare, ai fini di analisi miscroscopica e di laboratorio.
- Agoaspirato transbronchiale: si inserisce sempre attraverso il broncoscopio un ago grazie al quale si possono effettuare agoaspirati dei linfonodi mediastinici o eventuali altre masse
Quanto dura la broncoscopia
L’esame è abbastanza breve, si conclude in genere in circa 15-20 minuti. In caso di broncoscopia EBUS la durata è di 30-60 minuti e dipende anche dal numero di biopsie che si intende effettuare.
Dopo l’esame
A seguito della procedura il paziente rimane in osservazione per 2-3 ore, in genere fino alla ricomparsa del riflesso faringeo.
In caso di biopsia polmonare transbronchiale è sempre necessaria una successiva radiografia al torace in proiezione postero anteriore in espirazione per escludere un eventuale emotorace (accumulo di sangue).
Alla fine dell’esame è necessario attendere un paio d’ore prima di bere/mangiare, per dare tempo alla deglutizione di recuperare una piena funzionalità.
La broncoscopia fa male?
L’esame non è doloroso ma è certamente fastidioso, il disagio maggiore è rappresentato dallo stimolo a tossire causato dall’introduzione, scorrimento e presenza del broncoscopio.
Complicazioni e rischi
A seguito della broncoscopia è piuttosto comune nei 2-3 giorni seguenti:
- sviluppare una leggera febbricola
- avvertire un lieve mal di gola
- notare piccole quantità di sangue nell’espettorato (emoftoe), soprattutto in caso di biopsia.
La broncoscopia è una procedura invasiva, ma globalmente è un esame sicuro, con un tasso stimato di complicanze inferiore al 5%. Tra queste si rilevano:
- Tosse che persiste dopo l’esame anche per qualche ora
- Epistassi (sangue dal naso) dovuta al passaggio rino-tracheale dello strumento (ovvero quando viene inserito dal naso)
- Possibili reazioni allergiche dovute all’anestetico: ipotensione, depressione respiratoria, aritmie, …
- Desaturazione: il broncoscopio all’interno delle vie aeree occupa spazio, spazio che inevitabilmente viene sottratto all’aria (per questa ragione durante l’esame viene sempre monitorata l’ossigenazione periferica). In genere finito l’esame la quantità di ossigeno nel sangue torna rapidamente a livelli normali, ma in certi casi può esser necessario somministrare ossigeno
- Emorragie e pneumotorace in seguito a prelievo bioptico. In seguito al prelievo di un pezzo di tessuto è frequente la comparsa di una piccola perdita ematica che in genere si arresta da sola, se ciò non avviene si può intervenire somministrando farmaci sempre attraverso il broncoscopio
- Laringospasmo e broncospasmo
- Infezioni (una possibile complicanza tardiva)
Controindicazioni
Le situazioni in cui l’esecuzione dell’esame è controindicata sono:
- Disturbi della coagulazione e terapia anticoagulante in corso
- Piastrinopenia (piastrine basse)
- Paziente non collaborante
- Ipossiemia refrattaria
- Importanti aritmie o altri gravi problemi cardiaci come infarto recente, angina instabile, …
Broncoscopio
Lo strumento usato per condurre l’esame è il broncoscopio, di cui ne esistono differenti tipologie:
- Broncoscopio flessibile a fibra ottica: è lo strumento che ad oggi più usato, che ha soppiantato nella maggior parte dei casi l’uso del broncoscopio rigido; è sostanzialmente un tubo flessibile, di dimensioni inferiori ai 4 mm, dotato di fibre ottiche con una fonte luminosa che trasmette le immagini ad uno schermo esterno. Consente l’inserimento di vari strumenti direttamente nelle vie aeree, allo scopo di:
- Visualizzare in modo diretto le vie aeree fino ai bronchi subsegmentali
- Prelevare secrezioni respiratorie
- Eseguire un lavaggio bronchiale
- Effettuare biopsie di strutture endobronchiali, parenchimali e mediastiniche
- Broncoscopio rigido: ad oggi si usa solo quando sia necessaria un’apertura e canali maggiori rispetto alla variante flessibile, in modo da garantirsi una visione migliore e la possibilità di scelta tra un più ampio ventaglio di strumenti. È utile in caso di:
- Emorragie massive polmonari: lo strumento rigido aiuta a visualizzare meglio la sede del sanguinamento e, avendo un canale ampio, consente di aspirare più efficientemente il sangue presente prevenendo l’asfissia
- Ricerca ed estrazione di corpi estranei
- Lesioni endobronchiali ostruttive (consente l’applicazione di stent)
- Resezione di un tumore con laser
- Terapia fotodinamica
- Broncoscopia EBUS (Endo Bronchial Ultra Sound): è una broncoscopia che sfrutta una microsonda ecografica che permette di visualizzare dall’interno linfonodi, cuore, polmoni e mediastino. Con questa metodica si migliora l’accuratezza delle biopsie e degli agoaspirati trans bronchiali, soprattutto in pazienti con tumori di dimensioni molto piccole.
A cura del dr Mirko Fortuna, medico chirurgo
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