Colangiografia: indicazioni, rischi, controindicazioni

Cos’è la colangiografia?

Le vie biliari sono un piccolo sistema di canali che connettono fegato, cistifellea e fegato, consentendo così il trasporto della bile (sostanza prodotta dal fegato e necessaria alla digestione).

La colangiografia è un esame che consente di ottenere immagini del tratto biliare mediante il ricorso all’iniezione di un mezzo di contrasto e successiva radiografia; i principali approcci sono due:

  • Colangiografia percutanea transepatica (CPT), oggetto del presente articolo.
  • Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (CPRE).

Si tratta di un esame relativamente invasivo che richiede l’introduzione di un piccolo catetere nelle vie biliari, mediante un ago ed un accesso dall’addome (pancia).

1 – Duodeno, 2 – Dotto biliare comune, 3 – Dotto cistico, 4 – Dotto epatico (By Bakerstmd – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=41816889)

Quando viene richiesta?

La colangiografia percutanea transepatica (PTC) è una procedura che può contribuire a diagnosticare la causa di un blocco del dotto biliare (colestasi), che tipicamente conduce allo sviluppo di sintomi quali

Le condizioni responsabili di un’ostruzione possono essere classificate in:

  • Benigne, come i restringimenti in conseguenza del trapianto di fegato e la colangite sclerosante
  • Maligne, decisamente più comuni, tra cui il colangiocarcinoma (tumore delle vie biliari).

È importante notare che esistono procedure meno invasive per ottenere immagini dettagliate delle vie biliari e dei tessuti adiacenti, che sono quindi in genere preferite, tra cui ad esempio:

  • TAC
  • Risonanza magnetica ed eventualmente la colangio-RM
  • Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP).

Questo esame, la colangiografia percutanea transepatica, viene quindi in genere richiesto solo in caso di fallimento della colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP), o qualora questa non sia praticabile; l’approccio con risonanza è sicuramente preferibile a livello diagnostico, ma non consente in nessun caso l’eliminazione dell’eventuale blocco.

L’aspetto più rilevante di colangiografia percutanea transepatica e colangiopancreatografia retrograda endoscopica è infatti la possibilità di intervenire in tempo reale, trasformando la procedura da diagnostica a terapeutica.

Preparazione

Il paziente potrebbe ricevere una terapia antibiotica di copertura, a prevenzione dello sviluppo di eventuali infezioni ed è necessario il digiuno nelle 6 ore precedenti l’esame.

È inoltre raccomandabile lasciare a casa eventuali gioielli od altri oggetti metallici, che verrebbero fatti togliere.

L’eventuale assunzione di terapie anticoagulanti deve essere tempestivamente segnalata, per valutare possibili sospensioni o temporanee sostituzioni.

È infine necessario sdraiarsi su un lettino, a pancia in su, dove verrà praticata una leggera forma di anestesia (non sempre è necessario ricorrere all’anestesia totale).

La procedura

Il medico inietta un anestetico locale per intorpidire la pelle (in altro a destra, sulla pancia) e, una volta raggiunto il necessario effetto, viene introdotto un ago lungo, sottile e flessibile attraverso la pelle fino a raggiungere il fegato. È importante notare che l’ago viene guidato fino al dotto biliare servendosi delle immagini ecografiche ed eventualmente radiografiche ottenute in tempo reale.

Una volta raggiunto il dotto biliare viene iniettato un colorante (mezzo di contrasto) che consente di evidenziare con maggiore chiarezza eventuali anomalie o blocchi nelle vie biliari attraverso radiografie raccolte durante la diffusione della sostanza.

Drenaggio biliare percutaneo transepatico

In caso di blocco delle vie biliari il medico, eventualmente assistito da un radiologo interventista, può intervenire in tempo reale con l’obiettivo di risolverlo; il drenaggio biliare percutaneo transepatico è una procedura terapeutica che prevede l’inserimento di un catetere (servendosi dell’ago già posizionato) che consenta

  • il drenaggio del liquido accumulato mediante apposito tubicino (catetere da drenaggio biliare),
  • e/o il posizionamento di uno stent, un tubicino a rete metallica utile a mantenere una corretta dilatazione della via biliare ostruita.

Purtroppo in alcuni casi sono necessari diverse sedute e tentativi.

Fa male?

È possibile avvertire un certo disagio nel momento in cui l’ago penetra nel fegato.

Nel momento di iniezione del mezzo di contrasto molti pazienti percepiscono una sensazione di calore diffuso, destinata tuttavia a risolversi nell’arco di pochissimo tempo.

Rischi e complicazioni

La procedura richiede l’esposizione ad una certa dose di raggi X, che potrebbero in teoria aumentare il rischio di sviluppo di tumore sul lungo termine; si tratta in ogni caso di una quantità estremamente limitata e paragonabile ad una normale radiografia.

Esiste una ridotta possibilità di reazione allergica al mezzo di contrasto (che è a base di iodio), mentre tra le possibili complicazioni si annoverano:

  • danni agli organi adiacenti
  • emorragia
  • infiammazione/infezione dei dotti biliari
  • sepsi (infezione diffusa).

Controindicazioni

La colangiografia percutanea transepatica è controindicata in caso di:

  • presenza di restringimenti multipli
  • rischio di emorragia
  • rischi elevati legati alla necessaria sedazione (ad esempio per uno stato di salute fortemente compromesso).

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.