ECG (elettrocardiogramma), cosa devi sapere prima di farlo

Introduzione

L’ECG, o elettrocardiogramma, è un esame diagnostico strumentale che permette di registrare e riprodurre graficamente l’attività elettrica del cuore ed il suo ritmo; si tratta di un esame sicuro, ad alta disponibilità e di facile utilizzo, che non richiede alcun tipo di preparazione particolare e che consente di ottenere rapidamente un’idea generale dello stato di salute del cuore.

A cosa serve

L’ECG è un esame considerato di routine e di controllo che si effettua ogni volta si voglia valutare lo stato di salute del cuore; viene svolto durante le visite di idoneità alla pratica sportiva agonistica ed in caso di presenza o sospetto di

Preparazione

Per l’esecuzione di questo test non è richiesto alcun tipo di preparazione, si tratta di un esame sicuro e senza nessuna controindicazione. Va tuttavia riferito al medico ogni tipo di farmaco di cui si fa uso e se si sia portatori di pacemaker o altri dispositivi impiantabili cardiaci.

Come avviene l’ECG

Lo strumento utilizzato per la conduzione dell’esame è chiamato elettrocardiografo ed è dotato di elettrodi, applicati su braccia, gambe e torace, che misurano le variazioni di potenziale elettrico che si verificano in corso di sistole e diastole cardiaca e che vengono fornite sotto forma di tracciato. Il paziente deve respirare normalmente senza parlare né muoversi per non falsare l’esito dell’esame.

Quanto dura?

L’esame dura nel complesso 10-15 minuti e può essere effettuato in tre differenti condizioni:

Le diverse declinazioni dell’esame

  • A riposo: si esegue con il paziente disteso sul lettino in posizione supina. In questa condizione lo strumento capta i segnali cardiaci in una situazione in cui il cuore non è sotto sforzo, per cui potrebbe non evidenziare anomalie che avvengono in situazioni di stress.
  • Sotto sforzo: questo test ha l’obiettivo di evidenziare la presenza di cardiopatie latenti o per valutare i limiti di sicurezza della pratica di attività fisica in pazienti con patologie cardiache. L’aumento del battito cardiaco può essere indotto con due diverse modalità:
    • Mentre svolge attività fisica, ad esempio camminando su tapis roulant o pedalando su una cyclette
    • Mediante l’assunzione di farmaci che aumentino il lavoro cardiaco, come la dobutamina, il dipiridamolo o l’adenosina
  • ECG dinamico od Holter cardiaco: questo test viene richiesti quando occorra valutare la presenza di aritmie discontinue, ovvero che compaiono occasionalmente ed irregolarmente e che per questa ragione non vengono evidenziate con ECG a riposo o con ECG sotto sforzo. Tale test è anche usato per accertare il corretto funzionamento di pacemaker ed altri dispositivi impiantabili. Il test si effettua utilizzando un elettrocardiografo portatile che il paziente porterà per almeno 24 ore consecutive, ma in certi casi può essere portato anche per 72 ore, ed in determinati casi anche per 7 giorni consecutivi. Durante questa registrazione il paziente dovrà continuare a compiere tutte le attività che svolge normalmente annotando su un registro l’orario in cui le varie attività vengono svolte e gli eventuali disturbi che accusa così da poter in seguito incrociare queste informazioni con quelle fornite dal tracciato dell’elettrocardiogramma. L’unica accortezza da seguire è quella di non farsi la doccia o il bagno in quanto l’holter è uno strumento elettronico che non va assolutamente bagnato.

Lettura ECG

L’ECG fornisce un tracciato formato da onde, intervalli, segmenti e complessi (lo specialista di riferimento nella lettura è il medico cardiologo).

Elettrocardiogramma

Getty/muratseyit

Ognuno di questi fattori deve avere delle precise caratteristiche per risultare fisiologico, mentre eventuali anomalie sono il risultato di patologie e/o alterazioni e disfunzioni del cuore.

Onde ECG

Shutterstock/Puwadol Jaturawutthichai

  • Onda P: rappresenta la diffusione dell’attività elettrica nel miocardio atriale, è quindi definita Onda di depolarizzazione degli atri. L’onda P ha una durata compresa tra 0,05 e 0,12 secondi con una durata media di 0,08 secondi
  • Onda Q, onda R, onda S: insieme queste tre onde formano il Complesso QRS che rappresenta la depolarizzazione dei ventricoli, ovvero la contrazione ordinata della camera ventricolare. Durante la contrazione dei ventricoli si ha anche il rilassamento delle camere atriali (ripolarizzazione atriale) che però non viene registrata in quanto coperta dal segnale di contrazione ventricolare che è molto più intenso.
    Il complesso QRS ha una durata compresa tra 0,08 e 0,11 secondi.
  • Onda T: rappresenta la ripolarizzazione del ventricolo, ovvero il suo rilasciamento
  • Intervallo PR: rappresenta il tempo che passa tra la contrazione dell’atrio e quella del ventricolo, ovvero la conduzione atrioventricolare, ed ha una durata compresa tra 0,2 e 0,16 secondi.
  • Intervallo RR: quest’intervallo rappresenta un ciclo cardiaco completo e corrisponde all’intervallo esistente tra due complessi PQRST

Tra i più comuni esempi di alterazioni patologiche ritroviamo:

  • Fibrillazione atriale: assenza onde P e complessi QRS ed intervalli PR irregolari
  • Flutter atriale: presenza di più onde P, almeno 2 e fino a 10, prima di ogni complesso QRS. Questo fa assumere al tracciato ECG un aspetto definito a dente si sega
  • Infarto del miocardio: onde Q molto profonde ed assenza delle onde R,S e sopraslivellamento tratto ST
  • Fibrillazione ventricolare: presenza di onde irregolari e casuali, complessi QRS ed onde P non identificabili, deviazione dei tratti rettilinei
  • Blocco atrioventricolare completo: assenza di correlazione tra le onde P ed i successivi complessi QRS in quanto esiste un’interruzione dei segnali elettrici nel cuore che porta ad un’assenza di sincronia tra le varie cavità del cuore. I complessi QRS sono alterati in quanto i ventricoli depolarizzano in modo indipendente dagli atri.
  • Sindrome del QT lungo: è una condizione caratterizzata da un aumento dei tempi di ripolarizzazione dei ventricoli. L’intervallo QT risulta essere maggiore ai 0,42 secondi.
  • Bradicardia sinusale: onde P regolari ma intervallo RR molto allungato in quanto la frequenza cardiaca è inferiore a 60 bpm
  • Tachicardia sinusale: onde P regolari ma intervallo RR più breve del normale in quanto la frequenza cardiaca è superiore a 100 bpm

 

A cura del dr Mirko Fortuna, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.