Esame istologico: significato, tempi e dubbi comuni

Istologico: significato

L’istologia è la branca della biologia che studia i tessuti vegetali e animali; viene applicata con successo anche nella medicina, dove riveste un ruolo di primo piano per la diagnosi e il monitoraggio di condizioni  di salute.

L’esame istologico consiste nell’analisi al microscopio di piccoli frammenti di tessuti prelevati dal paziente; viene condotto da specialisti (ad esempio biologo e/o anatomopatologo) per chiarire la natura della lesione attraverso la descrizione approfondita del campione.

Ricercatrice osserva al microscopio

Shutterstock/Stock-Asso

A cosa serve?

L’esame istologico fornisce informazioni sulla natura (ad esempio benigna o maligna, se si parla di tumore) delle cellule analizzate.

Può ad esempio essere utile per distinguere un tumore maligno da uno benigno, o da una lesione non tumorale, oltre che per valutare caratteristiche più specifiche come origine, aggressività (stadiazione del tumore) e orientamento alla pianificazione della terapia.

Ad esempio in caso di paziente in cui venga individuato un nevo (neo) sospetto, questo sarà asportato chirurgicamente per essere sottoposto ad esame istologico, dopo il quale sarà possibile decidere se e come proseguire le cure:

  • In caso di “nevo displastico” si procederà con un periodico monitoraggio del paziente
  • In caso di melanoma, il trattamento verrà pianificato in base alle caratteristiche dello stesso, emerse anche grazie all’istologico.

L’esame istologico trova comunque applicazione anche su lesioni non necessariamente tumorali, come malattie epatiche autoimmuni.

Da un punto di vista pratico lo specialista procede per passi successivi:

  1. Stabilizzazione del campione (per evitare processi di naturale degradazione che potrebbero comprometterne l’analisi)
  2. Osservazione e descrizione macroscopica del campione (ad occhio nudo).
  3. Descrizione della struttura del tessuto e delle componenti osservabili all’interno.
  4. Studio del campione, che viene processato in diversi modi (ad esempio con tecniche di colorazione) per condurre analisi più approfondite.
  5. Eventuale conduzione di analisi immunoistochimiche, che si avvalgono di specifici reagenti (anticorpi) che consentono di evidenziare la presenza di elementi specifici di grande valore diagnostico nella cellula di riferimento, permettendo ad esempio una scrupolosa diagnosi differenziale (differenziazione tra due malattie con caratteristiche simili).

Si noti che nel referto vengono riportate anche informazioni più generali, ad esempio nel caso di analisi di masse tumorali è necessario studiare la presenza di cellule maligne nei bordi esterni del campione, per valutare se possa essere necessario un ulteriore intervento chirurgico per la rimozione di frazioni residue.

Cosa contiene il referto?

Il contenuto del referto è variabile a seconda del tipo di lesione sospettata e del campione analizzato, ma generalmente vi si trova una panoramica di tutte le informazioni utili allo specialista per la diagnosi e/o la pianificazione della terapia; ad esempio nel caso di carcinoma mammario è tipicamente possibile trovare:

  • tipologia del tessuto interessato (duttale, lobulare, …)
  • dimensioni del tumore
  • stato dei linfonodi ascellari (positivi nel caso di diffusione del tumore a queste sedi)
  • grado istologico (G1, 2, 3, una modalità di valutazione dello stadio del tumore e della sua aggressività)
  • eventuale presenza di cellule tumorali nei capillari sanguigni che circondano il tumore (utile a valutare il rischio di diffusione, ovvero metastatizzazione)
  • presenza o assenza, sulla superficie delle cellule tumorali, di recettori ormonali (estrogenici e progestinici), e positività o negatività di un test chiamato Her2, tutte informazioni necessarie a caratterizzare il tumore e guidarne la terapia
  • velocità di crescita delle cellule tumorali (una velocità maggiore indica un tumore più aggressivo).

Esame citologico e istologico

L’esame citologico e l’esame istologico condividono lo scopo di indagare l’origine e la natura di eventuali lesioni attraverso il prelievo di un frammento del tessuto da analizzare successivamente (anche se tipicamente l’istologico richiede campioni di dimensioni leggermente superiori), ma l’oggetto di studio è differente:

  • L’esame citologico ha come obiettivo lo studio e l’analisi delle cellule del materiale raccolto in laboratorio (ad esempio valutandone gli aspetti morfologici e strutturali, ma anche la presenza di specifiche mutazioni genetiche),
  • mentre l’esame istologico studia sottili frammenti di tessuto nel loro complesso, per valutarne margini e strutture interne.

Vale la pena di sottolineare come l’esame istologico possa essere condotto su una parte di tessuto o su un intero organo, ad esempio l’utero dopo un’isterectomia).

Esame istologico e biopsia sono la stessa cosa?

I due termini sono spesso usati come sinonimi o quasi, ma tecnicamente la biopsia è la procedura che consiste nel prelievo di un frammento di tessuto che si desidera studiare.

Può essere eseguita su tessuti superficiali (ad esempio pelle o mucose) oppure su tessuti viscerali (ad esempio di un organo), in questo secondo caso mediante approcci più o meno invasivi:

  • agobiopsia (biopsia praticata con un sottilissimo ago che viene inserito dall’esterno, tipicamente con il supporto di tecniche di imaging come l’ecografia o la TAC)
  • chirurgico, tradizionale o mininvasivo.

L’esame istologico è invece il vero e proprio processo di analisi del campione raccolto mediante biopsia (vide supra).

Tempi di consegna del referto

A seconda del tipo di analisi necessaria, il referto sarà pronto entro poche ore, pochi giorni o anche 2-3 settimane, a seconda di fattori quali:

  • urgenza
  • tipologia di campione e analisi necessarie
  • tempistiche del laboratorio.

Esame istologico dopo intervento

L’esame istologico dopo un intervento consiste nell’analisi al microscopio di alcuni frammenti della lesione (eventualmente) asportata dal paziente, per chiarire in via definitiva la natura della stessa.

Istologico negativo

Un esame istologico si dice negativo quando NON vi sia traccia di malattia.

Istologico positivo

Un esame istologico si dice positivo quando venga confermata l’ipotesi diagnostica, ad esempio in presenza di tumore.

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.