Helicobacter pylori: diagnosi e test

Valori Normali

Normalmente il batterio non è presente nello stomaco del soggetto sano, ma si noti che è possibile che sia presente l’infezione anche in assenza di sintomi.

Nella maggior parte dei pazienti (80-85%) l’invasione dell’HP, comunque,  è del tutto asintomatica o determina una minima sintomatologia gastrica (Fonte: medicitalia.it).

(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Descrizione

L’Helicobacter pylori è un batterio di forma spirale che trova un ambiente ideale alla proliferazione nello stomaco umano; è la causa di più del 90% delle ulcere duodenali e fino al 80% di quelle gastriche ma, allo stesso tempo, la maggior parte dei soggetti infetti convive pacificamente con l’ospite senza accusare alcun sintomo o disturbo.

Fino al 1982, anno di scoperta del batterio, si riteneva che le principali cause di ulcera fossero legate al consumo di cibo piccante o acido, stress e stile di vita e per questa ragione ai pazienti venivano abitualmente prescritti farmaci (anti-H2 come la ranitidina o inibitori di pompa come il pantoprazolo) senza alcuna speranza di risolvere definitivamente il problema, ma con il solo obiettivo di contenere i sintomi.

Questi medicinali sono infatti molto efficaci nell’alleviare i disturbi lamentati dal paziente, tanto che si usano ancora oggi in caso di gastriti e reflusso, perché in grado di guarire la mucosa gastrica infiammata e di cicatrizzare l’ulcera, ma se la causa risiede dell’infezione da helicobacter alla sospensione della terapia i disturbi non possono che ripresentarsi.

Dalla scoperta di questo batterio, che valse a Marshall e Warren il premio Nobel nel 2005, la terapia si basa invece su un ciclo aggressivo di più antibiotici in grado di eradicare l’helicobacter dallo stomaco e trattare direttamente la causa del problema.

Si stima che l’infezione colpisca i due terzi della popolazione mondiale, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. La maggior parte delle persone colpite non presenza alcun sintomo, ma la presenza del batterio fa aumentare il rischio di sviluppare

  • ulcera peptica,
  • gastrite cronica,

con sintomi che comprendono

I batteri diminuiscono la capacità dello stomaco di produrre il muco, che quindi diventa più soggetto alle lesioni causate dagli acidi gastrici e all’ulcera; a seguito dello sviluppo di ulcera può talvolta essere presente sanguinamento all’interno dello stomaco, anche severo, che può manifestarsi con ematemesi (vomito con sangue).

I soggetti colpiti presentano inoltre un aumentato rischio di sviluppare un tumore dello stomaco, anche se in realtà la relazione è piuttosto complessa: l’infezione è considerata un importante fattore di rischio per lo sviluppo di cancro, ma la relazione è strettamente connessa anche ad altri fattori, come la parte dello stomaco interessata.

Possono essere eseguiti diversi tipi di esami per diagnosticare l’H. pylori, più o meno invasivi.

L’approccio più semplice è un esame del sangue, che purtroppo ha lo svantaggio di rimanere positivo anche a seguito di guarigione dall’infezione, impedendo quindi di distinguere tra un’infezione in corso ed una superata. A causa di questo grosso limite l’esame diagnostico di elezione è il breath test (test del respiro), un esame in cui viene richiesto al paziente di bere una soluzione contenente urea; in caso di presenza del batterio questa sarà responsabile di una produzione significativa di anidride carbonica, che verrà rilevata dall’analisi del respiro.

Una buona alternativa è poi rappresentata dalla ricerca dell’antigene nelle feci oppure, in modo più invasivo, attraverso una biopsia dello stomaco durante una gastroscopia.

Tutti questi esami richiedono la sospensione di eventuali farmaci per lo stomaco e devono essere eseguiti ad almeno un mese di distanza da qualsiasi trattamento antibiotico.

Esami non invasivi

  • Esame dell’antigene nelle feci: individua l’antigene dell’H. pylori in un campione di feci; purtroppo con tale test non è raro il verificarsi di falsi negativi (5-8% dei casi), ossia  il test  può risultare negativo nonostante la presenza del batterio.
  • Test del respiro (breath test dell’urea): individua l’anidride carbonica titolata nell’alito del paziente, dopo che gli è stata data una soluzione da bere. È l’esame di elezione.
  • L’esame degli anticorpi IgG eseguito sul campione di sangue non è consigliato per la diagnosi di routine o per la valutazione dell’efficacia della terapia. Quest’esame individua gli anticorpi del batterio non distingue tra l’infezione attiva e quella inattiva. Se l’esame degli anticorpi è negativo, è improbabile che la persona abbia avuto un’infezione da H. pylori. Se l’esame è positivo, bisogna confermare i risultati con l’esame degli antigeni nelle feci o con il breath test.

Esami invasivi

Gli esami eseguiti in endoscopia sono eseguiti con minor frequenza rispetto a quelli non invasivi, perché richiedono la raccolta di un campione di tessuto su cui eseguire la biopsia. Tra questi esami ricordiamo:

  • Istologia: esame del tessuto al microscopio, il vantaggio è quello di  fornire informazioni non solo sulla presenza dell’infezione, ma anche sullo stato della mucosa gastrica.
  • Coltura: fa crescere l’H. pylori in/su una soluzione nutriente, così il medico può capire quale tipo di antibiotico somministrare al paziente.
Helicobacter Pylori, rappresentazione grafica 3D

iStock.com/lucadp

Interpretazione

  • L’esito positivo dell’esame dell’H. pylori (esame dell’antigene nelle feci, breath test o biopsia) indica che i sintomi lamentati dal paziente sono probabilmente causati da una gastrite o da un’ulcera peptica provocata dal batterio. In questi casi viene quindi prescritta una terapia a base di antibiotici e altri farmaci per eradicare il batterio e far cessare il dolore gli altri sintomi

 

  • L’esito positivo della ricerca degli anticorpi nel sangue dell’H. pylori può indicare che un’infezione è in corso oppure ha colpito il paziente in passato. Un esame di tipo diverso probabilmente potrà essere eseguito come follow-up per capire se l’infezione è attiva.
  • L’esito negativo dell’esame significa che è improbabile che il paziente sia infetto dall’H. pylori e che i segni e i sintomi potrebbero essere dovuti a una causa diversa. Tuttavia, se i sintomi persistono, potranno essere eseguiti altri esami più invasivi, come la biopsia, per escludere l’infezione.

Fattori che influenzano l'esame

Se si usano antiacidi nelle 4 settimane precedenti all’esame rapido dell’ureasi, il risultato dell’esame può risultare falsamente negativo.

Gli antimicrobici, gli inibitori della pompa protonica e i preparati farmacologici a base di bismuto possono interferire con tutti gli esami dell’H. pylori tranne quello degli anticorpi nel sangue.

Quando viene richiesto l'esame

L’esame non è necessario in assenza di sintomi (in presenza di infezione asintomatica, cioè priva di disturbi, non si prescrive terapia).

Quando diagnosticato, l’eradicazione dell’helicobacter è invece consigliabile:

  • in presenza di ulcere gastriche e/o duodenali,
  • in presenza di linfoma gastrico,
  • nei  familiari di I grado dei pazienti con cancro gastrico
  • e nei pazienti operati di cancro gastrico superficiale.

L’infezione non è invece legata alla presenza di reflusso gastroesofageo, che quindi è associato a cause differenti.

È inoltre consigliabile ripetere il test a seguito della terapia per verificare l’avvenuta eradicazione; l’esame deve essere eseguito non prima di 4 settimane dalla fine della terapia, ricorrendo a breath test o esame antigeno fecale, avendo cura di sospendere gli inibitori di pompa protonica almeno due settimane prima.

Tra i sintomi che possono far sospettare la presenza di ulcera ricordiamo:

In alcuni pazienti i sintomi possono essere più gravi e richiedere un intervento medico immediato. Tra i sintomi gravi ricordiamo:

Preparazione richiesta

Il tipo di campione raccolto dipende dal tipo di esame prescritto dal medico. Per il breath test dell’urea, viene raccolto un campione di aria respirata del paziente. Dopo che il paziente ha bevuto un liquido, viene raccolto un secondo campione. Per l’esame degli antigeni nelle feci, il campione di feci deve essere raccolto in un contenitore pulito.

L’esame più invasivo richiede una procedura chiamata endoscopia (gastroscopia): al paziente viene inserito in gola un sottilissimo tubicino con una telecamera all’estremità. Il tubicino scende fino allo stomaco e permette da un lato di visualizzare dall’interno le mucose gastriche e, dall’altro, di poter prelevare un piccolo campione di tessuto (biopsia) per un esame successivo. In alcuni ospedali è possibile che l’introduzione dell’endoscopio avvenga attraverso il naso, riducendo il disagio per il paziente.

In preparazione al breath test è indispensabile sospendere l’assunzione di alcuni farmaci, ad esempio:

  • Per le 4 settimane precedenti al test, non assumete antibiotici o subsalicilato di bismuto
  • Nelle 4 settimane prima del test non assumete inibitori della pompa protonica prescritti dal medico o comprati senza ricetta in farmacia. Tra questi tipi di inibitori ricordiamo l’omeprazolo, il lansoprazolo o l’esomeprazolo.
  • Nell’ora prima del test, non mangiate né bevete nulla (nemmeno l’acqua).

In caso di raccolta di un campione di feci o di biopsia di tessuti, può essere opportuno evitare gli antibiotici, gli antiacidi o i farmaci a base di bismuto nelle due settimane precedenti l’esame.

In caso di endoscopia, può essere necessario il digiuno a partire dalla notte precedente l’esame.

Altre informazioni

Complicazioni

Recenti studi hanno dimostrato un’associazione tra infezioni a lungo termine con H. pylori e lo sviluppo del cancro gastrico, che è il secondo tumore per diffusione a livello mondiale (in realtà pesa molto l’incidenza in Paesi come la Cina, dove il batterio è presente in più di metà della popolazione).

Trasmissione

Non si conoscono esattamente le modalità di trasmissione, ma l’opinione più condivisa ipotizza una trasmissione orale o oro-fecale (con fonti di acqua contaminata come possibili serbatoi ambientali).

Prevenzione

Poiché la fonte dell’infezione da H. pylori non è ancora nota, non esistono raccomandazioni chiare sulle modalità di prevenzione, ma in generale si consiglia:

  • accurato e frequente lavaggio delle mani,
  • attenzione all’igiene nella preparazione del cibo,
  • evitare acqua a rischio.

Come si cura l’ulcera causata dall’Helicobacter pylori?

La terapia di norma comprende una combinazione di antibiotici e farmaci che diminuiscono la quantità di acidi gastrici, come gli inibitori della pompa protonica e/o gli anti-H2, accompagnati da un preparato a base di bismuto, assunto per diverse settimane.

È obbligatorio fare l’esame per l’H. pylori?

No, l’esame non è consigliato in assenza di sintomi.

Si può guarire dall’H. pylori?

La maggior parte delle persone che completa con successo la terapia antibiotica combinata riesce a liberarsi dal batterio, anche se purtroppo la percentuale di guarigione non supera l’80-90% delle persone colpite.

L’infezione da H. pylori può avere delle ricadute?

La terapia non rende immuni dal batterio, quindi c’è sempre il rischio di essere reinfettati, che viene stimato in circa l’1% dei pazienti per anno.

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.


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  1. Anonimo -

    gentile dottore in seguito sintomi di nausea ed eruttazioni al mattino ho fatto il test dell’EP sulle feci che è risultato positivo. il medico mi ha consigliato di fare la cura a base di antibiotici combinati per 10 giorni, ma attualmente sto seguendo una cura per l’onicomicosi (a base di farmaci locali e un antimicotico per 8 giorni al mese per tre mesi) e contemporaneamente un’altra cura per aiutare le difese immunitarie (a base di lisato batterico e pidotimod) visto che ho anche una tonsillite criptica che molto probabilmente mi porterà a dover togliere le tonsille. La mia domanda è: se prendo gli antibiotici per l’ Helicobacter che abbasserebbero le mie difese immunitarie, rischio di vanificare le altre cure? le faccio questa domanda perchè lo specialista otorino dice che queste mie problematiche sono dovute alle mie deboli difese immunitarie. Secondo gli studi effettuati di cui lei è a conoscenza è meglio togliere di mezzo l’Helicobacter? E nella mia situazione completare prima di farlo le cure già in atto? Grazie per l’aiuto che potrà darmi e complimenti per il lavoro che fa!

    1. Dr. Guido Cimurro (farmacista) -

      A mi avviso può procedere tranquillamente, ma la pianificherei in giorni diversi dagli 8 al mese in cui assume antimicotici.

  2. Anonimo -

    Grazie tante dottore! Un’altra domanda :- l’assunzione di antomicotici prima e poi magari do po dieci giorni(dalla fine di questi), l’assunzione degli antibiotici per l’EP possono affaticare troppo il fegato visto che sono portatrice inattiva di HbsAg? E inoltre le mie difese immunitarie possono risentirne in modo negativo? Secondo il suo parere si può convivere con l’EP? Ancora grazie per la risposta che potrà darmi attendo e le faccio ancora i miei complimenti per l’aiuto che ci da e la chiarezza con cui lo fa!!! GRAZIE!

    1. Dr. Guido Cimurro (farmacista) -

      1. Per il fegato serve sicuramente cautela e raccomando il parere del medico.
      2. Per le difese immunitarie nessun problema.
      3. Sì, alcuni pazienti che non riescono ad eradicarlo convivono l’helicobacter.

  3. Anonimo -

    Grazie tante! Buon lavoro e buona notte!

  4. Anonimo -

    Buonasera,

    ho il valore Helicobacter pylori, esame del sangue, pari a 57 (positivo secondo la legenda).
    7 mesi fa il valore era pari a 7,4. Ho 49 anni.
    Immagino di aver preso il batterio in questi mesi. Cosa devo fare ?
    Grazie per l’aiuto.
    Buona serata

    Lorenzo

    1. Dr. Guido Cimurro (farmacista) -

      Il medico valuterà di sottoporla alla triplice terapia per guarire dall’infezione.

    2. Anonimo -

      Grazie Dottore,
      qual e’ lo specialista adatto a tale trattamento ? Gastroenterologo ?
      Grazie per il chiarimento

    3. Dr. Guido Cimurro (farmacista) -

      Sì, ma anche il medico di base può aiutarla.

  5. Anonimo -

    Soffro di rosacea con teleagectasie da molti anni. Innumerevoli cure antibiotiche. Trovato helicobacter sei anni fa, curato, ma non debellato. Un anno fa dopo un inverno infernale sotto attacco di rosacea (?) decido, non ostacolata da vari medici di sospendere le cure antiartritiche pesantissime e vado con mia personale dieta escludente glutine e sostanze in fiammanti. Un omeopata mi prescrive thuya e subito si scatena forte gastrite. Il medico mi prescrive semplicemente lansoprazolo e vado molto meglio anche con la rosacea. Dopo quattro mesi ripeto l’ esame delle feci per l’ helicobacter che risulta negativo dopo anni e anni di antibiotici da cui comunque mi ero tenuta lontana negli ultimi due per le cure potenti dei reumatologi. Permane in forma più leggera la rosacea con le teleangectasie. Ho terrore del laser perché ho visto persone danneggiate. Ho paura che il lansoprazolo possa aver falsificato il risultato dell hp anche se il mio medico non ha dato assolutamente correlazione tra le due cose. Ormai ho sviluppato una vera fobia per i cibi infiammatori. Né riesco più ad affrontare alcun specialista dopo tante peripezie. I familiari mi ripetono di rivedere la rigidissima dieta e di farmi aiutare. Ma non ci riesco. Temo solo ulteriori danni da farmaci e alimenti. So di essere in uno stato di blocco, e men che meno penso a psicologi e compagni che francamente hanno dato tanta riprova di incapacità. Provi ad aiutarmi lei, che stimo per la sua umanità e semplicità. Grazie.

    1. Dr. Guido Cimurro (farmacista) -

      La ringrazio di cuore per la fiducia, ma temo purtroppo che sia una situazione al di là delle mie competenze; credo tuttavia che al suo posto proverei a fare il punto con un dietologo (è essenziale rivolgersi a uno specialista che prima di tutto le ispiri fiducia sul lato umano) e con il suo aiuto re-inserire gradualmente nuovi alimenti. Questo credo che le permetterebbe di vivere le modifiche alla dieta con più tranquillità recuperando lentamente fiducia nella capacità del suo corpo di digerire un po’ di tutto.

  6. Anonimo -

    Salve, ho 50 anni e ho fatto l’urea breath test con esito positivo, con differenza C13/ C12 pari a 63,54 per mille. Il valore di riferimento indicato era “inferiore a 5”, come fà il mio medico di base a capire se è gastrite o qualcos’altro? Quali esami dovrei fare per escludere qualcosa di più grave rispetto ad un’ulcera? Grazie.

    1. Dr. Guido Cimurro (farmacista) -

      L’esame permetterà al medico di diagnosticare l’infezione da helicobacter, è possibile quindi che verrà prescritta la cura specifica e nel caso i sintomi non passassero potrebbe voler in seguito verificare con una gastroscopia.

  7. Anonimo -

    Salve Dottore,ho 30 anni e da tanto ho problemi di digestione,ho fatto l’ENDOSCOPIA DIGESTIVA è i risultati sono seguenti:DIAGNOSI ISTOLOGICA…A.Frammenti di mucosa duodenale con rapporto villo-cripta conservato e lieve aumento dell’infiltrato infiamatorio cronico della lamina propria.B.Gastrite cronica attiva dell’antro e del corpo.Infiammazione cronica++- .Attività +- -.Ricerca Helicobacter:positiva (+- -) Non riesco capire se c’è o no il battere…grazie in anticipo

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo) -

      Buonasera, dal risultato della endoscopia sembra che ci sia un quadro di gastrite diffusa. La ricerca dell’ Helicobacter Pylori sembra essere positiva per cui deve andare dal suo medico per valutare se è il caso di fare la terapia eradicante. saluti

  8. Anonimo -

    Buonasera dottore
    Sono nei primi mesi di gravidanza purtroppo fin da subito mi è comparso un continuo bruciore di stomaco seguito da inappetenza classici sintomi riconducibili alla gravidanza dato che prima del positivo non avevo! Ma talmente forti da acquistare on line un test x verificare se ero positiva all h elicobacter pylori tramite sangue (per farle capire simile ad un test di gravidanza prelevando un campione di sangue mescolato ad un tipo di liquido il risultato è leggermente positivo la linea è chiara ma visibile) nel foglietto illustrativo viene riportato che le due linee nn devono per forza essere di uguale colore ma devono essere omogenee e piene quindi POSITIVO!? considerando che il batterio è presente essendo incinta nel 1 trimestre non potendo prendere antibiotici..la mia domanda è: a quali rischi vado incontro se non curata? Sia per me che per il feto? È pericolosa?? Devo fare ulteriori accertamenti o non conviene dato che comunque non posso seguire una terapia antibiotica? Grazie

    1. Dr. Guido Cimurro (farmacista) -

      Premesso che non prenderei per certo il risultato, non c’è alcun rischio legato alla gravidanza.

    2. Anonimo -

      Grazie mille dottore!

  9. Anonimo -

    Buona sera,chiedo scusa se non scrivo corettamente,sono romena e mi sto interesando per mia figlia che ha fatto l’esame dell sanguie e li hano trovatto questo baterio con i valori di 6.23 Datei gratta se lei mi da un consiglio.Grazie

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo) -

      In dipendenza dal quadro clinico il pediatra prescriverà la relativa terapia, solitamente a base di antibiotico e protettore gastrico, nulla di grave comunque.

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