- Introduzione
- A cosa serve?
- Vantaggi
- Preparazione
- Come si esegue una MRCP?
- Quanto dura?
- Quali tipi di scanner vengono utilizzati per MRCP?
- Rischi
Introduzione
La risonanza magnetica colangiopancreatografica (MRCP) è un esame di imaging che viene utilizzato per diagnosticare patologie come il tumore del pancreas, la pancreatite, i calcoli biliari e altre problematiche del dotto biliare. Rispetto alle altre procedure colangiopancreatografiche risulta meno invasiva e con minori effetti collaterali, contribuendo altrettanto efficacemente nella diagnosi e pianificazione del successivo trattamento.
Non richiede il ricorso a procedure chirurgiche, ma consente di verificare l’eventuale presenza di anomalie delle vie biliari e dei dotti pancreatici, che potrebbero essere
- ostruiti,
- ristretti
- o dilatati.
Esistono tre tipi di colangiopancreatografia:
- Risonanza magnetica colangiopancreatografica (MRCP), oggetto di questo articolo,
- Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP),
- Colangiografia transepatica percutanea (PTC).
La risonanza magnetica colangiopancreatografica sfrutta uno scanner per acquisire le immagini e il mezzo di contrasto per opacizzare le vie biliari e i dotti pancreatici, aumentando così la sensibilità dell’esame (attraverso una migliore qualità dell’immagine). Questo consente di mostrare nel dettaglio l’anatomia bilio-pancreatica e la presenza delle relative patologie.
Qual è la differenza tra ERCP e MRCP?
La colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) e l’MRCP permettono di studiare gli stessi problemi pancreatici e biliari. Rispetto alla risonanza magnetica, l’ERCP
- è un esame più invasivo,
- richiede l’induzione dell’anestesia
- e presenta maggiori rischi legati all’utilizzo di radiazioni X e all’introduzione di un endoscopio dalla bocca fino al duodeno, dal quale viene fatto fuoriuscire un catetere che inietta il mezzo di contrasto direttamente nelle vie biliari.
Per queste ragioni ad oggi il ricorso all’ERCP è limitato a casi in cui sia necessaria un’azione terapeutica o per il recupero di campioni di tessuto per lo studio anatomopatologico (biopsia).
Qual è la differenza tra MRCP e PTC?
Come l’ERCP, anche la colangiografia transepatica percutanea (PTC) utilizza i raggi X per visualizzare i dotti biliari e pancreatici. Si tratta della metodica più invasiva e con i rischi maggiori, in quanto il mezzo di contrasto viene iniettato per via percutanea attraverso la pelle e il fegato, per cui viene utilizzata solo quando non sia possibile optare per una MRCP o una ERCP.
A cosa serve?
Il medico potrebbe raccomandare l’esecuzione di una MRCP in presenza di dolori addominali non spiegabili attraverso esame obiettivo, esami di laboratorio o procedure diagnostiche di primo livello come l’ecografia addominale.
- Cancro del dotto biliare (colangiocarcinoma),
- Calcoli o cisti del dotto biliare,
- Dotto biliare bloccato o ristretto (stenosi biliare) o dilatato,
- Dotti pancreatici ostruiti, ristretti o dilatati,
- Infiammazione del pancreas (pancreatite) o della cistifellea (colecistite),
- Tumore del pancreas,
- Cisti e pseudocisti pancreatiche.
Vantaggi
Questa tipologia di risonanza magnetica consente di visualizzare organi e dotti con grande dettaglio, senza l’utilizzo di radiazioni X o procedure invasive. Lo scanner della risonanza magnetica sfrutta le proprietà del campo magnetico e utilizza onde a radiofrequenza (onde radio) per ottenere segnali che vengono analizzati ed elaborati in immagini dal computer.
Preparazione
Prima dell’esecuzione dell’MRCP potrebbe essere necessario digiunare, per cui è importante attenersi alle istruzioni ricevute. Durante l’anamnesi è importante informare il medico riguardo a:
- Storia medica, patologie e farmaci utilizzati;
- Presenza di qualsiasi dispositivo metallico impiantato come una protesi articolare, uno stent, un pacemaker, un defibrillatore cardiaco, uno stimolatore del nervo vagale o un impianto cocleare;
- Presenza di metalli nel corpo (schegge o proiettili);
- Precedenti reazioni allergiche a farmaci sedativi o mezzi di contrasto al gadolinio;
- Stato di gravidanza (le donne incinta dovrebbero evitare l’utilizzo del gadolinio);
- Claustrofobia, in tal caso il medico potrebbe far assumere al paziente un sedativo prima della procedura.
Prima dell’esame va rimosso tutto ciò che contiene metallo, come gioielli, piercing, occhiali, telefono, apparecchi acustici, dentiere. Gli oggetti contenenti metallo o componenti elettronici possono interferire con la scansione, causare ustioni oppure spostarsi durante la procedura. Una risonanza magnetica può causare cecità in caso di frammenti di metallo vicino agli occhi.
Come si esegue una MRCP?
La MRCP è una procedura ambulatoriale che si svolge presso una clinica medica o un ospedale.
Dopo che il medico avrà spiegato i dettagli della procedura e il paziente avrà firmato il consenso informato, l’equipe di assistenza farà posizionare il soggetto supino sul lettino all’interno dello scanner. Potrebbe essere necessario utilizzare cinghie o supporti per mantenere il soggetto fermo durante l’esecuzione della scansione.
Potrebbero inoltre venire offerti tappi o cuffie per proteggere l’udito dal significativo rumore prodotto dal macchinario.
Successivamente verrà somministrato il mezzo di contrasto mediante attraverso una vena e il personale lascerà la stanza, ma continuerà a comunicare costantemente con il paziente tramite un interfono bidirezionale. Il tecnico di radiologia si occuperà di eseguire la scansione, mentre il medico radiologo di leggere i risultati del test.
Quanto dura?
Occorrono circa 15 minuti per eseguire la necessaria serie di scansioni per una MRCP, mentre una risonanza magnetica addominale standard può richiedere altri 30 minuti.
Quali tipi di scanner vengono utilizzati per MRCP?
Esistono due tipologie principali di scanner:
- Risonanza magnetica a foro chiuso: lo scanner è formato da un grande tubo cilindrico contenente il magnete circolare e il lettino sul quale si posiziona il paziente si trova all’interno del cilindro;
- Risonanza magnetica a foro aperto: dispone di magneti posizionati superiormente e inferiormente rispetto al lettino, con i lati laterali liberi. Si tratta di una tipologia meno comune, ma maggiormente tollerata dalle persone che soffrono di claustrofobia o che presentano altri problemi di salute che rendono scomodi gli spazi ristretti.
Rischi
La MRCP è una procedura relativamente sicura; i potenziali rischi comprendono:
- Reazione allergica al mezzo di contrasto (gadolinio): generalmente molto più rara e lieve di quella prodotta da mezzi di contrasto a base di iodio usati per gli esami radiografici; può manifestarsi con prurito, nausea e vomito e, solo in casi eccezionali, può scatenare reazioni gravi come l’anafilassi.
- Effetti collaterali legati al mezzo di contrasto in soggetti con malattie renali.
- Claustrofobia.
- Malfunzionamento di impianti medici: il potente campo magnetico della macchina per la risonanza magnetica può causare un’alterazione dei dispositivi medici impiantati.
A cura del Dr. Marco Cantele, medico chirurgo
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