- Introduzione
- Preparazione
- Come si esegue l’esame?
- Dopo l’esame
- A cosa serve?
- Risonanza magnetica aperta
- Rischi
- Controindicazioni
- Gravidanza e allattamento
- Fonti e bibliografia
Introduzione
La risonanza magnetica (RM) è una metodica diagnostica grazie alla quale è possibile acquisire
- immagini sulla morfologia del nostro corpo nei tre piani dello spazio (assiale, coronale, sagittale),
- informazioni su:
- composizione biochimica dei tessuti (normali o patologici),
- densità e metabolismo cellulare,
- perfusione ematica di un distretto corporeo (ossia come avviene la distribuzione del sangue).
È quindi utile, spesso indispensabile, per riconoscere condizioni e patologie, nonché per monitorare l’andamento di trattamenti in corso.
La risonanza magnetica si basa sull’utilizzo di radiazioni elettromagnetiche innocue per l’organismo, ma che permettono di esaminare in modo dettagliato gli organi interni, lo scheletro e le articolazioni; il principale svantaggio dell’esame consiste nel costo più elevato rispetto ad altri esami di imaging.
Il dispositivo utilizzato è una sorta di calamita (magnete) molto potente, in cui passano onde a radiofrequenza prodotte da varie antenne, specifiche per il distretto corporeo da esaminare; i segnali emessi vengono quindi elaborati da un computer fino a fornire un’immagine corporea bidimensionale, ma osservabile nei vari piani dello spazio.

Medici e operatori conducono l’esame da una stanza adiacente (iStock.com/mathisworks)
Differenza tra TAC e risonanza
Una TAC viene in genere preferita nei pazienti in cui sussistano controindicazioni alla risonanza magnetica, come nel caso di impianti metallici o pacemaker; da un punto di vista dei risultati una scansione di TC crea buone immagini di ossa e tessuti molli, ma non è in grado di evidenziare con lo stesso grado di dettaglio alcune sottili differenze tra i diversi tipi di tessuto.
Tra le altre differenze in grado di spingere verso uno o l’altro esame ricordiamo:
- la TAC è molto più rapida (pochi minuti) rispetto alla risonanza (fino a 30 minuti ed oltre), fattore chiave in alcune categorie di pazienti e in condizioni di emergenza,
- la TAC espone il paziente a radiazioni potenzialmente pericolose, seppure in quantità estremamente ridotte, che possono essere una controindicazione in specifici pazienti (gravidanza, necessità di frequenti ripetizioni, …),
- la risonanza magnetica può essere controindicata nei pazienti che soffrono di claustrofobia,
- la risonanza è in genere un esame più costoso della tomografia computerizzata.
Preparazione
Non è richiesta alcuna forma di preparazione nei giorni precedenti, durante i quali la dieta può essere del tutto normale.
Prima dell’esame è indispensabile che il paziente rimuova gran parte degli indumenti, in particolare quelli con bottoni e cerniere; devono inoltre essere rimossi tutti gli oggetti metallici (orecchini, orologi, anelli, …), che verranno lasciati fuori dalla sala in cui verrà condotta la raccolta delle immagini, per evitare pericoli e perturbazioni del campo magnetico prodotto. Verranno forniti camici e calzari usa e getta, da indossare sopra la biancheria intima (che dovrà essere priva di parti metalliche).
È necessario rimuovere anche occhiali, lenti a contatto, apparecchi per l’udito, protesi dentarie mobili, cinti sanitari, busti e parrucche; verrà infine consigliato di presentarsi senza make-up applicato.
Poiché l’apparecchio produce generalmente rumori ad un volume particolarmente elevato (simili ad urti), potrebbero essere consegnati al paziente cuffie o auricolari di protezione da indossare durante la procedura.
È richiesta anestesia?
La RM è un esame indolore e quindi non è richiesta anestesia, ma nei soggetti claustrofobici potrebbe essere somministrato, su consiglio medico, un leggero sedativo per favorire una condizione di maggior rilassamento.
Nei bambini e nei neonati può invece essere necessaria l’anestesia generale; per garantire una buona resa dell’esame, infatti, è fondamentale che il paziente rimanga perfettamente immobile e questa condizione non è sempre raggiungibile nei soggetti in età pediatrica, che tendono ad essere spaventati dallo strumento e per questo sono molto irrequieti.
Esame con mezzo di contrasto
Prima di eseguire l’esame potrebbe essere somministrato, per via endovena o a attraverso un’iniezione in un’articolazione, il cosiddetto mezzo di contrasto (ad esempio a agenti a base di gadolinio) che modificano il campo magnetico allo scopo di ottenere immagini più nitide; prima della somministrazione sono necessari esami del sangue volti a verificare la funzionalità renale allo scopo di evitare il rischio di complicazioni in pazienti affetti da insufficienza renale.
Viene talvolta prescritta una terapia antiallergica di copertura, allo scopo di diminuire il rischio di manifestare reazioni allergiche al mezzo di contrasto.
Come si esegue l’esame?
Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino scorrevole, in grado di scorrere internamente all’apparecchio, un cilindro cavo di forma simile ad un tunnel aperto su entrambe le estremità; a seconda del distretto corporeo che verrà analizzato il soggetto verrà fatto stendere, a pancia in su, dalla parte dei piedi o del capo.

iStock.com/Morsa Images
Durante l’esame è richiesto che il paziente si mantenga immobile, in posizione distesa, trattenendo periodicamente il respiro su indicazione dell’operatore, che agisce in una stanza adiacente e rimane costantemente in contatto con il paziente attraverso un interfono.
Fa male?
Durante l’esame il paziente non avverte alcun dolore, mentre potrebbe essere percepito un leggero calore (da segnalare solo se eccessivo); sono possibili contrazioni muscolari involontarie e sensazione di pulsazione dovute al campo magnetico generato, ma si tratta di fenomeni del tutto prevedibili ed innocui (a meno che non diventino particolarmente severi).
Quanto dura la risonanza magnetica?
L’esame ha una durata variabile tra i 20 e i 60 minuti, a seconda del distretto corporeo oggetto d’analisi e grado di collaborazione del soggetto.
Dopo l’esame
Al termine della risonanza magnetica è generalmente possibile riprendere normalmente le proprie attività; nel caso in cui l’esame sia stato svolto in sedazione è ovviamente controindicato mettersi alla guida e bere alcolici nelle successive 24 ore (che bisogna trascorrere a riposo, preferibilmente in compagnia).
Il referto non è disponibile immediatamente e, a meno che non si tratti di un esame urgente, sono necessarie da una a due settimane per la sua redazione e consegna.
A cosa serve?
La risonanza magnetica viene preferita agli altri esami d’imaging, come ad esempio la TC, soprattutto nello studio dettagliato di tessuti molli, quali ad esempio:
- Cervello e midollo spinale
- Muscoli
- Fegato
- Seno
- Prostata
In questi distretti risulta particolarmente utile per rilevare l’eventuale presenza di patologie neoplastiche, nonché per la loro stadiazione (lo studio della dimensione e dell’eventuale invasione dei tessuti circostanti e a distanza) e la risposta al trattamento.
Viene altresì impiegata per:
- Valutare anomalie degli organi riproduttivi femminili, nonché fratture di anca e bacino;
- Effettuare una diagnosi differenziale tra tumori e ascessi cerebrali;
- Diagnosticare anomalie articolari (specialmente del ginocchio);
- Localizzare eventuali sanguinamenti o infezioni.
Trova inoltre applicazione, grazie all’assenza di radiazioni ionizzanti, come indagine di secondo livello in soggetti sensibili, come ad esempio le donne in gravidanza.
Risonanza magnetica aperta
La risonanza magnetica aperta è un dispositivo che permette di condurre l’esame in un ambiente meno oppressivo, soprattutto rispetto ai primi apparecchi usati (ad oggi anche gli strumenti tradizionali risultano più aperti e areati); sono utili nel caso di gravi forme di claustrofobia e per specifiche categorie di pazienti, come i bambini e soggetti obesi.
Grazie alla struttura dell’apparecchio trova spesso posto anche in sala operatoria.
Rischi
La risonanza magnetica è un esame ritenuto sicuro per la maggior parte delle persone, con un tasso d’incidenza di effetti avversi molto basso.
La maggior parte dei possibili effetti indesiderati sono attribuibili alla somministrazione del mezzo di contrasto, quando utilizzati, ma la severità degli stessi è generalmente correlabile allo stato di salute del paziente.
I mezzi di contrasto al gadolino sono quelli più comuni e possono causare:
- Mal di testa
- Nausea
- Vertigini
- Reazioni allergiche
- Ritenzione di gadolino nei tessuti
- Fibrosi nefrogenica sistemica, una rara condizione morbosa debilitante che colpisce per lo più i pazienti affetti da insufficienza renale grave; la formazione di tessuto cicatriziale su cute, occhi, articolazioni e organi interni può determinare danni permanenti.
Una reazione allergica può manifestarsi con sintomi di entità variabile, da un leggero prurito accompagnato da sintomi gastrointestinali (come nausea e vomito), fino a reazioni anafilattiche.
Controindicazioni
A causa del campo magnetico generato dall’apparecchiatura non possono sottoporsi alla risonanza magnetica soggetti a cui siano stati applicati:
- Pace-maker e neurostimolatori (i campi magnetici potrebbero alterarne il funzionamento)
- Protesi metalliche (su denti, occhi, ossa, …, che potrebbero surriscaldarsi/spostarsi durante l’esecuzione dell’esame)
- Clip vascolari.
Rappresentano una controindicazione alla somministrazione del mezzo di contrasto:
- Condizioni di insufficienza renale grave o alterazioni nei risultati della creatinina
- Condizioni di insufficienza epatica grave
- Precedenti di reazioni allergiche al mezzo di contrasto da utilizzare per l’esame
- Stato di gravidanza
Gravidanza e allattamento
In gravidanza l’esame non è controindicato, ma a meno di urgenze è in genere preferibile evitare il primo trimestre in base al principio di precauzione.
Nel caso in cui sia richiesta la somministrazione del mezzo di contrasto le donne che allattano al seno verranno consigliate di raccogliere e conservare prima dell’esame il latte necessario a coprire il fabbisogno del neonato per le 24 ore successive alla risonanza.
Fonti e bibliografia
- MSD
- AIRC
- Diagnostica per immagini – medicina nucleare – radioterapia di Villari – Biti – Fava – Giordano – Beomonte Zobel • 2011 – Piccin
A cura della Dr.ssa Chiara Russo, medico chirurgo
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