Cos’è la sigmoidoscopia?
La sigmoidoscopia è un esame medico minimamente invasivo che consente l’ispezione della parte terminale dell’intestino crasso (sigma e retto, per un totale di circa 50 cm) per mezzo di un dispositivo che si chiama endoscopio.
Sulla base della tipologia di strumento usato è possibile distinguere:
- la sigmoidoscopia flessibile, che utilizza un endoscopio flessibile,
- la sigmoidoscopia rigida, che utilizza un dispositivo rigido.
La sigmoidoscopia flessibile è generalmente la procedura preferita, anche perché associata a un minor fastidio da parte del paziente.
Colonscopia o sigmoidoscopia?
La sigmoidoscopia è paragonabile alla colonscopia, ma si limita alla valutazione della sola parte terminale del colon, mentre la colonscopia esamina l’intero intestino crasso; d’altra parte presenta i seguenti vantaggi:
- la preparazione per la sigmoidoscopia e l’esame stesso richiedono meno tempo
- non è necessaria anestesia
- il rischio di effetti collaterali è minore.
A cosa serve?
La sigmoidoscopia è in grado di mostrare la presenza di eventuali infiammazioni della mucosa intestinale, ulcere, polipi e possibili tracce di tumore, viene quindi prescritta in presenza di sintomi inspiegabili, come
- sanguinamento dall’ano o nelle feci
- muco nelle feci
- cambiamenti nell’attività intestinale (ad esempio diarrea)
- dolore all’addome
- perdita di peso inspiegabile.
Viene infine talvolta usata anche come strumento di screening (ovvero su specifiche categorie di popolazione, ma in assenza di sintomi) alla ricerca di polipi del colon o di un vero e proprio tumore del colon o del retto.
Si raccomanda di segnalare preventivamente al medico l’eventuale assunzione cronica di farmaci, con particolare attenzione a:
- antinfiammatori e in particolare aspirina
- anticoagulanti e/o antiaggreganti
- antidiabetici
- multivitaminici e integratori di ferro.
Preparazione
Si raccomanda di attenersi per la preparazione alle indicazioni ricevute dal proprio medico o dal laboratorio, ma generalmente è sufficiente il ricorso a 1-2 clisteri evacuativi nelle 2-3 ore precedenti l’esame; potrebbe inoltre venire consigliato di evitare, nei 3 giorni che precedono l’esame, il consumo di eccessive quantità di fibra, contenuta ad esempio in:
- frutta
- verdura (compresa, anche se per ragioni differenti, la passata di pomodoro)
- pane, pasta e riso integrali.
Il giorno dell’esame a colazione sono permessi solo liquidi chiari (caffè, the…), eventualmente zuccherati.
Non è necessaria l’assunzione di purganti per bocca.È infine necessario consumare abbondante acqua, che favorirà la pulizia del tratto intestinale.
Serve anestesia?
In genere non è necessario il ricorso ad anestesia, ma in caso di pazienti particolarmente ansiosi si può valutare la somministrazione di medicinali blandamente sedativo/ansiolitici.
La procedura
Il paziente viene in genere fatto sdraiare un tavolo operatorio, ad esempio sul fianco (tipicamente sul lato sinistro, con le ginocchia verso l’addome); il medico provvederà quindi ad inserire delicatamente il sigmoidoscopio nell’ano, per poi guidarlo lentamente attraverso il retto fino a raggiungere il colon sigmoideo.
L’endoscopio, consente anche al medico di insufflare aria nell’intestino crasso, per dilatare le pareti e consentire così una visione più chiara. La telecamera presente è invece in grado di restituire un’immagine della mucosa sul monitor di fronte all’operatore.
Durante l’esame potrebbe essere richiesto al paziente di spostarsi cambiando posizione, per favorire l’osservazione.
Durante la procedura, in caso di scoperta di polipi o altre escrescenze sospette, il medico ha la possibilità di rimuoverle per la successiva analisi di laboratorio (e in questo caso spesso viene consigliata una successiva colonscopia alla ricerca di polipi anche nei tratti superiori).
Cosa sono i polipi intestinali?
I polipi intestinali sono piccole escrescenze che nascono sul rivestimento interno dell’intestino crasso (colon) o del retto; sono molto comuni e interessano circa 1 persona su 4 di età pari o superiore a 50 anni.
In genere si tratta di formazioni benigne, ma alcuni di essi (adenomi) se non vengono rimossi potrebbero subire una trasformazione maligna (comunque nell’arco di molti anni).
Quanto dura?
La sigmoidoscopia ha generalmente una durata di circa 10-20 minuti (la durata è variabile anche in base alla necessità di rimozione dei polipi).
Fa male?
Nella maggior parte dei casi la sigmoidoscopia non è un esame doloroso ed è ben tollerato, tuttavia durante la procedura il paziente potrebbe avvertire un senso di pressione e leggeri crampi addominali.
Un intestino lungo o tortuoso, così come la presenza di aderenze, potrebbe aumentare il fastidio.
L’eventuale asportazione di polipi non fa male perché non sono presenti fibre nervose all’interno dell’escrescenza.
Cosa succede dopo?
Dopo la sigmoidoscopia è piuttosto comune avvertire crampi addominali e/o gonfiore, soprattutto nella prima ora dal termine della procedura, ma è possibile riprendere le normali attività e una dieta normale fin da subito.
Camminare può favorire l’espulsione del gas accumulato e responsabile del senso di gonfiore.
Soprattutto in caso di rimozione di polipi o di biopsia (prelievo di frammenti di tessuto) è possibile osservare un leggero sanguinamento dall’ano, tipicamente in occasione del primo movimento intestinale, ma che potrebbe in alcuni casi persistere fino a due settimane.
Rischi ed effetti collaterali
La sigmoidoscopia è un esame ragionevolmente sicuro, ma tra i possibili rischi segnalati in letteratura sono compresi:
- sanguinamento
- perforazione del colon
- forte dolore all’addome.
La maggior parte dei casi di sanguinamento si verificano in pazienti a cui siano stati rimossi i polipi.
Si raccomanda di rivolgersi in Pronto Soccorso in caso di.
- dolore all’addome molto severo
- febbre (segno di possibile infezione)
- persistenza delle perdite di sangue
- vertigini
- debolezza.
Fonti e bibliografia
Articoli ed approfondimenti
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