TAC (tomografia assiale computerizzata)

Introduzione

Con la sigla TAC si indica la Tomografia Assiale Computerizzata (anche definita TC, ossia Tomografia Computerizzata), un esame di radiodiagnostica per immagini grazie al quale è possibile ottenere una visione dettagliata di diverse strutture interne dell’organismo.

Mediante l’utilizzo dei raggi X (gli stessi impiegati durante l’esecuzione di radiografie), questa procedura consente di riprodurre sezioni del corpo del paziente, fornendo immagini tridimensionali che vengono elaborate attraverso l’impiego di un sistema computerizzato.

La Tomografia Assiale Computerizzata è oggi particolarmente utilizzata come indagine diagnostica di secondo livello (si esegue principalmente dopo lo svolgimento di esami radiografici, ecografie o su indicazione specialistica), per diagnosticare e/o caratterizzate dettagliatamente patologie o anomalie non chiaramente delineate con le altre metodiche di controllo, al fine di diagnosi, prescrizione di una terapia mirata o per il monitoraggio dell’evoluzione del problema.

Vantaggi

  • L’esame fornisce immagini dettagliate di diverse strutture corporee e consente quindi di elaborare diagnosi precise.
  • La procedura, nella maggior parte dei casi, non è né dolorosa né invasiva.
  • L’esecuzione dell’esame è relativamente rapida (10, 20 minuti in media).
  • Può essere eseguita anche nei pazienti portatori di pace-maker (a differenza della risonanza magnetica).
  • Rispetto alla risonanza magnetica, è meno sensibile ai movimenti del paziente durante l’esecuzione delle scansioni.
  • Può essere utilizzata nella pianificazione di interventi chirurgici, anche in emergenza.

Perché si esegue l’esame?

Gli obiettivi dell’esame possono essere sostanzialmente di tre tipi:

  • Diagnosi, per
  • Approfondimento, per
    • Accertare danni e lesioni delle diverse strutture corporee (ossa, organi interni, vasi, …);
    • Valutare il coinvolgimento linfonodale in corso di malattia;
    • Appurare la presenza di metastasi;
    • Valutare le conseguenze di infezioni o eventi traumatici;
    • Caratterizzare un tumore (posizione, forma, dimensione) prima di effettuare la radioterapia o prima di eseguire una biopsia;
    • Pianificare interventi chirurgici a carico di uno specifico distretto corporeo
  • Monitoraggio, come
    • Valutazione dell’esito di un intervento chirurgico o della progressione/regressione/recidiva di una malattia.

La TAC risulta quindi molto utile non solo come esame diagnostico, ma anche in campo terapeutico e nel follow-up, mentre NON viene usata a scopo di screening (ovvero in assenza di sintomi), perché in questo caso i benefici non supererebbero i rischi (non ultimo la possibilità di ansia legata all’attesa dei risultati).

Preparazione

L’idoneità del paziente all’esecuzione della TAC è valutata da un medico attraverso specifiche indagini clinico-anamnestiche.

Prima dell’esecuzione dell’esame al paziente viene richiesto di rimuovere eventuali oggetti metallici (per esempio collane, bracciali, orecchini, anelli, orologi) che potrebbero alterare l’acquisizione delle immagini.

Donna in procinto di sottoporsi a TAC

iStock.com/JohnnyGreig

L’apparecchiatura utilizzata è paragonabile ad una sfera aperta (per ridurre eventuali reazioni di claustrofobia), all’interno della quale è inserito un lettino mobile e scorrevole, su cui il paziente viene fatto accomodare; il radiologo fornisce le informazioni necessarie per un corretto svolgimento della procedura, come ad esempio la posizione da assumere (supina, laterale oppure prona), come respirare o i movimenti da effettuare mentre avvengono le scansioni.

Nel caso in cui l’esame preveda la somministrazione di un mezzo di contrasto (di solito a base di iodio), possono essere richiesti in via preliminare alcuni esami del sangue, utili a verificare l’assenza di controindicazioni; fra i più richiesti ricordiamo ad esempio

È consigliabile inoltre che il paziente sia a digiuno da almeno sei ore prima dell’esecuzione della TAC con contrasto.

Se necessario è possibile ricorrere a blandi sedativi per pazienti sensibilmente ansiosi, anche se di per sé l’esame non richiede alcuna forma di anestesia (né totale, né regionale, né locale).

Come si esegue l’esame?

Il dispositivo responsabile della produzione delle immagini è dotato di un emettitore di raggi X che ruota intorno al paziente e, sul lato opposto, di un rivelatore in grado di raccogliere le proiezioni della sezione corporea che si sta scansionando.

Le immagini così ottenute e le informazioni riguardanti l’angolo di ripresa, sono elaborate successivamente da un computer e rese sul monitor a disposizione del medico radiologo.

Quanto dura l’esame?

La durata media dell’esame oscilla tra i 10 e i 20 minuti, ma sono possibili variazioni individuali a seconda della zona da esaminare o del sospetto clinico di cui si vuole ottenere una conferma diagnostica.

Dopo l’esame

L’esame è generalmente indolore (salvo i casi di fastidio correlati alla somministrazione del mezzo di contrasto) e non è necessaria la presenza di un accompagnatore, poiché la capacità di guidare non risulta compromessa.

Consegna dei risultati

I risultati della TAC non sono disponibili immediatamente, in quanto le immagini elaborate dal computer, devono essere analizzate e refertate da un medico radiologo.

In media, il tempo necessario per avere una risposta, varia da poche ore a qualche settimana, in virtù della gravità del singolo caso clinico.

TAC con mezzo di contrasto

Il ricorso ad un mezzo di contrasto è volto ad aumentare la qualità delle immagini prodotte dall’esame; si tratta di una soluzione liquida, generalmente a base di iodio, che viene iniettata attraverso una vena dell’arto superiore (tipicamente sulla piega del gomito) o, più raramente, somministrata per bocca nel caso di studi addominali.

In virtù del contenuto in iodio, un elemento in grado di assorbire le radiazioni emesse, consente di evidenziare chiaramente arterie, vene e linfonodi, raggiunti attraverso la circolazione sanguigna.

In alcuni casi il paziente può riferire la comparsa di disturbi correlati all’iniezione del mezzo di contrasto, quali:

  • Nausea
  • Necessità di urinare
  • Sensazione di calore diffuso
  • Percezione di un gusto metallico in bocca

Questi disturbi possono essere ascritti alla velocità con cui il mezzo di contrasto si diffonde nei vasi corporei dopo la sua somministrazione, ma sono destinati a sparire nell’arco di qualche minuto.

Nel caso di TAC eseguita con iniezione endovenosa del mezzo di contrasto è comunque necessario attendere nel reparto di radiologia o dove si esegue l’esame, per sorvegliare l’eventuale comparsa di una reazione allergica.

Risulta particolarmente importante bere abbondanti quantità di acqua nelle ore successive allo svolgimento dell’esame, per favorire l’eliminazione del mezzo di contrasto.

Nei pazienti affetti da insufficienza renale, inoltre, potrebbe essere iniettata una soluzione fisiologica al termine della procedura, per favorire ulteriormente uno smaltimento rapido del mezzo di contrasto.

Rischi

I rischi correlati all’esecuzione della TAC sono principalmente attribuibili a:

  • Esposizione alle radiazioni ionizzanti: I raggi X possono rappresentare un fattore favorente lo sviluppo di neoplasie, sia benigne che maligne (per cui è importante non abusarne ed effettuare l’esame solo quando strettamente consigliato da un medico, evitando ripetizioni a breve distanza).
  • Reazione allergica al mezzo di contrasto: nei pazienti predisposti possono verificarsi reazioni allergiche alla somministrazione endovena del mezzo di contrasto, responsabili di sintomi quali:

Controindicazioni

L’esame è controindicato nei seguenti casi:

  • Gravidanza (specialmente se si vuole indagare la regione addominale);
  • Obesità severa (il macchinario supporta un peso fino a 150 kg);
  • Forme di grave claustrofobia.

Nei casi di esecuzione con mezzo di contrasto l’esame può essere controindicato in pazienti con

  • Diabete mellito
  • Pregressa reazione allergica al mezzo di contrasto iodato
  • Grave insufficienza renale.

Domande frequenti

Che differenza c’è tra TAC e risonanza magnetica?

Entrambi sono esami di imaging che consentono di ottenere immagini dettagliate dell’organismo, ma la differenza principale è che la TAC espone il paziente ad una dose significativa di radiazioni (che se una-tantum non rappresentano un problema, diverso è il caso in cui vi sia la necessità di una ripetizione più o meno seriata).

Le scansioni TC sono tuttavia più utilizzate rispetto alla risonanza magnetica perché sensibilmente meno costose e più rapide, ma la risonanza garantisce una miglior qualità dell’immagine (con un dettaglio superiore).

La risonanza può essere praticata in assoluta tranquillità anche in caso di donne in gravidanza e nei soggetti in cui il mezzo di contrasto sia controindicato, ma non può essere utilizzata in pazienti

  • affetti da claustrofobia (salvo usare i rari apparecchi aperti)
  • portatori di pacemaker, neurostimolatori o spirale contraccettiva
  • in cui siano presenti schegge metalliche o altri oggetti di materiale magnetico (come le vecchie clip usate per il trattamento di aneurismi)

Dopo la TAC con contrasto si è radioattivi?

No, perché si viene esposti a radiazioni ionizzanti durante l’esame, ma non si diventa fonte di radioattività come nel caso di altre indagini (ad esempio la scintigrafia ossea).

 

A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.