Cos’è un tampone vaginale?
Il tampone vaginale è un esame diagnostico che viene prescritto in caso di sospetta presenza di infezioni vaginali, tra cui funghi (come la candida), batteri (per vaginosi batteriche, tra cui la Gardnerella), protozoi (ad esempio Trichomonas) o ancora malattie sessualmente trasmesse come sifilide, clamidia e gonorrea (per queste viene tuttavia in genere preferito il tampone cervicale).
Recentemente alcuni autori ne suggeriscono la compatibilità anche con la ricerca del papilloma virus (HPV).
Cos’è un tampone cervicale?
Il tampone cervicale è un esame diagnostico prescritto qualora si sospetti un’infezione localizzata sul collo dell’utero (cervice), tra cui ad esempio:
Che differenza c’è tra tampone vaginale e cervicale?
Concettualmente i due esami sono sostanzialmente sovrapponibili, entrambi richiedono il prelievo di materiale biologico per la successiva analisi in laboratorio. La differenza chiave risiede nella localizzazione del prelievo:
- tampone vaginale: il prelievo avviene a una profondità di qualche centimetro dall’entrata della vagina,
- tampone cervicale: il prelievo avviene a livello della cervice, ovvero la parte terminale dell’utero che sporge in vagina (si veda la foto seguente) e del canale endocervicale (il canale che dà accesso all’utero).
Si distinguono entrambi dal tampone uretrale, che richiede il prelievo di un campione dall’uretra (il canale da cui viene emessa l’urina).

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Come avviene il prelievo?
Per entrambi gli esami, tampone vaginale e cervicale, il medico preleva alcune cellule mediante l’utilizzo di un bastoncino cotonato (simile a quelli utilizzati per i tamponi nasali destinati alla diagnosi di COVID-19); nel caso del tampone cervicale, dovendo arrivare più in profondità, è in genere necessario l’utilizzo dello speculum (un dispositivo medico normalmente utilizzato durante le visite ginecologiche e utile a mantenere leggermente dilatato il canale vaginale).
Fa male?
No, il prelievo NON è doloroso (è paragonabile a quanto avvertito durante il PAP-test).
Alcune donne lamentano un leggero fastidio, che può diventare dolore solo nel caso di forte infiammazione vaginale.
Quanto dura?
L’intera procedura dura non più di qualche minuto.
Quando vengono richiesti?
Tampone vaginale e cervicale vengono richiesti in presenza di sintomi d’infezione, tra cui ad esempio:
- arrossamento (segno di infiammazione),
- prurito,
- perdite vaginali,
- dolore durante i rapporti sessuali.
Vale la pena notare che in molti casi il quadro clinico è sufficientemente chiaro da NON richiede alcun esame (per esempio il colore delle perdite, la presenza/assenza di prurito/cattivo odore, …), quindi più in generale il ginecologo può prescrivere l’esame se:
- i sintomi non siano dirimenti,
- la paziente non risponda alla cura prescritta,
- ci sia il sospetto di infezione in assenza di sintomi (ad esempio in caso di rapporti occasionali non protetti).
Preparazione
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni ricevute dal proprio ginecologo o dal laboratorio, ma in generale viene richiesto di:
- evitare i rapporti sessuali nelle 48 ore prima dell’esame,
- evitare l’applicazione di creme/lavande vaginali e deodoranti intimi nelle 48 ore precedenti,
- evitare di sottoporsi all’esame durante il periodo mestruale e nei giorni immediatamente precedenti/seguenti,
- sospendere eventuali terapie antibiotiche/antimicotiche in corso (almeno 5 giorni prima),
- evitare il bagno nelle 24 ore precedenti (la doccia è permessa),
- astenersi dall’igiene intima la mattina dell’esame.
Come si esegue
Il tampone cervicale richiede i seguenti passi:
- La paziente viene fatta sdraiare sul lettino ginecologico, con le gambe divaricate e leggermente sollevate.
- Il medico che esegue il tampone cervicale inserisce delicatamente nella vagina uno speculum, un dispositivo che dilata leggermente le pareti vaginali.
- Il medico osserva il collo dell’utero dall’esterno, con l’ausilio di una sorgente luminosa.
- Il campione viene prelevato ponendo il tampone cervicale (una sorta di cotton-fioc di lunghezza superiore) a contatto con il collo dell’utero e girandolo delicatamente per qualche secondo nel canale endocervicale, in modo da prelevare le secrezioni e raccogliere le cellule più superficiali.
- Una parte del materiale prelevato con il tampone cervicale viene inserito in un apposito contenitore.
- Un’altra parte del campione viene “strisciata” su un vetrino.
- Il tutto viene inviato immediatamente al laboratorio per l’analisi microbiologica, il quale fornirà i risultati dopo pochi giorni.
Il procedimento per il tampone vaginale è sostanzialmente sovrapponibile, con la differenza che non è necessario raggiungere la cervice per il prelievo (e quindi potrebbe non essere necessario nemmeno il ricorso allo speculum); in caso di presenza di perdite anomale il prelievo si concentrerà anche su queste.
Dopo l’esame
L’esame non richiede sedazione, quindi a seguito del prelievo la paziente può tornare immediatamente e autonomamente alle proprie attività.
Rischi ed effetti collaterali
Nei giorni seguenti potrebbero verificarsi piccole perdite di sangue destinati a risolversi spontaneamente e che in genere non richiedono alcun intervento; rivolgersi al ginecologo in caso di sintomi anomali (ad esempio febbre/brividi) o perdite abbondanti che non accennano a interrompersi.
Il risultato viene consegnato subito?
No, l’esito dell’esame verrà consegnato a distanza di qualche giorno perché richiede necessariamente una lunga lavorazione in laboratorio (viene condotta una coltura dei microrganismi presenti nel campione, per evidenziare l’eventuale presenza di specie patogene, ovvero responsabili di infezioni).
Tampone vaginale in gravidanza
Il tampone vaginale può essere eseguito in tutta sicurezza anche in gravidanza, a differenza di quello cervicale che è in genere controindicato; in genere viene anzi attivamente consigliato condurre un tampone di controllo verso la 36esima settimana, che si concentra in particolare sulla ricerca dello Streptococco beta-emolitico, potenziale responsabile di pericolose infezioni neonatali.
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