Test del cammino in 6 minuti e saturazione dell’ossigeno

Valori Normali

I valori considerati normali sono ampiamente variabili in base a fattori quali sesso, età, altezza, peso e stato di salute generale.

In un soggetto sano la distanza coperta è in genere compresa tra 400 e 700 m e la saturazione dell’ossigeno al termine della prova non dovrebbe essere più bassa del 93%.

(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Descrizione

Il test del cammino (6MWT, o “six minute walking test”) è un esame, molto utilizzato nella pratica clinica per la sua facilità di esecuzione, che mira a valutare la distanza che il paziente è in grado di percorrere, camminando il più velocemente possibile per sei minuti su una superficie piana, usufruendo di tutte le interruzioni che ritiene necessarie durante il percorso.

Insieme alla distanza percorsa il medico può valutare l’eventuale comparsa/entità di variazioni della frequenza cardiaca e/o di desaturazioni emoglobiniche (misurate attraverso uno strumento noto come “pulsossimetro” o “saturimetro”), che assumono particolare rilevanza nel corso di diverse patologie che interessano polmoni e/o cuore. La capacità di esercizio fisico è infatti indice dell’efficienza dei sistemi respiratorio e cardiovascolare e, più in generale, dell’intero organismo.

In base a quanto rilevato è possibile optare per la ripetizione del test con somministrazione di ossigeno, osservandone i benefici sulla facilità di movimento del paziente.

Anziano che si sottopone al test del cammino in un parco

Il test del cammino può essere eseguito anche all’aperto, sempre su una superficie piana (iStock.com/MixMedia=

Come si svolge l’esame

Al paziente viene richiesto di camminare alla massima velocità possibile per sei minuti, lungo un percorso rettilineo e pianeggiante (è preferibile disporre di un corridoio lungo almeno 30 m, per evitare un numero eccessivo di svolte che potrebbe influenzare l’esito del test), fermandosi o rallentando la propria andatura qualora si sentisse affaticato. La scelta della velocità è quindi a totale a discrezione del paziente (self pace). Il test può anche essere eseguito all’aperto, nel caso in cui le condizioni lo rendano praticabile.

Al termine di ogni minuto lo specialista rileva

ed eventualmente

  • dispnea avvertita dal paziente (definita come una “difficoltà respiratoria”),
  • entità dell’affaticamento muscolare,

oltre che, naturalmente, la distanza percorsa durante lo svolgimento del test.

È possibile così ottenere rapidamente ed economicamente una stima della capacità del soggetto nello svolgimento delle attività quotidiane e dunque del suo grado di limitazione funzionale.

Quanto dura?

Il test si svolge richiede un arco temporale di circa 10 minuti; la prova cronometrata è in genere convenzionalmente fissata a 6 minuti.

Test del cammino e COVID-19

L’applicazione di questo test risulta utile, congiuntamente ad altre indagini specifiche, nell’ambito del monitoraggio e nella diagnosi della malattia da coronavirus.

In questo caso è consigliabile eseguire il test a riposo e poi, dopo aver compiuto circa 30 passi o una rampa di scale (ma ne esistono ulteriori varianti), valutare successivamente i livelli di saturazione emoglobinica tramite un pulsossimetro; se normalmente, infatti, non dovrebbe essere rilevata alcuna variazione per uno sforzo di simile entità, una riduzione considerevole dei valori di ossigeno nel sangue (95-93, a seconda delle modalità di esecuzione) sono fortemente predittivi di un imminente peggioramento, anche nel caso di assenza di percezione di una riduzione dei valori (happy hypoxia, ipossia felice, ossia senza sintomi).

Fattori che influenzano l'esame

Il test non può essere eseguito se:

  • il paziente ha sofferto di angina instabile (sindrome caratterizzata da dolore toracico a riposo, attribuibile per lo più ad un’occlusione acuta e generalmente non totale di un’arteria coronaria da parte di un trombo);
  • il paziente abbia avuto un infarto miocardico acuto nel mese precedente (condizione clinica caratterizzata da morte del tessuto cardiaco, come conseguenza del mancato apporto di sangue dovuto all’ostruzione acuta di un’arteria coronaria).

L’esecuzione del test, inoltre, andrebbe attentamente valutata se:

  • il paziente è tachicardico a riposo (presenta, cioè, una frequenza cardiaca maggiore di 120 battiti per minuto);
  • il paziente ha una pressione arteriosa diastolica superiore a 100 mmHg;
  • il paziente è affetto da patologie che causano una limitazione del movimento, per cui potrebbero inficiare lo svolgimento del test, causando un impedimento motorio (lombosciatalgia, ernia discale, vasculopatie periferiche).

Quando viene richiesto l'esame

Il test è utilizzato soprattutto in ambito pneumologico e durante la riabilitazione cardiorespiratoria, per valutare la capacità di compiere esercizio fisico e il grado di autonomia del paziente (di qualunque età), nonché l’eventuale risposta alle terapie in corso.

Risulta particolarmente utile nell’inquadramento clinico di diverse patologie, come:

  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva: patologia polmonare progressiva, non completamente reversibile, caratterizzata da un processo di ostruzione delle vie aeree che altera la capacità di respirazione del paziente, rendendola difficoltosa;
  • Enfisema o fibrosi polmonare: malattia polmonare caratterizzata da una progressiva distruzione, dilatazione e perdita di elasticità degli alveoli (le strutture terminali dei bronchi, in cui avvengono gli scambi gassosi tra il sangue e l’aria introdotta attraverso la respirazione);
  • Fibromialgia: patologia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico, causando dolore cronico diffuso, stanchezza e rigidità muscolare;
  • Fibrosi cistica: malattia genetica grave che colpisce molti organi, ma principalmente apparato respiratorio e apparato digerente; la presenza di un gene mutato causa la produzione di un muco particolarmente denso che va ad ostruire i bronchi, causandone la chiusura, con conseguenti comparsa di infezioni respiratorie ripetute;
  • Insufficienza cardiaca stabilizzata: disfunzione del cuore che non è più in grado di soddisfare le necessita emodinamiche dell’organismo, tenuta sotto controllo farmacologico;
  • Insufficienza respiratoria cronica: è definita come la situazione patologica causata da una disfunzione polmonare tale da non garantire la corretta ossigenazione del sangue arterioso e\o l’espulsione di anidride carbonica dall’organismo;
  • Ipertensione polmonare: condizione attribuibile all’innalzamento della pressione sanguigna a livello delle arterie polmonari;
  • Prima o dopo interventi di chirurgia toracica.

Preparazione richiesta

Per lo svolgimento del test il paziente è invitato a:

  • indossare un abbigliamento comodo (tuta e scarpe da ginnastica);
  • non interrompere l’assunzione dei farmaci abituali;
  • evitare di compiere sforzi fisici nelle due ore che precedono il test;
  • consumare un pasto leggero entro e non oltre le due ore che precedono lo svolgimento dell’esame.

Altre informazioni

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.