- Valori di riferimento
- Descrizione
- Interpretazione
- Fattori che influenzano
- Quando viene richiesto
- Preparazione
- Altro
Valori Normali
- Bambini: soluzione di 5 g
- Adulti: soluzione di 25 g
- Bambini, 1h: superiore a 30 mg/dL
- Adulti, 2h: superiore a 25 mg/dL
Fonte: Ospedale Niguarda
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all'altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)
Descrizione
Lo xilosio è un carboidrato (zucchero) caratterizzato dalla presenza di cinque atomi di carbonio; a temperatura ambiente si presenta sotto forma di polvere bianca inodore ed è molto solubile in acqua, come tutti gli zuccheri.
In natura lo troviamo in molti vegetali (betulla, pino, …) e l’intestino umano di norma lo assorbe facilmente insieme agli altri nutrienti, senza alcuna altra intermediazione da parte di enzimi o altre molecole; è sostanzialmente privo di calorie e per questo talvolta usato come dolcificante alimentare.
Il test di assorbimento dello xilosio è un esame prescritto per valutare quantitativamente l’assorbimento di questo zucchero, per capire cioè se possa esserci un problema di malassorbimento intestinale dovuto a una mucosa intestinale danneggiata.
Normalmente la digestione avviene in tre fasi:
- in primo luogo le proteine, i grassi e i carboidrati vengono scomposti
- nello stomaco dagli acidi e da specifici enzimi,
- nell’intestino tenue dagli enzimi pancreatici e dalla bile prodotta dal fegato.
- Una volta scomposti vengono quindi assorbiti, in particolare nell’intestino tenue,
- e alla fine le sostanze nutritive vengono distribuite in tutto l’organismo, dove sono usate o immagazzinate.
Se la quantità di bile o di enzimi pancreatici non è sufficiente, carboidrati e altri nutrienti non possono essere digeriti correttamente e questo impedisce il successivo passo (assorbimento); una sostanza che non viene assorbita è destinata ad essere eliminata con le feci. A prescindere che si tratti di anomalie nella digestione o nell’assorbimento, il paziente sviluppa malassorbimento e, nelle situazioni più gravi, i sintomi della malnutrizione e della carenza di vitamine.
Il test dello xilosio è un esame che richiede al paziente di bere una soluzione acquosa con disciolti 25 g di questa sostanza; in condizioni normali lo zucchero viene facilmente assorbito dall’organismo, quindi ci aspettiamo di trovarne dopo poco tempo un’elevata concentrazione nel sangue e tracce significative nell’urina.
Se al contrario lo troviamo solo in quantità ridotta significa che non viene assorbito come previsto.
Il risultato può essere generalizzato per esprimere un giudizio sulla capacità di assorbimento dei carboidrati in genere.

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Interpretazione
- Durante il test di assorbimento ci si aspetta di rilevare livelli alti di xilosio nel sangue e nelle urine, segno inequivocabile di un corretto assorbimento intestinale. In questo caso i sintomi del paziente probabilmente hanno una causa diversa, ad esempio un’insufficienza pancreatica o biliare.
- Un livello alto nel sangue, ma basso nelle urine, può essere riscontrato in alcuni pazienti affetti da disfunzioni renali. In questo caso per valutare il malassorbimento sarà usato il solo livello nel sangue.
- Un livello basso sia nel sangue che nelle urine indica che il paziente ha problemi di malassorbimento, che potrebbe ad esempio essere dovuto a:
- celiachia,
- morbo di Crohn,
- gastroenterite virale,
- presenza di parassiti come la giardia o vermi,
- sindrome da iperproliferazione batterica (SIBO),
- accorciamento dell’intestino (in seguito ad esempio da un intervento chirurgico),
- malattia di Whipple.
A seconda della situazione clinica del paziente, quando l’esito dell’esame dello xilosio fosse inaspettatamente anomalo, questo potrebbe essere seguito da analisi del sangue o delle feci per una diagnosi corretta, oppure da una biopsia dell’intestino tenue per esaminare le cellule dell’intestino.
Fattori che influenzano l'esame
Diversi farmaci possono alterare i risultati dell’esame. Tra di essi ricordiamo ad esempio
- aspirina,
- digitale,
- IMAO (inibitori delle monoamino ossidasi),
- metformina,
- acido nalidixico,
- alcaloidi oppioidi,
- atropina,
- indometacina.
In caso di vomito a seguito dell’assunzione della soluzione il test risulterebbe ovviamente falsato (oltre a richiederne l’interruzione).
In caso di consumo di alimenti dolci nelle 24 ore precedenti l’esame possono essere rilevati valori elevati a prescindere dalla reale frazione assorbita di xilosio.
Possono interferire eventuali problemi renali, così come la disidratazione, l’esercizio fisico praticato durante l’esame e la velocità di svuotamento dello stomaco.
Quando viene richiesto l'esame
Questo esame viene prescritto solo raramente, ma può essere utile in alcune condizioni dove non sia possibile formulare una diagnosi certa sulla base della sola visita e degli altri accertamenti sostenuti.
L’esame può essere eseguito per verificare se i sintomi del paziente come
- diarrea cronica,
- perdita inspiegabile di peso,
- evacuazione di feci grasse, molli e maleodoranti,
- crampi e dolore addominale,
- gonfiore
siano causati da un problema di malassorbimento, che impedisce la normale digestione dei nutrienti assunti con la dieta.
Preparazione richiesta
- È necessario evitare nelle 24 ore che precedono l’esame l’assunzione di alimenti dolci, compresa la frutta.
- Alcuni farmaci possono influenzare l’esito del test, quindi è importante valutarli uno per uno con il medico per decidere se e cosa interrompere il giorno prima.
- Non mangiare o bere nulla, ad eccezione dell’acqua naturale, nelle 8-12 ore che precedono l’esame; in genere ai bambini viene permesso di ridurre il digiuno fino a 4 ore prima, ma si raccomanda di verificare con il laboratorio.
Lo xilosio può dare nausea, vomito o diarrea (se persistenti vanno segnalate al medico).
Dopo la somministrazione della soluzione il paziente viene lasciato a riposo, e dopo due ore (un’ora per i bambini) viene eseguito un prelievo per valutare la quantità di xilosio passata nel sangue.
In alcuni casi viene inoltre raccolta l’urina delle 5 ore, a partire dal momento di somministrazione della dose.
Poiché questo test può causare disidratazione, si raccomanda di bere abbondantemente una volta terminato l’esame.
Altre informazioni
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