Introduzione
Le malattie cardiovascolari, ossia i disturbi che colpiscono cuore e vasi sanguigni, sono la principale causa di morte nei Paesi occidentali, superiore in termini numerici anche ai tumori.
Rendono conto di circa una morte su tre e, nonostante questi numeri spaventosi, è ancora insufficiente la percezione nelle persone del pericolo e di quanto sia importante attivarsi soprattutto in termini di prevenzione, per prevenire
- esiti fatali,
- gravi complicazioni,
- disabilità permanenti (per esempio da ictus).
La causa principale alla base di queste malattie è l’ostruzione o il restringimento delle coronarie, i vasi sanguigni che portano ossigeno e nutrimento al cuore; si tratta di un disturbo subdolo, che progredisce molto lentamente nel tempo, ma che nonostante l’assenza di sintomi e preavvisi può sfociare improvvisamente in un infarto. Lo stesso meccanismo è alla base di moltissimi casi di ictus e altre patologie.
Per ridurre il rischio di incorrere i problemi gravi, talvolta fatali, è importante agire su due aspetti fondamentali:
- prevenzione, attraverso uno stile di vita sano,
- diagnosi precoce.
Per riuscire a formulare una diagnosi nelle prime fasi, quando spesso non sono ancora comparsi sintomi significativi, gioca un ruolo fondamentale la collaborazione con il proprio medico, che potrà prescrivere esami e approfondimenti in base a fattori di rischio, famigliarità, …

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Sintomi
Le cardiopatie, ossia le malattie che interessano il cuore, possono essere acute o croniche, temporanee, relativamente stabili o progressive, asintomatiche o con sintomi che spesso variano e/o peggiorano nel tempo.
Le cardiopatie croniche possono avere episodi acuti caratterizzati da un improvviso peggioramento dei sintomi, per poi evolvere a seconda dei casi:
- risolvendosi (spontaneamente o con il trattamento),
- cronicizzando (cioè diventando permanente)
- rivelandosi fatale.
Individui con cardiopatie allo stadio iniziale possono riferire nessuno o pochi sintomi, per lo più vaghi, come
- stanchezza,
- affanno legato o meno allo sforzo fisico,
- vertigini,
- nausea,
ma questi sintomi non indicano il tipo specifico di cardiopatia in atto e possono essere riscontrati anche in numerose altre situazioni.
Da un punto di vista molto generale possiamo tuttavia individuare quattro tipi di malattie cardiovascolari:
- malattia coronarica,
- ictus e TIA,
- malattia arteriosa periferica,
- malattie aortiche.
Malattia coronarica
Questa condizione si verifica quando il sangue ossigenato non riesce più a raggiungere il cuore efficacemente, causando una serie di possibili complicazioni:
- angina, caratterizzata da un intenso dolore al petto e talvolta anche al braccio; in genere ha breve durata, ma se trascurata può nel tempo peggiorare a evolvere verso le condizioni successive.
- infarto, che si verifica in caso di blocco improvviso del flusso sanguigno; è caratterizzato dai seguenti sintomi:
- dolore al petto, non necessariamente severo, che talvolta corre fino al braccio (spesso sinistro),
- sudorazione improvvisa,
- mancanza di fiato,
- debolezza,
- vertigini,
- nausea e/o vomito,
- tosse o respiro sibilante,
- crescente senso di ansia.
- insufficienza cardiaca, in cui il cuore non è più in grado di pompare adeguatamente sangue nell’organismo; si manifesta con mancanza di fiato dopo piccoli sforzi come salire le scale, stanchezza persistente, gonfiore agli arti inferiori.
Ictus
L’ictus si verifica quando viene interrotto l’afflusso di sangue, ricco di ossigeno ed energia, al cervello; quando si verifica in modo temporaneo si parla di TIA (attacco ischemico transitorio).
In genere compaiono i seguenti sintomi:
- perdita del controllo della muscolatura di metà del viso (incapacità di sorridere, palpebra cadente, …),
- incapacità di utilizzo di un braccio,
- difficoltà di linguaggio.
Malattia arteriosa periferica
Si verifica in caso di impedimento nel flusso di sangue verso un braccio o, più frequentemente, verso una gamba.
Questo può essere causa di:
- dolore sordo o crampi alle gambe, che peggiorano durante il movimento,
- intorpidimento o debolezza nelle gambe,
- ulcere persistenti (piaghe aperte) sui piedi e gambe.
Malattie aortiche
L’aorta è il più grosso vaso sanguigno dell’organismo, in grado di portare il sangue dal cuore verso il resto dell’organismo; uno dei principali disturbi e pericoli è l’aneurisma, ossia un indebolimento delle pareti del vaso.
In genere non causa alcun sintomo.
Cause
I principali fattori di rischio modificabili legati allo sviluppo di cardiopatie sono:
- pressione alta,
- esposizione al fumo,
- colesterolo alto,
- glicemia elevata (che causa lo sviluppo di diabete di tipo 2),
- stile di vita sedentario,
- sovrappeso e obesità (BMI superiore a 25),
- alimentazione troppo ricca di grassi saturi e zuccheri,
- consumo e abuso di alcool.
Sono invece fattori di rischio su cui non è possibile intervenire:
- famigliarità per malattie cardiovascolari,
- etnia,
- età superiore ai 50 anni)
- sesso (sono più colpiti i maschi sotto i 50 anni, mentre la situazione si capovolge con l’arrivo della menopausa).
Diagnosi
Gli esami prescritti in caso di sospetta cardiopatia sono mirati a distinguere i sintomi legati al cuore da quelli dovuti ad altre condizioni, a scopo di
- prevenzione,
- diagnosi,
- monitoraggio di un evento cardiaco in corso, come un attacco di cuore,
- determinazione della gravità e dell’estensione della cardiopatia stessa.
Le indagini diagnostiche per cardiopatie accertate sono diverse da quelle di valutazione del rischio cardiaco. La valutazione del rischio cardiaco viene eseguita in soggetti asintomatici come ausilio alla determinazione del rischio di sviluppare una cardiopatia coronarica.
Esami del sangue
I biomarcatori cardiaci (proteine che vengono rilasciate in caso di danno delle cellule muscolari) sono spesso prescritti in soggetti con sintomi di sindrome coronarica acuta, quali
- dolore toracico,
- dolore a mandibola, collo, addome, schiena o che si irradia a spalla o braccia,
- nausea,
- difficoltà a respirare (dispnea),
- sensazione di stordimento.
Gli esami di laboratorio includono i seguenti dosaggi:
- Troponina, il biomarcatore più specifico per il cuore e più comunemente richiesto; i valori si innalzano entro poche ore dal danno cardiaco e rimangono alti anche per due settimane.
- CK-MB, un tipo particolare di creatinchinasi (un enzima) che si trova per lo più nel muscolo cardiaco e i cui valori si innalzano in caso di danno alle cellule muscolari del cuore; questo test è stato quasi del tutto sostituito dal dosaggio della troponina.
- Mioglobina, una proteina rilasciata nel sangue in caso di lesioni del muscolo cardiaco o di altri muscoli volontari; oggi questo test è usato di rado
- Proteina C-reattiva ad alta sensibilità (nota con la sigla inglese hs-CRP), un test che può aiutare a stabilire la prognosi, incluse le probabilità di recidive di eventi cardiaci in pazienti con cardiopatia coronarica stabile o ACS.
- BNP o NT-proBNP, peptidi rilasciati dal corpo in risposta all’insufficienza cardiaca; livelli aumentati di BNP, ancorché non diagnostici per un attacco cardiaco, indicano un rischio maggiore di complicanze cardiache in pazienti con ACS. Poiché il BNP è anche rilasciato dal cuore sottoposto a sovraccarico, questo biomarcatore viene anche misurato in soggetti con gambe o addome gonfi, o in presenza di affanno, come supporto alla diagnosi di insufficienza cardiaca.
Possono anche venire prescritti esami del sangue più generali, quali:
- Emogasanalisi, esame che valuta i livelli di pH, ossigeno e biossido di carbonio.
- Elettroliti, analisi che misurano il bilancio idro-salino dell’organismo:
- Emocromo completo, ossia il dosaggio delle cellule del sangue; verifica un’eventuale anemia.
E infine, in caso di sospetto, esami volti alla valutazione di metabolismo, salute renale, …
Altre indagini
Una gamma di altre analisi e test viene adoperata per la valutazione del dolore toracico ed altri sintomi. In particolare:
- Anamnesi (storia medica), inclusa una valutazione dei fattori di rischio quali età, cardiopatia coronarica, diabete e fumo.
- Pressione arteriosa.
- Esame fisico (molto importante ai fini della valutazione di un eventuale sovrappeso).
- Elettrocardiogramma (ECG), un test che registra l’attività elettrica e il ritmo del cuore.
- Ecocardiogramma, ossia immagini del cuore ottenute tramite gli ultrasuoni.
- Profilo lipidico (colesterolo totale, LDL, HDL e trigliceridi) e glicemia, per la valutazione di eventuali fattori di rischio.
Sulla base di tali test, possono risultare necessarie indagini ulteriori, tra cui:
- prova da sforzo,
- radiografia del torace,
- TAC (Tomografia Assiale Computerizzata),
- monitoraggio ECG continuo (chiamato anche esame Holter), test che valuta il ritmo cardiaco in un determinato intervallo temporale durante il quale il paziente indossa un sistema di monitoraggio,
- RM (Risonanza Magnetica),
- PET (Tomografia a emissione positronica),
- immagini con radionuclidi,
- cateterismo cardiaco, una procedura che richiede l’inserimento di un tubo sottile e flessibile (catetere) in un’arteria della gamba; il catetere viene spinto fino alle arterie coronarie per valutarne flusso e stato, nonché la pressione nel cuore,
- angiografia coronarica, ossia immagini radiografiche delle arterie eseguite con una sostanza radiopaca per facilitare la diagnosi di cardiopatia coronarica; questa procedura viene eseguita durante un cateterismo cardiaco,
- tilt test, un esame tipicamente prescritto per la valutazione delle sincopi.
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