Introduzione
Gli elettroliti sono minerali dotati di una carica elettrica e quindi in grado di condurre corrente. Nell’organismo umano sono presenti in tutti i fluidi, come il sangue, le urine, il sudore, il fluido intracellulare, … Il mantenimento di un equilibrio corretto è essenziale per il mantenimento di numerose funzioni fisiologiche.
Gli elettroliti contenuti nel plasma e che vengono comunemente analizzati sono:
- calcio (contrazione muscolare, trasmissione segnali, coagulazione, metabolismo osseo, …)
- cloruro (mantenimento dell’equilibrio dei fluidi),
- fosfato (metabolismo osseo, funzionamento dei nervi, …),
- magnesio (funzionalità muscolare, battito cardiaco, metabolismo osseo, …),
- potassio (regolazione pressione arteriosa, battito cardiaco, funzione muscolare, …),
- sodio (equilibrio salino dei fluidi, trasmissione dei segnali, …).
Vengono introdotti attraverso l’alimentazione e con le bevande, acqua compresa, che si consumano ogni giorno.
I livelli possono aumentare o diminuire e questo può accadere per esempio quando la quantità di acqua presente nell’organismo cambia, causando disidratazione o iperidratazione, per esempio in seguito all’assunzione di farmaci, vomito, diarrea, eccessiva sudorazione o problemi renali.
I sintomi più evidenti e le complicazioni maggiori insorgono in caso di alterazioni dei livelli di sodio, potassio o calcio.
Quando viene richiesto
Il pannello elettrolitico, da solo o come parte di una valutazione metabolica base o completa, viene frequentemente prescritto come esame di routine, ma può essere richiesto in modo mirato in specifiche situazioni, come ad esempio:
- assunzione di diuretici, in grado di alterare l’equilibrio dei diversi ioni,
- assunzione di cortisone,
- assunzione di farmaci per la pressione alta come gli ACE-inibitori,
- disidratazione (dovuta a vomito, diarrea, eccessiva sudorazione, …),
- malnutrizione,
- malassorbimento dovuto a malattie infiammatorie intestinali,
- alterazioni ormonali,
- patologie renali,
- malattie epatiche (fegato),
- insufficienza cardiaca,
- pressione alta,
- e molto altro.
Oltre che per valutare la quantità di ciascun elettrolita, l’esame può essere utilizzato anche per scoprire se c’è uno squilibrio acido-base (il pH del sangue deve essere mantenuto tassativamente in un ristrettissimo intervallo, compreso tra 7,35 e 7,45).
Poiché gli squilibri elettrolitici e acido-base possono accompagnare un’ampia gamma di patologie acute e croniche, l’esame dei diversi elettroliti è prescritto spesso nei pazienti ricoverati in ospedale e nei soggetti che arrivano al pronto soccorso.
Nel caso di alterazioni dell’equilibrio acido-base, il medico può prescrivere in aggiunta il dosaggio dei gas nel sangue, esame che prevede la misura del pH e dei livelli di ossigeno e di biossido di carbonio (anidride carbonica) nel sangue arterioso, di ausilio alla valutazione della gravità dello squilibrio e al monitoraggio dell’efficacia del trattamento.
I sintomi principali per cui può essere richiesto l’esame in fase di diagnosi sono
- confusione,
- nausea,
- debolezza,
ma poiché i ruoli nell’organismo dei diversi ioni sono così numerosi e diversi tra loro, i sintomi possono variare moltissimo a seconda della carenza/aumento di ogni specifico elettrolita, per esempio possono comparire:
- dolori muscolari, oltre a debolezza e spasmi,
- ansia,
- mal di testa,
- irrequietezza,
- sete eccessiva,
- insonnia,
- aritmie (alterazioni del battito cardiaco),
- problemi digestivi (crampi, stitichezza, diarrea),
- problemi di fragilità ossea,
- dolore articolare,
- alterazioni della pressione del sangue,
- vertigini,
e molti altri ancora.
Interpretazione
I livelli circolanti degli elettroliti nell’organismo dipendono
- dalla quantità assunta con l’alimentazione,
- dalla quantità di acqua corporea,
- dalle quantità di eliminate dai reni.
Il secondo e terzo passaggio sono finemente regolati attraverso numerosi controlli ormonali, che possono essere influenzati da patologie e farmaci di vario genere, e che si occupando di assorbire rapidamente le modifiche indotte dai pasti.
Sono numerose le malattie in cui uno o più elettroliti possono avere concentrazioni anomale; il medico guarderà all’equilibrio complessivo, ma si preoccuperà soprattutto dei livelli di sodio e potassio del soggetto. Individui i cui reni non funzionano correttamente, per esempio, possono trattenere troppi fluidi nell’organismo, diluendo sodio e cloruro fino a concentrazioni sotto la norma. In presenza di perdite massicce di liquidi, si possono invece verificare incrementi delle concentrazioni di potassio, sodio e cloruro. Anche alcune forme di insufficienza cardiaca, problemi muscolari e neurologici e il diabete possono avere uno o più elettroliti in concentrazioni abnormi.
In base al tipo di elettrolita alterato e all’entità dello squilibrio, il trattamento può consistere in
- modifiche della dieta per ridurre l’assunzione di sale (che è la principale fonte di sodio),
- aumento del consumo di liquidi per diluire la concentrazione elettrolitica,
- assunzione di farmaci diuretici e terapie mirate (per esempio integrazioni) a correggere l’alterazione riscontrata.
Una volta iniziato un trattamento è possibile che ci si debba sottoporre a dosaggi periodici per determinarne l’efficacia e per assicurarsi che lo squilibrio non si ripresenti.
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