Elettroliti: gli esami del sangue

Introduzione

Gli elettroliti sono minerali dotati di una carica elettrica e quindi in grado di condurre corrente. Nell’organismo umano sono presenti in tutti i fluidi, come il sangue, le urine, il sudore, il fluido intracellulare, … Il mantenimento di un equilibrio corretto è essenziale per il mantenimento di numerose funzioni fisiologiche.

Gli elettroliti contenuti nel plasma e che vengono comunemente analizzati sono:

  • calcio (contrazione muscolare, trasmissione segnali, coagulazione, metabolismo osseo, …)
  • cloruro (mantenimento dell’equilibrio dei fluidi),
  • fosfato (metabolismo osseo, funzionamento dei nervi, …),
  • magnesio (funzionalità muscolare, battito cardiaco, metabolismo osseo, …),
  • potassio (regolazione pressione arteriosa, battito cardiaco, funzione muscolare, …),
  • sodio (equilibrio salino dei fluidi, trasmissione dei segnali, …).

Vengono introdotti attraverso l’alimentazione e con le bevande, acqua compresa, che si consumano ogni giorno.

I livelli possono aumentare o diminuire e questo può accadere per esempio quando la quantità di acqua presente nell’organismo cambia, causando disidratazione o iperidratazione, per esempio in seguito all’assunzione di farmaci, vomito, diarrea, eccessiva sudorazione o problemi renali.

I sintomi più evidenti e le complicazioni maggiori insorgono in caso di alterazioni dei livelli di sodio, potassio o calcio.

Quando viene richiesto

Provetta di sangue per la valutazione degli elettroliti

iStock.com/jarun011

Il pannello elettrolitico, da solo o come parte di una valutazione metabolica base o completa, viene frequentemente prescritto come esame di routine, ma può essere richiesto in modo mirato in specifiche situazioni, come ad esempio:

  • assunzione di diuretici, in grado di alterare l’equilibrio dei diversi ioni,
  • assunzione di cortisone,
  • assunzione di farmaci per la pressione alta come gli ACE-inibitori,
  • disidratazione (dovuta a vomito, diarrea, eccessiva sudorazione, …),
  • malnutrizione,
  • malassorbimento dovuto a malattie infiammatorie intestinali,
  • alterazioni ormonali,
  • patologie renali,
  • malattie epatiche (fegato),
  • insufficienza cardiaca,
  • pressione alta,
  • e molto altro.

Oltre che per valutare la quantità di ciascun elettrolita, l’esame può essere utilizzato anche per scoprire se c’è uno squilibrio acido-base (il pH del sangue deve essere mantenuto tassativamente in un ristrettissimo intervallo, compreso tra 7,35 e 7,45).

Poiché gli squilibri elettrolitici e acido-base possono accompagnare un’ampia gamma di patologie acute e croniche, l’esame dei diversi elettroliti è prescritto spesso nei pazienti ricoverati in ospedale e nei soggetti che arrivano al pronto soccorso.

Nel caso di alterazioni dell’equilibrio acido-base, il medico può prescrivere in aggiunta il dosaggio dei gas nel sangue, esame che prevede la misura del pH e dei livelli di ossigeno e di biossido di carbonio (anidride carbonica) nel sangue arterioso, di ausilio alla valutazione della gravità dello squilibrio e al monitoraggio dell’efficacia del trattamento.

I sintomi principali per cui può essere richiesto l’esame in fase di diagnosi sono

ma poiché i ruoli nell’organismo dei diversi ioni sono così numerosi e diversi tra loro, i sintomi possono variare moltissimo a seconda della carenza/aumento di ogni specifico elettrolita, per esempio possono comparire:

e molti altri ancora.

Interpretazione

I livelli circolanti degli elettroliti nell’organismo dipendono

  • dalla quantità assunta con l’alimentazione,
  • dalla quantità di acqua corporea,
  • dalle quantità di eliminate dai reni.

Il secondo e terzo passaggio sono finemente regolati attraverso numerosi controlli ormonali, che possono essere influenzati da patologie e farmaci di vario genere, e che si occupando di assorbire rapidamente le modifiche indotte dai pasti.

Sono numerose le malattie in cui uno o più elettroliti possono avere concentrazioni anomale; il medico guarderà all’equilibrio complessivo, ma si preoccuperà soprattutto dei livelli di sodio e potassio del soggetto. Individui i cui reni non funzionano correttamente, per esempio, possono trattenere troppi fluidi nell’organismo, diluendo sodio e cloruro fino a concentrazioni sotto la norma. In presenza di perdite massicce di liquidi, si possono invece verificare incrementi delle concentrazioni di potassio, sodio e cloruro. Anche alcune forme di insufficienza cardiaca, problemi muscolari e neurologici e il diabete possono avere uno o più elettroliti in concentrazioni abnormi.

In base al tipo di elettrolita alterato e all’entità dello squilibrio, il trattamento può consistere in

  • modifiche della dieta per ridurre l’assunzione di sale (che è la principale fonte di sodio),
  • aumento del consumo di liquidi per diluire la concentrazione elettrolitica,
  • assunzione di farmaci diuretici e terapie mirate (per esempio integrazioni) a correggere l’alterazione riscontrata.

Una volta iniziato un trattamento è possibile che ci si debba sottoporre a dosaggi periodici per determinarne l’efficacia e per assicurarsi che lo squilibrio non si ripresenti.

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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