Fertilità ed esami per una corretta valutazione

Introduzione

Spesso diamo per scontato che rimanere incinta sia un qualcosa di naturale e, per questo, scontato, banale… ma in realtà affinché avvenga la fecondazione nel ventre di una donna

  • deve avvenire l’ovulazione (ossia l’ovulo deve essere maturo e deve essere rilasciato correttamente),
  • il rapporto sessuale deve avvenire più o meno al momento del rilascio di un ovocita dalle ovaie o qualche giorno prima (5-6 giorni al mese),
  • gli spermatozoi devono possibilmente essere in numero elevato e di buona qualità per poter sperare di arrivare vivi e attivi all’incontro con l’ovulo,
  • uno spermatozoo deve riuscire a fecondare l’ovulo (non è scontato!),
  • le tube di Falloppio devono essere aperte e sane,
  • la fase di post ovulazione deve essere supportata da un adeguata produzione di progesterone.

Ricordiamo poi che:

  • gli ovociti vivono (e possono essere fecondati) per 12-24 ore dopo essere stati rilasciati;
  • lo sperma può rimanere vivo e attivo nel corpo fino a 5-6 giorni (in condizioni ideali) dopo l’eiaculazione.

Per queste ragioni non è quindi strettamente necessario avere un rapporto sessuale esattamente al momento dell’ovulazione, perché per rimanere incinta è sufficiente che uno spermatozoo solo fecondi l’ovocita per diventare gravida, ma allo stesso tempo avere rapporti nei giorni giusti potrebbe non essere sufficiente, devono infatti verificarsi tutte le condizioni elencate sopra.

Si stima che in una coppia giovane e fertile la probabilità di rimanere incinta avendo rapporti nei giorni corretti sia parti indicativamente al 25%, ossia una su quattro; da un diverso punto di vista mediamente è possibile stimare che una coppia possa rimanere incinta entro 4 mesi (ma si tratta come vedremo di statistica, la realtà è poi diversa).

Se la fecondazione non avviene, o se l’ovocita fecondato non si impianta nel rivestimento endometriale dell’utero, l’ovocita si degrada, l’endometrio si stacca e si manifestano le mestruazioni.

Coppia che parla con un ginecologo

iStock.com/Goodboy Picture Company

Esami

Nell’80% delle coppie fertili che abbiano rapporti sessuali regolari (ossia, ogni 2 o 3 giorni) in assenza di anticoncezionali, una gravidanza statisticamente inizierà entro un anno, mentre la maggioranza del restante 20% avrà una gravidanza in due anni di tentativi.

Esistono poi coppie in cui uno dei due partner, o entrambi, possono manifestare problemi più o meno gravi, si stima infatti che complessivamente l’infertilità riguardi circa il 15% delle coppie (fonte: ISS); i dati collezionati dal Registro Nazionale sulla PMA in Italia dicono che le difficoltà siano da attribuire a:

  • infertilità maschile: 29,3%
  • infertilità femminile: 37,1%
  • infertilità maschile e femminile: 17,6%
  • infertilità idiopatica: 15,1%
  • fattore genetico: 0,9%

Le donne diventano meno fertili con l’aumentare dell’età:

  • a 35 anni, circa il 95% delle donne che hanno rapporti sessuali senza anticoncezionali rimane incinta in tre anni di tentativi;
  • dai 38 anni, solo il 75% delle donne inizia una gravidanza

e i problemi originano da

  • ovulazione assente, irregolare o di qualità non buona,
  • alterazioni dell’apparato riproduttivo (per esempio tube di Falloppio non integre),
  • malformazioni congenite,
  • infezioni,
  • altre cause.

Negli uomini, il rapporto tra l’età e la fertilità è meno chiaro; lo stile di vita può influenzare le probabilità di concepire, in particolare il fumo e un sovrappeso/sottopeso importanti e i problemi di fertilità sono solitamente legati alla produzione di sperma con pochi spermatozoi o di scarsa qualità.

Se non si verificano gravidanze dopo due anni di rapporti sessuali regolari non protetti, la coppia potrebbe avere problemi di fertilità, ma non è necessario aspettare così tanto per chiedere aiuto. In caso di preoccupazioni per l’assenza di gravidanze si consiglia di consultare il proprio medico di base o il ginecologo, che potranno innanzi tutto consigliare variazioni mirate dello stile di vita e qualche prima verifica.

Dopo tentativi di concepimento protratti per oltre un anno (6 mesi in caso di età della donna superiore ai 35 anni) si procederà ad approfondimenti mirati per entrambi; nel caso di problemi noti per uno o per entrambi i partner, sarà consigliabile rivolgersi anche prima ad uno specialista (rispettivamente ginecologo e andrologo)

Il primo passo per la verifica della fertilità femminile è rappresentato da un esame del sangue al terzo giorno del ciclo per identificare eventuali squilibri ormonali attraverso:

  • Valutazione della riserva ovarica
    • FSH (dall’inglese follicle stimulating hormone, ormone follicolo-stimolante),
    • AMH (ormone antimulleriano),
  • Valutazione della regolazione del ciclo mestruale
    • LH (dall’inglese luteinising hormone, ormone luteinizzante),
    • estradiolo,
  • prolattina,
  • nel caso di ovaio policistico anche testosterone e DHEA,
  • progesterone per verificare l’avvenuta ovulazione, in un campione di sangue prelevato sette giorni prima della data prevista di mestruazione.

Viene inoltre spesso consigliata un’ecografia per una valutazione visiva dell’apparato riproduttore (alla ricerca per esempio di segnali suggestivi di ovaio policistico, cisti, fibromi, …).

Possono infine essere utili un tampone vaginale e un’eventuale ricerca della clamidia, un’infezione che può complicarsi con l’ostruzione delle tube di Falloppio ed impedendo così il concepimento; in ultimo, in assenza di riscontri, si lascia l’isterosalpingografia, un esame più invasivo ma utile a verificare direttamente la pervietà delle tube.

Per la valutazione della fertilità nell’uomo, almeno in prima battuta, è sufficiente un esame dello sperma per evidenziare eventuali problemi di qualità o quantità degli spermatozoi, seguito se necessario da esami ormonali per diagnosticarne la causa.

Il passo successivo dipende dai risultati degli esami:

  • Se i risultati sono normali e il tentativo di concepimento dura da meno di 18 mesi, il medico curante può suggerire di mettere in atto alcuni adattamenti dello stile di vita e di continuare a provare a rimanere incinta.
  • Se i risultati mostrano un possibile problema di fertilità, specialmente in donne di 35 o più anni, è possibile che venga fissato un appuntamento con uno specialista per ulteriori indagini ed eventuali terapie nel proprio ospedale o centro per la fertilità.

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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