Travaglio: come capire che sta per iniziare e manca poco al parto?

Cos’è il travaglio?

Il travaglio è il processo che precede la nascita di un bambino e, più specificatamente,

consiste in una serie di contrazioni uterine ritmiche, involontarie o indotte medicamente che si traducono nell’appianamento (assottigliamento e accorciamento) e nella dilatazione del collo dell’utero.

Si tratta cioè di un un insieme di cambiamenti che si manifestano soprattutto attraverso lo sviluppo di contrazioni muscolari dell’utero che aiutano a spostare il bambino dal suo posto nel grembo materno attraverso il canale del parto fino al mondo esterno. Durante il travaglio, il collo dell’utero della donna si dilata, ossia si allarga, per permettere al bambino di passare. Questo processo può variare molto da donna a donna per durata e intensità del dolore percepito: in alcuni casi si esaurisce nel giro di poche ore, in altri mette a dura prova la resistenza fisica ed emotiva della madre.

Il travaglio si suddivide in tre fasi principali:

  1. Prima fase: Inizia con le contrazioni regolari e termina quando il collo dell’utero è completamente dilatato. È la fase più lunga.
  2. Seconda fase: Inizia quando il collo dell’utero è completamente dilatato e continua fino alla nascita del bambino. È il momento in cui la madre spinge per aiutare il bambino a muoversi lungo il canale del parto.
  3. Terza fase: Inizia subito dopo la nascita del bambino e si conclude con l’espulsione della placenta, l’organo che ha nutrito il bambino durante la gravidanza.

Quali sono i sintomi?

Donna in ospedale, con un neonato sul petto

Shutterstock/Natalia Deriabina

L’inizio del travaglio può essere riconosciuto da diversi sintomi chiave, che tuttavia variano per intensità e frequenza da donna a donna.

È importante notare che alcuni di questi sintomi possono iniziare a manifestarsi qualche tempo prima dell’effettivo inizio del travaglio attivo.

  • Contrazioni regolari: Uno dei segnali più chiari dell’inizio del travaglio sono le contrazioni regolari e sempre più ravvicinate. Diversamente dalle contrazioni di Braxton Hicks, che sono irregolari e non progrediscono in intensità o frequenza (vedi dopo), le contrazioni del travaglio vero e proprio diventano più lunghe, forti e frequenti. Le contrazioni reali sono spesso descritte come un dolore simile a crampi che inizia nella parte bassa della schiena e si irradia verso l’addome.
  • Rottura delle membrane: Comunemente nota come “rottura delle acque”, si verifica quando si rompe il sacco amniotico che circonda il bambino. Questo può manifestarsi come un flusso improvviso di liquido dalla vagina o come una perdita lenta e costante di un liquido trasparente. Non tutte le donne sperimentano la rottura delle membrane all’inizio del travaglio; in alcuni casi, può avvenire più avanti durante il travaglio o può essere indotto dall’ostetrico.
  • Modifiche nel muco cervicale: Si può notare la perdita del tappo mucoso, che è il muco che ha sigillato il canale cervicale durante la gravidanza. Questo muco può essere chiaro, rosa o leggermente sanguinolento e la sua espulsione può essere un segno che il travaglio sta per iniziare.
  • Dilatazione del collo dell’utero: Il processo di dilatazione del collo dell’utero (ampliamento fino a 10 cm per permettere il passaggio del bambino) è un segno fondamentale del travaglio. Questo sintomo non può essere osservato visivamente dalla donna, ma viene valutato da un medico tramite esami fisici.
  • Incremento delle perdite vaginali: Si possono verificare un aumento delle perdite vaginali e una loro modificazione in termini di consistenza e colore nei giorni o nelle ore precedenti l’inizio del travaglio.
  • Sanguinamento vaginale: Un leggero sanguinamento, noto come “bloody show”, è normale e può accadere quando il collo dell’utero inizia a dilatarsi. Questo sintomo non dovrebbe essere abbondante; un sanguinamento pesante richiede un controllo medico immediato.
  • Aumento della pressione pelvica: Man mano che il bambino si muove verso il basso nel bacino, si può avvertire una maggiore pressione sul bacino e sulla vescica, portando a frequenti bisogni di urinare.
  • Istinto del nido: Alcune donne sperimentano un improvviso impulso di “preparare il nido”, che include una spinta di energia e il desiderio di organizzare e pulire la casa. Questo può essere un segno psicologico che il corpo si sta preparando per il parto.

Riconoscere questi sintomi può aiutare le future mamme a prepararsi e a sapere quando è il momento di recarsi in ospedale o di chiamare il proprio medico o ostetrica. Tuttavia, è sempre consigliato discutere i piani e i sintomi del travaglio con un professionista sanitario durante le visite prenatali, così da essere ben preparati e informati su cosa aspettarsi.

Cosa sono le contrazioni di Braxton Hicks?

Le contrazioni di Braxton Hicks sono un fenomeno comune durante la gravidanza, spesso descritte come “contrazioni di prova” o “false contrazioni”. Queste contrazioni prendono il nome dal medico inglese John Braxton Hicks che le descrisse per la prima volta nel 1872. Sono essenzialmente contrazioni dell’utero che possono iniziare già dal secondo trimestre di gravidanza, ma sono più comuni nel terzo trimestre.

Sono caratterizzate da:

  • Irregolarità: A differenza delle vere contrazioni del travaglio, le contrazioni di Braxton Hicks sono irregolari e imprevedibili. Non seguono un pattern crescente di intensità o frequenza.
  • Senza dolore o solo lievemente fastidiose: Solitamente queste contrazioni sono indolori o causano solo un leggero disagio. Alcune donne le descrivono come una sensazione di indurimento o di serraggio dell’addome.
  • Durata breve: Durano generalmente pochi secondi fino a un massimo di due minuti.
  • Sporadiche e non progressive: Non aumentano in intensità o frequenza nel tempo, il che è un chiaro segnale che non si tratta dell’inizio del travaglio.
  • Localizzazione: Le contrazioni di Braxton Hicks tendono a essere percepite nella parte anteriore dell’addome.

Le contrazioni di Braxton Hicks sono considerate un modo per l’utero di “allenarsi” per il travaglio vero e proprio.

Anche se il loro ruolo preciso non è completamente chiaro, si ritiene che possano aiutare a tonificare l’utero, mantenere una buona circolazione sanguigna alla placenta e preparare il collo dell’utero per il travaglio vero e proprio.

Anche se le contrazioni di Braxton Hicks sono generalmente innocue, possono essere fonte di disagio; è possibile trovare sollievo

  • cambiando posizione,
  • bevendo regolarmente acqua (la disidratazione sembra favorirle)
  • praticando tecniche di rilassamento o respirazione.

Se le contrazioni diventano regolari, dolorose, o ci sono altri sintomi preoccupanti come perdite di liquido o sanguinamento, è importante contattare immediatamente un professionista sanitario per escludere l’inizio del travaglio o altre complicazioni.

Distinguere le contrazioni di Braxton Hicks dalle vere contrazioni

Per distinguere le contrazioni di Braxton Hicks dalle vere contrazioni del travaglio, è utile considerare alcuni aspetti:

  • Le contrazioni di Braxton Hicks si risolvono spesso con il cambiamento di posizione o con l’idratazione.
  • Non portano a una dilatazione del collo dell’utero.
  • Sono generalmente meno intense e meno dolorose delle contrazioni del travaglio.

Cosa fare nell’attesa?

La prima parte del travaglio è poco prevedibile; per le mamme alla prima esperienza la durata può raggiungere anche qualche giorno. Per favorire la naturale evoluzione del travaglio è possibile

  • Fare una passeggiata
  • Fare una doccia o un bagno (non eccessivamente caldo)
  • Ascoltare musica rilassante
  • Provare le tecniche di respirazione o di rilassamento insegnate durante il corso sul parto
  • Cambiare posizione.

In assenza di complicazioni è inoltre possibile avere rapporti sessuali per favorire la progressione del travaglio.

Quando andare in ospedale?

Decidere quando recarsi in ospedale durante il travaglio è una questione cruciale per garantire sia la sicurezza della madre che del bambino e si raccomanda di discuterlo con il proprio ginecologo, in modo da essere pronti a riconoscerlo.

Secondo il manuale MSD

La gestante deve recarsi in ospedale o in un centro ostetrico nei seguenti casi:

  • Rottura delle membrane.
  • Forti contrazioni a 6 minuti di distanza o meno che durano 30 secondi o più.

Da un punto di vista generale si consiglia di osservare:

  • Regolarità delle contrazioni
    • Primo parto: Se sei alla tua prima esperienza di parto, è generalmente consigliato recarsi in ospedale quando le contrazioni sono regolari, durano circa 60 secondi e si verificano ogni 5 minuti per almeno un’ora.
    • Parti successivi: Se hai già avuto altri parti, potresti dover andare in ospedale un po’ prima, ad esempio quando le contrazioni si verificano ogni 5-6 minuti in modo regolare, poiché il travaglio potrebbe progredire più velocemente.
  • Intensità delle contrazioni: Quando le contrazioni diventano così intense che non riesci a camminare o parlare durante una di esse, è un segno che il travaglio è in una fase avanzata.
  • Rottura delle membrane: Se si verifica la rottura delle acque (la rottura del sacco amniotico che contiene il liquido in cui il bambino è immerso), è importante recarsi immediatamente in ospedale per ridurre il rischio di infezione. Il liquido può essere chiaro, avere tracce di sangue o essere leggermente verdastro.

Segnali di allarme

  • Rischio di parto pretermine: In presenza dei sintomi di travaglio prima della 37esima settimana è necessario rivolgersi immediatamente in Pronto Soccorso.
  • Segni di distress fetale: Se noti una diminuzione dei movimenti del bambino o se il liquido amniotico è verde scuro o marrone (indicativo di meconio, ovvero la prima feci del bambino, che può indicare stress fetale), è essenziale andare subito in ospedale.
  • Sanguinamento vaginale: Un sanguinamento vaginale che non sia il tipico “bloody show” (piccole perdite di sangue e muco che possono verificarsi con la dilatazione del collo dell’utero) richiede un controllo immediato in ospedale.
  • Altri sintomi preoccupanti: Sintomi come una forte cefalea, alterazioni della vista, dolore severo al ventre, o gonfiore alle mani e al viso possono essere segnali di condizioni che richiedono attenzione medica immediata.

Cosa aspettarsi?

Prima fase: inizio e dilatazione

La prima fase del travaglio inizia quando le contrazioni diventano regolari e forti, segnalando che il corpo si sta preparando per il parto; inizia percependo le contrazioni diventare più persistenti, più forti e soprattutto più regolari e frequenti nel tempo. Servono a indurre l’apertura (dilatazione), l’ammorbidimento e l’accorciamento della cervice, per consentire al bambino di spostarsi verso il canale vaginale. Questa fase si divide in due momenti: la fase latente e la fase attiva.

  • Fase iniziale (o latente): Durante questa fase, il collo dell’utero comincia a dilatarsi lentamente fino a raggiungere circa 6 centimetri. È un periodo generalmente lungo e imprevedibile. La dilatazione del collo dell’utero durante questa fase può durare fino a 20 ore per le donne al primo parto e 14 ore per quelle che hanno già partorito.
  • Fase attiva: Una volta raggiunti i 6 centimetri di dilatazione, si entra nella fase attiva. Qui, il collo dell’utero si dilata più rapidamente, arrivando fino a 10 centimetri (mediamente si dice 1 cm all’ora, ma spesso anche più lentamente per le nullipare).
    Le contrazioni sono più frequenti e intense, e questo è il momento in cui la futura mamma sente la maggiore urgenza di spingere. Potrebbero subentrare altri sintomi, come crampi alle gambe e nausea.

Seconda fase: il parto

La seconda fase del travaglio inizia quando il collo dell’utero è completamente dilatato e termina con la nascita del bambino. Durante questa fase, il bambino si muove lungo il canale del parto attraverso una serie di movimenti, che includono l’ingresso nella pelvi, la rotazione e, infine, l’espulsione.

La durata di questa fase può variare notevolmente: di solito è più breve per le donne che hanno già partorito. L’anestesia epidurale può prolungare questa fase, ma offre un significativo sollievo dal dolore.

Terza fase: dopo il parto

Subito dopo la nascita del bambino, inizia la terza fase del travaglio, che termina con l’espulsione della placenta. Questa fase può durare da pochi minuti a una mezz’ora. La gestione attiva di questa fase include l’assistenza nel distacco della placenta e la somministrazione di farmaci come l’ossitocina per prevenire eccessive perdite di sangue.

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.