Introduzione
Si parla di allergia al lattice in presenza di una reazione anomala ed esagerata del sistema immunitario in seguito al contatto o all’inalazione di particelle di lattice, una gomma liquida ricavata da alcuni alberi che crescono nelle zone tropicali del pianeta
Il lattice viene utilizzato come materiale per la creazione di tantissimi oggetti di uso comune, tra cui ad esempio
- guanti di gomma,
- preservativi,
- palloni e palloncini gonfiabili,
- giocattoli,
- equipaggiamenti sportivi da sub, come pinne, maschere e boccagli,
- dispositivi medici,
- impermeabili ed altri indumenti.
L’allergia al lattice si manifesta attraverso lo sviluppo di sintomi che riguardano diversi tessuti:
- Cute e mucose: orticaria, rossore e prurito, gonfiore ed edema, congiuntivite;
- Apparato respiratorio: rinite, starnuti, tosse, asma, dispnea;
- Shock anafilattico e morte (limitatamente a casi molto rari).
Per la diagnosi di allergia al lattice sono fondamentali l’anamnesi e l’esame obiettivo che pongono il sospetto diagnostico, eventualmente confermato dal test epicutaneo (Prick test).
La migliore terapia possibile per l’allergia al lattice consiste ovviamente nell’evitare ogni possibile contatto con le specifiche particelle, ma dal punto di vista farmacologico è possibile utilizzare farmaci antistaminici e cortisonici che riducono notevolmente la manifestazione allergica alleviando i sintomi.
Cause e classificazione
Si parla di “reazione allergica” quando il sistema immunitario sviluppa una risposta abnorme ed eccessiva nei confronti di una sostanza esterna, che prende il nome di “allergene”. Nel caso dell’allergia al lattice il contatto può avvenire
- per via cutanea (sulla pelle)
- o per inalazione delle microparticelle.
Il termine allergia al lattice è in realtà un “termine-ombrello” che può indicare 4 diverse situazioni:
- Reazione IgE-mediata: è una reazione immediata che si scatena al contatto o all’inalazione delle particelle di lattice dovuta all’attivazione delle IgE, un gruppo di immunoglobuline (anticorpi) che attivano il rilascio di istamina e altri mediatori infiammatori da parte dei mastociti, cellule responsabili dei sintomi tipici dell’allergia.
- Dermatite allergica da contatto: è una reazione di ipersensibilità ritardata di tipo IV, che prevede lo sviluppo di sintomi prettamente cutanei a distanza di diversi giorni dal contatto con particelle di lattice. I sintomi sono di tipo eczematoso con la cute che si presenta:
- pruriginosa,
- arrossata e desquamata,
- con vescicole che evolvono in croste.
- Dermatite irritativa da contatto: è la reazione più comune al lattice; non si tratta di una reazione allergica, bensì di una risposta infiammatoria della cute all’aggressione chimica del lattice nei soggetti con pelle molto sensibile. A distanza di circa 12 ore dal contatto la cute si presenta:
- secca e squamosa,
- arrossata e pruriginosa,
- con piccole vescicole.
- Shock anafilattico: grave reazione allergica potenzialmente letale, fortunatamente rara, che rappresenta una vera e propria emergenza medica; richiede l’immediato intervento del Pronto Soccorso e si presenta con sintomi che possono comparire da pochi minuti a poche ore dal contatto con l’antigene:
- manifestazioni a carico di cute e mucose (gonfiore, arrossamento, …),
- disturbi respiratori sino all’ipossia (insufficiente concentrazione di ossigeno nel sangue),
- calo improvviso della pressione arteriosa,
- perdita di coscienza,
- morte.
Dove si trova il lattice
Il lattice è capillarmente diffuso in quasi tutti i settori industriali, è possibile trovarlo ad esempio in:
- Dispositivi medici: Guanti chirurgici, cateteri vescicali, maschere anestesiologiche, elastici per i prelievi, tubi endotracheali, cannule per uso intravenoso, cerotti, elastici per apparecchi dentali, apparecchi ortodontici in gomma, …
- Anticoncezionali: Profilattici e diaframmi.
- Oggetti per bambini: tettarelle e succhiotti per neonati, palloncini, giocattoli in gomma.
- Equipaggiamenti sportivi: Pinne, maschere subacquee, accessori per la vela, palloni sportivi.
- Indumenti e calzature: bende elastiche, scarpe di gomma, suole, scarpe da ginnastica.
- Arredi e oggetti di uso domestico: guanti per uso domestico, tende per la doccia, borse dell’acqua calda, materassi e cuscini in lattice, adesivi.
- Varie: gomme per cancellare, francobolli, pneumatici.
Fattori di rischio
Attualmente la frequenza di allergia al lattice nella popolazione generale è relativamente bassa, circa 3% nella popolazione adulta e al 2% in quella pediatrica.
La prevalenza è notevolmente superiore invece in specifiche categorie ad elevata esposizione, definite “gruppi a rischio”, come ad esempio il personale sanitario dove per via del continuo contatto con strumenti e materiali realizzati in lattice, dove la prevalenza raggiunge il 3-5%.
Fra gli altri gruppi a rischio ricordiamo:
- soggetti con malattie atopiche: asma, allergie o intolleranze alimentari,
- operai che lavorano nell’industria della gomma,
- bambini affetti da spina bifida (anomalia di sviluppo della spina dorsale),
- pazienti sottoposti a numerosi interventi chirurgici,
- familiarità per allergie.
Allergie crociate
Come per altre forme allergiche è possibile sviluppare reazioni crociate con alcuni alimenti, perché alcune proteine del lattice sono chimicamente molto simili a quelle contenute in diversi cibi; per questa ragione i soggetti allergici al lattice potrebbero sviluppare reazioni più o meno severe in seguito all’ingestione di:
- mela,
- avocado,
- banana,
- carota,
- sedano,
- castagna,
- kiwi,
- meloni,
- papaia,
- patate crude
- e pomodoro.
Sintomi
I sintomi dell’allergia al lattice variano in base alla sensibilità del soggetto e alla gravità della reazione; ogni individuo allergico risponde in modo soggettivo, in una forbice di entità che può variare tra due estremi:
- assenza di sintomi,
- reazioni così gravi da richiedere un immediato intervento terapeutico per la prevenzione di esiti fatali (shock anafilattico).
I sintomi principali e più comuni dell’allergia al lattice sono a carico di:
- Cute e mucose:
- orticaria (pomfi distribuiti sulla cute),
- gonfiore di labbra, lingua, palpebre,
- arrossamento cutaneo,
- prurito diffuso,
- congiuntivite con lacrimazione.
- Apparato respiratorio, soprattutto dopo inalazione di particelle di lattice:
- rinite con starnuti e naso gocciolante,
- tosse secca,
- edema della laringe,
- asma,
- dispnea (difficoltà respiratoria con sensazione di fame d’aria),
- senso di peso sul torace.
- Altri organi o apparati:
- disturbi gastrointestinali e dolore addominale,
- vertigini,
- nausea e vomito,
- calo della pressione arteriosa,
- tachicardia,
- shock anafilattico.
I soggetti sensibilizzati possono andare incontro ad un aggravamento progressivo, così da manifestare ad ogni successivo contatto con il lattice sintomi sempre più importanti e severi sino allo sviluppo di shock anafilattico e rischio di morte.
Pericoli
Il rischio maggiore è ovviamente legato allo sviluppo di shock anafilattico, reazione abnorme con rischio di esito fatale; va notato che purtroppo, essendo il lattice presente in numerosi dispositivi medici, in assenza di una precedente diagnosi (o nel caso in cui il paziente sia incapace di comunicare), le prime operazioni di Pronto Soccorso potrebbero causare ulteriore contatto con la sostanza responsabile.
Diagnosi
La diagnosi di allergia al lattice inizia con l’anamnesi, che vede il medico formulare una serie di domande rivolte al paziente con l’obiettivo di ricostruirne la la storia clinica. Viene di solito chiesto:
- Se i sintomi si siano già manifestati in passato.
- Se il soggetto sia atopico e/o soffra di altre allergie.
- Se ci sia familiarità per allergie al lattice o di altro tipo.
Con l’esame obiettivo il medico analizza attentamente i sintomi e i segni oggettivi sviluppati dal paziente.
La conferma diagnostica prevede l’esecuzione di test epicutanei:
- Prick test: è il test più utilizzato per la sua sensibilità e specificità nella diagnosi di moltissimi tipi di allergie. A livello dell’avambraccio vengono posti degli estratti di lattice in soluzione, sotto forma di piccole gocce. A livello di ogni goccia si esegue una puntura con un piccolo ago. Se in quei determinati punti sorgono reazioni cutanee come eritemi, pomfi o vescicole allora il test sarà positivo e confermerà l’allergia.
- Prist, Rast e altri test vengono eseguiti più raramente e limitatamente a talune circostanze.
Cura e rimedi
Per l’allergia al lattice non esiste una cura che permetta una guarigione definitiva, quindi l’accorgimento terapeutico più efficace è quello di evitare ogni possibile contatto con materiali contenenti la sostanza; una parziale eccezione consiste nella possibilità di ricorrere all’immunoterapia, un trattamento di desensibilizzazione specifico (vaccino) somministrabile per via iniettiva o sublinguale. Richiede purtroppo tempi relativamente lunghi (qualche anno) ed il risultato finale è difficilmente prevedibile (non sempre si ottiene una remissione completa).
Particolare attenzione va posta per il paziente in caso di ricovero, poiché sono moltissimi i presidi ospedalieri e dispositivi medici che contengono lattice. In tal caso è d’obbligo allertare quanto prima il personale sanitario riguardo la propria allergia, così da permettere l’utilizzo di materiale appropriato.
Per alleviare i sintomi allergici e migliorare la qualità della vita è possibile assumere farmaci antistaminici e cortisonici al bisogno.
In caso di shock anafilattico, un’emergenza medica potenzialmente fatale, è necessario l’immediato ricovero in terapia intensiva con trattamento immediato e stretta osservazione per 24-48 ore; per i soggetti allergici è consigliabile avere sempre con sé un autoiniettore di adrenalina cui ricorrere in caso di bisogno.
Fonte principale
A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo