Introduzione
L’allergia al nichel è una reazione anomala e abnorme del sistema immunitario a seguito del contatto o dell’ingestione di nichel, un metallo che può essere rispettivamente contenuto in oggetti e in alcuni alimenti; viene spesso utilizzato nella realizzazione di bigiotteria e oggetti d’uso comune (monete, chiavi, attrezzi metallici, orologi, bracciali, utensili da cucina, …), ma è presente in tracce anche in numerosi alimenti.
I sintomi dell’allergia cutanea al nichel sono quelli di una dermatite allergica da contatto e compaiono a circa 48 ore dall’esposizione al nichel in forma di:
- eczema allergico,
- arrossamento e prurito,
- sviluppo di vescicole che evolvono in croste,
- gonfiore locale nella sede di contatto.
Più raramente, in seguito all’ingestione di grosse quantità di nichel con gli alimenti o con l’acqua, si possono manifestare anche sintomi gastrointestinali come:
- nausea e vomito,
- crampi e dolore addominale,
- bruciore di stomaco,
- diarrea,
- gonfiore addominale,
- inappetenza e astenia.
Per la diagnosi ci si avvale di anamnesi ed esame obiettivo, coadiuvati da alcuni test cutanei come il patch-test.
Non essendoci una cura definitiva per tale forma di allergia (raramente si guarisce, anche se è possibile osservare un’evoluzione dei sintomi nel tempo), il trattamento si fonda essenzialmente sull’evitare ogni possibile contatto od esposizione al nichel. Eventuali sintomi allergici possono essere alleviati con l’utilizzo di farmaci antistaminici e cortisonici.

iStock.com/elly960
Cause
Il nichel è un metallo solido di colore argenteo, la cui esposizione all’uomo può avvenire in diversi modi:
- Ingestione di cibo e acqua: diversi tipi di alimenti contengono nichel, inoltre può verificarsi una contaminazione mediante scarti industriali che inquinano le falde acquifere, nonché attraverso pentole e tegami usati per cuocere il cibo.
- Esposizione aerea: inquinamento dell’aria, fumo di tabacco, fumo di combustione fossile.
- Contatto cutaneo: attraverso gioielli, monete, shampoo, detergenti, …
- Emodialisi cronica: nei pazienti con insufficienza renale cronica per l’azione chelante dell’albumina.
L’allergia al nichel è piuttosto diffusa, probabilmente a causa della sempre più pervasiva presenza del metallo in molti oggetti di uso comune e in alcuni alimenti. Si stima che possa interessare fino al 5% della popolazione.
Da un punto di vista biochimico consiste in una reazione di ipersensibilità ritardata di tipo IV, durante la quale il nichel viene riconosciuto come sostanza estranea e per questo induce il sistema immunitario ad una reazione anomala in caso di contatto.
La sensibilizzazione al nichel può avvenire già dal primo contatto, o svilupparsi progressivamente ad ogni successiva esposizione.
Fattori di rischio
I soggetti più a rischio di sviluppare l’allergia sono:
- i lavoratori dell’industria del nichel e dei metalli pesanti,
- soggetti di sesso femminile (forse a causa della maggior diffusione degli orecchini),
- soggetti atopici e/o con altri tipi di allergie,
- pazienti con familiarità per patologie allergiche (graminacee, acari della polvere, …).
Costituiscono un fattore di rischio anche:
- utilizzo di piercing ed orecchini non nickel-free,
- obesità (nelle donne).
Sintomi
L’allergia al nichel produce sintomi cutanei a distanza di pochi giorni dal contatto con la sostanza, tipicamente con lo sviluppo di una dermatite eczematosa con:
- arrossamento e prurito cutaneo,
- vescicole che possono evolvere in croste,
- gonfiore della zona colpita,
- pelle squamosa che si screpola,
- talvolta ulcere e lesioni da grattamento con dolore e bruciore.
Tali sintomi possono durare diversi giorni o anche settimane se non viene interrotto il contatto col nichel. Il sudore può velocizzare la comparsa dei sintomi e amplificarne la portata.
Nel caso si verifichi un’importante ingestione di nichel attraverso l’alimentazione il paziente può sviluppare anche altri sintomi (allergia sistemica), soprattutto di natura gastrointestinale:
- orticaria,
- nausea e vomito,
- crampi e dolore addominale,
- bruciore di stomaco,
- diarrea o stipsi,
- gonfiore addominale,
- inappetenza e astenia,
- cefalea,
- asma.
Raramente è possibile osservare lo sviluppo di sovra-infezioni batteriche, per esempio favorire dal grattamento delle lesioni.
Diagnosi
La diagnosi di allergia al nichel comincia con l’anamnesi, procedimento che permette al medico di ricostruire la storia clinica del paziente mediante alcune domande:
- I sintomi si sono già manifestati in passato?
- Indossa bigiotteria o utilizza oggetti contenenti nichel?
- Il soggetto è atopico e soffre di altre allergie?
- C’è familiarità per allergie al nichel o di altro tipo?
Attraverso l’esame obiettivo il medico analizza attentamente i sintomi e i segni oggettivi sviluppati dal paziente, con un’attenta analisi delle manifestazioni cutanee correlandole ad eventuali contatti con oggetti in nichel.
La conferma diagnostica prevede l’esecuzione di test epicutanei tra cui il Patch-test: sul dorso del paziente si applicano diversi cerotti contenenti differenti sostanze di cui verificare l’eventuale sensibilità. A distanza di 48-72 ore si rimuovono tali cerotti e si osservano eventuali reazioni allergiche cutanee locali che renderanno il test positivo e confermeranno la diagnosi di allergia al nichel.
Rimedi e cura
Con l’eccezione rappresentata dall’immunoterapia (vaccino per l’allergia, tuttavia non sempre praticabile in tutti i pazienti e soprattutto con una risposta difficilmente prevedibile a priori), non esiste purtroppo una cura definitiva per l’allergia al nichel, motivo per cui l’accorgimento terapeutico fondamentale è semplicemente quello di evitare ogni possibile contatto con il metallo.
Il cibo è la principale fonte di esposizione al nichel per la popolazione generale, in particolare negli alimenti di origine vegetale; la concentrazione effettivamente presente può tuttavia variare considerevolmente da un luogo di coltura all’altro, in virtù del diverso contenuto del metallo nel suolo (ma anche della stagionalità e della parte della pianta consumata).
Per questa ragione è difficile stilare un elenco completo degli alimenti che lo contengono, anche se quelli considerati a maggior rischio sono:
- alcuni cereali e pseudocereali (grano, segale, avena, miglio, grano saraceno),
- cacao,
- tè,
- gelatina,
- lievito in polvere,
- prodotti a base di soia,
- legumi (fagioli rossi, piselli, lenticchie, arachidi, semi di soia e ceci),
- frutta secca a guscio (noci, nocciole),
- cibi in scatola ,
- alcune bevande (birra e vino rosso),
- pesci (sgombro, tonno, aringhe) e crostacei,
- semi (girasole, lino),
- frutta e verdura (pomodori, cipolla, carote).
Per alleviare i sintomi più importanti e migliorare di conseguenza la qualità di vita è possibile utilizzare farmaci antistaminici o, in casi più gravi, cortisonici.
Il rischio di shock anafilattico in caso di allergia al nichel è estremamente basso.
A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo