Andropausa nell’uomo: significato, sintomi, età, rimedi

Introduzione

L’andropausa è una fase della vita dell’uomo in cui avviene un fisiologico declino nella produzione di ormoni maschili, di cui il principale è il testosterone. Questo naturale abbassamento dei livelli di testosterone è responsabile di numerosi cambiamenti che sopraggiungono nell’uomo con l’avanzare dell’età, considerati come tipici sintomi dell’andropausa, tra i quali:

  • calo del desiderio sessuale
  • disfunzione erettile, e conseguentemente diminuite prestazioni sessuali o difficoltà nei rapporti sessuali
  • possibile diminuzione della fertilità (benché spesso si mantenga comunque una sufficiente capacità riproduttiva anche in età avanzata).

Il calo di testosterone si ripercuote non solo sulla sfera sessuale e sulla capacità di procreare, ma anche su altri aspetti della vita dell’uomo, condizionando:

  • l’aspetto fisico
  • il metabolismo
  • la psiche dell’uomo.
Andropausa

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Effetti del testosterone

Il testosterone è l’ormone fondamentale della sessualità, ma è responsabile di anche molti altri aspetti della vita dell’uomo.

È necessario per la funzione sessuale maschile e riproduttiva, e ha effetti sul comportamento sessuale, infatti

  • sostiene la spermatogenesi (la produzione di spermatozoi da parte del testicolo), processo indispensabile per la fertilità, determinando la capacità di fecondare
  • stimola la libido (il desiderio sessuale)
  • è necessario per l’erezione (determinandola principalmente agendo a livello centrale sul desiderio sessuale, piuttosto che attraverso effetti diretti sul tessuto penieno).

Ha effetti sul comportamento, anche non sessuale, infatti:

  • aumenta l’aggressività
  • aumenta la motivazione personale
  • agisce sul cervello dell’uomo determinando effetti cognitivi, in particolare le abilità visuo-spaziali.

È responsabile di caratteristiche fisiche tipiche del maschio, quali:

  • l’abbassamento del tono della voce alla pubertà, quando la laringe si ingrandisce e le corde vocali diventano più spesse
  • la crescita e il mantenimento della distribuzione maschile dei peli (su volto, petto, ascelle, pube)
  • stimola la secrezione di sebo: la pelle diventa più spessa e grassa
  • induce calvizie frontale
  • esercita un’azione anabolizzante sul muscolo, aumentando la massa e la forza muscolare.

Esercita, inoltre, importanti azioni metaboliche:

  • influenza i livelli di colesterolo
  • facilita il mantenimento della densità minerale ossea
  • stimola la secrezione di eritropoietina e la conseguente produzione di globuli rossi (da qui l’uso improprio del testosterone come sostanza anabolizzante).

A che età l’uomo va in andropausa?

Nella donna il momento d’esordio della menopausa, segnato dalla cessazione dei flussi mestruali, è collocato solitamente intorno ai 50 anni.

I cambiamenti ormonali che avvengono nella donna (che consistono in un crollo nella produzione degli estrogeni) sono abbastanza repentini e per questo spesso vengono avvertiti con importanti disagi.

L’uomo a partire dai 40 anni va incontro a un fisiologico calo di testosterone, tuttavia l’inizio dell’andropausa è molto sfumato, così come il suo decorso, poiché i cambiamenti ormonali nell’uomo sono estremamente lenti e graduali, tanto che

  • in molti uomini l’andropausa non dà sintomi, decorrendo senza disturbi
  • l’abbassamento dei livelli di testosterone diventa realmente rilevante solo in età molto avanzata: per questo l’andropausa, quando dà segno di sé, si manifesta dopo i 60 anni, quando la diminuzione degli ormoni maschili comincia ad essere significativa.

Fattori di rischio

Non in tutti gli uomini la riduzione di testosterone avviene alla medesima velocità. In alcuni uomini si osserva una marcata riduzione di testosterone, e quindi sintomi dell’andropausa, anche prima dei 60 anni. Tale condizione, nota come andropausa precoce, è riconducibile ad alcuni fattori di rischio che rendono il declino del testosterone molto più rapido, tra cui:

  • Obesità e sedentarietà: una grande quantità di tessuto adiposo accelera la diminuzione dell’ormone maschile; il tessuto adiposo contiene infatti l’enzima aromatasi, responsabile tanto nell’uomo quanto nella donna della conversione degli androgeni ad estrogeni, con conseguente riduzione dei livelli di testosterone nell’uomo
  • Abuso di alcol: l’alcol abbassa il testosterone perché interferisce con la sua sintesi e danneggia le cellule del Leydig (cellule deputate alla produzione dell’ormone maschile).
  • Fumo, che avendo una forte azione vasocostrittrice riduce l’afflusso di sangue, fondamentale per il processo di erezione
  • Alimentazione poco sana
  • Stress
  • Pressione alta
  • Diabete

Questi fattori di rischio, oltre ad accelerare il declino di testosterone, conducono ad aterosclerosi (formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie), comportando una disfunzione erettile su base vascolare, e difficoltà sessuali ancora prima dell’inizio dell’andropausa. Problemi nell’erezione, soprattutto in età non avanzata, ben più frequentemente sono quindi legati a problematiche di natura circolatoria piuttosto che all’abbassamento dei livelli di testosterone tipico dell’andropausa.

Sintomi dell’andropausa

La sintomatologia correlata ai cambiamenti ormonali, date le numerose funzioni dell’ormone testosterone, è molto varia.

Disturbi della sfera sessuale

I disturbi suggestivi di una carenza di testosterone che più vengono percepiti dall’uomo come sintomi dell’andropausa sono relativi alla sfera sessuale e comprendono:

  • calo del desiderio, sintomo tipico di una disfunzione erettile dovuta a diminuiti livelli di ormone maschile; al contrario una disfunzione erettile che avviene in presenza di un desiderio conservato (quindi di testosterone normale) sicuramente non è dovuta ad andropausa ma ad altre cause
  • disfunzione erettile e prestazioni sessuali ridotte
  • diminuzione delle erezioni involontarie al mattino (il momento della giornata in cui il testosterone è più elevato)
  • riduzione dell’attività sessuale.

Sulle problematiche relative alla sfera sessuale non incide solo il calo del testosterone, ma anche fattori psicologici ed emotivi che spesso subentrano nell’uomo anziano.

L’infertilità è una problematica meno sentita nell’anziano; spesso comunque, sebbene si riduca il numero e la motilità degli spermatozoi (oligo-astenospermia), anche durante l’andropausa la spermatogenesi e la capacità riproduttiva sono mantenute e l’uomo, diversamente dalla donna, è in grado di procreare anche in età avanzata.

Disfunzione erettile

Uno dei disturbi che crea maggior disagio nell’uomo è la disfunzione erettile (ovvero l’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione) per l’enorme impatto che ha sulla qualità della vita e sulla psiche maschile.

È una problematica molto frequente, anche in età non particolarmente avanzate, tanto che secondo stime recenti circa la metà degli uomini di età compresa tra 40 e 70 anni riferisce un qualche grado di disfunzione erettile.

In passato si riteneva che lo sviluppo di disfunzione erettile fosse normale con l’avanzare dell’età; sebbene i cambiamenti ormonali tipici  dell’andropausa possono incidere in modo significativo, più spesso si tratta di un disturbo legato ad altre problematiche, che possono subentrare anch’esse con l’avanzare dell’età, ma che nulla hanno a che fare con l’andropausa intesa come fisiologica riduzione dei livelli di testosterone.

Il processo di erezione è garantito da:

  • sistema circolatorio, con la vasodilatazione dei corpi cavernosi
  • sistema nervoso
  • sistema endocrino (il desiderio sessuale è influenzato dagli ormoni, e in particolare determinato dal testosterone).

Di conseguenza alla base di una disfunzione erettile, oltre a un abbassamento dei livelli di testosterone, possono esservi:

  • cause psicologiche (disfunzione erettile legata a problemi di ansia, depressione, stress…)
  • cause vascolari
  • fumo di sigaretta

Nella maggior parte dei casi la disfunzione erettile è manifestazione di patologie vascolari sistemiche che causano problemi circolatori e aterosclerosi in molti distretti: le placche di aterosclerosi, che ostacolano il flusso di sangue all’interno delle arterie, sono infatti ubiquitarie, interessando, oltre ai classici distretti circolatori (coronarie, carotidi…) anche le arterie dell’apparato genitale, interferendo così con il processo di erezione.

  • cause neurologiche, tra cui
    • neuropatia autonomica, complicanza di diabete non ben controllato, e frequentissima
    • lesioni del midollo spinale
    • interventi chirurgici nella regione pelvica (ad esempio lesione dei nervi pudendi in seguito a intervento chirurgico prostatico)
  • cause farmacologiche, come ad esempio
    • effetti indesiderati di alcuni farmaci (antiandrogeni, antipertensivi, antidepressivi, sedativi)
    • alcol e sostanze d’abuso, come cocaina ed amfetamine
  • cause endocrine, tra cui
    • ipogonadismi, in cui il deficit di testosterone è manifesto già in età giovanile
    • iperprolattinemia
    • eccesso di cortisolo (ormone dello stress).

Sintomi fisici

Da un punto di vista fisico si possono osservare

  • Riduzione della massa muscolare e della forza muscolare
  • Aumento di peso, in particolare con aumento del grasso addominale, sul petto e sui fianchi
  • Ginecomastia (ovvero un evidente aumento del volume della mammella, in parte per l’aumento di adiposità sul petto, in parte per lo sviluppo della ghiandola mammaria in conseguenza dell’aumento relativo degli estrogeni)
  • Perdita di peli, particolarmente nelle aree cutanee androgeno-dipendenti (pube, volto)

Alterazioni metaboliche

Possono essere rilevate

  • Lieve tendenza all’anemia
  • Osteoporosi (diminuzione della massa ossea e della resistenza dell’osso); nella donna il metabolismo dell’osso cambia in maniera più brusca e precoce, nell’uomo in maniera più graduale, come più graduali sono i cambiamenti ormonali
  • Cambiamenti nel metabolismo glucidico, con aumento di insulino-resistenza (anche legato all’aumento di adiposità) e possibile insorgenza di diabete
  • Alterazioni nel metabolismo dei lipidi, con aumento del colesterolo circolante.

Disturbi dovuti a instabilità vasomotoria

Anche se meno evidenti e frequenti rispetto alla donna, anche l’uomo può talvolta lamentare (inoltre se presenti più spesso dovuti a cause intercorrenti come l’assunzione di alcuni farmaci)

Sintomi psicologici

La diminuzione del testosterone, ormone che agisce anche sul cervello, può causare un lieve declino delle funzioni cognitive ed altri sintomi psichici, che però da soli non sono necessariamente riconducibili all’andropausa, come:

  • difficoltà di concentrazione
  • diminuzione della memoria, con difficoltà a ricordare le cose
  • ansia
  • tensione
  • irritabilità
  • nervosismo
  • umore depresso
  • stanchezza e affaticabilità
  • disturbi del sonno.

Diagnosi

Di solito il paziente si rivolge al proprio medico perché nota, rispetto al passato, difficoltà nell’attività sessuale; in questa situazione è in genere indicata una visita andrologica.

Per poter parlare di andropausa devono essere individuati

  • criteri clinici, ovvero sintomi suggestivi della carenza di ormone maschile
  • criteri biochimici, la riduzione del testosterone deve cioè essere documentata attraverso esami del sangue.

L’andrologo è in grado di stabilire se si tratti o meno di sintomi dell’andropausa attraverso:

  • Anamnesi, colloquio durante il quale il paziente riferisce i propri disturbi
  • Esame obiettivo, in cui il medico ispeziona il paziente rilevando l’eventuale presenza di segni generali riconducibili alla diminuita produzione di androgeni (distribuzione dei peli sul corpo, del grasso corporeo) ed esaminando esternamente i genitali (volume testicolare, alterazioni del pene)
  • Analisi del sangue, in particolare
    • esecuzione dei dosaggi ormonali, soprattutto del testosterone al mattino
    • esami per valutare il profilo di rischio del paziente, come glicemia e colesterolo (HDL e LDL), ma anche livelli di vitamina D

Nel caso di disfunzione erettile, il consulto di un urologo-andrologo è fondamentale poiché consente di individuare possibili cause organiche di disfunzione erettile tramite esami come l’ecocolordoppler penieno (esame che studia l’afflusso di sangue su pene in erezione indotta dalla somministrazione di prostaglandine per valutare la circolazione nei corpi cavernosi e la presenza di placche aterosclerotiche).

L’esame del liquido seminale è raramente necessario, ma può trovare indicazione nel caso in cui un uomo di età avanzata desiderasse un figlio insieme alla sua compagna (necessariamente più giovane); è possibile osservare un quadro normale od una o più alterazioni:

  • oligospermia (pochi spermatozoi nel liquido seminale)
  • astenospermia (ridotta motilità degli spermatozoi)
  • azoospermia (assenza di spermatozoi nel liquido seminale).

Prognosi e complicazioni

L’andropausa non è una malattia, bensì un insieme di cambiamenti fisiologici legati all’avanzare dell’età; è cioè ben diversa dagli ipogonadismi, condizioni patologiche in cui bassi livelli di testosterone sono tipicamente riscontrabili fin dalla giovane età.

I disturbi legati all’andropausa hanno tuttavia un profondo effetto sulla psiche dell’uomo, che per certi versi si rivela psicologicamente più fragile della donna nell’affrontare i cambiamenti legati all’invecchiamento, con possibili ripercussioni anche sulla vita di coppia.

Cura e rimedi

Stile di vita

I possibili rimedi per aumentare i livelli di testosterone nel sangue implicano soprattutto un cambiamento dello stile di vita

  • smettere di fumare
  • adozione di un’alimentazione sana ed equilibrata
  • perdere peso se necessario: l’aumento di peso è un effetto del calo di testosterone, ma a sua volta causa l’abbassamento dei livelli di testosterone
  • evitare gli alcolici
  • ridurre stress, stanchezza e affaticamento.

Molto importanti sono le misure di prevenzione per contrastare l’osteoporosi legata all’andropausa, a tal fine sono raccomandati:

  • attività motoria
  • alimentazione ricca di calcio
  • esposizione al sole, per aumentare la sintesi di vitamina D (moderata, mai eccessiva, per evitare di favorire la comparsa di tumori della pelle)
  • se necessario, integrazione di vitamina D e calcio
  • MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), esame di cui è poco considerata l’importanza nell’uomo.

Terapia sostitutiva a base di testosterone

È possibile intervenire con la supplementazione di piccole quantità di testosterone, ormone che può essere somministrato

  • per via transdermica, tramite l’utilizzo di
    • preparazioni in gel
    • cerotti cutanei
  • per via orale (compresse)
  • per via intramuscolare (iniezioni di testosterone).

Questa terapia è tuttavia attuabile solo nel caso in cui vengano documentati livelli di testosterone molto bassi. Una terapia sostitutiva con testosterone, per sostituire o integrare la secrezione androgenica endogena nell’uomo, è indicata infatti esclusivamente

  • in pazienti affetti da ipogonadismo (patologia caratterizzata da deficit di testosterone) per ripristinare i normali livelli di ormone
  • in età avanzata per il trattamento dell’andropausa solo se i livelli di testosterone siano molto bassi, in associazione ad evidenti sintomi di carenza ormonale.

È preferibile non assumere testosterone direttamente, meglio invece stimolarne la produzione da parte dell’organismo, in quanto la terapia con testosterone può essere gravata da numerosi effetti collaterali (i farmaci per aumentare il testosterone nel sangue richiedono per questo di essere assunti sempre sotto stretto controllo medico, possibilmente di un andrologo).

Effetti collaterali

Una terapia inappropriata non è di beneficio e livelli sovrafisiologici di testosterone possono essere causa di severi effetti indesiderati:

  • rischio di eventi trombo-embolici (infarto ed ictus, ad esempio), in quanto il testosterone aumenta l’ematocrito (la percentuale di globuli rossi nel sangue) e quindi la viscosità del sangue, con facile formazione di trombi
  • aumento del colesterolo LDL e riduzione del colesterolo HDL, che contribuiscono ad aumentare il rischio cardiovascolare
  • infertilità, per blocco della spermatogenesi: livelli di testosterone sopra la norma (per introduzione di testosterone esogeno) inibiscono la produzione ipofisaria di FSH e LH (ormoni che controllano le gonadi) determinando azoospermia e atrofia testicolare (riduzione di volume dei testicoli)
  • rischio di ipertrofia muscolare, che è un effetto purtroppo ricercato nei casi di assunzione impropria di testosterone a scopo di doping, con la convinzione che gli steroidi anabolizzanti in dosi superiori a quelle fisiologiche aumentino la forza e l’aggressività, migliorando le prestazioni sportive. Se i livelli di testosterone sono sopra la norma il cuore, muscolo anch’esso, va incontro ad una pericolosa ipertrofia.
  • alterazioni comportamentali:
    • dipendenza psicologica
    • aumento dell’aggressività, nervosismo
    • sintomi psicotici
  • crescita in volume della prostata e disturbi urinari: la prostata circonda una parte dell’uretra e, ingrandendosi, va a comprimere l’uretra causando disturbi nella minzione
  • insorgenza di tumori: il testosterone ha un ruolo nello sviluppo del cancro alla prostata (tanto da rendere controindicata la terapia ormonale sostitutiva con testosterone in caso di tumore alla prostata o PSA elevato)
  • pelle grassa e acne
  • calvizie

Altri farmaci

Molto utilizzati per il trattamento della disfunzione erettile, da assumere sotto indicazione del medico curante che ne modulerà gli opportuni dosaggi, sono i farmaci inibitori di fosfodiesterasi, come

  • Sildenafil (ad esempio Viagra®) da assumere circa un’ora prima dell’attività sessuale
  • Vardenafil (ad esempio Levitra®) da assumere da 25 a 60 min prima dell’attività sessuale
  • Avanafil (ad esempio Spedra®), da assumere da 30 a 45 minuti prima dell’attività sessuale
  • Tadalafil (ad esempio Cialis®), spesso preferito in virtù della lunga durata d’azione: può essere assunto da 30 min a 12 ore prima dell’attività sessuale, perché l’efficacia può durare fino a 24 ore dopo l’assunzione (ma si ricorda che in questo contesto per efficacia s’intende la capacità di ottenere un’erezione in caso di appropriati stimoli psico-fisici, NON che l’erezione duri persistentemente per 24 ore senza soluzione di continuità).

Supporto psicologico

Fondamentale è infine l’accettazione di una delle trasformazioni legate al normale invecchiamento, se necessario con un supporto psicologico.

Prevenzione

Prevenire in assoluto quello che è un fisiologico calo normale non è possibile, ma un adeguato stile di vita è fondamentale al fine di evitare un precoce e marcato calo di testosterone; si può agire sui fattori di rischio che accelerano il processo di fisiologica riduzione dell’ormone mediante una serie di abitudini che ne migliorano la produzione, ad esempio:

  • pratica di una regolare attività sessuale
  • alimentazione equilibrata e povera di alcol
  • regolare e moderata attività fisica
  • dieta e perdita di peso in caso di sovrappeso/obesità
  • astensione dal fumo.

È importante che l’uomo si sottoponga più spesso, al bisogno, a un controllo della salute maschile: mentre infatti la donna è abituata a rivolgersi al proprio ginecologo, è più raro che l’uomo si rivolga a un andrologo.

 

 

A cura della Dr.ssa Cristina Chiappalone

 

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.