Anemia sideropenica (carenza di ferro): sintomi, cause e cura

Introduzione

L’emoglobina è una proteina, contenuta nei globuli rossi del sangue, che ha l’importante funzione di trasportare l’ossigeno a tutti i tessuti del corpo; l’anemia è definita come una riduzione della quantità di emoglobina nel sangue al di sotto dei valori normali.

Si tratta di un disturbo clinico molto comune, che interessa circa un quarto della popolazione mondiale, soprattutto

  • donne,
  • bambini
  • ed anziani.

Per un buon mantenimento dei normali valori di emoglobina è necessario che nel nostro organismo ci sia un costante equilibrio tra la produzione e la distruzione dei globuli rossi. Non sempre questo equilibrio è mantenuto, è infatti possibile che, per svariate cause,

  • venga prodotto un numero di globuli rossi insufficiente
  • o la velocità con cui vengono distrutti quelli più vecchi aumenti eccessivamente.

Quando si verifica almeno una di queste condizioni si andrà incontro allo sviluppo di anemia.

A differenza di quanto si spesso si crede anemia NON è sinonimo di carenza di ferro che, sebbene molto comune, è invece solo una delle innumerevoli possibili cause, insieme a:

Due forme comuni di anemia sono l’anemia da carenza di ferro e l’anemia da carenza di folati, su cui ci concentreremo in questo articolo.

Cause

Anemia da carenza di ferro (sideropenica)

L’anemia da carenza di ferro è dovuta ad un deficit della disponibilità di ferro nell’organismo, metallo indispensabile per la produzione dell’eme. L’eme è un componente essenziale per la formazione di alcune proteine del corpo, tra cui proprio l’emoglobina: se la disponibilità di ferro è limitata, l’emoglobina non potrà essere prodotta in quantità sufficiente.

Le cause più comuni della carenza di ferro sono generalmente da ricercarsi in una o più delle seguenti condizioni:

  • scarso apporto alimentare,
  • anomalie dell’assorbimento,
  • perdite di sangue acute o croniche,
  • aumentato fabbisogno (come per esempio in gravidanza).

Fattori di rischio

I fattori in grado di favorire lo sviluppo di anemia sideropenica sono:

  • diete poco equilibrate o carenti
  • malnutrizione
  • donne in età fertile con flussi mestruali abbondanti,
  • età della lattazione, a causa di un aumentato fabbisogno dovuto alla fase di accrescimento non bilanciato da una dieta prevalentemente a base di latte,
  • donazioni di sangue abituali (con una dieta corretta non si registrano tuttavia criticità o necessità d’integrazione),
  • salassi terapeutici,
  • attività sportiva molto intensa (anemia dello sportivo),
  • età anziana,
  • gravidanza ed allattamento,
  • emorragie croniche per malattie intestinali (emorroidi, ulcera peptica, ernia iatale, diverticoli del colon, malattie intestinali infiammatorie, tumori del colon e dello stomaco), o più raramente, per malattie polmonari o delle vie urinarie e genitali,
  • interventi chirurgici di asportazione di un esteso tratto di stomaco/intestino, con conseguente ridotta capacità di assorbire il ferro per riduzione della superficie disponibile,
  • pazienti con perdite urinarie croniche di ferro (ad esempio chi è affetto da emoglobinuria parossistica notturna o da una condizione di emolisi cronica per innesto di protesi cardiache).

Si noti che una dieta vegetariana o vegana correttamente pianificata non espone ad un aumento del rischio di anemia più di una dieta onnivora.

Anemia da carenza di folati (megaloblastica)

L’anemia da carenza di folati è conseguenza di un deficit della disponibilità di acido folico nell’organismo.

L’acido folico è una vitamina del gruppo B che l’uomo non è in grado di produrre, trovandosi quindi nella condizione di dover obbligatoriamente assumere con la dieta, in quanto di fondamentale importanza per la sintesi del DNA e dell’RNA (gli acidi nucleici presenti all’interno delle cellule).

Una carenza di folati comporta quindi una riduzione di sintesi degli acidi nucleici, con conseguenze negative sull’attività del midollo osseo e quindi sulla produzione dei globuli rossi.

Le cause più comuni della carenza di folati sono:

  • carenze nutrizionali,
  • malassorbimento,
  • condizioni di aumentato fabbisogno,
  • alterazioni dell’utilizzo.

Fattori di rischio

I fattori di rischio più rilevanti legati allo sviluppo di carenza da folati sono:

  • consumo alimentare insufficiente di acido folico, per condotta alimentare poco sana/equilibrata (dieta sbilanciata, povera di frutta e verdura, stati di malnutrizione, alcolismo, …),
  • intervento chirurgico di asportazione di un esteso tratto intestinale, con conseguente riduzione della superficie di assorbimento disponibile,
  • soggetti affetti da tumore,
  • infezioni gravi,
  • malattie intestinali infiammatorie croniche (ad esempio il morbo celiaco),
  • sprue tropicale (una malattia tipica dell’India e dei paesi tropicali caratterizzata da malassorbimento),
  • assunzione cronica di farmaci noti per ridurre la quantità di acido folico nel corpo umano o diminuirne la capacità di assorbimento (ad esempio barbiturici ed antiepilettici),
  • gravidanza (per aumentato fabbisogno),
  • bambini prematuri.

Sintomi

Normalmente i valori di emoglobina sono compresi tra:

  • 13-17 g/dl nell’uomo,
  • 12-16 g/dl nella donna.

Non sempre un’anemia si presenta con sintomi, nel caso di rilievo di valori inferiori a quelli di riferimento ed in assenza di disturbi di parla di anemia subclinica, situazione molto comune nel caso dell’anemia da carenza di ferro e/o di folati, in cui spesso si assiste ad un decorso lento e progressivo, caratterizzato da sintomi assenti o lievi perché l’organismo inizialmente è in grado di compensare il mancato apporto di queste sostanze ricorrendo ai propri depositi.

Le riserve del corpo sono tuttavia limitate e al loro scarseggiare possono iniziare a comparire i primi disturbi.

I sintomi più comuni dell’anemia sideropenica, dovuti ad una riduzione del livello di emoglobina nel sangue e quindi ad una riduzione dell’apporto di ossigeno ai tessuti, sono:

Prognosi e complicazioni

L’anemia da carenza di ferro/vitamine non è solitamente una condizione grave, tuttavia valori di emoglobina bassi possono interferire con l’attività lavorativa negli adulti o con il gioco nei bambini.

Le persone anemiche accusano frequentemente stanchezza e tendono ad affaticarsi facilmente, anche per sforzi leggeri.

Altro rischio potrebbe essere la comparsa di aritmie, ossia un battito cardiaco più veloce o irregolare; il cuore infatti dovrà lavorare di più, pompando più sangue ai tessuti per ovviare alla scarsità di ossigeno dovuta all’anemia.

La corretta esecuzione della terapia consente comunque una regressione di tali disturbi.

Diagnosi

La diagnosi di anemia può essere confermata dal medico attraverso la semplice valutazione dei sintomi descritti dal paziente ed eventualmente confermata dalle analisi di laboratorio.

Più complicata risulta invece la ricerca della causa scatenante l’anemia, che non può che iniziare dall’anamnesi (raccolta della storia clinica) e dall’esame obiettivo (visita medica vera e propria).

Il medico interrogherà il paziente circa:

  • abitudini alimentari e voluttuarie,
  • assunzione di farmaci,
  • familiarità o difetti genetici noti,
  • altre condizioni:
    • ciclo mestruale,
    • possibile gravidanza,
    • malattie croniche,
    • tumori,
    • infezioni.

La visita medica comprenderà in particolare:

  • palpazione dell’addome (per eventuale riscontro di un aumento della dimensione di milza o fegato),
  • ispezione della cute e delle mucose (per la ricerca di pallore, subittero o segni emorragici quali petecchie diffuse, ecchimosi, sanguinamento gengivale, epistassi),
  • ispezione del cavo orale (per la ricerca di glossite o della sindrome di Plummer- Vinson, caratterizzata da glossite, difficoltà alla deglutizione e anemia sideropenica),
  • esame pelvico ed esame rettale (per escludere un sanguinamento cronico).

Le prove di laboratorio preliminari comprendono le seguenti analisi del sangue:

  • Per l’anemia da carenza di ferro si riscontrano
    • globuli rossi più piccoli (microcitosi) e pallidi (ipocromia),
    • bassi valori di emoglobina, globuli rossi, ematocrito (cioè numero di globuli rossi e loro volume) ed indice MCV (ossia volume dei globuli rossi);
    • sideremia e ferritina (depositi di ferro nell’organismo) basse,
    • transferrina (proteina di trasporto del ferro) elevata.
  • Per l’anemia da carenza di folati si riscontrano
    • globuli rossi più grossi (macrocitosi) e meno numerosi,
    • livelli di folati ridotti.
    • Può essere richiesto anche il livello di vitamina B12 (anemia perniciosa), la cui carenza si accompagna spesso a quella dei folati.

Nei casi dubbi, può essere richiesto dal medico un approfondimento di diagnosi con esami più complessi (quali ricerca del sangue occulto nelle feci, analisi del midollo osseo).

Trattamento e rimedi

Curare l’anemia da carenza di ferro o vitamine è possibile.

Per l’anemia da carenza di ferro il medico prescriverà integrazioni a base di ferro fino alla completa correzione dell’anemia, che solitamente si verifica in circa due mesi. Alcuni pazienti possono riferire fastidi digestivi (bruciore allo stomaco, crampi addominali, diarrea) durante l’assunzione dei sali ferrosi. In questi casi è utile consultare il medico per

  • ridurre il dosaggio,
  • associare un gastroprotettore
  • o passare ad una terapia per via endovenosa.

Se la causa della carenza di ferro è una perdita di sangue, escluse le mestruazioni, questa va localizzata e bloccata.

Per l’anemia da carenza di folati, il medico prescriverà integrazioni di acido folico da assumere quotidianamente fino alla completa correzione dell’anemia. Nei casi in cui la causa dell’anemia non sia correggibile sarà necessaria una terapia di mantenimento.

L’acido folico è importante in corso di gravidanza dal momento che contribuisce a prevenire difetti di formazione del tubo neurale ( come la spina bifida), è importante quindi che venga assunto dalle donne già nelle prime fasi della gravidanza!

Prevenzione

La prevenzione dell’anemia sideropenica o da carenza di vitamine si basa su un’alimentazione varia ed equilibrata, ricca di cibi ad elevato contenuto di ferro o acido folico.

Cibi ad elevato contenuto di ferro sono:

  • carne rossa,
  • carne di maiale,
  • verdure a foglia verde (cavoli, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, broccoli, asparagi, cetrioli, spinaci, erbette),
  • frutta secca,
  • pollo,
  • frutti di mare,
  • fagioli ed altri legumi.

Un’alimentazione vegetariana o vegana è perfettamente compatibile con il mantenimento di uno status ottimale di ferro, grazie anche ai meccanismi di adattamento intestinale che sono in grado di calibrarsi rispetto alla fonte di ferro disponibile (animale o vegetale).

Fotografia di alimenti ad alto contenuto di ferro

iStock.com/happy_lark

Cibi ad elevato contenuto di folati sono:

  • fegato,
  • carni rosse,
  • pane e cereali arricchiti (riso, frumento, orzo, germe di grano),
  • frutta secca,
  • agrumi,
  • legumi,
  • verdure a foglia verde,
  • semi oleosi.
Alimenti ricchi di folati

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A cura della Dottoressa Tiziana Bruno, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.