Angioma rubino: cause, sintomi, pericoli e cura

Introduzione

L’angioma rubino è una proliferazione vascolare cutanea benigna molto comune, soprattutto dopo i 40 anni, che si manifesta in forma di piccolo rilievo luminoso di color rosso vivo, generalmente di piccole dimensioni.

Può presentarsi singolarmente o in gruppi  più o meno numerosi e si localizza prevalentemente sulla porzione superiore del tronco e sulle braccia, più raramente su viso, mani, piedi o addirittura sul cuoio capelluto.

Sono anche noti come angiomi senili o macchie di Campbell de Morgan (il nome deriva dal chirurgo inglese che descrisse questa lesione per la prima volta nella seconda metà del 1800).

Sono formazioni benigne, prive di qualsiasi relazione con tumori.

Angioma rubino singolo

iStock.com/Obencem

Cause

L’angioma rubino è la più comune forma di angioma, individuabile in quasi tutti gli adulti con più di 30 anni; da un punto di vista anatomico si tratta di gruppi di capillari che si formano sulla superficie della pelle.

La ragione della sua comparsa non è tuttora chiarita fino in fondo, ma poiché tendono ad aumentare di numero con l’età della persona, si ritiene che il processo di invecchiamento possa ricoprire un ruolo chiave nel suo sviluppo (questa è anche la ragione che spiega il sinonimo con cui viene talvolta indicato di angioma senile).

L’angioma rubino è stato anche messo in relazione a

  • gravidanza
  • specifiche condizioni climatiche (climi tropicali)
  • esposizione a sostanze chimiche
  • mutazioni genetiche che interessano i geni GNAQ e GNA11, coinvolti in altre proliferazioni vascolari e melanocitiche
  • farmaci (come ciclosporina o bromuri)
  • malattie (ad esempio il diabete)
  • trapianti.

Non si rilevano differenze nella sua diffusione tra uomini e donne.

Come si riconoscono?

Angiomi rubini multipli

iStock.com/TimoninaIryna

Possono comparire su qualsiasi area del corpo, ma sono più comuni sulla porzione superiore del tronco e sulle braccia, meno comunemente su viso, mani, piedi e cuoio capelluto.

Hanno forma circolare od ovalare, sono di consistenza molle e di dimensione variabile; nascono come formazioni di piccola dimensione, per poi raggiungere nel tempo un diametro non superiore a 5-6 mm.

Si presentano come piccoli rilievi luminosi di color rosso vivo, anche se talvolta si possono creare delle micro emorragie all’interno che rendono l’angioma di colore più scuro, fino anche ad una tonalità nerastra, che potrebbe comprensibilmente destare qualche preoccupazione, ma va ricordato che l’angioma rubino è sempre una neoformazione benigna e non evolve in senso maligno.

Sono asintomatici, ma piccoli traumi possono causare dei modesti sanguinamenti soprattutto nel caso delle lesioni di maggiori dimensioni.

Diagnosi

L’angioma rubino viene diagnosticato clinicamente, attraverso la semplice osservazione visiva, e non sono necessarie ulteriori indagini per la maggior parte delle lesioni.

Un controllo più approfondito può essere eseguito da parte di un dermatologo attraverso l’utilizzo del dermatoscopio, uno strumento che permette di visualizzare più dettagliatamente la lesione. In caso di incertezza sulla diagnosi, può essere eseguita una biopsia (esame che consiste nell’analisi microscopica di un piccolo frammento della lesione asportato ambulatorialmente).

Diagnosi differenziale

L’angioma rubino è generalmente facile da diagnosticare, anche se talvolta può essere confuso con altre lesioni della cute come:

  • angiocheratoma
  • angioma a ragno
  • granuloma piogenico
  • carcinoma basocellulare
  • melanoma amelanotico

Cura

L’angioma rubino in genere non regredisce da solo, ma il trattamento ha esclusiva valenza estetica, perché di per sé non rappresenta una minaccia di salute; lo specialista che se ne occupa è il dermatologo, che può ricorrere sostanzialmente a 4 approcci diversi:

  • Escissione tramite raschiamento: il medico, dopo l’applicazione di un anestetico locale, procede alla rimozione della lesione. È possibile avvertire un leggero fastidio/dolore al termine della procedura, che può peraltro lasciare piccole cicatrici.
  • Elettrocauterizzazione: prevede la “bruciatura” delle escrescenze cutanee. I dermatologi utilizzano questa tecniche molto comunemente e non solo per le lesioni benigne, ma anche nei tumori cutanei maligni. La tecnica può lasciare una piccola cicatrice biancastra.
  • Criochirurgia: è un’altra metodica comunemente utilizzata per rimuovere piccole escrescenze cutanee, ma in questo caso si avvale del congelamento del tessuto mediante l’applicazione di azoto liquido sull’area interessata. Questo trattamento si è rivelato meno efficace rispetto ai precedenti.
  • Chirurgia laser: cute e vasi sanguigni assorbono il raggio laser, quindi a seguito del trattamento l’angioma dovrebbe scomparire o modificare il proprio colore diventando più scuro, fino a quando dopo 2-4 settimane tenderà a scomparire completamente.

Fonti e bibliografia

 

A cura del Dr. Francesco Netto, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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