Osteoartrosi
L’artrosi, od osteoartrosi, è una malattia degenerativo-cronica legata all’età, che coinvolge le articolazioni e colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Si verifica quando la cartilagine articolare si consuma progressivamente nel tempo.
Sebbene possa interessare qualsiasi tipo di articolazione, risultano maggiormente colpiti:
- mani,
- ginocchia,
- anca
- e colonna vertebrale.
I sintomi dell’artrosi possono essere variabili sia tra un soggetto e l’altro, che a seconda del periodo; è possibile quindi passare periodi caratterizzati da una una remissione parziale della malattia, ad altri durante i quali esplode una riacutizzazione dei dolori articolari, sebbene il danno risulti essere permanente e irreversibile.
Uno stile di vita corretto, basato sulla pratica di attività fisica regolare e su un’alimentazione sana ed equilibrata, affiancato se necessario a trattamenti farmacologici più o meno specifici, può aiutare a
- rallentare la progressione della malattia,
- alleviare il dolore,
- migliorare la funzionalità articolare.
Artrosi o artrite?
- Artrite è il termine che si usa per indicare tutte le malattie in grado di causare un’infiammazione delle articolazioni; tra le più note spicca l’artrite reumatoide, una condizione di natura auto-immune (il sistema immunitario si attiva erroneamente contro le articolazioni).
- L’artrosi (od osteoartrosi) è una patologia degenerativa che insorge soprattutto dopo i 50 anni e maggiormente legata a fattori di rischio legati allo stile di vita, primi fra tutti l’obesità e professioni in grado di favorire l’usura delle articolazioni.
Cause
Le articolazioni sono le strutture anatomiche che fungono da ponte tra due ossa, consentendone il reciproco movimento senza che avvenga uno sfregamento diretto; sono per questa ragione costantemente sottoposte ad insulti esterni in grado di causare piccoli danni, cui tuttavia l’organismo è in genere in grado di porre rimedio.
Con l’età, ed ancora di più nel caso siano presenti specifici fattori di rischio, la capacità di rigenerazione e riparazione delle articolazioni viene meno e così si assiste alla comparsa di un graduale, progressivo ma irrimediabile danno a carico di queste strutture; mentre in alcuni soggetti questo fenomeno è sufficientemente lento da non causare la comparsa di sintomi, in altri individui il danno è più pronunciato. In questo caso si parla di artrosi, un processo degenerativo caratterizzato da un irreversibile deterioramento delle cartilagini, il tessuto che rappresenta il cuore dell’articolazione.

iStock.com/VectorMine
Oltre all’età, tra i fattori di rischio che possono predisporre all’artrosi ricordiamo:
- traumi
- operazioni chirurgiche all’articolazione colpita
- altre malattie articolari (come l’artrite reumatoide)
- sesso (le donne sono più colpite)
- familiarità
- obesità: l’aumento di peso genera maggior stress e carico alle articolazioni, in particolare ad anche, ginocchia e schiena. Inoltre, il tessuto adiposo in eccesso produce proteine che possono causare infiammazione a livello articolare
- stress articolare: alcuni lavori che comportano il mantenimento della posizione eretta per lunghi periodi, oppure alcuni sport (calcio, tennis, nuoto) che possono generare uno stress ripetitivo alle articolazioni.
Classificazione
L’osteoartrosi può essere classificata a seconda dei fattori scatenanti in:
- primaria, quando si sviluppa su base genetica, senza essere associata ad altre malattie (è spesso ricorrente in diversi membri del nucleo familiare).
- secondaria: quando viene diagnosticata in associazione a fattori predisponenti, tra cui
- traumi,
- lesioni,
- disturbi articolari congeniti,
- malattie articolari preesistenti (artrite infiammatoria, necrosi avascolare, artrite infettiva, malattia di Paget, osteopetrosi, osteocondrite dissecante),
- malattie metaboliche (diabete, emocromatosi, morbo di Wilson),
- emoglobinopatie,
- sindrome di Ehlers-Danlos,
- sindrome di Marfan.
Il running causa artrosi del ginocchio?
Nonostante quello che comunemente si pensa, la letteratura più recente non dimostra un legame certo e, anzi, alcuni autori suggeriscono un possibile effetto protettivo (o quantomeno di compensazione).
Sintomi
I segni e sintomi di artrosi tipicamente si sviluppano lentamente, peggiorando gradualmente nel tempo; i più caratteristici comprendono
- dolore articolare, durante o dopo il movimento
- rigidità, soprattutto al mattino o a seguito di lunghi periodi di riposo
- gonfiore articolare causato dall’infiammazione dei tessuti molli circostanti
- sviluppo di speroni ossei (osteofiti) secondari all’accumulo di calcio sulla cartilagine articolare e legati al processo degenerativo
- scrosci articolari (in forma di crepitii, ossia rumori), derivanti dallo sfregamento dei capi articolari privi di cartilagine.
Diagnosi
Un’anamnesi approfondita e un accurato esame obiettivo sono fondamentali, perché la diagnosi di osteoartrosi si basa principalmente sulla clinica e comprende i seguenti criteri:
- dolore che peggiora con l’attività fisica e migliora con il riposo
- età superiore ai 45 anni
- rigidità mattutina della durata inferiore a 30 minuti
- ingrossamento delle articolazioni coinvolte
- limitazione nei movimenti
Le articolazioni più comunemente colpite sono le mani, le ginocchia, le anche e la colonna vertebrale, ma può essere coinvolta qualsiasi articolazione. L’osteoartrosi è spesso asimmetrica, coinvolgendo per esempio solo una mano o un ginocchio e non anche il controlaterale.
Gli esami di laboratorio purtroppo non aiutano nella diagnosi: markers infiammatori come VES e PCR sono generalmente normali, così come gli autoanticorpi (fattore reumatoide, anticorpi anti-nucleo) che vengono invece utilizzati nella diagnosi differenziale di altre malattie, come l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico. I livelli di acido urico vengono dosati sono nel caso in cui si sospetti un’artrite gottosa.
Gli esami strumentali possono essere utilizzati in associazione alla clinica.
- La radiografia tradizionale dell’articolazione interessata può mostrare un restringimento dello spazio tra due articolazioni a causa dell’erosione della cartilagine, l’ispessimento dell’osso e la presenza degli osteofiti; tuttavia i risultati radiografici non sono correlati alla gravità della malattia e potrebbero non mostrare alcun segno all’inizio della patologia.
- La risonanza magnetica non è in genere necessaria, tuttavia è in grado di rilevare più precocemente rispetto alla radiografia eventuali anomalie osteoarticolari.
- L’ecografia può essere utile per identificare infiammazione sinoviale, un eventuale versamento e gli osteofiti che sono correlati con l’osteoartrosi.
Cura e rimedi
Non esistono farmaci in grado di guarire completamente dall’artrosi, quindi gli obiettivi del trattamento sono sostanzialmente limitati alla gestione dei sintomi, mediante la riduzione di
- dolore
- impotenza funzionale
a livello dell’articolazione interessata.
La gestione completa della malattia prevede a questo scopo una combinazione variabile di
- terapia non farmacologica, basata principalmente su esercizi individuali e uno stile di vita equilibrato nelle forme più lievi
- terapia farmacologica (antinfiammatori) fino all’intervento chirurgico nelle forme più gravi.
Un approccio corretto, per ridurre la progressione della malattia, si basa sul recupero di uno stile di vita corretto che comprende:
- esercizio fisico: può aumentare la resistenza e rafforzare la muscolatura attorno all’articolazione, rendendola più stabile
- perdita di peso: il peso eccessivo può aumentare lo stress a livello delle articolazioni portanti, come le ginocchia o le anche. Anche una perdita di peso minima, può ridurre la pressione e il dolore
- utilizzo di ausili: possono essere molto efficaci per garantire un minor sollecitazione alle articolazioni e garantire una postura corretta; tra questi un bastone per appoggiarsi, i plantari, tutori a livello del ginocchio.
I farmaci che possono aiutare ad alleviare i sintomi dell’osteoartrosi, principalmente il dolore, includono:
- Paracetamolo: si è dimostrato essere molto efficace nei pazienti con dolore lieve-moderato.
- Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): i farmaci da banco, come l’ibuprofene o il naprossene sodico, assunti alle dosi raccomandate, in genere sono molto efficaci.
Se i trattamenti conservativi non fossero efficaci, si possono prendere in considerazione ulteriori procedure:
- Iniezioni di corticosteroidi: durante questa procedura il medico anestetizza l’area intorno all’articolazione, successivamente posiziona l’ago all’interno e inietta il farmaco. Il numero di iniezioni annuali dovrebbe essere limitato a tre o quattro al massimo, poiché il farmaco può peggiorare il danno articolare nel tempo.
- Iniezioni di acido ialuronico: quest’ultimo è simile a un componente presente nel liquido sinoviale. Offre beneficio per un breve periodo di tempo.
- Intervento chirurgico: si basa sulla sostituzione articolare (artroplastica) di una parte o dell’intera articolazione con l’utilizzo di una protesi. Le più utilizzate sono le protesi di anca e ginocchio.
Dieta e stile di vita
È molto importante comprendere l’importanza di un corretto stile di vita che, insieme alla pratica di un regolare esercizio fisico, è spesso più efficace di infiltrazioni ed altri trattamenti farmacologici.
Non esiste una dieta specifica per l’osteoartrosi, che tuttavia è perfettamente sovrapponibile a quella consigliata per la popolazione generale:
- abbondanti quantità di frutta e verdura (almeno 5 porzioni al giorno)
- consumo regolare di cereali integrali (alternando la pasta e il pane integrali ad altri cereali e pseudocereali, sempre integrali)
- consumo quotidiano di proteine, privilegiando quelle di origine vegetale (legumi, soia, …)
- abbondante consumo di acqua.
Fonti e bibliografia
- Osteoarthritis: Diagnosis and Treatment
- Osteoarthritis – Mayo Clinic
- Osteoarthritis – Arthritis foundation
A cura del Dr. Francesco Netto, medico chirurgo