Malattia da graffio di gatto ed altre bartonellosi: sintomi, pericoli e cura

Introduzione

Rientrano nelle bartonellosi un gruppo di malattie infettive provocate da batteri appartenenti al genere gram-negativo Bartonella e possono colpire l’essere umano manifestandosi in quattro specifiche patologie:

  • Malattia da graffio di gatto (Bartonella henselae),
  • Malattie di Carrion, all’interno delle quali rientrano la febbre di Oroya in forma acuta e la verruca peruviana cronica (Bartonella bacilliformis),
  • Febbre quintana detta anche febbre delle trincee (Bartonella quintana),
  • Angiomatosi bacillare (Bartonella henselae o Bartonella quintana).

La malattia viene contratta negli esseri umani attraverso un insetto che funge da vettore e, nel caso della malattia da graffio di gatto, il felino stesso dev’essere stato punto (tipicamente da una pulce). Per questo motivo viene classificata come zoonosi, ovvero una patologia dell’essere umano provocata dal contatto con animali vettori che consentono al batterio di entrare nel flusso ematico (solitamente insetti).

I soggetti immunodepressi sono più a rischio rispetto alle persone sane.

Nelle varie malattie provocate dalle bartonellosi sono solitamente presenti febbre e malessere generalizzato e, sebbene alcune di esse possano essere considerate benigne e risolversi nel giro di poche settimane come nel caso della malattia da graffio di gatto causato dalla Bartonella henselae, altre invece possono risultare fatali se non adeguatamente trattate.

La diagnosi è molto complessa e dipende dalla tipologia di Bartonellosi a cui si fa riferimento, generalmente si basa sull’indagine clinica e con l’analisi dei fattori di rischio associata alla specifica malattia.

La terapia preferenziale è effettuata tramite l’utilizzo di antibiotici.

Gatto che gioca con il padrone

Getty/Westend61

Sono immunodepresso, devo dare via il mio gatto?

No, non è assolutamente necessario ed il gatto può tranquillamente vivere in casa senza alcun problema, è sufficiente adottare piccole abitudini quali:

  • Evitare giochi violenti e situazioni in cui, anche involontariamente, il gatto possa graffiare/mordere.
  • Lavare immediatamente eventuali graffi o morsi di gatto con acqua e sapone.
  • Evitare il contatto con le pulci (utilizzando i prodotti specifici).

Nel caso di nuova adozione per i soggetti immunodepressi sarebbero preferibili animali di almeno un anno, in buona salute e trattati per le pulci.

Causa e trasmissione

La causa delle malattie dovute a bartonellosi risiede nell’ingresso del batterio nel flusso ematico:

  • Il Bartonella henselae, data la trasmissione attraverso i gatti, è diffuso in tutto il mondo; il felino contrae l’infezione mediante la puntura di una pulce o di una zecca e, successivamente, è in grado di trasmetterla all’uomo attraverso graffi o morsi (il batterio risiede in modo preferenziale sugli artigli e all’interno del cavo orale).
  • La diffusione del Bartonella bacilliformis è limitata alle Ande, ad altitudini di 1000-3000 metri, a causa della prevalenza di specifici flebotomi che trovano in queste zone il loro habitat naturale. Questo batterio è responsabile della febbre di Oroya, che si manifesta in forma di anemia in forma acuta, e della malattia cronica conosciuta come verruca peruviana.
  • Il Bartonella quintana viene trasmesso attraverso le pulci, tanto che i soggetti maggiormente a rischio sono rappresentanti da clochard, alcolisti, rifugiati, ospedalizzati; ha avuto una forte diffusione durante le guerre a causa dei bassi livelli di igiene.
  • Bartonella henselae e Bartonella quintana possono infine essere causa dell’angiomatosi bacillare.

Il mio gatto è sano, come può essere vettore d’infezione?

I gatti vengono infettati dalla Bartonella (il batterio che causa la malattia da graffio di gatto) attraverso i morsi delle pulci o, meno comunemente, combattendo con altri gatti infetti. Mentre alcuni felini si ammalano manifestandone i sintomi (tipicamente limitati ad una modesta febbre per 2-3 giorni), la maggior parte semplicemente trasporta i batteri nel sangue senza ammalarsi (portatore sano). Alcuni studi hanno rilevato una prevalenza dei batteri Bartonella nel sangue pari a circa un gatto su tre, con particolare diffusione nei cuccioli.

I sintomi che nel gatto richiedono l’intervento del veterinario comprendono:

Fattori di rischio

I fattori di rischio sono legate al genere Bartonella e alla malattia che da esso deriva:

  • Sono a rischio i possessori di gatti, specialmente i ragazzi giovani poiché più frequentemente in contatto con i felini domestici;
  • Rappresenta un fattore di rischio per la febbre di Oroya e per la Verruca peruviana, vivere ad elevate altidutini (1000-3000 metri) nelle zone endemiche, a causa della presenza dei flebotomi che favoriscono la diffusione del batterio;
  • L’impossibilità di mantenere un adeguato livello di igiene favorisce la diffusione dei pidocchi, che possono provocare la trasmissione del batterio Bartonella quintana.

Sintomi

Anche i sintomi delle Bartonellosi possono variare sulla base della tipologia del batterio e della malattia che colpisce gli esseri umani.

Complicazioni

La malattia da graffio di gatto tende a regredire anche spontaneamente, ma esiste il rischio (soprattutto nei soggetti con sistema immunitario indebolito) che l’infezione si diffonda attraverso la circolazione (batteriemia) innescando

  • endocardite (infezione del cuore),
  • osteomielite (infezioni delle ossa),
  • malattie polmonari,
  • infezioni del sistema nervoso centrale

Le malattie di Carrion possono essere potenzialmente letali se non riconosciute e trattate tempestivamente.

Quando rivolgersi al medico dopo una lesione da gatto?

Nella maggior parte dei piccoli incidenti quotidiani con gatti domestici e randagi non si assiste allo sviluppo di infezioni, si raccomanda semplicemente di lavare la ferita con acqua e procedere ad una normale disinfezione.

Si raccomanda di sottoporre la lesione all’attenzione del pediatra/medico in caso di comparsa di sintomi sistemici (febbre, ingrossamento dei linfonodi, …) a distanza di 2-3 settimane dall’incidente.

Diagnosi

La diagnosi delle bartonellosi prevede una preliminare ed attenta indagine anamnestica, con la raccolta di informazioni circa gli eventuali fattori di rischio che possono caratterizzare il soggetto.
Data l’eterogeneità della sintomatologia, dopo un primo esame obiettivo ogni malattia causata dal batterio sarà diagnosticata attraverso esami strumentali:

  • Esami colturali
  • Biopsia
  • Esami ematici
  • Test sierologici e PCR (Polymerase Chain Reaction)
  • TC del torace per osservare l’ingrossamento dei linfonodi
  • TC o radiografia dell’addome per osservare eventuali lesioni al fegato o alla milza

 

Cura

La terapia delle Bartonellosi dev’essere differenziata sulla base della tipologia di infezione e di malattia:

  • Il trattamento della malattia da graffio di gatto richiede l’utilizzo di antibiotici solo negli stati più avanzati della malattia, perché in soggetti altrimenti sani tende a regredire spontaneamente nel giro di qualche settimana. È possibile ricorrere ad analgesici per combattere il dolore, eventualmente in associazione ad impacchi di acqua calda;
  • Il trattamento della febbre di Oroya prevede l’utilizzo di un antibiotico batteriostatico, quale cloramfenicolo 500-1000 mg assunto per via orale per un periodo continuativo di 7 giorni, per evitare la possibile complicanza della batteriemia da Salmonella, associato ad altri antibiotici (doxiciclina o un beta-lattamico);
  • Il trattamento della verruca peruviana prevede l’utilizzo di rifampicina 10 mg/kg per via orale assunto una volta al giorno e per un periodo molto lungo, che varia tra 10-14 giorni, oppure la somministrazione di streptomicina 15-20 mg/kg per un periodo 10 giorni;
  • Il trattamento della febbre quintana prevede il contenimento della batteriemia, che tende a persistere anche dopo la guarigione del soggetto, tramite l’utilizzo di un macrolide o doxiciclina. È inoltre importante tenere questi soggetti in osservazione per il pericolo di endocardite.
  • L’angiomatosi bacillare viene trattata con la somministrazione di eritromicina orale o doxiciclina orale 100 mg per un periodo di almeno 3 mesi. La Doxiciclina, usata in combinazione con la rifampicina è molto efficace nei pazienti con stadio della malattia avanzato.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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