BPCO: sintomi, cause, terapia e cura

Introduzione

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una condizione caratterizzata da un restringimento persistente delle vie aeree, dovuto a una combinazione di

  • bronchite cronica ostruttiva
  • ed enfisema.

Costituisce la terza causa più comune di morte negli Stati Uniti e in numerosi Paesi occidentali e l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che possa diventarlo anche a livello globale entro il 2030.

Distinguiamo quindi tre condizioni patologiche:

  • Bronchite cronica semplice: bronchite con tosse produttiva che dura almeno tre mesi, per almeno due anni consecutivi.
  • Bronchite cronica ostruttiva: alla flogosi cronica si associa una componente ostruttiva (cioè un restringimento del diametro dei bronchi) che mostra in genere una scarsa reversibilità sia spontanea sia per effetto dei farmaci broncodilatatori. Il meccanismo responsabile della bronchite cronica ostruttiva è l’infiammazione, che causa uno spasmo della muscolatura liscia della parete dei bronchi, contribuendo ulteriormente all’ostruzione.
  • L’enfisema è definito come una dilatazione irreversibile degli alveoli polmonari, determinata da alterazioni distruttive irreversibili della parete alveolare.

Queste condizioni, in apparenza diverse, condividono in realtà gli stessi fattori eziopatologici e spesso costituiscono tappe differenti dello stesso percorso oppure possono coesistere simultaneamente. In alcuni casi, l’aumento della produzione di catarro può essere preponderante sull’enfisema, in altri casi è il contrario.

Nei pazienti affetti da BPCO il flusso d’aria che attraversa le vie respiratorie risulta essere ridotto a causa dell’ostruzione bronchiale dovuta a:

  • distruzione delle pareti che dividono gli alveoli;
  • aumentata produzione di muco,
  • infiammazione dei bronchi (con diminuzione del diametro delle vie aeree).

L’ostruzione delle vie aeree provoca l’intrappolamento dell’aria inspirata all’interno delle stesse: l’aria riesce a entrare ma non è più in grado di uscire, perché durante una normale espirazione i bronchi si restringono ulteriormente. Per tale ragione il paziente è costretto ad uno sforzo maggiore per espirare l’aria contenuta all’interno dei polmoni (tale sforzo viene misurato con la spirometria, vedi in seguito Diagnosi).

Inoltre, a causa della distruzione irreversibile degli alveoli, vengono ridotti gli scambi gassosi alveolari, determinando un’inadeguata ossigenazione del sangue.

L’aspettativa di vita è normale se il paziente smette di fumare in una fase in cui l’ostruzione è ancora lieve, in caso contrario la malattia peggiora progressivamente e irreversibilmente.

Infografica riassuntiva con sintomi e cause della BPCO

Infografica riassuntiva con sintomi e cause della BPCO (iStock.com/VectorMine)

Causa e fattori di rischio

La maggior parte dei pazienti affetti da BPCO ha più di 40 anni al momento della diagnosi e i fattori di rischio più importanti sono:

  • esposizione al fumo di tabacco, sia attivo che passivo,
  • inquinamento atmosferico.

Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio principale, nonostante solo il 15% dei fumatori si ammali di BPCO. Ciò suggerisce la possibile necessità di fattori predisponenti ereditari. A conferma di ciò esiste una rara condizione genetica, il deficit di alfa-1-antitripsina (una proteasi, vedi in seguito), che determina distruzione degli alveoli a causa dell’insulto enzimatico sulle proteine delle pareti degli alveoli.

Il fumo di tabacco:

  • stimola la produzione di muco e innesca l’infiammazione nei bronchi,
  • attiva le proteasi, enzimi capici di scomporre le proteine, distruggendo le pareti degli alveoli (la conseguenza è l’enfisema),
  • danneggia le ciglia dell’epitelio respiratorio, provocando ristagno di catarro,
  • induce broncospasmo, causando il restringimento dei bronchi.

Sintomi

I sintomi della BPCO consistono essenzialmente in:

  • Tosse produttiva con espettorazione mucosa o mucopurulenta.
  • Dispnea (affanno), inizialmente solo durante lo svolgimento di attività fisiche (come salire le  scale), nelle fasi più avanzate anche a riposo. Nei casi più gravi la respirazione si fa difficoltosa e può venire osservato l’utilizzo dei muscoli del collo e delle spalle per riuscire a inspirare l’aria.

Questi due sintomi mostrano una diversa gravità a seconda del paziente, ma anche nella storia clinica di uno stesso soggetto è possibile nel tempo osservare la prevalenza di uno o dell’altro.

In fase tardiva può comparire un colorito bluastro della cute dovuto alla riduzione dell’ossigenazione del sangue (cianosi).

La BPCO progredisce irrimediabilmente nel corso di molti anni, ma è possibile individuare tre fasi caratteristiche nel suo decorso:

  1. Una fase pre-clinica, in cui in genere il paziente avverte solo la necessità di espettorare al risveglio, a causa del ristagno di catarro durante la notte.
  2. Fase sintomatica il paziente tende a soffrire di bronchiti ricorrenti, ma nei periodi tra le riacutizzazioni non vi è ostruzione bronchiale. Inizia a instaurarsi una ridotta tolleranza alla sforzo fisico, con comparsa di affanno e mancanza d’aria in seguito a comuni attività motorie.
  3. Fase dell’invalidità anche nei periodo tra le riacutizzazioni permane una disfunzione ostruttiva e l’enfisema si accentua.

Complicazioni

La BPCO è una delle principali cause di disabilità. La mortalità è notevolmente influenzata dal grado di gravità, che risulta tipicamente essere

  • ridotta nei pazienti con bronchite semplice che smettono di fumare,
  • elevata nei soggetti fumatori con sindrome ostruttiva.

La condizione può determinare ipertensione del circolo polmonare, ciò ha come conseguenza l’insufficienza cardiaca destra. Si possono inoltre instaurare delle aritmie cardiache.

Occasionalmente una bolla di enfisema può rompersi, determinando la presenza di aria nella cavità pleurica (pneumotorace) che possono causare dolore toracico e difficoltà a respirare, oltre a richiedere un immediato intervento medico per eliminare l’aria dalla pleura.

Durante le riacutizzazioni, può insorgere un’insufficienza respiratoria acuta, evenienza potenzialmente fatale

Diagnosi

La BPCO viene diagnostica sulla base di una tosse produttiva persistente.

Vengono eseguiti test di funzionalità polmonare per valutare se l’ostruzione sia reversibile o irreversibile (diagnosi differenziale con l’asma). A tale scopo, viene impiegata la spirometria espiratoria forzata, che misura il volume d’aria che viene emesso durante un’espirazione forzata

A volte verrà richiesta una radiografia del torace, che, in caso di enfisema, mostrerà un aumento della trasparenza del polmone.

A un paziente con BPCO che presenti dispnea (affanno), verrà misurata la quantità di ossigeno presente nel sangue mediante pulsossimetria, un sensore che viene collocato sul dito. Se il paziente è ospedalizzato, si potrà ricorrere a una misura più accurata mediante prelievo di sangue arterioso (emogasanalisi)

Cura e terapia

Il trattamento più importante, indispensabile, è smettere di fumare, e non è mai troppo tardi per farlo.

Poiché l’ostruzione provocata da enfisema è irreversibile, si può cercare di agire sull’ostruzione dovuta alla contrazione della muscolatura dei bronchi, all’infiammazione, all’ipersecrezione di muco con i seguenti farmaci:

  • Broncodilatatori per via inalatoria: agiscono rilassando la muscolatura liscia bronchiale.
  • Corticosteroidi assunti per via inalatoria: indicati nei casi di BPCO medio-grave. Riducono l’infiammazione, alleviando i sintomi.

La fisioterapia respiratoria è un’opzione terapeutica particolarmente utile ed efficace per migliorare la qualità della vita del paziente, che consiste nell’insegnamento di tecniche in grado di

  • ridurre l’affanno durante lo svolgimento delle attività quotidiane,
  • fluidificare le secrezioni bronchiali.

Le riacutizzazioni vanno trattate tempestivamente e a questo scopo possono essere somministrati antibiotici, qualora si sospetti un’infezione batterica. I casi gravi richiedono l’ospedalizzazione.

Alcuni pazienti necessitano di ossigenoterapia, a lungo termine oppure unicamente durante le riacutizzazioni. Esistono vari dispositivi in grado di erogare ossigeno, anche portatili. A seconda del quadro clinico del paziente, l’ossigeno deve essere inalato solo per qualche ora al giorno, solo di giorno, o sia di giorno che di notte.

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.