Introduzione
La cataratta è una patologia oculare caratterizzata da opacità parziale o totale del cristallino, un organo trasparente che si trova all’interno del bulbo oculare. Si tratta della più frequente patologia del cristallino ed è la causa più comune di cecità reversibile.
Il termine ‘cataratta’ deriva dal greco “katarraktes”, che significa “qualcosa che cade”. L’etimologia del termine è particolarmente evocativa della sintomatologia, intendendo l’opacità del cristallino come uno “schermo grigio” che cade davanti l’occhio.
Il cristallino è una componente fondamentale dell’occhio umano, configurata come una lente biconvessa posta dietro l’iride e composto da capsula esterna, corteccia e nucleo. Questa struttura assume la funzione dell’obiettivo di una macchina fotografica, permettendo la visione nitida degli oggetti e garantendone la messa a fuoco.
Caratteristica peculiare del cristallino, come di tutte le strutture diottriche appartenenti all’occhio umano, è quella di essere una completamente trasparente. In corso di cataratta, per diverse cause (età, traumi e lesioni, patologie oculari e sistemiche, patologie metaboliche), la trasparenza del cristallino viene meno e si va a creare una condizione di opacizzazione che determina l’insorgenza di disturbi della visione. Il paziente affetto da cataratta in particolare lamenta riduzione dell’acuità visiva e della sensibilità al contrasto, possibile visione di bagliori in luoghi luminosi e possibile visione doppia.
Il trattamento è esclusivamente chirurgico e, se non trattata, può portare a cecità totale (seppure in molti casi reversibile).
Cause e diffusione
Epidemiologia
A livello mondiale la cataratta rappresenta la prima causa di cecità in assoluto, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo (fonte OMS), mentre in Italia e nei Paesi sviluppati questo non si verifica grazie alla possibilità d’intervenire chirurgicamente. In Italia l’intervento chirurgico di cura della cataratta è quello in assoluto più eseguito nelle sale operatorie.
In tutte le tipologie di cataratta si manifesta un’opacizzazione del cristallino responsabile di una perdita della vista che può arrivare fino alla cecità completa. Sono state individuate diverse cause alla base di questo processo degenerativo, tra cui la principale è la senescenza (invecchiamento). La maggior parte delle cataratte, infatti, si manifestano in pazienti di età avanzata e sono definite cataratte senili.
Classificazione
Sono possibili diverse classificazioni della patologia:
- Anatomica — a seconda di quale zona anatomica del cristallino sia interessata dall’opacità:
- Nucleare
- Corticale
- Posteriore subcapsulare
- Anteriore subcapsulare
- Mista
- Di gravità — a seconda del grado di maturità dell’opacizzazione:
- Incipiente
- Matura
- Ipermatura
- Eziologica — a seconda della causa riscontrabile alla base della malattia:
- Senile
- Congenita
- Metabolica
- Secondaria
Cataratta senile
È in assoluto la forma più frequente e spesso si manifesta in forma bilaterale, colpendo cioè entrambi gli occhi.
L’età avanzata comporta una serie di modifiche al cristallino, rendendolo progressivamente meno elastico, più rigido e meno trasparente. Nel caso in cui si manifesti in paziente sotto i 60 anni di età si parla di cataratta presenile.
Cataratta congenita
Si parla di cataratta congenita quando la patologia si presenta alla nascita o entro i primi 6 mesi di vita. Le forme congenite richiedono un trattamento immediato per non compromettere la vista del neonato. Le possibili cause della presenza di una cataratta congenita sono:
- Infezioni contratte dalla madre nel primo trimestre di gravidanza (rosolia, toxoplasmosi, CMV)
- Malattie cromosomiche del feto (Sindrome di Down, sindrome di Turner)
- Malattie metaboliche (ipoparatiroidismo, galattosemia)
- Assunzione di farmaci in gravidanza (corticosteroidi e sulfamidici)
Fattori di rischio
L’incidenza della patologia aumenta con l’età (cataratta senile), ma tra gli altri fattori di rischio ricordiamo:
Altre possibili cause alla base della patologia sono:
- Traumi e lesioni
- Ereditarietà
- Uso di farmaci e infezioni durante la gravidanza (relativi ad alcuni casi di cataratta congenita)
- Malattie sistemiche (malattie della pelle, patologie del tessuto connettivo, patologie renali, malattie del SNC)
- Patologie metaboliche (diabete, ipertiroidismo, ipoparatiroidismo, galattosemia)
- Patologie oculari (uveiti, glaucomi, iridocicliti)
- Tumori oculari
- Esposizione prolungata ad agenti esterni (raggi X e UV)
- Somministrazione prolungata di alcuni farmaci (cortisonici, colliri e pomate oftalmiche)
- Esposizione al fumo
- Consumo di alcol
Sintomi
Il sintomo principale del paziente affetto da cataratta è la progressiva diminuzione dell’acuità visiva, che può esitare progressivamente in cecità totale.
Altri sintomi che si possono accompagnare sono:
- Diminuzione della sensibilità al contrasto
- Diplopia (visione doppia)
- Visione di bagliori
- Percezione dei colori sbiadita
- Visione offuscata
Intervento
L’unico trattamento efficace per la risoluzione della cataratta è l’intervento chirurgico, che prevede la rimozione del cristallino non più funzionale e la sua sostituzione con una lente artificiale.
Prima di potersi sottoporre all’intervento è necessario sottoporsi ad una visita preliminare con il medico oculista per comprendere e diagnosticare la gravità della condizione del paziente, nonché la sua capacità visiva residua.
L’ intervento è semplice ed è svolto generalmente in ambulatorio dopo somministrazione di un anestetico locale. Dopo aver compiuto l’incisione del cristallino il chirurgo lo va a rimuovere. In passato le metodiche tramite cui si andava a compiere la rimozione erano due:
- Estrazione intracapsulare (ICCE): estrazione in toto del cristallino e della capsula
- Estrazione extracapsulare (ECCE): estrazione del cristallino con capsula che viene mantenuta in sede
Ad oggi però queste metodiche non sono più utilizzate e si ricorre alla facoemulsificazione. Il chirurgo per compiere la procedura utilizza il facoemulsificatore, uno strumento che utilizza come energia di base l’ultrasuono e che permette di frammentare il cristallino opacizzato in tanti frammenti e poi di aspirarlo. Questo tipo di pratica permette di andare a compiere un’incisione corneale più piccola e soprattutto senza la necessità di punti di sutura, offrendo un più veloce recupero visivo e minor rischio di complicanze. Il cristallino asportato viene poi sostituito con una lente intraoculare (IOL) con un potere diottrico adeguato calcolato nella fase preoperatoria.
La chirurgia della cataratta era già effettuata in antichità, i primi interventi risalgono addirittura al 3000-4000 a.C. in Cina e in Egitto.
Complicanze
L’intervento di risoluzione di cataratta è un’operazione chirurgica di routine e generalmente non presenta particolari rischi per il paziente. È tuttavia possibile che si manifestino delle complicanze post operatorie, sia nel breve che nel lungo termine, tra cui si annoverano:
- Emorragia
- Endoftalmite (grave infezione dei tessuti oculari)
- Edema maculare (accumulo di fluido nella retina)
- Edema corneale (accumulo di fluido nella cornea)
- Distacco di retina
- Scompenso corneale endoteliale
- Rottura della capsula posteriore
- Opacizzazione della capsula posteriore
- Uveite
- Ipopion (accumulo di pus)
- Glaucoma
A cura del Dr. Marco Cantele, medico chirurgo