Introduzione
La cheratite è un processo di tipo infiammatorio che riguarda la cornea (la membrana trasparente, convessa anteriormente, che ricopre la porzione anteriore del bulbo oculare e costituisce la lente più potente dell’apparato visivo).

Anatomia semplificata dell’occhio (iStock.com/solar22)
Alla base dell’infiammazione è possibile riconoscere cause differenti, che includono patologie di tipo infettivo, malattie sistemiche o insulti di natura fisica e ambientale; tra i più importanti fattori di rischio ricordiamo la presenza di un sistema immunitario compromesso (come i soggetti affetti da HIV o i pazienti defedati) e i portatori di lenti a contatto.
Il paziente affetto da cheratite presenta tipicamente:
- Diminuzione della capacità visiva
- Dolore oculare
- Fotofobia (intolleranza o fastidio se l’occhio è esposto alla luce solare o a un’intensa fonte di illuminazione artificiale).
La diagnosi di malattia si ottiene mediante una visita oculistica, a cui può eventualmente far seguito la prescrizione di esami specifici come esami microbiologici per identificare il patogeno che è alla base del processo infettivo.
Il trattamento, specifico a seconda dei casi e soprattutto del meccanismo che ha indotto la malattia, ha come scopo l’allontanamento dell’agente che è causa d’infiammazione, nonché il ripristino dell’integrità della struttura corneale lesionata.
Che cos’è la cornea? Richiami di anatomia
La cornea è una sottile membrana che riveste la porzione anteriore dell’occhio, attraverso la quale è possibile intravedere l’iride e la pupilla.
Questa struttura, che in condizioni fisiologiche risulta essere trasparente e priva di vasi sanguigni, può essere considerata la più potente lente oculare, rappresentando infatti la prima struttura dell’occhio che la luce incontra nel suo percorso verso il cervello e concorre a mettere a fuoco le immagini sulla retina (la membrana che riveste la porzione interna dell’occhio, composta da tessuto nervoso sensibile alla luce), che a sua volta capta i segnali luminosi provenienti dall’esterno e li converte in segnali bioelettrici che raggiungono il cervello, consentendo la visione.
A livello della cornea, inoltre, è possibile rilevare molte terminazioni nervose che rendono questa struttura particolarmente “sensibile” rispetto alle altre componenti del bulbo oculare.
Cause
La cheratite può essere causata principalmente da:
- Agenti infettivi:
- virus (in particolare da Herpesvirus e da Adenovirus; il primo è causa di ulcere corneali che possono condurre alla cecità, il secondo, invece, è particolarmente diffuso in ambienti particolarmente affollati, come la scuola),
- batteri,
- funghi,
- protozoi (la cheratite da Acanthamoeba è particolarmente frequente nei portatori di lenti a contatto e si diffonde facilmente in caso di traumi oculari che comportino l’esposizione a acque o terreni contaminati dal microrganismo);
- Malattie sistemiche:
- artrite reumatoide,
- vasculiti disseminate;
- Insulti fisici\ambientali:
- esposizione ai raggi ultravioletti;
- Deficit del film lacrimale: questa forma di malattia risulta essere particolarmente frequente in età pediatrica.
Fattori di rischio
Tra le condizioni in grado di esporre il paziente allo sviluppo di cheratite ricordiamo:
- uso di lenti a contatto (se utilizzate non correttamente possono facilmente diventare veicolo di infezioni oculari);
- bagni in acque contaminate da agenti infettivi (in particolare fonti d’acqua dolce o corsi d’acqua);
- esposizione incontrollata ai raggi ultravioletti (senza ricorso agli appositi dispositivi di protezione, come occhiali dotati di filtri solari o creme protettive);
- infezioni da Herpes Zoster, che può causare lo sviluppo di cheratite erpetica;
- Sindrome dell’occhio secco (una condizione che, alterando la normale costituzione del film lacrimale, induce una secchezza oculare tale da predisporre la cornea ad una maggiore suscettibilità ad eventuali danni infiammatori o traumi da insulti esterni).
Sintomi
Il principale sintomo della cheratite è un forte dolore oculare, perché la cornea è una struttura riccamente innervata da terminazioni dolorifiche del nervo trigemino che la rendono peraltro particolarmente sensibile ad altri stimoli di diversa natura, come impulsi tattili, termici e pressori.
Questo sintomo può poi associarsi a:
- Sensazione di corpo estraneo nell’occhio;
- Difficoltà ad aprire l’occhio;
- Diminuita capacità visiva;
- Bruciore oculare;
- Arrossamento oculare;
- Intensa lacrimazione;
- Fotofobia (intolleranza o fastidio se l’occhio è esposto alla luce solare o a un’intensa fonte di illuminazione artificiale).
Diagnosi
È possibile diagnosticare la cheratite sulla base dei disturbi riferiti dal paziente durante l’anamnesi (ossia la raccolta della storia clinica) e attraverso l’analisi delle strutture oculari svolta da un oculista mediante l’ausilio di una lampada a fessura, uno strumento ottico che consente di osservare i tessuti oculari (come bulbo, strati corneali, vitreo, cristallino e iride) direzionando su di essi una sorgente luminosa.
Le alterazioni tipiche della cheratite comprendono tra l’altro:
- Infiammazioni, anomalie strutturali (cicatrici, ulcerazioni, presenza di eventuali corpi estranei) a livello della congiuntiva;
- Anomalie nei margini delle palpebre;
- Secchezza oculare, con riduzione del film lacrimare;
- Accumulo di liquidi a livello della cornea (edema);
- Sfaldamenti a livello corneale;
- Ulcere corneali e sclerali;
- Infiammazioni e nodularità a livello della sclera.
Per individuare il patogeno eventualmente alla base del processo infiammatorio e stabilire un trattamento specifico è infine possibile condurre esami microbiologici specifici (che includono colture o colorazioni GRAM).
Cura
Il trattamento della cheratite è strettamente dipendente dalla causa sottostante; i diversi schemi terapeutici a disposizione condividono l’obiettivo di allontanare l’agente che è causa d’infiammazione, nonché il ripristino dell’integrità della struttura corneale lesionata.
Il trattamento delle cheratiti non infettive prevede, a seconda dei casi, l’utilizzo di:
- Farmaci antibiotici (sotto forma di pomate o gel a uso oftalmico), particolarmente utili per prevenire il sovrapporsi di infezioni di natura batterica nel caso di piccoli traumi oculari (come quelli indotti durante l’uso di lenti a contatto);
- Instillazione di lacrime artificiali (colliri), in caso di cheratiti indotte da stati di secchezza oculare;
- Colliri corticosteroidi, nel caso di sottostanti patologie di natura autoimmune.
Il trattamento delle cheratiti infettive, invece, prevede l’utilizzo, in base al patogeno che ne è la causa, di:
- Farmaci antibiotici (come levofloxacina, ofloxacina), nel caso di batteri;
- Farmaci antivirali (come aciclovir), come nel caso della cheratite erpetica;
- Farmaci antifungini (come il coriconazolo), da impiegare nelle cheratiti da Candida e Fusarium.
- Farmaci corticosteroidi, applicati localmente, invece, possono essere utilizzati per coadiuvare il processo di guarigione e ridurre l’infiammazione, sempre sotto consiglio medico.
A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
- IAPB
- Manuale di patologia degli organi di senso, Edra, 2014.
- Rugarli, Medicina interna sistematica, Edra-Masson.