Introduzione
La Chlamydia Trachomatis è un batterio che infetta principalmente la specie umana; è diffuso in tutto il mondo e l’infezione può essere causa di diversi quadri clinici:
- infezioni urogenitali (uretra in uomini e donne, collo dell’utero nella donna),
- malattia oculare (tracoma oculare e congiuntivite dell’adulto e del neonato): il tracoma è generalmente endemico in comunità dove le condizioni igieniche scadenti e il sovraffollamento sono fattori di rischio che promuovono la trasmissione dell’infezione. Solitamente segue l’infezione congiuntivale e la congiuntivite nel neonato è un’infezione solitamente acquisita durante il passaggio attraverso il canale del parto;
- polmonite: l’infezione polmonare può colpire i neonati, con esordio a due-tre settimane dalla nascita,
- linfogranuloma venereo (LGV), per interessamento dei linfonodi limitrofi alla sede primaria dell’infezione,
- infezioni alla gola (trasmesse attraverso pratiche sessuali oro-genitali),
- infezioni dell’ultima parte del colon (retto).
Nelle forme genitali, le più comuni ed oggetto del presente articolo, l’infezione si trasmette per via sessuale (attraverso rapporti orali, vaginali ed anali), mentre la maggior parte dei casi di infezione oculare nell’adulto di riscontra in soggetti con infezione genitale, probabilmente precedente il coinvolgimento oculare, dovuta al contagio per auto-inoculazione.
Molto spesso la malattia rimane purtroppo del tutto asintomatica; quando presenti, tra i sintomi più comuni si annoverano perdite da pene/vagina ed eventualmente fastidio e dolore.
Un’infezione da clamidia, anche se curata, NON permette l’acquisizione di immunità da futuri contagi, mentre l’unica arma di prevenzione rimane il preservativo correttamente utilizzato.
Trasmissione e contagio: come si prende la clamidia?
La clamidia è una delle infezioni sessualmente trasmesse più diffuse al mondo, Italia compresa, ed è causata dal batterio Chlamydia Trachomatis.
Il contagio e la trasmissione avvengono mediante
- rapporti sessuali non protetti (vaginali, anali e orali)
- scambio di sex toys contaminati
- contatti diretti tra i genitali, anche senza penetrazione, orgasmo, eiaculazione
- contatto di sperma/fluidi vaginali infetti con gli occhi.
Può infine essere trasmessa dalla madre al figlio durante il parto.
La clamidia non può invece essere trasmessa attraverso contatti casuali, come baci e abbracci, o condividendo bagni, asciugamani, piscine, sanitari o posate.
Sintomi
Il periodo d’incubazione non è perfettamente definito, ma generalmente compreso tra 1-3 settimane (ma purtroppo alcuni casi d’infezione rimangono asintomatici).
Infezioni urogenitali
Negli uomini i sintomi di uretrite da Chlamydia possono annoverare
- una leggera sensazione di bruciore all’uretra (canale interno al pene da cui esce l’urina),
- secrezione trasparente o torbida dal pene (talvolta minima o assente);
- dolore addominale,
- dolore e gonfiore testicolare,
- al mattino presto l’orifizio del pene è spesso arrossato e chiuso da secrezioni secche;
- occasionalmente l’infezione inizia con sintomi più importanti, quali il bisogno urgente di urinare, minzione dolorosa e secrezione di pus dall’uretra.
Molte donne affette da cervicite da Chlamydia sono asintomatiche o quasi (fino a 2 su 3 secondo l’NHS); in altri casi possono comparire sintomi più o meno severi, tra cui:
- bisogno urgente di urinare,
- minzione dolorosa,
- dolore addominale
- secrezione di muco giallo e di pus dalla vagina,
- dolore durante i rapporti sessuali (dispaurenia),
- perdite di sangue al di fuori delle mestruazioni e a seguito dei rapporti sessuali.
Di norma le infezioni della gola da Chlamydia sono asintomatiche, ma ne vanno ricercati i segni nei soggetti che praticano attività sessuale orale.
Se l’ano si infetta può svilupparsi anche dolore ed eventualmente comparire una secrezione gialla di pus, sangue e muco dal retto.
Si noti che, anche quando si presentano segni e sintomi nel paziente infetto, questi sono spesso lievi e transitori, tanto da venire spesso trascurati e diventando causa di temibili complicazioni.
Linfogranuloma Venereo (LGV)
Il Linfogranuloma venereo è una malattia a trasmissione sessuale causata da alcuni ceppi di Chlamydia; nelle prime fasi i sintomi sono poco chiari e possono limitarsi a ulcerazioni nella zona di contagio (tipicamente a livello genitale) che tendono a risolversi spontaneamente dopo pochi giorni.
In seguito evolve come tumefazione ed infiammazione dei linfonodi inguinali, che diventano particolarmente gonfi e dolenti; ingrandendosi gradualmente i linfonodi infiammati possono infine rompersi e formare delle fistole. Si possono associare altre manifestazioni quali:
Diagnosi
La secrezione dal pene o dalla cervice, o altri sintomi, sono in genere i sintomi più suggestivi dell’infezione.
Nella maggior parte dei casi la diagnosi delle infezioni da Chlamydia si eseguono attraverso test che rilevano il materiale genetico peculiare dei batteri (DNA o RNA) analizzando un campione di secrezioni.
Per alcuni tipi di analisi può essere prelevato un campione di urina, cosicché i pazienti possano evitare il disagio di un tampone inserito nel pene o dell’esame pelvico effettuati per ottenere il campione.
La gonorrea, che spesso si presenta in concomitanza, può essere diagnosticata utilizzando il medesimo campione. Solitamente, vengono anche eseguite analisi del sangue per verificare la presenza altre infezioni sessualmente trasmesse, quali infezione da HIV e sifilide.
Screening
Poiché l’infezione da Chlamydia è molto comune e la maggior parte delle donne infette è asintomatica, per alcuni soggetti sessualmente attivi sono consigliati i test di screening per le infezioni da Chlamydia e altre MTS (malattie sessualmente trasmesse).
Potrebbe essere utile anche lo screening in gravidanza, che tuttavia in Italia non è ancora compreso in quelli previsti di routine.
Complicanze
Quando non trattata, l’infezione da clamidia può diventare causa di pericolose complicazioni, tra cui una maggior suscettibilità ad altre infezioni sessualmente trasmesse (tra cui anche l’HIV).
Negli uomini la Chlamydia può causare l’infezione dell’epididimo (il canale che trasporta gli spermatozoi dai testicoli), che produce un gonfiore doloroso dello scroto, in uno o in entrambi i lati del corpo (epididimite e orchiepididimite quando è interessato anche il testicolo). Anche altri batteri provenienti dall’intestino contribuiscono a queste complicanze, probabilmente infettando le aree lese dalla Chlamydia. In alcuni casi può verificarsi anche un’infezione della prostata.
La clamidia è inoltre la causa più comune di artrite reattiva sessualmente acquisita (SARA in lingua inglese, precedentemente denominata sindrome di Reiter). L’artrite reattiva generalmente interessa solo una o poche articolazioni alla volta. Sono colpite più frequentemente le ginocchia e altre articolazioni delle gambe. I sintomi di solito iniziano da 1-3 settimane dopo l’infezione iniziale da clamidia. Può colpire entrambi i sessi, ma è più comune negli uomini.
Nella donna una delle più temibili complicazioni è la malattia infiammatoria pelvica (PID), che vede la diffusione del batterio a utero, ovaie o nelle tube di Falloppio. La PID può causare gravi complicazioni, tra cui:
- difficoltà a rimanere incinta per chiusura della tube,
- dolore pelvico persistente (cronico),
- aumento del rischio di gravidanza extrauterina.

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Una clamidia non trattata in gravidanza può essere infine causa di aumento del rischio di complicazioni (aborto, parto prematuro, …), oppure può essere trasmessa anche al bambino, che può sviluppare infezioni oculari (congiuntivite) e polmonari (polmonite).
Cura
Le infezioni da Chlamydia vengono trattate con antibiotici (azitromicina, doxiciclina e levofloxacina i principi attivi di elezione); viene generalmente associato un altro antibiotico (come ceftriaxone) per trattare l’eventuale gonorrea, poiché i sintomi delle due infezioni sono simili e molti soggetti sviluppano entrambe le patologie contemporaneamente.
Alle donne in stato di gravidanza viene somministrata azitromicina (invece di tetraciclina o doxiciclina, da evitare durante la gravidanza).
Se i sintomi persistono o ricompaiono, il trattamento viene ripetuto per un periodo più lungo.
Per evitare di infettare i partner sessuali, i soggetti colpiti da queste patologie devono astenersi dai rapporti sessuali fino al termine del trattamento.
I partner sessuali devono essere trattati contemporaneamente, se possibile, e devono evitare ulteriori rapporti sessuali fino al termine del trattamento.
Poiché il rischio di contrarre un’altra infezione da Chlamydia o un’altra malattia sessualmente trasmessa entro 3-4 mesi è elevato, è consigliabile ripetere gli esami al termine di tale periodo.
Prevenzione
L’utilizzo corretto del preservativo, fin dall’inizio del rapporto, e il trattamento immediato dei pazienti sintomatici e dei loro partner sessuali è la miglior strategia preventiva per ridurre la diffusione della clamidia e il relativo rischio di contagio.
A cura della Dr.ssa Elisabetta Fabiani, medico chirurgo
Articoli ed approfondimenti
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