Cisti sebacea: pericoli, infiammazione e asportazione

Introduzione

La cisti sebacea, chiamata anche cisti epidermoide, è un nodulo di piccole dimensioni (generalmente di alcuni millimetri, ma raramente può raggiungere i 5-6 centimetri) che si forma sotto la pelle o nel cuoio capelluto.

La cisti sebacea è

  • molto rara nei bambini,
  • poco frequente nel sesso femminile e più comune negli uomini, soprattutto dopo la pubertà.

La cisti sebacea non è contagiosa e mai si trasforma in una lesione cutanea maligna, ma ovviamente in caso di gonfiore anomalo è necessario il parere del medico (eventualmente dermatologo) per una diagnosi esatta.

Ha l’aspetto di una pallina o un bozzo che si sviluppa nel sottocute. Può contenere aria, liquido, sebo o altre sostanze semi-solide (come cheratina e cellule morte), si presenta di colore generalmente biancastro o grigiastro, maleodorante e di consistenza morbida, cremosa o caseosa.

Solitamente la cisti sebacea va incontro a una crescita lenta e non procura fastidi particolari, tranne nei casi in cui venga toccata o spremuta, con fuoriuscita del materiale contenuto al suo interno e possibile infiammazione e/o infezione.

Immagine di cisti sebacea sulla schiena

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La prognosi è comunque ottima, la cisti sebacea risulta sempre curabile, e nella maggior parte dei casi non si assiste ad una recidiva (nuova formazione della stessa cisti), a meno di chirurgia incompleta.

Cause

La cisti si forma a causa dell’occlusione del dotto di una ghiandola sebacea: quest’ultima continuerà a produrre il proprio secreto, che tuttavia non potrà più essere smaltito all’esterno a causa del blocco del dotto ghiandolare. Il risultato è quindi la tendenza a solidificarsi e accumularsi dentro la ghiandola, organizzato entro una capsula, con conseguente rigonfiamento del follicolo pilifero visibile ad occhio nudo.

Anatomia semplificata di una cisti sebacea

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Fattori di rischio

Alcune condizioni possono favorirne lo sviluppo, tra cui ad esempio:

  • tabacco,
  • alcool,
  • stressansia (in conseguenza di alterazioni della produzione ormonale),
  • cosmetici,
  • acne o altri disturbi della pelle,
  • patologie genetiche (come la sindrome di Gardner o la sindrome baso-cellulare del nevo),
  • danni a carico di un follicolo pilifero (ad esempio lesioni, abrasioni o ferite).

La formazione non sembrerebbe invece dipendere da una cattiva alimentazione.

Sintomi

La cisti sebacea non dà quasi mai sintomi, per cui ci si rivolge al medico curante solo per aver notato un piccolo rigonfiamento morbido e mobile sotto la pelle. Può svilupparsi in qualsiasi parte del corpo, con esclusione della pianta dei piedi e del palmo delle mani (dove non sono presenti ghiandole sebacee), ma generalmente le zone più frequentemente interessate sono:

  • cuoio capelluto,
  • nuca,
  • viso,
  • orecchie,
  • spalle,
  • dorso,
  • ascelle,
  • braccia,
  • glutei e regione anale,
  • genitali (in particolare la regione dello scroto negli uomini),
  • seno,
  • pancia.

Può trattarsi di una cisti unica o possono essere presenti più cisti nello stesso paziente.

La cisti sebacea non è quasi mai dolente, fa eccezione il caso in cui sia infiammata, ad esempio a causa di un’infezione, ma se di grandi dimensioni e/o localizzata al volto o al collo può tuttavia dare una sensazione di pressione o dolenzia, oltre a risultare più o meno antiestetica.

Complicazioni

Una cisti sebacea può infiammarsi, per esempio perché è stata toccata o spremuta: in questi casi apparirà

  • arrossata,
  • dolente
  • e calda al tatto

Quest’evenienza si può associare alla fuoriuscita del materiale biancastro contenuto al suo interno, denso e dal tipico odore rancido, con aumentato rischio di

  • formazione di pus,
  • infezione batterica
  • e possibile comparsa di febbre.

Un’altra possibile complicanza di una cisti sebacea è la recidiva: è cioè possibile che una cisti eliminata chirurgicamente possa riformarsi a distanza di tempo.

Diagnosi

La diagnosi è essenzialmente clinica e viene eseguita dal medico di famiglia o dal dermatologo; il medico può diagnosticare una cisti sebacea spesso limitandosi ad osservarla e palpandola.

L’ispezione consente di valutarne

  • sede
  • forma
  • grandezza.

La cisti può svilupparsi in qualsiasi parte del corpo ed è generalmente rotondeggiante, mobile, rilevata e di piccole dimensioni.

Con la palpazione se ne valuta la consistenza: la cisti è generalmente morbida ed elastica, a causa del suo contenuto ricco di grasso.

Durante la visita lo specialista procederà ad un’attenta diagnosi differenziale, per distinguere la cisti sebacea da altri tipi di cisti in grado di svilupparsi sotto la pelle, come ad esempio:

  • cisti pilare: spesso multiple e localizzate sul cuoio capelluto, hanno una superficie rotondeggiante, liscia, glabra e di colorito roseo. Contengono cheratina e sebo;
  • cisti dermoide : frequentemente localizzata nella regione sacrococcigea o sul viso (sopracciglia, naso, bocca e tempie), è unica e si sviluppa nel derma per un difetto di sviluppo. È un tipo di cisti che può interessare anche i bambini;
  • idrosadenite suppurativa: è una patologia infiammatoria cronica della pelle che si manifesta con cisti ed ascessi nelle ascelle, inguine, interno coscia o zona perianale. Sono spesso dolenti e caratterizzati da perdita di pus.

Una cisti sebacea localizzata in regione scrotale o sui genitali potrebbe porre qualche difficoltà nella diagnosi ed essere in alcune circostanze confusa con un’infezione da herpes simplex genitale.

Solo in rari casi dubbi, infine, per presenza di una cisti insolita, può essere richiesta:

  • un’ecografia che consenta di valutare meglio le caratteristiche di forma e contenuto della cisti,
  • una biopsia con prelievo del contenuto della cisti per effettuare l’esame istologico.

In questo modo il medico potrà accertarsi che si tratti realmente di una cisti sebacea ed escludere altre malattie, anche gravi.

Cura e rimedi

Non sempre la cisti sebacea richiede un trattamento medico:

  • in alcuni casi è possibile che si riassorba spontaneamente, i
  • in altri pazienti può semplicemente non rappresentare nemmeno un fastidio estetico o funzionale, specie se si tratta di una cisti
    • molto piccola,
    • unica,
    • localizzata in una parte del corpo poco visibile (lontana dal viso, collo o da zone delicate tipo l’inguine).

Quando una cisti si presenta lievemente infiammata può essere trattata con corticosteroidi e/o antibiotici in crema (ad esempio Gentamicina/Betametasone, come Gentalyn Beta®) da applicare localmente, oppure da assumere per via orale; è inoltre possibile trovare sollievo attraverso l’applicazione di impacchi caldo umidi.

In altri casi si opta per l’iniezione ambulatoriale di cortisone all’interno della cisti stessa, a scopo antinfiammatorio.

Un drenaggio della cisti (tramite incisione) può essere consigliato quando l’infiammazione sia tale da aver creato un assottigliamento importante della cute sovrastante alla cisti, per cui è alta la probabilità che si verifichi una perforazione spontanea. In questi casi un drenaggio, pur non risolvendo il problema in modo definitivo, consentirà di ridurre l’ascesso infettivo (un ascesso consiste nella raccolta di pus).

Se l’infiammazione persiste, o se la cisti sebacea diventa particolarmente dolente o tende a crescere di dimensioni, è consigliabile rivolgersi a un dermatologo per valutare di ricorrere alla chirurgia.

Lo specialista valuta innanzitutto lo stato della cisti e della pelle circostante: se l’infiammazione è severa si prescrive in genere una terapia con cortisone e antibiotici al fine di ridurre gonfiore e arrossamento. Una cisti particolarmente infiammata non andrebbe mai toccata dal chirurgo per l’elevato rischio di peggiorare l’infiammazione o procurare una rottura della capsula cistica, con conseguente possibile infezione.

L’intervento chirurgico prevede una piccola incisione cutanea, praticata in anestesia locale, con conseguente asportazione di tutta la cisti, compresa la capsula: è importante che la capsula venga prelevata tutta e intera, perché una mancata integrità della stessa può esporre il paziente a possibili recidive future. Un pezzetto di capsula rimasto all’interno della pelle può infatti essere responsabile della formazione di una nuova cisti.

A seguito dell’intervento chirurgico sono richiesti una decina di giorni perché la ferita chirurgica cicatrizzi, tempo durante il quale il paziente deve essere sottoposto a terapia antibiotica di prevenzione e a periodiche medicazioni della zona interessata, che deve rimanere coperta e sterile.

È bene proteggere la cicatrice dai raggi solari nei 6-12 mesi successivi all’intervento chirurgico per evitare che possa assumere un colore rossastro permanente, con esito estetico poco gradevole: se la cisti era localizzata in una zona del corpo ben visibile si dovranno evitare le esposizioni nelle ore più calde della giornata ed utilizzare una protezione solare molto alta (50+).

Un’alternativa alla chirurgia è rappresentata dall’elettrochirurgia non ablativa con PLEXR; questa tecnica utilizza uno strumento elettromedicale che in mani esperte consente di vaporizzare la cisti sebacea e che presenta diversi vantaggi:

  • assenza di danno a carico dei tessuti cutanei circostanti,
  • non necessita di un’anestesia iniettiva preliminare (basta un anestetico in crema, per i pazienti con soglia del dolore più bassa),
  • non provoca sanguinamento della zona trattata,
  • non necessita di punti di sutura.

La zona trattata risulterà più gonfia nei 2-3 giorni seguenti al trattamento e si formerà una crosta che non va toccata, in quanto destinata a cadere spontaneamente nell’arco di una settimana, lasciando la pelle sottostante di un colorito rosato.

A seguito di trattamento con PLEXR è importante:

  • lavare la zona trattata solo con acqua e sapone neutro,
  • applicare il disinfettante consigliato dal medico, senza utilizzo di garze o cotone,
  • non coprire la zona trattata con cerotti o cosmetici,
  • non far uso di altri medicamenti locali se non indicati dal medico,
  • proteggere la pelle dai raggi solari.

 

A cura della Dott.ssa Tiziana Bruno, medico chirurgo

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Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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