Introduzione
La cistite interstiziale, condizione nota anche come “sindrome della vescica dolorosa”, è una patologia infiammatoria cronica che colpisce la vescica, causando sintomi come:
- Dolore in corrispondenza di vescica, pelvi e porzione addominale inferiore;
- Necessità di urinare frequentemente, talvolta con urgenza;
- Incontinenza urinaria.
A differenza della più comune cistite batterica, la forma interstiziale non è causata da agenti infettivi, ma probabilmente indotta da modificazioni strutturali della vescica, in grado di compromettere progressivamente la funzionalità dell’organo e capaci di agire favorendo l’azione irritante svolta da alcune sostanze contenute normalmente nell’urina.
La diagnosi prevede l’esecuzione di una cistoscopia, un esame che permette di visualizzare l’interno della vescica mediante l’ausilio di uno strumento ottico inserito attraverso l’uretra; mediante questo esame, inoltre, è possibile ottenere a biopsie vescicali particolarmente utili per la conferma diagnostica.
Non è ad oggi disponibile un trattamento che consenta di guarire definitivamente da questa malattia, ma è possibile ottenere una buona riduzione dei sintomi attraverso l’adozione di regimi alimentari specifici, corrette abitudini urinarie e\o assunzione di alcuni farmaci, sotto consiglio medico.
Quanto dura?
Purtroppo la cistite interstiziale è una malattia cronica e la sua durata è variabile; i sintomi spesso vanno e vengono a fasi alterne, con episodi della durata di giorni, settimane o mesi. In alcuni pazienti può persistere diversi anni, mentre in altri si assiste ad una risoluzione tanto improvvisa quanto inspiegabile; purtroppo sono possibili recidive.
Cause
La cistite interstiziale può colpire donne, uomini e bambini di qualunque età, etnia o sesso, ma risulta essere particolarmente diffusa nelle pazienti di sesso femminile, con un rapporto di 5:1 rispetto ai pazienti maschi.
Le cause sono ancora oggi oggetto di studio, ma si ritiene che il danno cellulare alla base della patologia, che consiste in un indebolimento del rivestimento della parete vescicale costituita da glicosaminoglicani, possa essere esacerbato dal coinvolgimento di cellule implicate nell’insorgenza di reazioni allergiche (chiamate mastociti) che agirebbero favorendo l’instaurarsi di un meccanismo di irritazione cronica a carico dell’organo.
Fattori di rischio
Non sono stati individuati specifici fattori di rischio implicati nell’insorgenza di questa malattia, ma sembra essere evidente l’associazione della cistite interstiziale ad altre patologie, come:
- Fibromialgia
- Sindrome della stanchezza cronica
- Sindrome dell’intestino irritabile
- Morbo di Crohn
- Vestibolite vulvare
- Emicrania
- Endometriosi
- Sindrome di Sjogren
- Lupus eritematoso
- Prostatiti croniche
- Patologie disfunzionali del pavimento pelvico.
Sintomi
In molti casi, i soggetti affetti da cistite interstiziale potrebbero non presentare sintomi in concomitanza con l’esordio della malattia, ma successivamente la condizione evolve presentandosi con i fastidiosi e tipici sintomi della cistite comune, che si presentano però particolarmente intensi e con tendenza al peggioramento nel corso del tempo:
- Aumento della frequenza minzionale (il paziente o la paziente potrebbero urinare fino a 80 volte nell’arco della giornata);
- Intenso dolore o senso di pesantezza in corrispondenza di vescica, pelvi, regione addominale inferiore; il dolore può essere localizzato anche in corrispondenza di prostata, testicoli (nel caso di uomini) o tessuto perianale e diffondersi nella regione lombo-sacrale o a livello degli arti inferiori.
- Talvolta senso di incontinenza urinaria.
I disturbi possono essere esacerbati da
- ovulazione o flusso mestruale
- patologie di natura allergica
- rapporti sessuali
- stress fisici o emotivi
- consumo di cibi piccanti, speziati, caffeina, tabacco e/o alcolici.
Complicazioni
Se non tempestivamente diagnosticata, la cistite interstiziale può progressivamente peggiorare, fino a determinare un’alterazione permanente della funzionalità vescicale con riduzione della funzionalità dell’organo.
Diagnosi
La diagnosi di cistite interstiziale, ipotizzata sulla base dei sintomi, prevede successivamente:
- Visita medica, nel corso della quale il medico esegue una valutazione del quadro clinico ed effettua alcune manovre volte a localizzare il dolore (palpazione addominale e pelvica, esplorazione digito-rettale);
- Esecuzione di esami specifici, come:
- Esame delle urine con urinocoltura (nel sospetto di eventuali infezioni delle vie urinarie);
- Cistoscopia: questo esame, eseguito con anestesia locale, prevede l’introduzione, attraverso l’uretra, di un endoscopio in grado di consentire un’ottimale visualizzazione delle pareti interna della vescica, alla ricerca di anomalie morfologiche o altre alterazioni; tramite l’indagine, inoltre, è possibile prelevare un campione di tessuto da sottoporre a biopsia, per eventuale conferma del sospetto diagnostico.
Cura
Non esiste, ad oggi, una cura che consenta di risolvere in maniera definitiva la cistite interstiziale, ma è possibile intervenire adottando misure terapeutiche farmacologiche e non che permettono di alleviare i sintomi in circa il 90% dei casi; tra le opzioni più utili ricordiamo:
- Adozione di un regime alimentare sano, che limiti il consumo di cibi piccanti, speziati, pomodori, cioccolato, agrumi, bevande alcoliche o caffè, alimenti che possono aggravare i sintomi correlati alla cistite interstiziale e agire favorendo il processo irritativo e infiammatorio a carico della vescica;
- Pratica regolare di esercizi mirati alla riduzione dello stress e all’allenamento della muscolatura pelvica (esercizi di Kegel, biofeedback);
- Allenamento vescicale, sotto guida medica, che preveda l’adozione di un programma con intervalli di tempo prestabiliti tra una minzione e l’altra, in modo da imparare a controllare l’urgenza minzionale, sintomo particolarmente invalidante;
- Farmaci: gli antibiotici comunemente assunti nelle altre forme di cistite non risultano efficaci in caso di cistite interstiziale, mentre i trattamenti farmacologici più utilizzati per questa malattia sono quelli a base di molecole con azione antidolorifica, antinfiammatoria o, in alcuni casi, quelli che prevedono l’utilizzo di antidepressivi triciclici, come l’amitriptilina, per ridurre l’entità dei sintomi;
- Instillazione vescicale diretta, tramite catetere, di sostanze con attività riparativa (come il pentosan o il dimetilsulfossido), che vengono trattenute in vescica per 15 minuti circa, prima di essere eliminate attraverso le urine; queste instillazioni possono favorire una riduzione del dolore e dell’urgenza minzionale, ma generalmente non sono risolutive e devono essere ripetute nel corso del tempo;
- Stimolazione delle radici nervose deputate all’innervazione vescicale: tramite la stimolazione dei nervi che raggiungono la vescica, garantendone il controllo, è possibile intervenire alleviando i sintomi in alcune pazienti selezionate.
- Dilatazione vescicale, ottenuta attraverso somministrazione di liquidi e gas.
I sintomi della cistite interstiziale tendono a peggiorare nel corso del tempo, ma possono essere tenuti sotto controllo se si identificano e si prevengono gli stimoli (assunzione di cibi, particolari stati emotivi, stress), in grado di favorirne la comparsa.
Nonostante la patologia tenda ad assumere un decorso progressivo, con peggioramento del quadro clinico nel corso del tempo, è possibile valutare la possibilità di combinare i diversi approcci terapeutici, in modo da ottenere il massimo beneficio nella riduzione dei sintomi.
A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
- MSD
- MayoClinic
- Rugarli, Medicina interna sistematica, Masson
Articoli ed approfondimenti
- Malattie
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