Cistite: sintomi, cause e rimedi

Introduzione

La cistite è l’infiammazione della vescica, solitamente innescata e sostenuta da un’infezione batterica.

L’urina prodotta dai reni viene convogliata tramite due condotti (ureteri, uno per lato) in vescica, dove l’urina viene accumulata. La vescica, a sua volta, è collegata all’esterno per mezzo di un altro condotto, l’uretra.

Qualsiasi parte di questo percorso può andare incontro a infezioni, tuttavia vengono più frequentemente colpite le basse vie urinarie, ovvero vescica e uretra.

Infografica riassuntiva delle infezioni delle vie urinarie (UTI)

Il bruciore mentre si urina è spesso causato dalla presenza di un’infezione delle vie urinarie (iStock.com/VectorMine)

In condizioni normali le urine sono quasi sterili, ovvero contengono microrganismi solamente in tracce ma, se in presenza di circostanze a loro favorevoli, i batteri che si trovano attorno all’ano possono talvolta riuscire a risalire in vescica tramite l’uretra e proliferare poi in modo incontrollato (oppure anche a partire da una colonizzazione a diverso meccanismo).

La cistite negli adulti può causare:

Le cistiti, anche se batteriche, non sono contagiose.

Primo piano di donna che si tocca a livello pelvico a causa dei fastidi causati dalla cistite

iStock.com/Tharakorn

Cause

Nella maggior parte dei casi la cistite è di origine batterica.

Uno svuotamento vescicale completo e regolare è uno degli elementi principali che aiuta a prevenire le infezioni del tratto urinario e tutti i fattori interferenti, come la stasi urinaria dovuta a ipertrofia prostatica o a calcoli vescicali che ostruiscono lo sbocco dell’uretra, favoriscono la colonizzazione batterica nelle vie urinarie.

Le possibili vie di accesso per i batteri sono quattro:

  • la via ascendente attraverso l’ambiente esterno, tramite l’uretra,
  • attraverso i vasi sanguigni,
  • attraverso i vasi linfatici,
  • con la diffusione da un organo vicino infiammato (come il colon).

Per quanto riguarda la cistite la via da accesso prevalente è quella ascendente, tanto che i batteri intestinali sono la causa più comune di cistite (l’Escherichia Coli, il più comune, si trova facilmente intorno all’ano e può raggiungere e risalire in uretra con facilità).

Sono da considerarsi fattori predisponenti:

  • reflusso vescico-uretrale, condizione in cui il flusso dell’urina non si svolge dalla vescica all’uretra, ma al contrario l’urina rifluisce verso la vescica;
  • pregresse patologie urinarie (calcolosi, interventi);
  • esami invasivi condotti a scopo diagnostico o terapeutico, attraverso cui i batteri si insinuano in vescica (ad esempio gli individui portatori di catetere vescicale sono particolarmente soggetti a infezioni urinarie);
  • ostruzioni a livello delle vie urinarie (calcoli vescicali, ma anche la gravidanza e prolasso uterino o vescicale, prostata ingrossata nell’uomo, restringimenti dell’uretra). L’urina che ristagna in vescica a causa di un’ostruzione del flusso urinario favorisce la crescita batterica;
  • diabete mellito, chi ne soffre tende a smaltire glucosio nelle urine, che diventa fonte di nutrimento per i batteri.

Negli uomini, invece, una causa frequente di cistite è la prostatite batterica.

Cistite nella donna

La cistite è una condizione più comune nelle donne rispetto agli uomini, soprattutto in età riproduttiva, principalmente a causa di

  • un’uretra più corta, che agevola la risalita dei germi verso la vescica,
  • un’apertura dell’uretra che si trova più vicina all’ano,
  • frequente sviluppo di piccole lacerazioni all’uretra provocate dai rapporti sessuali,
  • gravidanza, che può favorire l’insorgenza di cistiti in quanto l’utero gravido ostacola lo svuotamento vescicale,
  • uso del diaframma e preservativi ricoperti di spermicidi, che aumentano il rischio di cistiti probabilmente perché in grado di alterare la composizione della flora batterica vaginale,
  • secchezza vaginale, tipica della menopausa, determinata dall’abbassamento dei livelli di estrogeni e che predispone a vaginite atrofica e, di conseguenza, a cistiti ricorrenti.

Sintomi

I sintomi della cistite sono dovuti all’irritazione della vescica infiammata e i più comuni sono:

  • sensazione di bruciore urinando,
  • aumento del numero di minzioni, sia di giorno (pollachiuria), che di notte (nicturia),
  • urgenza urinaria, che talora può addirittura diventare causa di incontinenza,
  • dolore in regione pubica o in sede addominale bassa,
  • nelle donne, dolore a seguito di rapporti sessuali (dispareunia),
  • raramente febbricola, che negli adulti se associata a dolore lombare può essere segno di interessamento renale.

L’urina può essere torbida e maleodorante e contenere sangue visibile a occhio nudo. Più spesso, tuttavia, il sangue non è visibile, seppure presente (microematuria).

Nei soggetti anziani questi sintomi possono mancare e la cistite manifestarsi con sitomi generalizzati non specifici, come dolore al basso ventre, mal di schiena, brividi, febbre e stato confusionale,

I bambini piccoli, invece, possono presentare solo febbre e irritabilità.

Alcuni individui sono inclini a sviluppare cistiti ricorrenti, definita come tre o più episodi in un anno.

Cistite nei bambini

Riconoscere una cistite in un bambino, soprattutto se lattante, può essere difficile; in questi casi i sintomi possono essere vaghi e includere:

I bambini con cistite possono talvolta presentare anche i sintomi caratteristici dell’adulto, come il fastidio mentre fanno la pipì, la necessità di urinare più frequentemente e il mal di pancia.

Complicazioni

Le cistiti in genere si curano facilmente, tuttavia se trascurate possono causare nel tempo complicanze permanenti soprattutto nei bambini di età inferiore ai 7 anni; l’infezione, se non curata, può infatti propagarsi ai reni, dove può causare pielonefrite, una grave infezione che si manifesta con febbre alta, dolori al fianco e alla schiena, nausea e vomito.

Si può anche andare incontro a gravi infezioni del sangue (uro-sepsi), con conseguenze potenzialmente fatali.

I soggetti con ostruzione delle vie urinarie ricorrenti possono sviluppare diverticoli, estroflessioni della parete vescicale, in cui l’urina ristagna, alimentando il circolo vizioso della cistite ricorrente.

Diagnosi

La presenza di una cistite viene supposta in base ai sintomi ed eventualmente confermata con un esame delle urine, che può avvenire anche ambulatorialmente attraverso il ricorso ad uno stick urinario (striscia reattiva) che consente un esame rapido delle urine (uno o due minuti).

Le strisce valutano la presenza nell’urina di

ma non di batteri: la diagnosi viene posta in questo caso tramite i sintomi e la presenza di cellule e molecole fisiologicamente non presenti e segno indiretto di crescita batterica.

Un altro esame necessario è ovviamente l’analisi delle urine, che richiede la raccolta di un campione del mitto intermedio (non quello iniziale, che può contenere tracce di batteri normalmente presenti sul tratto esterno dell’uretra) in modo che il campione non sia contaminato dai batteri presenti sui genitali esterni.

Talvolta si esegue un urinocoltura, ovvero la ricerca dei possibili batteri urinari tramite la loro crescita su terreni di coltura; tale esame è di norma correlato da un antibiogramma, che mostra la diversa sensibilità o la resistenza del ceppo batterico ritrovato nelle urine agli antibiotici.

In caso di cistiti ricorrenti è necessario ricercarne le possibili cause, prendendo in considerazione per esempio:

  • diabete,
  • abbassamento delle difese immunitarie,
  • alterazioni anatomiche delle vie urinarie.

Nei bambini con infezioni del tratto urinario inferiore va indagata la possibile presenza di un reflusso vescico-uretrale dovuto a malformazioni anatomiche mediante opportune indagini strumentali.

Cura e rimedi

La terapia prevede l’uso di antibiotici per via orale, con terapia che vanno

  • da 1-2 giorni, per esempio rispettivamente con prulifloxacina (Unidrox) e fosfomicina (Monuril),
  • a 7-10 giorni nei casi complicati.

È essenziale bere molta acqua, perché urinare frequentemente aiuta a diluire e allontanare i batteri dalla vescica.

Terminata la cura di antibiotici il medico potrà far ripetere le analisi delle urine, per assicurarsi che l’infezione sia guarita. Ciò è molto importante, perché una cistite non completamente trattata può recidivare o propagare l’infezione ad altri organi.

Prevenzione

Le donne che sono soggette a cistiti ricorrenti dovrebbero:

  • bere molta acqua,
  • urinare spesso, appena se ne sente lo stimolo,
  • urinare il prima possibile dopo un rapporto sessuale,
  • non usare contraccettivi che utilizzino sostanze spermicide,
  • se si soffre di vaginite atrofica, utilizzare creme a base di estrogeni sulla vulva.

Come prevenzione, in generale si dovrebbe:

  • usare gabinetti in condizioni igieniche adeguate,
  • non usare detergenti che irritino l’uretra,
  • nelle donne, dopo la defecazione pulirsi con carta igienica da davanti verso dietro,
  • indossare biancheria intima in cotone, non troppo stretta,
  • evitare bagni prolungati (in piscina, dopo un bagno, non tenere il costume bagnato addosso, ma indossarne uno asciutto),
  • non trattenere l’urina alla comparsa dello stimolo, ma fare il possibile per liberare la vescica appena possibile,
  • evitare sport che possono causare microtraumatismi all’uretra, come equitazione, motociclismo, ciclismo,
  • combattere stitichezza e gastroenteriti, condizioni entrambe che favoriscono la traslocazione batterica in vescica.

Fonti e bibliografia

A cura della Dottoressa Giovanna Celia, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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