Colera: sintomi, contagio, cura e vaccino

Cos’è il colera

Il colera è un’infezione causata dal batterio Vibrio cholera e caratterizzata dallo sviluppo potenziale di una grave diarrea in grado di arrivare a causare squilibri elettrolitici in seguito alla perdita massiva di sali minerali dall’organismo (primo fra tutti il potassio).

La trasmissione è oro-fecale, avviene cioè per ingestione di cibo o acqua contaminati da feci di pazienti infetti;  gli alimenti più a rischio sono quelli consumati crudi o poco cotti e, in particolare, i frutti di mare (che in virtù della loro azione di filtro sull’acqua ne concentrano pericolosamente la carica batterica).

La terapia è sostanzialmente basata sulla reidratazione del paziente, volta a reintegrare liquidi e sali minerali.

Sotto l’egidia dell’OMS nel 2017 è stata intrapresa una strategia globale per il controllo del colera, volta ad abbattere il numero di morti annue del 90% per il 2030 (il CDC americano stima ad oggi quasi 100000 morti all’anno).

Batterio Vibrio cholera

Batterio del colera

Getty/ROGER HARRIS/SCIENCE PHOTO LIBRARY

Il colera è causato dal batterio Vibrio cholera, eradicato nei Paesi industrializzati ma ancora diffuso in zone Africa, Haiti e sud-est asiatico (il rischio di epidemie di colera aumenta drasticamente in presenza di condizioni di degrado, povertà, guerre o disastri naturali, ovvero quando si verificano condizioni di affollamento in assenza di servizi igienici adeguati).

I sintomi sono scatenati dal rilascio di una tossina a livello dell’intestino tenue che causa in risposta il richiamo di abbondanti quantità di acqua, che esitano in una profusa diarrea.

Contagio

Il contagio avviene per via oro-fecale, ossia mediante il consumo di alimenti e liquidi contaminati da feci di pazienti infetti.

A peggiorare il rischio di sviluppo di epidemie è il fatto che sono infette le feci espulse da:

  • malati,
  • convalescenti,
  • portatori sani.

L’espulsione del batterio persiste un periodo variabile compreso tra 1 e 2 settimane.

Le fonti di contagio a maggior rischio sono:

  • acquedotti/pozzi contaminati
  • frutti di mare (i molluschi concentrano i batteri a seguito della loro azione di filtro sull’acqua ambientale)
  • frutta e verdura consumata cruda.

Il contagio diretto, da persona a persona, è possibile ma estremamente raro perché è richiesta una carica batterica piuttosto elevata.

Fattori di rischio

Chiunque è suscettibile all’infezione, a prescindere da fattori quali età e sesso, con l’eccezione dei neonati allattati al seno da madri che abbiano sviluppato immunità al Vibrio cholera.

Costituiscono tuttavia fattori in grado di favorire il contagio:

  • ridotta acidità dello stomaco (il batterio sopravvive con difficoltà al passaggio nell’ambiente gastrico, ma in soggetti in cui l’acidità è ridotta il rischio aumenta)
    • bambini
    • anziani
    • assunzione di antiacidi
  • convivenza con uno o più soggetti infetti
  • sangue di gruppo O.

Sintomi

Il periodo di incubazione del colera è mediamente di 2-3 giorni, sebbene possa variare in termini assoluti tra le 2 ore e i 5 giorni in funzione della carica batterica responsabile del contagio (quantità di batteri ingeriti).

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità 3 pazienti su 4 non manifestano alcun sintomo (pur diventando comunque contagiosi), mentre dei pazienti sintomatici solo una piccola percentuale sviluppa una forma grave di malattia, caratterizzata da diarrea, spesso descritta ad “acqua di riso” e con scariche brevi e frequenti (dalle 50 alle 100 scariche quotidiane), e talvolta vomito. La conseguente rapida disidratazione conduce alla comparsa di crampi alle gambe, mentre la febbre è rara.

Possono inoltre comparire in conseguenza della perdita di fluidi:

NON si verificano dolori addominali né tenesmo (senso di incompleta evacuazione).

Complicazioni

Il rischio di sviluppare complicazioni è strettamente legato alla possibilità di sviluppare una grave disidratazione; nei casi più gravi ed in assenza di un adeguato trattamento esiste un concreto rischio di esito fatale anche in soggetti altrimenti sani nell’arco di poche ore (la quantità di liquidi persi con la diarrea può rapidamente diventare drammatica, secondo le cliniche Mayo fino a 1L all’ora.).

Tra le altre possibili complicazioni si segnala:

Quando diagnosi e terapia sono tempestive la mortalità si abbatte a meno dell’1% dei pazienti affetti.

Diagnosi

La diagnosi è spesso clinica, basata cioè sull’osservazione dei sintomi (diarrea profusa) e la permanente in aree a rischio; l’eventuale conferma può essere ottenuta mediante un esame delle feci od un tampone rettale.

Cura

La terapia è prevalentemente basata sul reintegro dei fluidi e dei sali minerali persi; è tipicamente sufficiente intervenire con reidratazione orale (acqua, zuccheri e sali minerali), mentre in una minoranza di pazienti è necessario ricorrere all’infusione endovenosa.

È di grande importanza non interrompere una, per quanto possibile, regolare alimentazione.

Nei pazienti a rischio viene valutato il ricorso ad antibiotici al fine di abbreviare decorso e gravità dell’infezione.

Prevenzione

L’attenzione alle comuni norme igieniche è la base di ogni strategia di prevenzione verso il colera in caso di viaggi in zone endemiche o a rischio; si raccomanda in particolare di:

  • lavarsi regolarmente ed accuratamente le mani, soprattutto dopo l’utilizzo dei servizi igienici e prima della manipolazione del cibo,
  • bere esclusivamente acqua imbottigliata (evitando anche l’uso e il consumo di ghiaccio preparato con acqua a rischio)
  • lavarsi viso e denti con acqua sicura (imbottigliata o bollita)
  • evitare il consumo di alimenti a rischio (crudi, poco cotti e frutti di mare in genere).

A livello sociale la prevenzione della diffusione dell’infezione prevede prevalentemente una corretta procedura di depurazione dell’acqua ed il  mantenimento di un efficace sistema fognario.

 

Vaccino

Sebbene esista un vaccino contro il colera, il ricorso è valutato solo nel caso di viaggi in Paesi a rischio, dove l’accesso a strutture mediche adeguate potrebbe essere difficoltà od impossibile.

Il vaccino è a somministrazione orale (da assumersi cioè per bocca), in forma liquida, e prevede per gli adulti due dosi da assumersi a distanza di 1-6 settimane che garantiscono una protezione fino a due anni; è importante che entrambe le dosi vengano assunte almeno una settimana prima della partenza.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.