- Il significato del termine “congestione”
- Cause
- Si può fare il bagno dopo mangiato?
- Sintomi
- Complicazioni
- Diagnosi
- Cura
- Prevenzione
Il significato del termine “congestione”
Congestione è un termine generico che indica un aumento della quantità di sangue in un organo o in una parte del corpo, senza che vi sia alcuna lesione dei vasi sanguigni; clinicamente le situazioni più comuni di congestione sono rappresentate da
- Congestione nasale: condizione causata dalla dilatazione dei vasi sanguigni ed infiammazione della mucosa nasale, che porta al restringimento delle cavità nasali con difficoltà di respirazione e senso di naso chiuso. Rappresenta il più frequente esempio di congestione.
- Congestione cerebrale: condizione causata da un eccesso afflusso di sangue al cervello, in genere avviene nelle persone ipertese con elevata pressione arteriosa.
- Congestione polmonare: condizione patologica causata dall’aumento del sangue contenuto nei vasi polmonari, in genere secondaria ad un’ostruzione.
- Congestione digestiva: condizione causata in genere da un repentino cambio di temperatura nell’addome, che porta a blocco della funzione digestiva
Più comunemente nel linguaggio parlato il termine congestione viene riferito proprio al blocco digestivo (congestione intestinale o congestione digestiva).
La diagnosi è clinica e richiede un trattamento tempestivo volto alla correzione della causa scatenante la congestione. Nei casi più lievi è sufficiente mettere in sicurezza il paziente e provvedere affinché recuperi la temperatura corporea ottimale, mentre nei casi più severi è richiesto l’intervento dei medici del 118 e l’ospedalizzazione.

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Cause
La congestione intestinale è causata in genere da un repentino e brusco cambio di temperatura corporea che genera una riduzione della quantità di sangue che giunge agli organi deputati alla digestione con conseguente riduzione, o blocco totale, dei processi digestivi; durante il pasto il sistema gastrointestinale (stomaco e intestino in particolare) necessita di elevate quantità di ossigeno per attivare i processi biochimici necessari alla digestione e all’assorbimento dei nutrienti e quest’ossigeno viene fornito mediante un aumento del flusso sanguigno. In questa fase l’esposizione ad un brusco sbalzo termico porta ad una reazione di difesa in cui l’organismo, per mantenere costante la temperatura corporea, attua un meccanismo di vasocostrizione, ovvero un restringimento del calibro dei vasi sanguigni, con una conseguente riduzione del flusso di sangue che giunge a stomaco ed intestino.
Una congestione intestinale può quindi originarsi in seguito a:
- Ingestione di bevande ghiacciate in un corpo surriscaldato dopo un pasto abbondante
- Bagno in acqua fredda subito dopo mangiato
- Passaggio da un ambiente riscaldato ad uno freddo senza adeguate protezioni (tipicamente accade d’inverno)
- Eccessivo sforzo fisico dopo aver mangiato: al fine di permettere l’attività fisica il sangue viene improvvisamente dirottato da stomaco ed intestino, che vanno in carenza, verso altre zone periferiche del corpo, ovvero i gruppi muscolari.
Si può fare il bagno dopo mangiato?
L’esigenza di attendere 2-3 ore a seguito di un pasto è un’abitudine piuttosto radicata nel nostro Paese, ma che non trova tuttavia un altrettanto comune riscontro all’estero; è infatti l’esposizione all’impatto termico dopo un pasto abbondante a determinare il rischio di congestione e non il bagno in sé. Ad esempio gli esperti MayoClinic riportano, parlando di bambini, come sia assolutamente possibile immergersi subito dopo un pasto leggero od uno spuntino, mentre è necessario attendere in caso di stanchezza e/o sonnolenza (il richiamo di sangue allo stomaco ne determina una leggera riduzione al cervello, che risponde con un senso di sonnolenza), che sono i veri fattori in grado di determinare un eventuale rischio di annegamento.
La posizione è espressa ancor più chiaramente dalla Croce Rossa, il cui comitato scientifico sulla base della letteratura scientifica disponibile conclude che nessun organismo né società medico-scientifica formuli raccomandazioni in merito alla necessità di attendere per nuotare dopo aver mangiato. Non esiste alcuno caso noto, fatale o meno, di annegamento. Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che mangiare prima di nuotare non rappresenti un rischio che contribuisca ad aumentare il rischio di annegamento.
Serve quindi cautela in caso di pasti particolarmente abbondanti e di acque molto fredde per il rischio legato allo shock termico, ma come scrive l’Istituto Superiore di Sanità “è importante in ogni caso ascoltare il proprio corpo e saper valutare la condizione fisica del momento: se ci si sente appesantiti è meglio aspettare prima di fare il bagno e, in ogni caso, non allontanarsi mai troppo dalla riva da soli. […] Un consiglio utile è quello di entrare in acqua gradualmente, bagnarsi prima polsi e tempie, per abituare il corpo alla diversa temperatura, ed evitare il cosiddetto shock termico che è la causa principale della congestione.”
Si segnala infine un secondo possibile evento conseguente all’impatto improvviso con l’acqua fredda, ovvero l’innesco di un riflesso nervoso (di tipo vagale e che prende il nome di riflesso d’immersione) in grado di ridurre riduce drasticamente frequenza cardiaca e pressione arteriosa, che in teoria potrebbe condurre ad un’insufficiente perfusione del cervello in grado di causare svenimento (ovviamente molto pericoloso in acqua). Si tratta di un meccanismo noto e sfruttato anche cardiologicamente per rallentare episodi di tachicardia.
Sintomi
I sintomi tipici della congestione intestinale comprendono:
- Malessere generalizzato
- Nausea
- Vomito
- Sudorazione profusa con brividi
- Pallore
- Orripilazione (la cosiddetta pelle d’oca)
- Crampi e dolori addominali
- Mal di testa
- Graduale abbassamento della pressione arteriosa
- Presincope (capogiri e sensazione di imminente svenimento)
Questi sintomi tendono a presentarsi temporalmente nell’ordine riportato, per cui la comparsa iniziale di malessere, nausea, sudorazione profusa possono fungere da campanello d’allarme al fine di intervenire tempestivamente ed evitare ulteriori complicazioni.
Bambini ed anziani
I bambini e gli anziani sono le categorie più soggette a sviluppare una congestione intestinale, i primi in quanto spesso non sono in grado di riconoscere ed interpretare gli iniziali segni di congestione, mentre i secondi a causa dell’invecchiamento che predispone ad una minor percezione della propria condizione, con sintomi più aspecifici e sfumati rispetto alla presentazione classica, e della presenza di patologie concomitanti che possono contribuire ad aggravare il quadro sintomatologico.
Complicazioni
La congestione intestinale può risultare molto pericolosa se si verificasse, ad esempio, mentre il soggetto sta facendo un bagno a mare, in quanto i sintomi potrebbero essere tali da non consentirgli di ritornare a riva o di uscire dall’acqua, rischiando così di annegare.
Diagnosi
Qualunque medico è in grado di diagnosticare una congestione intestinale basandosi su anamnesi, constatando cioè che il paziente ha assunto dei comportamenti che gli hanno fatto subire un brusco cambio di temperatura in seguito ad un pasto abbondante, e sull’esame clinico alla ricerca dei sintomi appena descritti, tra cui la misurazione della pressione arteriosa.
Cura
La congestione intestinale è una patologia in genere non grave, ma che richiede di attuare immediatamente le misure terapiche idonee a correggere la causa alla base dello squilibrio termico per evitare pericolose complicazioni.
Se il blocco intestinale è insorto in seguito ad un bagno in acque fredde occorre asciugare subito il paziente, coprirlo e metterlo in posizione antishock (steso supino con i piedi leggermente sollevati). Può risultare utile porre sulla fronte del paziente un panno imbevuto d’acqua a temperatura ambiente. Non bisogna dare nulla di caldo da bere fino a che la temperatura corporea non venga ad essersi stabilizzata al valore fisiologico ed il sangue abbia ricominciato a circolare normalmente.
In genere i disturbi scompaiono nel giro di un paio d’ore, ma la sensazione di stanchezza può perdurare qualche ora in più.
Se i disturbi non dovessero regredire con le misure appena descritte o apparissero fin da subito di severità rilevante è necessario allertare subito il 118 (o 112, numero unico delle emergenze) o rivolgersi al Pronto Soccorso più vicino.
Prevenzione
Poiché la causa alla base dello sviluppo della congestione intestinale è l’esposizione ad un importante sbalzo termico, per evitare di sviluppare un episodio di congestione è sufficiente adottare le seguenti misure preventive subito dopo aver mangiato:
- Non tuffarsi improvvisamente in acque fredde
- Entrare in acqua gradualmente bagnandosi poco per volta
- Non svolgere attività fisica intensa
- Non bere bibite ghiacciate o mangiare cibi eccessivamente freddi
- Non passare brutalmente da una temperatura ad un’altra senza un’adeguata protezione
A cura del Dr. Mirko Fortuna, medico chirurgo
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