- Introduzione
- Tipi di crisi convulsive
- Cause
- Sintomi e manifestazioni cliniche
- Diagnosi
- Trattamento
- Domande frequenti
Introduzione
Le convulsioni sono contrazioni della muscolatura scheletrica di natura incontrollata e involontaria; non si tratta necessariamente di un riscontro patologico (alcuni farmaci sedativi utilizzati per l’anestesia generale durante gli interventi chirurgici possono infatti causare convulsioni prive di fondamento clinico) e di per sé non determinano conseguenze a lungo termine, ma possono in alcuni pazienti costituire la manifestazione di una malattia sottostante in alcuni casi anche grave, che richiede quindi sempre una scrupolosa diagnosi.
Nell’ambito pediatrico le convulsioni febbrili costituiscono la prima patologia neurologica per incidenza, soprattutto al di sotto dei 5 anni di vita, con un picco di incidenza tra i 12 e i 18 mesi.
Tipi di crisi convulsive
Le convulsioni possono essere suddivise in due ampie macro-categorie.
- Convulsioni epilettiche: Sono caratterizzate ed accomunate dall’eziologia epilettica (anche chiamata sindrome epilettica), che a sua volta può essere causata da una moltitudine di condizioni:
- Convulsioni non epilettiche: Le convulsioni di natura non epilettica hanno un altro substrato di cause che le determinano, come ad esempio
- Infezioni
- Ictus in corso
- Trauma cranico
- Reazione avversa a farmaci
- Febbre (soprattutto nei bambini)
Alcuni disturbi psichiatrici possono determinare la comparsa di sintomi che possono ricordare quelli della crisi convulsiva (pseudo-convulsioni).
Cause
Una classificazione causale particolarmente pratica può essere effettuata sulla base dell’età di esordio dei sintomi:
- Prima dei 2 anni di vita
- Dai 2 ai 14 anni di vita
- Convulsioni febbrili
- Idiopatica
- Paziente adulto
- Trauma cranico
- Ictus o esiti di ictus
- Astinenza da alcol nel paziente che ne abusa
- Idiopatica
- Paziente anziano
- Ictus o esiti di ictus
- Tumore del sistema nervoso centrale
In tutte le fasce di età, poi, vanno tenute in considerazione
- Reazioni avverse a farmaci
- Deprivazione del sonno
- Infezioni in corso
- Aritmie
- Ipoglicemia
Sintomi e manifestazioni cliniche
La crisi convulsiva inizia ancor prima delle manifestazioni muscolari più eclatanti con una serie di sensazioni insolite che prende il nome di aura, caratterizzata da sintomi quali:
- Percezione di odori
- Percezione di sapori
- Senso di sfarfallio nello stomaco
- Sensazione di aver già sperimentato qualcosa che sta accadendo nel presente (déjà vu)
- Sensazione di non aver mai sperimentato prima qualcosa che in realtà è familiare (jamais vu)
- Sensazione di qualcosa che incombe
Le convulsioni durano solitamente poco tempo, in media tra pochi secondi e qualche minuto al massimo, ma sono purtroppo possibili recidive, ovvero che l’episodio si ripeta entro un periodo anche breve.
Durante la convulsione il soggetto può sperimentare:
- Ripetuta e involontaria contrazione dei muscoli scheletrici
- Intorpidimento di alcune parti del corpo
- Perdita di coscienza
- Stato confusionale
- Vomito
- Perdita di controllo degli sfinteri (incontinenza urinaria e fecale)
- Morso della lingua
Per il resto il paziente affetto da convulsioni non presenta solitamente altri sintomi ed è apparentemente sano nel periodo che intercorre tra una crisi e l’altra.
Altri sintomi più specifici possono essere descritti sulla base dell’area del cervello interessata dalla lesione scatenante:
- Interessamento dell’insula – sapore molto piacevole o molto spiacevole
- Interessamento del lobo occipitale – allucinazioni visive
- Interessamento del lobo frontale – incapacità a proferire parola (afasia)
Pazienti soggetti a crisi convulsive tendono a manifestare i sintomi con maggiore facilità nelle seguenti situazioni:
- Stress fisico/emotivo
- Intossicazione da sostanze di abuso
- Deprivazione del sonno
- Astinenza da alcol o sedativi
Rari sono invece i casi in cui a scatenare la crisi sono luci che lampeggiano, suoni ripetuti o videogame: in tal caso la condizione prende il nome di epilessia da riflesso.
Diagnosi
La diagnosi di sindrome convulsiva viene posta dal medico curante o dal neurologo dopo un’accurata valutazione anamnestica ed eventualmente l’esecuzione di esami strumentali di accertamento quando si verificano almeno due episodi con sintomatologia compatibile in tempi diversi. Dal momento che il Medico difficilmente si trova nei pressi del paziente quando ciò accade, l’episodio va ricostruito attraverso le testimonianze dei presenti (di solito parenti o amici).
Possono essere utili nello studio della patologia convulsiva:
- Esami di imaging per il cervello (RM o TC)
- Esami ematochimici per verificare l’efficacia della terapia anticonvulsivante (ad esempio dosaggio del levetiracetam)
- Elettroencefalogramma
- Esame obiettivo neurologico
Trattamento
Il trattamento della sindrome convulsiva dovrebbe essere mirato innanzitutto alla risoluzione della patologia primitiva, se presente; qualora non sia invece possibile accertare in maniera univoca quali siano le cause è necessario adottare alcune misure generali di protezione del paziente e iniziare eventualmente una terapia farmacologica di controllo. In alcuni casi può rendersi necessario un intervento chirurgico per ridurre la sintomatologia e migliorare la qualità della vita del paziente.
Domande frequenti
In caso di convulsioni quando rivolgersi al proprio medico?
Quando la crisi è di durata superiore ai 5 minuti è bene informare il proprio Medico o i servizi di continuità assistenziale, soprattutto al fine di escludere alcune patologie primitive serie come infezioni gravi.
Come si presta assistenza ad un soggetto nel corso di una crisi convulsiva?
- Fase iniziale
- Prestare attenzione a ciò che il soggetto riferisce in quanto potrebbe trattarsi di aura
- Preparare la caduta del soggetto, cercando di afferrarlo o comunque di rallentarne l’impatto con il terreno
- Deporre il soggetto a terra in modo da consentirne i movimenti, ma in sicurezza
- Fase convulsiva
- Allontanare i pericoli dal soggetto o viceversa allontanare il soggetto dai pericoli: alcuni esempi sono:
- Oggetti appuntiti
- Porte
- Strade trafficate
- Non inserire nulla nella bocca del soggetto (né fazzoletti, né cucchiai, né altro): il rischio è maggiore del beneficio e si rischia di procurare lesioni gravi
- Rimuovere cinte o colletti particolarmente stretti
- Non dare da bere al soggetto né gettare liquidi in faccia
- Allontanare i pericoli dal soggetto o viceversa allontanare il soggetto dai pericoli: alcuni esempi sono:
- Fase post-convulsiva
- Porre il soggetto in decubito laterale (sdraiato sul fianco) al fine di evitare possibili soffocamenti da accumulo di saliva o vomito (posizione laterale di sicurezza, vedi foto seguente).
- Evitare di creare allarmismi o di preoccuparsi se il soggetto risulta confuso o tende ad addormentarsi
- Lasciare che il soggetto recuperi le energie secondo i propri tempi e cercando di assecondarlo: scuoterlo o schiaffeggiarlo per cercare di velocizzare il processo non porta ad alcun risultato.

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A cura del Dr. Marco Cantele
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