COVID o influenza? Come distinguerle in base ai sintomi

Introduzione

Influenza e COVID-19 sono entrambe malattie infettive respiratorie, ma causate da virus differenti:

  • il virus dell’influenza nel primo caso
  • e il SARS-CoV-2 nel secondo.

In base alle conoscenze attuali la malattia COVID-19

  • si propaga più facilmente rispetto all’influenza,
  • il periodo di incubazione può essere più lungo
  • e la fase contagiosa tende a durare maggiormente rispetto all’influenza.

Inoltre, può causare una forma di malattia più severa in alcuni soggetti.

Non è tuttavia possibile distinguere COVID-19 e influenza solo sulla base dei sintomi e segni, in quanto per la maggior parte sovrapponibili. Per confermare la diagnosi è quindi necessario ricorrere a test specifici (che in alcuni casi hanno dimostrato la possibilità di rivelare la presenza di un’infezione combinata e contemporanea, sebbene si tratti ovviamente di un’evenienza poco comune).

Dottoressa che visita una donna

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Sintomi

Entrambe le malattie presentano uno spettro di severità che varia da condizioni asintomatiche a malattie severe. I sintomi in comune tra influenza e COVID-19 sono:

Per quanto riguarda le differenze, la diarrea è più frequente nei bambini affetti da influenza, ma può occorrere anche in COVID-19 a tutte le età. La perdita del gusto o dell’olfatto invece è un sintomo più frequente nel COVID-19.

Per quanto riguarda le varianti di SARS-CoV-2, Omicron diffonde più rapidamente rispetto alle varianti precedenti, presenta sintomi simili ma causa fortunatamente forme di malattia meno severe e presenta un tasso di mortalità minore.

Incubazione e differenza tra influenza e COVID-19

Entrambe le infezioni possono decorrere in modo del tutto asintomatico (senza sintomi), ma in presenza di segni evidenti di malattia questi possono comparire:

  • influenza: solitamente una persona inizia ad avvertire i sintomi da uno a quattro giorni dopo il primo contatto con il virus,
  •  COVID-19: tipicamente i sintomi si manifestano da due a cinque giorni dopo, ma in alcuni pazienti anche fino a 14 giorni dopo il contatto con il virus.

Contagio e trasmissione

Nell’influenza il periodo di contagio e diffusione del virus inizia circa un giorno prima della comparsa dei sintomi, anche se si ritiene che il picco di contagiosità si verifichi nella fase sintomatica, in particolare durante i primi 3-4 giorni di malattia. Alcuni soggetti con influenza possono rimanere contagiosi più a lungo, soprattutto bambini e soggetti con un sistema immunitario indebolito.

Nel COVID-19, invece, la fase di contagio inizia 2-3 giorni prima di avvertire i sintomi, mentre il picco di contagiosità è raggiunto quando il soggetto è ancora nella fase asintomatica, solitamente il giorno prima dell’inizio della malattia. A differenza dell’influenza il COVID-19 si diffonde anche se il soggetto rimane asintomatico e il periodo di contagio dura mediamente più a lungo, per circa otto giorni dall’inizio dei sintomi.

Categorie a rischio e complicazioni

La maggior parte delle persone con influenza o COVID-19 guarisce spontaneamente in un arco di tempo compreso tra alcuni giorni e due settimane, tuttavia alcuni soggetti possono sviluppare complicazioni che richiedono l’ospedalizzazione; è infatti possibile sviluppare una forma di malattia più grave, con ulteriori complicazioni che si osservano soprattutto in alcune categorie di pazienti. Le infezioni tendono ad avere un decorso più severo nei soggetti anziani e nei soggetti affetti da condizioni mediche sottostanti, oltre che bambini e donne in gravidanza.

Tra le condizioni mediche a rischio rientrano tumori, malattia renale cronica, malattia epatica cronica, malattia polmonare cronica (asma, bronchiectasie, BPCO, fibrosi polmonare idiopatica, ipertensione polmonare), fibrosi cistica, diabete mellito, disabilità fisiche o cognitive, problematiche cardiache, infezione da HIV o altre forme di immunodepressione.

Le complicanze comuni a influenza e COVID-19 sono:

Le sovra infezioni batteriche sono più comuni nell’influenza rispetto al COVID-19, ma quest’ultimo si associa a ulteriori possibili complicanze quali:

  • Trombosi venosa negli arti inferiori o arteriosa a livello cardiaco con rischio di embolia polmonare, cardiaca, cerebrale o di altri organi.
  • Sindrome infiammatoria multisistemica (MIS), che può colpire bambini (MIS-C) e adulti (MIS-A); si tratta di una condizione caratterizzata da infiammazione di diversi organi, tra cui cuore, polmoni, reni, cervello, occhi, cute e organi gastrointestinali. Si manifesta con febbre continua unita ad altri sintomi quali dolore gastrico, vomito, diarrea, rash cutanei, occhi iniettati di sangue o vertigini/stordimento.
    La MIS-C può essere grave, persino mortale, ma la maggior parte dei bambini a cui è stata diagnosticata questa condizione è migliorata con le cure mediche.

Inoltre, chiunque abbia avuto un’infezione da SARS-CoV-2 può manifestare condizioni post-COVID (long-COVID), che iniziano a comparire a partire da quattro settimane dopo l’inizio dell’infezione e possono comprendere una vasta gamma di sintomi, in grado di perdurare anche oltre quattro settimane o addirittura mesi dal momento della guarigione, annoverano tra l’altro:

  • sintomi generali come stanchezza che interferisce con le attività quotidiane, peggioramento dopo uno sforzo fisico o mentale, febbre;
  • disturbi respiratori o cardiaci come difficoltà respiratoria, tosse cronica, dolore toracico, palpitazioni;
  • disturbi neurologici come difficoltà di concentrazione, mal di testa, disturbi del sonno, vertigini, sensazioni di formicolio, alterazioni del gusto e dell’olfatto, depressione, ansia.

Diagnosi

Sono disponibili diversi test in grado di individuare la presenza del virus dell’influenza nell’escreato. I più comuni sono i test rapidi per l’influenza e funzionano rilevando la presenza dell’antigene virale specifico che stimola la risposta immunitaria. Questi test forniscono i risultati nell’arco di 10-15 minuti e hanno un’accuratezza medio-elevata. I test molecolari rapidi vanno a ricercare il materiale genetico e sono generalmente più accurati, fornendo comunque il risultato in circa 15-20 minuti. I test influenzali più accurati vengono eseguiti in laboratori specializzati e sfruttano tecniche come l’RT-PCR (reverse transcription polymerase chain reaction).

Per la diagnosi di COVID-19 si possono utilizzare tamponi molecolari e tamponi antigenici rapidi. In maniera simile all’influenza, il test più affidabile è il tampone molecolare, che si basa sull’utilizzo di protocolli RT-PCR (real time polymerase chain reaction) che permettono di ricercare il materiale genetico virale all’interno del campione biologico. Il test sierologico, che misura la presenza di anticorpi IgM e IgG contro componenti del SARS-CoV-2, invece non ha una valenza diagnostica, in quanto è poco utile per segnalare un’infezione in corso, ma indica che il sistema immunitario del soggetto è entrato in contatto con il virus.

 

A cura del Dr. Marco Cantele, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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