Introduzione
La dermatite seborroica è una forma di eczema con andamento cronico recidivante che può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o nell’età adulta; si manifesta in zone del corpo ricche di ghiandole sebacee, come
- volto,
- cuoio capelluto,
- torace.
Si tratta di un’infiammazione della pelle caratterizzata da un arrossamento e dalla comparsa di squame nelle aree colpite, che tende a peggiorare periodicamente e soprattutto nei periodi di stress fisico e/o emotivo.
È una condizione abbastanza comune, che tuttavia può presentarsi in forme diverse, come ad esempio:
- “crosta lattea” del neonato,
- alcuni tipi di forfora,
- squame che compaiono tra le sopracciglia, magari in periodi di particolare stress professionale o famigliare.
Seborrea o dermatite seborroica?
Seborrea è un termine medico che indica un’eccessiva produzione di sebo, la sostanza prodotta dalle ghiandole sebacee allo scopo di:
- regolare e mantenere idratazione e temperatura corporea,
- lubrificare la superficie esterna della pelle,
- conferire il caratteristico odore alla pelle (funzione progressivamente ridotta dall’evoluzione nell’uomo, ma ancora spiccatamente presente negli altri mammiferi).
La seborrea può conferire a pelle e/o capelli una parvenza di unto, percepita sia visivamente che al tatto, oltre alla possibilità di dar luogo a fenomeni infiammatori di tipo desquamativo, come la dermatite seborroica; le due condizioni possono quindi essere sovrapposte, ma la presenza di una non include automaticamente l’altra (fonte).
Cause
Non esiste una singola ed unica causa responsabile della comparsa della dermatite seborroica, si ritiene invece che possa essere il risultato della combinazione di una predisposizione genetica su cui si inseriscono altri fattori di innesco dell’eczema, come ad esempio:
- alterazioni dei livelli ormonali,
- composizione microbica della flora cutanea,
- risposta dell’organismo allo stress,
- umidità dell’aria.
Un elemento la cui importanza è stata compresa solo recentemente è la presenza e proliferazione di un lievito, chiamato Malassezia, che vive sulla nostra pelle come normale commensale e che è oggi considerato un possibile agente responsabile.
Il danno alla cute permette così al Malassezia di proliferare e contemporaneamente altera la normale risposta delle cellule della pelle agli stimoli, con perdita della sua funzione di barriera e persistenza dell’infiammazione.
Fattori di rischio
Fermo restando che il lievito non è l’unica causa, ma che si inserisce più probabilmente in un contesto multifattoriale, tra gli altri fattori di rischio legato allo sviluppo della dermatite seborroica ricordiamo:
- sesso (gli uomini sono mediamente più colpiti delle donne),
- stress:
- fisico (ad esempio febbre, deprivazione di sonno, carenze vitaminiche, abuso di alcol, …),
- emotivo (ad esempio situazioni lavorative o familiari contingenti, episodi depressivi, …),
- stimoli irritanti la cute, come detergenti aggressivi o un clima freddo e secco, possono peggiorare la dermatite (che infatti tende ad avere andamento stagionale con riacutizzazioni in inverno, mentre d’estate l’esposizione solare ha spesso effetto benefico),
- malattie della pelle (come acne, psoriasi e rosacea),
- malattie del sistema nervoso (morbo di Parkinson, epilessia o ictus),
- HIV.
Sintomi
Le manifestazioni della dermatite seborroica cambiano in base all’età e variano nel corso del tempo.
In età pediatrica si manifesta soprattutto nei lattanti e in particolare la forma più nota e comune è quella del cuoio capelluto (o “crosta lattea”), caratterizzata dalla presenza di croste o squamo-croste giallastre che si risolvono spontaneamente in capo a un paio di mesi.
In altri neonati la dermatite si localizza al volto o nella regione inguinale (cosiddetta “dermatite da pannolino”). Più raramente l’evoluzione è sfavorevole,
- perché la malattia si trasforma e diventa di tipo allergico,
- oppure perché appare più diffusa e quindi allarmante fin dall’esordio.
Anche in quest’ultimo caso però l’eczema, nel lattante, si risolve quasi sempre, soprattutto quando trattato con scrupolo dietro la guida dello specialista dermatologo.
Nell’adolescente e nell’adulto, invece, la dermatite seborroica tende ad esibire un andamento ciclico, comparendo e peggiorando nei periodi di stress. In tali pazienti è possibile individuare macchie rosse e desquamanti, tendenti al giallastro e spesso unte, che possono colpire
- cuoio capelluto,
- volto (in particolare sopracciglia, orecchie, piega del mento e lati del naso),
- parte centrale del petto e della schiena,
- ascelle,
- inguine.
Non è in genere accompagnata da altri sintomi, ma alcuni pazienti possono lamentare prurito (soprattutto al capo, all’orecchio o in seguito a stimoli irritanti come il contatto con indumenti di lana), o bruciore.
Generalmente l’eczema tende a risolversi spontaneamente, anche se può complicarsi cambiando aspetto: per esempio, in presenza di sovrapposizione infettiva da Candida (e questo può accadere soprattutto nelle pieghe cutanee), la pelle apparirà macera, più arrossata e potrebbero comparire ragadi, segno della necessità di cambiare o integrare la terapia in corso.
Diagnosi
La diagnosi di dermatite seborroica può essere formulata autonomamente dal medico di famiglia o con la consulenza dello specialista dermatologo, il cui intervento risulta particolarmente utile quando si pongano problemi di diagnosi differenziale con altre malattie della pelle (come dermatite atopica o psoriasi).
La diagnosi è generalmente clinica, ovvero basata sulla raccolta delle informazioni anamnestiche del paziente e sulla valutazione visiva delle manifestazioni cutanee; è rara la necessità di ricorrere ad esami del sangue o ad altri approfondimenti in un’ottica di diagnosi differenziale (ovvero di differenziazione della malattia da altre con espressioni simili).
Rimedi e cura
Purtroppo non esiste ad oggi cura per guarire definitivamente dalla dermatite seborroica, quindi l’obiettivo principale della terapia consiste nell’alleviare e contenere i sintomi dell’infiammazione, tipicamente rossore, gonfiore, bruciore; la strategia terapeutica è variabile e strettamente legata a fattori quali età del paziente e localizzazione delle manifestazioni.
Nelle forme infantili spesso si lascia che la dermatite segua il suo corso, che tipicamente prevede la risoluzione entro il primo anno di età, con la raccomandazione di porre attenzione nella scelta dei detergenti utilizzati, o al limite applicando lozioni emollienti che aiutino il distacco non traumatico delle croste.
Nell’adolescente e nell’adulto invece, la terapia prevede quasi sempre la prescrizione per le fasi di riacutizzazione di uno shampoo antiforfora, piuttosto che una lozione o un olio emolliente spesso contenenti zolfo, antifungini o cortisonici in varie percentuali. In altri pazienti può essere necessaria anche una terapia preventiva, per ridurre al minimo la probabilità e la frequenza di riaccensione dei sintomi.
Una continua collaborazione con il dermatologo è in ogni caso fortemente raccomandata, per poter ricevere consigli personalizzati sullo stile di vita o su un approccio diverso alla malattia, come ad esempio l’utilizzo frequente di bagni termali o attraverso l’esposizione alla luce solare (ricordando sempre di proteggere adeguatamente la pelle).
Di grande importanza è infine un’alimentazione sana e varia, modellata sulla classica dieta mediterranea.
Fonti e bibliografia
- American Academy of Dermatology
- Dermatologia e venereologia, Ed Minerva Medica. Autori: Almerio, Bernengo, Calvieri, Chimenti, Pippione
- J Investig Dermatol Symp Proc. 2005 Dec;10(3):295-7. Three etiologic facets of dandruff and seborrheic dermatitis: Malassezia fungi, sebaceous lipids, and individual sensitivity. DeAngelis YM1, Gemmer CM, Kaczvinsky JR, Kenneally DC, Schwartz JR, Dawson TL Jr.
- Am Fam Physician. 2015 Feb 1;91(3):185-90. Diagnosis and treatment of seborrheic dermatitis. Clark GW1, Pope SM2, Jaboori KA1.
- J Eur Acad Dermatol Venereol. 2017 Nov 20. doi: 10.1111/jdv.14704. [Epub ahead of print] The Genetic Basis of Seborrheic Dermatitis: A Review. Karakadze MA1, Hirt PA1, Wikramanayake TC1.
A cura della Dott.ssa Sara Signorino Gelo, medico chirurgo