Difterite: cos’è, sintomi e vaccino

Cos’è la difterite?

La difterite è una malattia estremamente contagiosa causata prevalentemente dal batterio Corynebacterium diphtheriae; può manifestarsi in forma respiratoria o cutanea e con gravità estremamente variabile, da un decorso privo di manifestazioni al rischio di esito fatale.

L’incubazione, ovvero il tempo che trascorre tra il momento del contagio e la comparsa dei caratteristici disturbi, è compreso generalmente tra 2 e 5 giorni; i sintomi prevedono lo sviluppo di caratteristiche lesioni a cute e mucose (tonsille, gola, naso), a cui può seguire l’ostruzione delle vie aeree.

Più in particolare i sintomi sono causati dalla produzione di una tossina che, se raggiunge il circolo sanguigno, può rendersi responsabile di danni agli organi interni, ad esempio in forma di miocardite (infiammazione del cuore), paralisi e nefrite (infiammazione dei reni).

Il contagio avviene mediante piccole goccioline emesse dal malato, ma esiste un vaccino (compreso in Italia tra quelli obbligatori) in grado di garantire un’efficace prevenzione.

Contagio e trasmissione

L’Italia è esente dal rischio di contagio, che tuttavia può ancora avvenire in alcune aree meno sviluppate (Brasile, Nigeria, India, Indonesia e dovunque non sia possibile garantire una continua vaccinazione di massa).

La difterite è un’infezione batterica acuta causata da da ceppi tossigeni di Corynebacterium diphtheriae, ovveri batteri in grado di produrre una tossina responsabile delle gravi reazioni che si osservano nei pazienti infetti; Anche altre due specie di Corynebacterium (C. ulcerans e C. pseudotuberculosis) possono produrre la tossina difterica e quindi diventare causa di malattia, ma si tratta di specie zoonotiche e quindi il contagio è esclusivamente previo contatto con l’animale infetto e non tra uomini.

Si segnala infine l’esistenza di ceppi incapaci di produrre la tossina, che possono comunque infettare l’uomo seppure manifestando in genere una sintomatologia più lieve e localizzata (tipicamente cavità nasali e vie respiratorie superiori).

La trasmissione avviene tipicamente in modo diretto da un paziente ad un individuo suscettibile, diffuso a seguito dell’emissione di piccole goccioline di saliva (da starnuti, tosse o semplicemente parlando) contenenti il batterio che vengono respirate dal soggetto; più raramente il contagio avviene a causa di ulcere cutanee o fomiti (oggetti contaminati da secrezioni provenienti da pazienti infetti.

I malati, in assenza di trattamento, sono infettivi fino a quattro settimane (eventuali portatori sani anche più a lungo).

Incubazione

Il tempo di incubazione è il periodo che trascorre tra il contagio e l’esordio dei sintomi; nel caso della difterite l’intervallo medio è di 2-5 giorni, ma si segnala in senso assoluto un intervallo di 1-10 giorni.

Sintomi

La difterite può coinvolgere quasi tutte le mucose, ma per scopi didattici e clinici è utile classificare i sintomi in base al sito di espressione:

  • Difterite respiratoria
    • Difterite nasale
    • Difterite faringea e tonsillare (parte alta della gola)
    • Difterite laringea (la laringe è l’organo che collega la gola alle vie respiratorie inferiori)
  • Difterite cutanea

La difterite respiratoria ha un esordio graduale caratterizzato da

Il segno distintivo della difterite respiratoria è tuttavia la comparsa di una sorta di membrana (costituita da tessuto necrotico, ovvero morto) che compare entro i successivi 2-3 giorni sopra a cavità nasali, tonsille, gola, laringe (quando coinvolta) e che può raggiungere la trachea (l’organo che collega la laringe ai due bronchi), che può diventare causa di ostruzione delle vie respiratorie in seguito al suo distacco. La membarna può inizialmente apparire come un essudato bianco traslucido, che tende poi a virare verso un colore grigio sporco ed aderente alla mucosa (l’eventuale rimozione in questa fase provoca sanguinamento).

Membrana tipica della difterite

Di User:Dileepunnikri – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27093567

La difterite cutanea può invece presentarsi come un’eruzione cutanea squamosa o in forma di ulcere con bordi e membrana chiaramente delimitati, tuttavia le lesioni cutanee interessano solitamente agli arti e di appaiono di difficile distinzione da altre malattie cutanee come eczema, psoriasi, impetigine, …

Complicazioni e rischi

Le complicanze sistemiche della difterite cutanea sembrano essere meno comuni in caso di manifestazione esclusivamente cutanea, molto più frequenti in caso di interessamento delle vie respiratorie.

Il rischio di esito fatale è stimato compreso tra 5-10%, ma raggiunge punte del 20% (1 soggetto su 5) nel caso di bambini di meno di 5 anni e adulti con più di 40 anni; la percentuale aumenta in assenza di un adeguato trattamento.

Le possibili complicazioni includono tra l’altro

Cura

La diagnosi di difterite respiratorie è in genere clinica, cioè basata sulla visita medica del paziente e sull’anamnesi (raccolta di informazioni, tra cui spicca ovviamente l’assenza di un precedente ciclo vaccinale); per ridurre il rischio di complicazioni è indispensabile che la diagnosi sia tempestiva, così da garantire un rapido inizio della terapia che prevede la somministrazione di

  • antibiotici, per il contrasto all’infezione
  • antitossina, per la neutralizzazione dei pericolosi effetti dalla tossina prodotta dal batterio.

In base al paziente potrebbe essere necessario garantire il supporto vitale (in particolare quello respiratorio).

Nel caso di difterite cutanea è in genere sufficiente il trattamento con antibiotici, senza necessità di antitossina.

La difterite potrebbe non conferire immunità. Le persone che si stanno riprendendo dalla difterite dovrebbero iniziare o completare l’immunizzazione attiva con il tossoide difterico durante la convalescenza, se non completamente in regola con la vaccinazione.

Il trattamento di solito ha una durata di 2-3 settimane.; eventuali ulcere cutanee di solito guariscono entro 2 o 3 mesi, in alcuni casi lasciando un’evidente cicatrice.

Vaccino

La disponibilità di un efficace vaccino ha consentito l’eradicazione della malattia dovunque sia stato possibile condurre vaccinazioni sull’intera popolazione.

È un vaccino costituito dalla tossina inattivata, generalmente somministrato in combinazione con altri; in Italia sono previste

  • 3 dosi nel primo anno di vita
  • un richiamo al sesto anno di vita
  • un ulteriore richiamo in seguito durante l’adolescenza.

Spesso è somministrato in combinazione all’antipolio o in forma esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B). Se necessario è possibile ricorrere a periodici richiami ogni 10 anni.

La vaccinazione è raccomandata anche per coloro che abbiano un precedente di malattia, che da sola non è garanzia di immunità acquisita.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.