Disidratazione in adulti e bambini: sintomi, cause e pericoli

Introduzione

L’acqua è essenziale per la vita a qualsiasi età, tanto che

  • nei bambini il contenuto corporeo di acqua corrisponde a circa il 75% del peso totale,
  • nell’adulto il 60%
  • e nell’anziano si riduce al 55%.

Nell’organismo vi è un costante equilibrio tra la perdita di liquidi e l’assunzione degli stessi, attraverso dei meccanismi raffinati e precisi, tra i quali lo stimolo della sete. L’introito di acqua durante la giornata non avviene soltanto con le bevande liquide, ma anche attraverso il cibo (per esempio con alimenti ricchi di acqua, quali la frutta e la verdura).

Le possibili cause di disidratazione sono molteplici, tra le quali spiccano:

  • ridotto introito di liquidi,
  • eccessiva perdita di urine,
  • utilizzo di farmaci diuretici,
  • vomito
  • e diarrea.

Le categorie più a rischio di disidratazione sono i bambini e gli anziani.

Tra i principali sintomi della disidratazione nell’adulto troviamo:

  • sete,
  • riduzione del turgore della cute,
  • bocca secca,
  • pressione bassa (con conseguente stanchezza e capogiri)
  • e sensazione di svenimento.
I più comuni sintomi della disidratazione nell'adulto

I più comuni sintomi della disidratazione nell’adulto (iStock.com/Irina_Strelnikova)

Nei bambini i sintomi della disidratazione possono manifestarsi anche attraverso:

  • irritabilità,
  • assenza di lacrime durante il pianto,
  • pannolini asciutti per tre ore o più e fontanella infossata nei lattanti.

Nella maggior parte dei casi la disidratazione è lieve e l’equilibrio idrico può essere ristabilito con l’assunzione di acqua per bocca o soluzioni idratanti contenenti carboidrati e sodio; gravi condizioni di disidratazione possono invece condurre il paziente dallo shock (collasso) cardiocircolatorio fino alla morte e necessitano per questo di tempestive cure mediche ospedaliere.

Cause

Il contenuto dei liquidi corporei dipende principalmente da due meccanismi:

  1. Introduzione di liquidi. Questo processo è controllato dalla sete, una sensazione soggettiva che si innesca quando è necessario introdurre acqua.
  2. Fuoriuscita di liquidi. Meccanismo controllato prevalentemente dall’azione dei reni (anche se la perdita attraverso sudorazione e perspiratio insensibilis, vedi oltre, può diventare molto rilevante).

Grazie a questi meccanismi, in condizioni di normalità, è mantenuto un equilibrio idrico che prende anche il nome di omeostasi idrica. Per esempio, in presenza di un deficit di acqua, questo viene recepito da particolari sensori a livello cerebrale che innescano lo stimolo della sete e portano ad una riduzione della perdita di urine.

Quando il bilancio è negativo (l’introito di liquidi è minore della loro perdita) si sviluppa una condizione di disidratazione. In questi casi, sono richiamati liquidi dall’interno delle cellule verso l’esterno, per mantenere il volume di sangue e la quantità di fluidi extracellulari; le cellule a seguito di ciò si “raggrinziscono”, con conseguenti anomalie del loro funzionamento.

Le cellule più sensibili a queste modificazioni sono i neuroni.

Le possibili cause sottostanti all’alterazione dell’equilibrio idrico sono molteplici:

  • Insufficiente introito di liquidi: per esempio, negli anziani ciò può accadere per problemi di disabilità fisica a raggiungere le fonti di acqua o per una fisiologica riduzione della sensazione di sete che si ha con il progredire dell’età. Invece nei bambini, o nelle persone incapaci di provvedere a sé stesse, l’inadeguata assunzione di acqua può essere dovuta a trascuratezza da parte dei genitori, tutori o caregiver.
  • Eccesso di urinazione: può essere causata da un alterato funzionamento dei reni (incapacità di concentrare le urine), oppure presente in patologie quali il diabete mellito, il diabete insipido e l’insufficienza surrenalica.
  • Trattamento farmacologico con diuretici. I diuretici, come richiama il nome stesso, aumentano la perdita di liquidi con le urine. In alcuni casi, se assunti in quantità non idonee alla patologia per la quale sono stati prescritti o in modo arbitrario, possono causare disidratazione.
  • Eccessiva perdita di liquidi con la sudorazione, per esposizione al calore o a causa di un’attività fisica intensa e duratura. In questi casi insieme alla perdita di acqua si ha anche perdita di elettroliti (principalmente il sodio, Na+), il soggetto è stimolato a bere preferenzialmente bevande più ricche di sale rispetto all’acqua pura. I bambini e gli anziani sono più suscettibili alla disidratazione associata al colpo di calore;
    • i bambini a causa della loro maggiore superficie corporea rispetto al volume corporeo,
    • gli anziani per inadeguato stimolo della sete, disabilità motorie, riduzione della funzione renale.
  • Perdita di fluidi a livello del tratto gastroenterico per vomito o diarrea. Questo è un problema che coinvolge soprattutto i bambini più piccoli.
  • Stati febbrili.
  • Ustioni gravi.
  • Condizioni in cui è difficoltosa la deglutizione per esempio nelle faringiti (mal di gola).

Categorie a rischio

Per i motivi citati, le persone più a rischio di disidratazione sono i bambini (soprattutto i lattanti) e gli anziani.

Perspiratio insensibilis

La perspiratio insensibilis, tradotta in genere come “traspirazione insensibile”, è un processo fisiologico (ovvero normale e non frutto di malattia) che consiste nella perdita continua ma impercettibile di piccole quantità di acqua da pelle, mucose e vie respiratorie; se osservata nel singolo istante la frazione persa risulta trascurabile, ma quando analizzata nell’arco della giornata è possibile apprezzare l’impatto del fenomeno, che rende conto della perdita di circa mezzo litro di acqua al giorno in un adulto di 1.70 m, per 70 kg di peso in un ambiente relativamente caldo (27°).

Obiettivo di questo meccanismo è il mantenimento della corretta temperatura corporea, attraverso la continua dispersione del calore in eccesso, e per questa ragione l’entità è strettamente dipendente da fattori quali altezza, peso e temperatura ambientale, oltre che dalla quantità di attività fisica praticata (che comporta l’aumento della produzione di calore e, conseguentemente, un aumento della necessità di dispersione).

Si noti che si tratta di un meccanismo differente dalla sudorazione; nel caso della perspiratio insensibilis il fluido perso è esclusivamente acqua, priva di sali minerali.

Sintomi

La sintomatologia legata alla disidratazione varia a seconda della gravità di questa condizione, che può essere lieve, moderata o grave.

  • Lieve: perdita del 3% del peso corporeo negli adulti e 5% nei lattanti (ad esempio 2 kg in un adulto di 70 kg),
  • Moderata: perdita del 6% del peso corporeo negli adulti e 10% nei lattanti (ad esempio 4 kg in un adulto di 70 kg).
  • Grave: perdita del 9% del peso corporeo negli adulti e 15% nei lattanti (ad esempio 6.5 kg in un adulto di 70 kg).

I principali sintomi e segni della disidratazione nell’adulto e nell’anziano sono:

  • Aumento della sete (ricordiamo che può essere ridotto negli anziani e non adeguato a contrastare la perdita di liquidi sottostante).
  • Riduzione del turgore (pienezza) della cute (la cute contiene infatti circa il 30% dell’acqua totale, che contribuisce alle sue rotondità ed elasticità).
  • Bocca secca e in generale secchezza delle mucose.
  • Pressione bassa: dapprima quando si passa da una posizione sdraiata ad una in piedi (ipotensione ortostatica) e poi, con il peggioramento della disidratazione, la pressione bassa si può registrare anche a riposo, con lo sviluppo di stanchezza e capogiri;
  • Palpitazioni dovute all’aumento della frequenza cardiaca (tachicardia).
  • Mal di testa. La disidratazione è anche un trigger per lo sviluppo di emicrania nei soggetti predisposti, oltre a prolungarne la durata. Con l’assunzione di acqua spesso si può osservare un sollievo dal sintomo.
  • Riduzione della produzione di urina, fino all’anuria (emissione di < 100 mL/die di urine) nei casi più gravi.
  • Letargia, alterazioni dello stato di coscienza, confusione mentale, sensazione di svenimento e sincope.

Nei bambini più piccoli i segni e i sintomi che caratterizzano la disidratazione sono:

  • infossamento degli occhi,
  • depressione della fontanella craniche,
  • assenza di lacrimazione durante il pianto,
  • pannolino asciutto per tre ore o più.

Si è osservato inoltre che in una condizione cronica la disidratazione è associata a:

  • Riduzione delle performance nell’attività fisica.
  • Alterazioni dell’umore e delle funzioni cognitive (per esempio può intaccare la memoria a breve termine, le abilità psicomotorie, visuo-spaziali e aritmetiche).
  • Maggior rischio di sviluppare demenza.
  • Costipazione (riduzione della velocità del transito intestinale, emissione di feci piccole e dure, difficoltà ad andare di corpo).

Prognosi e complicazioni

Nella maggior parte dei casi la disidratazione è lieve e può essere risolta con l’introduzione di liquidi per bocca, tuttavia alcune situazioni più gravi possono essere drammatiche: la deplezione di liquidi diviene tale da alterare i meccanismi di funzionamento cardiocircolatorio, si può arrivare allo shock (o “collasso”) e a gravi danni di organi interni (cuore, cervello, reni). In queste circostanze sono necessarie tempestive cure mediche.

Ricordiamo infatti come la disidratazione e le sue conseguenze sono i fattori maggiormente coinvolti nella morte degli anziani che si osserva durante le ondate di calore. Inoltre, nei Paesi in via di sviluppo, la disidratazione causata da diarrea per malattia infettiva è responsabile della morte di 1,5-2,5 milioni di bambini ogni anno.

Diagnosi

Per diagnosticare uno stato di disidratazione è importante valutare i segni e i sintomi di questa condizione, associati ad una corretta anamnesi (racconto del paziente), utile per stabilirne la causa. In base a queste caratteristiche è possibile indirizzarsi sulla gravità della condizione e sull’entità del deficit di liquidi, importanti per impostare un trattamento congruente. Ci si può aiutare, soprattutto nei bambini più piccoli, misurando eventuali variazioni di peso corporeo (rapidi cambiamenti in uno-due giorni sono in genere dati da perdita di liquidi).

In alcuni casi, il medico può ritenere necessario richiedere alcuni esami del sangue, per controllare l’emocromo, l’equilibrio idroelettrico (principalmente attraverso gli elettroliti) e l’equilibrio acido-base (attraverso l’emogasanalisi). Nella disidratazione si può osservare un aumento dell’ematocrito (in conseguenza della concentrazione della cellule per riduzione dei liquidi nel sangue). Possono essere valutati anche gli elettroliti del sangue:

  • il sodio (Na+) sarà aumentato,
  • mentre il potassio (K+) può essere alto o basso, a seconda della causa sottostante.

Inoltre, ad eccezione di alcune situazioni particolari, l’esame delle urine riporterà un aumento del peso specifico.

Cura

Se la disidratazione è lieve, è sufficiente reintegrare la perdita di fluidi con l’apporto di liquidi per bocca in modo vigoroso: inizialmente 2-3 litri di acqua al giorno, poi si possono ridurre mantenendo comunque una buona idratazione. Se ci sono difficoltà nell’idratazione, per esempio per vomito ripetuto o bambini che rifiutano, è possibile far bere piccoli sorsi a intervalli ripetuti frequentemente (circa ogni 10-15 minuti). Tuttavia, anche se la disidratazione è lieve, per problemi mentali o fisici (difficoltà importanti nella deglutizione), può essere necessaria una terapia endovenosa con un’infusione di soluzione elettrolitica (acqua con un contenuto di sodio dello 0,9%).

In farmacia è possibile reperire soluzioni reidratanti orali contenenti carboidrati, o glucosio, e sodio che possono essere consigliate dal medico o dal farmacista e alle quali è bene affidarsi, piuttosto che consumare succhi o altre bevande zuccherate. Sono da utilizzare solo nella fase iniziale, dopodiché debbono essere sostituite con un’idratazione normale.

I casi più gravi di disidratazione richiedono un intervento medico e cure ospedaliere, con l’infusione di liquidi per via endovenosa o con sondino nasogastrico (un tubicino di plastica che viene fatto entrare in una radice del naso e, passando attraverso l’esofago, raggiunge lo stomaco).

Prevenzione

È possibile prevenire uno stato di disidratazione mediante l’apporto quotidiano di circa 1,5-2 litri di acqua (considerando anche i liquidi introdotti attraverso la frutta e la verdura), i quali devono essere debitamente aumentati d’estate, quando le temperature sono più elevate, e quando si pratica esercizio fisico prolungato, a causa dell’ulteriore perdita di liquidi con la sudorazione.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.