Diverticoli esofagei: cause, sintomi, pericoli e cura

Introduzione

Un diverticolo esofageo è una condizione relativamente rara propria dell’esofago, il lungo canale che funge da collegamento tra la gola e lo stomaco; consiste in una sorta di sacca che si forma sulla parete dell’organo, un rigonfiamento verso l’esterno che si forma a causa di un’area di debolezza della mucosa, ma è di norma priva di sintomi e solo raramente può indurre rigurgito o disfagia (difficoltà nel passaggio di cibo e/o liquidi dalla bocca allo stomaco).

Anatomia semplificata dell'esofago

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Il metodo più efficace per diagnosticare i diverticoli esofagei consiste nel pasto baritato, una forma di radiografia che beneficia della presenza di una soluzione liquida che il paziente beve appena prima dell’esame e che ne amplifica le immagini risultanti.

In genere i diverticoli esofagei non richiedono alcun trattamento, salvo i casi più gravi che possono essere affrontati mediante intervento chirurgico.

In genere l’evoluzione del diverticolo è molto lenta, si misura nell’arco di anni, ma con il tempo potrebbe aumentare il fastidio in grado di essere percepito dal paziente; nei casi più gravi si potrebbero verificare occlusioni o rotture dell’organo, complicazioni che richiedono immediata attenzione medica.

Cause

I diverticoli esofagei possono colpire chiunque, ma nel complesso sono più comuni negli adulti (ed il diverticolo di Zenker è tipico dell’età anziana).

Sebbene l’origine dei diverticoli esofagei non sia completamente nota, l’ipotesi più condivisa prevede che siano la conseguenza di un aumento della pressione all’interno dell’organo, che trova sfogo in parti della parete che per qualche ragione sono più deboli e quindi soggette ad un certo grado di deformazione.

In alcuni pazienti può essere ad esempio una complicazione di altre condizioni pre-esistenti, come l’acalasia (disturbo caratterizzato dall’alterazione della capacità muscolare dell’esofago), che causa difficoltà a deglutire, rigurgito di cibo e spasmi.

Esistono diversi approcci utili alla classificazione dei diverticoli esofagei, ad esempio possono essere suddivisi

  • veri, quando coinvolgono tutti gli strati della parete,
  • falsi, quando invece sono limitati a mucosa o sottomucosa (gli strati più interni).

A seconda della posizione può essere classificato in:

  • diverticoli di Zenker, nella parte superiore dell’esofago (prossimi alla gola),
  • medio-esofageo,
  • epifrenici, ovvero appena sopra il diaframma (il muscolo su cui appoggiano i polmoni, posto appena sopra lo sbocco dell’esofago nello stomaco).

Da un punto di vista della formazione il diverticolo può essere distinto in base alla forza responsabile della sua formazione:

  • Pulsione, tipicamente per effetto di un aumento della pressione all’interno dell’organo, ad esempio in caso di acalasia ed altri disturbi della motilità esofagea,
  • Trazione, ovvero quando interviene una forza esterna sulla parete esofagea, che tira fino a formare una sacca; sono in genere la conseguenza di un’infiammazione adiacente ma esterna all’organo, che in fase di remissione lo retrae per formare il difetto. Si verificano ad esempio in caso di tubercolosi od istoplasmosi, entrambe malattie polmonari.

Ad oggi, non ci sono invece prove che il reflusso gastroesofageo giochi un qualche ruolo nella formazione dei diverticoli esofagei.

Sintomi

In molti casi la mera presenza di un diverticolo non causa alcun sintomo; quando presenti questi possono comprendere:

  • disfagia (difficoltà di deglutizione), il disturbo più comune,
  • scialorrea,
  • rigurgito di cibo intatto,
  • alitosi,
  • tosse.

I sintomi sono in genere conseguenza del fatto che parti di quanto deglutito rimangono intrappolati all’interno del diverticolo.

Complicazioni

Tra le possibili complicazioni dei diverticoli esofagei si annoverano:

  • rischio di soffocamento, polmonite da aspirazione (un’infezione polmonare causata dall’ingresso di secrezioni o materiale estraneo nella trachea e nei polmoni) e ascessi polmonari, conseguenti al rigurgito, che si verifica più spesso di notte, quando la posizione sdraiata non consente di beneficiare della protezione offerta dalla forza di gravità;
  • occlusione ed eventualmente perforazione esofageo,
  • carcinoma spinocellulare, il cui rischio di sviluppo aumenta leggermente.

Diagnosi

La diagnosi viene in genere formulata a seguito di pasto baritato, una forma di radiografia specifica del tratto digerente che beneficia della preventiva ingestione di uno specifico mezzo di contrasto; mediante questo approccio è possibile ottenere anche informazioni sulla posizione e le dimensioni del diverticolo; in alcuni casi la diagnosi avviene invece a seguito di gastroscopia, esame più comune in presenza di disturbi del tratto digerente superiore (e che tuttavia nel caso dei diverticoli presenza qualche rischio di perforazione).

Possono essere condotti infine studi mediante la manometria esofagea, una metodica volta a valutare la motilità dell’esofago.

Cura

In assenza di sintomi, quindi per diverticoli scoperti in modo casuale, non è richiesta alcuna terapia (succede spesso nel caso di diverticoli medio-esofagei ed epifrenici).

Qualora il paziente accusasse disturbi è possibile optare per un approccio conservativo o risolutivo; per disturbi lievi si può pensare di introdurre cambiamenti dietetici e comportamentali (ad esempio mediante l’adozione di una dieta leggera, avendo cura di bere dopo ogni boccone, per evitare che il cibo rimanga intrappolato).

Più spesso si ricorre invece ad un approccio chirurgico (od endoscopico, ovvero passando tramite la bocca) risolutivo, scelta più comune nel caso di diverticoli che si formino nella porzione superiore dell’esofago.

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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