Diverticoli e diverticolosi: dieta, sintomi, cura

Cosa sono i diverticoli e la diverticolosi?

La diverticolosi è una condizione medica caratterizzata dalla presenza di diverticoli, piccole sacche distribuite lungo l’intestino e dovute ad un’estroflessione della parete; tecnicamente i diverticoli possono formarsi in qualsiasi punto del tratto digestivo, dall’esofago al colon (nel sigma in particolare, mai nel retto), ma tipicamente si fa riferimento a quelli che si sviluppano a livello del colon.

Si distinguono forme

  • congenite (cioè presenti dalla nascita),
  • acquisite (cioè comparse nel tempo).

Nelle forme congenite, peraltro piuttosto rare, i diverticoli sono formati da tutti e tre gli strati della parete intestinale (mucosa, sottomucosa e muscolare propria); tipico esempio è il diverticolo di Meckel.

Nelle forme acquisite, le più comuni, i diverticoli sono formati solo dallo strato mucoso e sottomucoso.

La presenza di diverticoli non implica necessariamente lo sviluppo di sintomi; nel caso in cui il paziente manifesti invece fastidi si parla più propriamente di malattia diverticolare, che può presentarsi con:

  • dolore alla pancia, di solito nella parte inferiore sinistra, che mostra un andamento alternato e peggiora durante o poco dopo aver mangiato,
  • gonfiore,
  • alterazione dell’alvo (stitichezza, diarrea o entrambe),
  • più raramente presenza di muco nelle feci.
Diverticoli nell'intestino

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Causa

La diverticolosi è

  • molto rara nei bambini,
  • poco frequente nei giovani adulti,
  • più comune negli adulti sopra i 50 anni e soprattutto negli anziani.

È più frequente nei Paesi industrializzati, probabilmente a causa delle abitudini di vita e alimentari ed in particolare all’insufficiente apporto di fibra.

La ricerca ha dimostrato che i diverticoli non si formano in punti casuali della parete intestinale, ma l’insorgenza è invece favorita in quelle zone dell’intestino a cosiddetta minor resistenza.

Ricordiamo che la parete del colon è costituita da più strati che, andando dall’interno verso l’esterno, comprendono

  • mucosa,
  • sottomucosa,
  • muscolare propria,
  • sierosa.

La muscolare propria, a sua volta, è formata da un doppio rivestimento muscolare :

  • uno esterno, con muscolatura longitudinale (tenie del colon),
  • uno interno, con muscolatura circolare.

I punti della parete intestinale in cui le arterie penetrano nel rivestimento muscolare liscio circolare, lungo le tenie ed attraverso i setti di tessuto connettivo, appaiono punti a minor resistenza: in queste zone la parete è più debole e può erniare, formando i diverticoli.

La formazione dei diverticoli è favorita, oltre che da un’intrinseca debolezza di alcuni punti della parete intestinale, anche da un aumento della pressione all’interno del canale alimentare, che va a spingere ed erniare la mucosa colica verso l’esterno.

È ormai noto dagli studi condotti nei primi anni ‘70 che una dieta ricca di fibre e acqua riduce la pressione presente all’interno del canale alimentare, facilitando così il transito delle feci. Ciò comporta due vantaggi:

  • riduce la formazione dei diverticoli,
  • riduce il rischio di infiammazione (diverticolite), legata al ristagno di materiale fecale e batteri all’interno dei diverticoli.

Sull’esatta causa della diverticolosi resta tuttavia ancora molto da chiarire, ma le principali società scientifiche mondiali rimangono orientate all’ipotesi fibra come fattore di rischio prevalente (se non propriamente come causa), in probabile combinazione con una predisposizione individuale.

Fattori di rischio

Alcuni ulteriori fattori di rischio sembrerebbero contribuire alla formazione dei diverticoli, quali ad esempio:

  • età avanzata,
  • sedentarietà,
  • malattie ereditarie del collagene (ad esempio la sindrome di Marfan),
  • stitichezza cronica.

Sintomi

La diverticolosi nell’80% dei casi non da sintomi ed è di riscontro occasionale: si scopre di esserne affetti perché ci si è sottoposti ad un’indagine radiologica od endoscopica eseguita per altri motivi (quali polipi intestinali, sanguinamenti, tumori, …).

Una volta scoperta è buona regola non allarmarsi, dal momento che la diverticolosi può restare asintomatica per tutto il resto della vita.

In 8 casi su 10 la diverticolosi non da sintomi di sé per tutta la vita, tuttavia

  • nel 10-15 % dei casi si possono sviluppare sintomi (malattia diverticolare),
  • nel 5 % dei casi può complicarsi con un quadro di infiammazione acuta (diverticolite).

I sintomi della malattia diverticolare, comuni ad altre patologie intestinali , comprendono:

  • dolore addominale,
  • crampi al fianco sinistro, generalmente dopo un pasto,
  • gonfiore,
  • sensazione di bruciore,
  • senso di ripienezza addominale,
  • alterazioni dell’alvo (diarrea o più frequentemente stipsi).

La causa che porta alla comparsa dei sintomi della malattia diverticolare sembra essere la presenza di una lieve infiammazione della mucosa intestinale, spesso accompagnata da un’alterazione della microflora batterica intestinale con aumento dei batteri patogeni. Se questo stato clinico cronicizza, ossia quando si mantiene per lungo tempo, diventa un fattore predisponente allo sviluppo di diverticolite.

Diagnosi

Generalmente la diagnosi di diverticolosi è casuale, durante indagini di controllo condotte per altri motivi. La diverticolosi infatti di per sé è quasi sempre asintomatica, solo in una piccola percentuale di casi si ha la comparsa di sintomi che spinge il paziente a rivolgersi al medico.

Il medico interrogherà il paziente circa

  • i sintomi presenti,
  • eventuale correlazione della sintomatologia con il momento dei pasti o alcuni alimenti,
  • presenza di disturbi nella normale evacuazione delle feci.

Per giungere ad una diagnosi di certezza sarà tuttavia necessaria l’esecuzione di indagini più approfondite quali:

Il clisma opaco prevede l’introduzione per via rettale di un mezzo di contrasto (bario) e l’esecuzione di una radiografia: i diverticoli risulteranno facilmente visibili dal momento che, a differenza del colon, non presentano una parete muscolare per cui espelleranno il bario più lentamente. L’eventuale insufflazione di aria sempre per via rettale (clisma opaco a doppio contrasto) potrà facilitare ulteriormente la visualizzazione dei diverticoli.

La colonscopia è l’esame standard per lo studio del colon:

  • prevede l’introduzione per via rettale di una sonda munita di microcamera che consente di visualizzare tutto il tratto colico,
  • consente di eseguire piccoli prelievi di mucosa sospetta (biopsie).

Queste metodiche consentono di escludere tutte quelle malattie intestinali che si possono presentare clinicamente con gli stessi sintomi della malattia diverticolare, ossia

In presenza di un sospetto di diverticolite, tuttavia, né il clisma opaco a doppio contrasto né la colonscopia dovrebbero essere effettuate perché l’insufflazione dell’aria potrebbe perforare il diverticolo infiammato.

Dieta

La diverticolosi asintomatica non prevede cure farmacologiche. Chi sa di esserne affetto dovrebbe tuttavia

  • assumere fibre con la dieta (almeno 30 grammi al giorno, ma è necessario abituarsi gradualmente),
  • bere molta acqua (1.5-2 litri al giorno).

Le fibre, specie quelle insolubili (cellulosa):

  • consentono la formazione di feci morbide e voluminose,
  • favoriscono il transito fecale, aumentando la motilità intestinale,
  • riducono la pressione all’interno del canale alimentare,
  • e irrobustiscono la parete intestinale.

Una dieta adeguata quindi aiuta a prevenire lo sviluppo dei diverticoli ma, anche gli eventuali sintomi e complicanze associati a questa condizione.

Cosa mangiare?

Si consiglia un regime alimentare fondato su:

  • cereali integrali contenuti nel pane, pasta, riso, orzo, grissini, fette biscottate, biscotti e cracker,
  • più porzioni di verdura al giorno, sia cotta che cruda (come ad esempio asparagi, carciofi, agretti, cicoria, funghi, ma anche lattuga, carote, sedano e radicchio) che sono in grado di trattenere l’acqua ed aumentare il volume delle feci,
  • più porzioni di frutta al giorno, quale mele, pere, arance, nespole, prugne, pesche, albicocche.
  • legumi (piselli, fagioli, lenticchie, …).

È buona abitudine procedere gradualmente all’aumento del consumo di fibre vegetali nella dieta per evitare fenomeni iniziali di gonfiore addominale che potrebbero arrecare qualche disagio.

Le fibre possono essere assunte anche tramite integratori dietetici, quali crusca o psillio, su consiglio medico.

A differenza del passato non si ritiene che rappresenti un rischio il consumo di frutta secca a guscio e semi oleosi.

È utile inoltre :

  • moderare il consumo di carne rossa e grassa,
  • moderare il consumo di cibi troppo raffinati (alimenti a base di farina bianca, cereali non integrali, dolci, snack salati),
  • limitare gli alimenti piccanti o le bevande che possono irritare la mucosa intestinale (vino, birra, superalcolici, caffè e thè),
  • non saltare i pasti principali (colazione, pranzo e cena),
  • assumere fermenti lattici solo se indicati dal medico,
  • praticare attività fisica.

In presenza di malattia diverticolare potrebbe essere utile assumere, su indicazione medica,

  • antispastici,
  • antibiotici topici,
  • mesalazina, un antiinfiammatorio con capacità antiossidante,
  • e probiotici (per esempio il Lactobacillus casei DG).

Secondo un recente studio italiano, infatti, un trattamento a cicli con mesalazina e probiotici sarebbe efficace sia per il controllo dei sintomi della malattia diverticolare sia per la prevenzione della diverticolite.

 

A cura della Dott.ssa Tiziana Bruno, medico chirurgo

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Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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