Epatite: cause, sintomi e pericoli

Introduzione

È piuttosto frequente nel parlato comune utilizzare il termine generico epatite per indicare le infezioni virali del fegato, quando in realtà il significato corretto è più genericamente “infiammazione del fegato”; se è infatti vero che nella maggior parte dei pazienti la causa va ricondotta ad un virus, la genesi dell’epatite comprende anche numerose altre cause, tra cui alcolici, farmaci e disturbi del sistema immunitario.

Oltre ad orientare, almeno in parte, un diverso approccio terapeutico al disturbo, l’origine dell’epatite è anche importante in termini di pericoli e complicazioni, spaziando da disturbi lievi, privi di sintomi ed autolimitanti, a condizioni che possono richiedere un trapianto urgente di fegato nell’arco di pochi giorni.

Farmaci antivirali possono essere usati per alcune forme virali, tra cui spicca per importanza l’epatite C (l’introduzione da pochi anni di questa nuova categoria di medicinali ne ha finalmente permesso la guarigione definitiva in soggetti che abbiano sviluppato un’infezione cronica. Non esiste un trattamento specifico per la NASH, che viene invece affrontata mediante un miglioramento dello stile di vita (attività fisica, dieta sana e perdita di peso). L’epatite autoimmune può essere trattata mediante la somministrazione di farmaci per sopprimere il sistema immunitario.

In tutti i casi il trapianto di fegato rappresenta l’extrema ratio in caso di insufficienza epatica (sia acuta che cronica).

Per le epatiti virali A, B e D esistono specifici vaccini.

Si rimanda alla scheda dedicata a ciascuna condizione per un approfondimento della stessa.

Cause e classificazione

La prima distinzione che è possibile operare è tra epatite

  • acuta, se la durata è inferiore ai sei mesi,
  • cronica, se l’infiammazione persiste oltre 6 mesi.

L’epatite acuta spesso di solito si risolve da sola, ma in alcuni casi può invece condurre ad un’insufficienza epatica fulminante a seconda dell’eziologia; al contrario l’epatite cronica può causare danni irreparabili al fegato che includono fibrosi epatica, cirrosi, tumore, … e non è raro che rimanga silente (priva di sintomi evidenti) anche per anni.

Per certi versi più interessante è invece la classificazione dell’epatite in base alla causa:

  • Epatite infettiva
    • Epatite virale: Nella maggior parte dei pazienti l’epatite ha origine virale, si tratta cioè della conseguenze dell’infezione da parte di un virus. Le più studiate e meglio comprese sono:
      • Epatite A, viene trasmessa in genere per via oro-fecale (ovvero con il consumo di acqua/alimenti contaminati da feci infette)
      • Epatite B, viene trasmessa per via parenterale (sangue infetto) e sessuale (a seguito di contatto con mucose o fluidi corporei di individui infetti)
      • Epatite C, viene trasmessa prevalentemente mediante sangue infetto, più raramente attraverso contatti sessuali o perinatali (madre-figlio)
      • Epatite D: viene trasmessa mediante il contatto con sangue, sperma e secrezioni vaginali di persone infette, ma richiede necessariamente che il paziente sia già positivo per epatite B
      • Epatite E: viene trasmessa tipicamente per via oro-fecale, più raramente a seguito del consumo di carne poco cotta
    • Epatite batterica: Sicuramente meno comuni delle forme virali, possono essere conseguenza di infezioni batteriche come  tubercolosi, brucellosi, tifo addominale
    • Epatite parassitaria: Altrettanto rare in Italia quanto le batteriche, si tratta ad esempio di leptospirosi, schistosomiasi
  • Epatite tossica:
    • Epatite da farmaci (per intossicazione o a seguito di effetti collaterali), che comprende anche estratti vegetali, sostanze d’abuso, funghi, tossine, …
    • Epatite alcolica: seppure non sia ancora chiarito il meccanismo biochimico, si tratta della conseguenza di un abuso del consumo di alcolici (si distingue dalla precedente più che altro per ragioni di diffusione)
  • Epatite autoimmune: è la conseguenza di un’errata attivazione del sistema immunitario verso il fegato, ma la causa di questo difetto è tuttora sconosciuta.

Vale infine la pena di ricordare anche la steatoepatite non alcolica (NASH), una condizione derivante dal cosiddetto fegato grasso (steatosi epatica) che evolve verso uno stato infiammatorio vero e proprio, con possibile evoluzione verso pericolose complicazioni.

Cause più rare (o in qualche modo diverse dalle precedenti) comprendono:

Sintomi

Ittero da epatite

Shutterstock/Alona Siniehina

Premesso che la sintomatologia ed il decorso della stessa può cambiare tra le diverse forme di epatite, è possibile individuare alcuni sintomi fortemente suggestivi di un coinvolgimento del fegato:

Molte forme di epatite sono poi caratterizzate dalla possibilità di un decorso privo di sintomi, almeno nelle fasi iniziali.

La fase di recupero dall’epatite acuta è in genere caratterizzata dalla risoluzione dei sintomi clinici, ma con una certa persistenza per qualche tempo di aumenti dei valori di laboratorio dei parametri specifici del fegato e dell’ingrandimento dell’organo (epatomegalia).

Complicazioni

Sebbene le possibili complicazioni cambino leggermente tra un caso e l’altro, ed ancora di più il rischio che queste si verifichino, tra le principali evoluzioni di una persistente infiammazione del fegato si annoverano:

  • cirrosi (sostituzione del tessuto epatico normale con tessuto cicatriziale)
  • insufficienza epatica (perdita della capacità funzionale del fegato)
  • tumore del fegato.

Epatite fulminante

L’epatite fulminante è una complicanza rara e pericolosa dell’epatite acuta, che può verificarsi in caso di infezione da virus B, D ed E, oltre che in caso di epatite autoimmune ed indotta da farmaci.

Oltre ai segni caratteristici di epatite acuta insorgono

La mortalità dovuta a epatite fulminante è in genere il risultato di varie complicazioni tra cui edema cerebrale, sanguinamento gastrointestinale, sepsi (infezione diffusa), insufficienza respiratoria o insufficienza renale.

Epatite cronica

Se i casi di epatite acuta si risolvono entro sei mesi, quando l’organismo non è in grado i pervenire ad una completa risoluzione dello stato infiammatorio si parla epatite cronica, una condizione che è pericolosamente spesso priva di sintomi in fase iniziale, fatto che può rendere il paziente inconsapevole della sua presenza.

Con il progredire dell’infiammazione si sviluppano lesioni permanenti (cirrosi epatica) che ostacolano le normali funzioni dell’organismo, anche se la capacità di compensazione dell’organo è tipicamente in grado di evitare lo sviluppo di disturbi evidenti fino a fasi ormai molto avanzate, quando si sviluppano in modo relativamente rapido

  • ittero (colorazione gialla della pelle e degli occhi),
  • perdita di peso,
  • coagulopatia (rischio di emorragia per riduzione della capacità di coagulazione),
  • ascite (raccolta di liquidi a livello addominale)
  • ed edema periferico (gonfiore delle gambe).

La cirrosi può infine portare ad ulteriori complicazioni, potenzialmente fatali, come

  • encefalopatia epatica,
  • varici esofagee,
  • sindrome epatorenale
  • e cancro al fegato.

Diagnosi

Il percorso diagnostico presenta caratteristiche specifiche a seconda della forma, ma in presenza di un quadro clinico che suggerisca un’origine epatica in genere gli approfondimenti richiesti comprendono:

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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