- Introduzione
- Classificazione
- Cause e fattori di rischio
- Sintomi
- Diagnosi
- Complicazioni
- Cura
- Prevenzione
- Fonti e bibliografia
Introduzione
L’esofago è un tubo fibromuscolare attraverso cui il cibo dalla faringe (gola) viene condotto allo stomaco; è lungo circa 23-26 centimetri con uno spessore massimo pari a 25 – 30 millimetri; la sua funzione è dunque di connettore tra i due distretti, ma agisce anche lubrificando ed agevolando la deglutizione degli alimenti.
L’esofago di Barrett è una metaplasia dell’epitelio esofageo, ossia una ricrescita del tessuto messa in atto per sopperire al danneggiamento delle cellule della mucosa nella parte inferiore dell’esofago.
È una condizione che viene riscontrata nelle persone che soffrono di reflusso gastroesofageo (il 20% dei soggetti affetti da malattia da reflusso sviluppa esofago di Barrett), a causa dell’azione esercitata dagli acidi e dagli enzimi gastrici; l’esofago, in risposta, genera una nuova mucosa simile a quella intestinale, che comporta lo sviluppo di metaplasia (si noti che la metaplasia è una modificazione reversibile, che può tuttavia trasformarsi in displasia, condizione neoplastica irreversibile).
È una sindrome precancerosa che, se non trattata, può condurre a complicazioni anche gravi, come l’insorgenza di un adenocarcinoma esofageo, un tipo di cancro dell’esofago.
Alla luce dell’alto rischio di sviluppi tumorali è necessario effettuare una diagnosi precoce tramite apposite indagini strumentali (esame endoscopico) su tutti i soggetti affetti da reflusso gastroesofageo.
Per il trattamento vengono utilizzati farmaci specifici per la diminuzione e la cura del reflusso, contestualmente capaci di limitare le alterazioni epiteliali dell’esofago; nei casi più gravi potrebbe essere necessario ricorrere all’ablazione del tessuto intestinale tramite laser o, molto più raramente, l’asportazione chirurgica del tratto di esofago compromesso (esofagectomia).
È comunque possibile prestare attenzione alla prevenzione e al trattamento del reflusso gastroesofageo, per evitare le eventuali complicazioni e l’insorgenza dell’esofago di Barrett, equilibrando il proprio stile di vita, l’alimentazione e assicurando la periodicità dei controlli per i soggetti più a rischio.
Classificazione
L’esofago di Barrett può progredire attraverso tre stadi:
- Metaplasia intestinale senza displasia: si manifesta la metaplasia, ma non sono presenti alterazioni che preannuncino la comparsa di un tumore maligno nelle cellule dell’esofago;
- Displasia di basso grado: sono presenti alterazioni precancerose;
- Displasia di alto grado: lo stadio preliminare al cancro dell’esofago, in cui sono presenti numerose alterazioni nelle cellule dell’esofago prodromiche del tumore.
È inoltre possibile classificarlo in base all’estensione del danno:
- A segmento lungo: estensione pari o superiore ai 3 centimetri
- A segmento corto: estensione inferiore ai 3 centimetri
Cause e fattori di rischio
L’esofago di Barrett è causato dalla persistente irritazione causata dalla risalita cronica di acidi gastrici dallo stomaco (malattia da reflusso gastroesofageo), non stupisce quindi che i fattori di rischio siano sostanzialmente sovrapponibili:
- Genere maschile (il doppio del rischio rispetto alle donne)
- Familiarità
- Obesità
- Consumo di alcol
- Fumo
- Età avanzata (aumenta il rischio al di sopra dei 50 anni)
Sintomi
L’esofago di Barrett può presentarsi anche in modalità asintomatica, rendendo in questo modo ulteriormente complicata la diagnosi precoce ed aumentando il rischio di scoprirlo solo ad uno stadio avanzato.
La sintomatologia equivale a quella del reflusso gastroesofageo:
- Bruciore di stomaco e pirosi
- Difficoltà digestive
- Nausea e vomito
- Asma
- Dolore al torace, all’addome e alla bocca dello stomaco
- Afonia
- Raucedine
- Laringite cronica
- Tosse secca
- Rigurgito acido
- Feci picee (melena, in caso di sanguinamento)
- Perdita di peso
Diagnosi
La diagnosi dell’esofago di Barrett si basa inizialmente sulla raccolta anamnestica della storia clinica del paziente, al fine di individuare i possibili fattori di rischio, e sull’ascolto dei sintomi riportati durante la visita; la diagnosi non può essere esclusivamente clinica ma il medico, in questo caso specialista in gastroenterologia, deve avvalersi di alcune indagini strumentali:
- Endoscopia: l’endoscopio è un tubo che, guidato attraverso la gola del paziente fino allo stomaco, consente di identificare la presenza di metaplasie all’altezza dell’esofago.
- Biopsia esofagea: piccoli campioni di tessuto prelevati durante l’endoscopia vengono analizzati per identificarne la natura e le eventuali anomalie cellulari, consentendo di classificare l’esofago di Barrett in base alla gravità e quantificando il rischio d’insorgenza di eventuali neoplasie.
Per quanto riguarda la diagnosi di reflusso gastroesofageo che, ricordiamo, se diagnosticato e monitorato frequentemente può essere trattato al fine di evitare l’insorgenza dell’esofago di Barrett, la diagnosi viene effettuata mediante:
Gastroscopia che permette di controllare l’esofago, lo stomaco ed il duodeno,
Manometria esofagea per verificare la motilità dell’esofago.
Complicazioni
Il reflusso gastroesofageo, quando riconosciuto, può essere efficacemente trattato al fine di prevenire l’insorgenza dell’esofago di Barrett e delle sue temibili complicazioni, che consistono in:
- Ulcerazioni locali sanguinanti
- Stenosi (restringimento del canale)
Nel peggiore dei casi il rischio riguarda la possibilità che la malattia in fase più avanzata, dunque con crescita incontrollata delle cellule, rappresenti la strada verso l’insorgenza dell’adenocarcinoma (cancro dell’esofago) i cui sintomi più comuni consistono in:
- Disfagia (difficoltà di deglutizione)
- Afonia e alterazioni della voce
- Ingrossamento dei linfonodi
- Difficoltà respiratorie
Come tutte le forme tumorali, la pericolosità consiste inoltre nella possibilità che si diffonda tramite metastasi in altri distretti corporei con il rischio di decesso per il soggetto (il tasso di mortalità, in questo caso, è pari all’85% dei soggetti).
Cura
Il trattamento dell’esofago di Barrett consiste, in prima istanza, nel trattamento del reflusso gastroesofageo al fine di contenere le evoluzioni infauste e nel ripristino dell’epitelio esofageo; a tal fine è imprescindibile un’azione decisa volta al miglioramento dello stile di vita verso cui, fortunatamente, il reflusso risponde generalmente molto bene:
- cessazione di utilizzo di alcol e di tabacco,
- adozione di una dieta sana ed equilibrata, stabilita con l’aiuto di un nutrizionista o di un dietologo,
- perdita di peso se necessario.
Nei casi più severi è possibile associare il ricorso a specifici medicinali:
- Inibitori della pompa protonica
- Antiacidi
- Bloccanti del recettore H2 dell’istamina
Se l’esofago di Barrett viene identificato in fase iniziale si opta solitamente per un monitoraggio costante del paziente (ogni 12-36 mesi tramite endoscopia) senza ricorrere ad altri tipi di trattamento. Qualora la patologia dovesse progredire ed il trattamento farmacologico, da solo, fosse insufficiente, si potrebbe valutare l’approccio chirurgico:
- Fundoplicatio secondo Nissen-Rossetti: utile per la riduzione del reflusso di materiale acido dallo stomaco verso l’esofago,
- Ablazione a radiofrequenza o tramite laser: la rimozione del tessuto precanceroso,
- Esofagectomia: nei casi più gravi o nei casi in cui è presente un tumore, consiste nell’asportazione della porzione di esofago affetta dalla patologia.
Prevenzione
L’esofago di Barrett può essere prevenuto attraverso una corretta gestione del reflusso gastroesofageo:
- Evitando fumo e alcol
- Sottoponendosi a controlli periodici per i soggetti a rischio
- Seguendo una dieta equilibrata e migliorare lo stile di vita per evitare l’obesità
- Evitando alimenti che possano aumentare l’acidità gastrica:
- caffè e the
- bibite gassate
- agrumi
- spezie
- formaggi
- carni rosse
- cibi fritti
- aceto
- cioccolato
- Prediligere il consumo di alimenti quali:
- carne bianca
- uova
- pesce
- verdure
- cereali
- Evitando di mettersi a letto subito dopo aver consumato i pasti, specie se abbondanti
- Evitando abiti eccessivamente stretti alla vita
- Riducendo lo stress quotidiano
Fonti e bibliografia
A cura del Dr. Enrico Varriale, medico chirurgo
Articoli ed approfondimenti
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