Extrasistole atriale e ventricolare: sintomi, cause e cura

Introduzione

Il cuore è un organo muscolare che si contrae infaticabilmente per tutta la vita al fine di garantire la circolazione del sangue all’interno di arterie e vene; in condizione di normalità queste contrazioni (battiti) seguono un ritmo regolare, che può essere variato a seconda delle esigenze dell’organismo:

  • più rapido, ad esempio quando si compie uno sforzo fisico
  • più lento durante il riposo.

Può tuttavia capitare che la regolarità del battito cardiaco venga meno: si configura in questo caso una situazione patologica che prende il nome di aritmia.

Il capitolo delle aritmie è vasto e comprende una moltitudine di condizioni molto diverse fra loro;

  • alcune di esse molto pericolose e potenzialmente fatali,
  • altre con un carattere essenzialmente benigno.

In questo articolo ci limiteremo a parlare dell’extrasistole, una forma di aritmia molto comune caratterizzata dalla presenza saltuaria di un battito in eccesso rispetto al normale ritmo cardiaco.

È importante chiarire che l’extrasistole non è necessariamente un fenomeno patologico, anzi, può manifestarsi anche in persone completamente sane, mentre solo una minoranza dei casi sono conseguenza di una malattia del cuore. Sono inoltre quasi sempre asintomatiche, avvengono cioè senza che il paziente se ne accorga.

Questi battiti sovrannumerari non rappresentano quindi una situazione allarmante e non influiscono in modo significativo sulla qualità della vita delle persone; tuttavia, nel caso si presentino con molta frequenza o nel caso comportino dei sintomi, possono essere studiati per escludere la presenza di una patologia cardiaca sottostante.

In questa sede cercheremo di dare un’informazione chiara e completa su questo tipo di aritmia. Il presente articolo non è comunque da intendersi come sostituto al parere dello specialista, al quale vi raccomandiamo di rivolgervi per ogni dubbio.

Referto ECG con presenza di extrasistole

iStock.com/zmeel

Cause

Il cuore si divide in quattro camere:

  • due atri (che ricevono il sangue dalla periferia del corpo attraverso le vene)
  • e due ventricoli (che svolgono la funzione di pompa incanalando il sangue all’interno delle arterie).

È composto per la maggior parte da tessuto muscolare (miocardio), le cui cellule (come in tutti i muscoli) si contraggono quando vengono attraversate da uno stimolo elettrico.

Affinché il battito sia efficace, questo stimolo elettrico deve percorrere il cuore in maniera precisa e simmetrica, portando alla contrazione prima degli atri e poi dei ventricoli.

Il ritmo cardiaco è quindi una conseguenza dell’attività elettrica del cuore, che dipende da un altro tipo di tessuto (“di conduzione”), le cui cellule sono in grado di produrre una stimolazione elettrica e propagarla al resto del muscolo cardiaco.

In condizione di normalità, l’impulso nasce in un punto molto preciso, il nodo seno-atriale, che rappresenta contapassi (pace-maker) naturale del cuore, e da qui attraverso il tessuto di conduzione si propagherà ordinatamente verso il resto del tessuto cardiaco. Comunque, anche se la sede preferenziale è il nodo seno-atriale, tutte le cellule del tessuto di conduzione sono capaci di generare lo stimolo elettrico e

le extrasistoli si verificano quando il cuore si contrae partendo da un impulso che non è stato generato dal nodo, ma in un altro punto del cuore.

Pur ricordando che nella maggior parte dei casi non sono patologiche e si verificano anche in persone totalmente sane, esistono alcune malattie caratterizzate dalla presenza di extrasistoli. Queste comprendono:

  • Cardiopatie: Le malattie del cuore possono causare disturbi di tipo aritmico, quindi anche le extrasistoli. In questo caso, la situazione può evolvere sfavorevolmente per il paziente e dovrebbe quindi essere indagata approfonditamente. Fra le cardiopatie in grado di provocare le extrasistoli ricordiamo, a titolo di esempio, la dilatazione cardiaca e la miocardite.
  • Disturbi della tiroide: Gli ormoni prodotti dalla tiroide hanno numerosi funzioni, fra cui anche la capacità di influenzare il ritmo cardiaco. Uno squilibrio nella produzione di questi ormoni può quindi essere la causa di extrasistole (ma anche di altre aritmie, come per esempio la fibrillazione atriale).
  • Squilibri elettrolitici: La concentrazione degli ioni nel sangue è fondamentale per permettere la conduzione degli stimoli elettrici e la contrazione delle cellule muscolari. Alterati livelli di sodio, potassio o magnesio possono quindi essere la causa delle extrasistoli.
  • Farmaci: L’extrasistole può anche essere l’effetto collaterale dell’assunzione di alcuni farmaci, ad esempio la digossina o gli antidepressivi triciclici (una vecchia classe di farmaci che oggi viene prescritta sempre di meno).

Fattori di rischio

Un fattore di rischio è qualcosa che predispone all’insorgenza di una malattia, pur non essendone direttamente la causa. Possiamo considerare fattori di rischio dell’extrasistole i seguenti:

  • età avanzata,
  • pressione alta,
  • malattie cardiache,
  • ansia ed attacchi di panico,
  • stress,
  • emozioni intense (eccitazione, nervosismo, …)
  • variazioni ormonali (mestruazioni, gravidanza, menopausa),
  • fumo di sigaretta,
  • consumo di alcolici (cronico od occasionale),
  • assunzione di caffeina o altre sostanze stimolanti.

Sintomi

La quasi totalità delle extrasistoli non comporta alcun sintomo, decorrendo senza che il paziente si accorga della loro presenza. Non mancano tuttavia persone che riescono ad avvertire questi fenomeni; in questo caso le extrasistoli vengono spesso descritte come:

  • Cardiopalmo: Con cardiopalmo si intende una accentuata percezione del proprio battito cardiaco, solitamente spiacevole per il paziente. Può essere avvertito nel petto o anche nel collo, producendo una sensazione di “nodo alla gola”.
  • Mancato battito: Al contrario, le extrasistoli possono essere vissute come un “tuffo al cuore”, cioè la percezione che quest’ultimo salti un battito. In questo caso sarebbe forse più corretto dire che il paziente non percepisce l’extrasistole, ma piuttosto una piccola pausa compensatoria che la segue.

I sintomi delle extrasistole potenzialmente pericolose (spesso identificate impropriamente come maligne dai pazienti) sono sostanzialmente gli stessi, ma in alcuni casi si caratterizzano per essere molto frequenti, sistematiche e prolungate (diversi minuti); si sottolinea in ogni caso che anche con questa presentazione potrebbe non esserci alcun problema sottostante, seppure vada escluso con la guida di un cardiologo.

Diagnosi

Lo specialista che si occupa di questo fenomeno è tipicamente il cardiologo, ma in prima battuta in assenza di fattori di rischio cardiaci è consigliabile fare riferimento al proprio curante.

La diagnosi di extrasistole è spesso incidentale, ovvero viene posta nel corso di esami effettuati per altri motivi.

Questi possono essere:

  • Esame obiettivo: La valutazione del battito cardiaco è uno dei cardini dell’esame obiettivo, cioè l’insieme delle manovre diagnostiche che il medico effettua nel corso della visita. Non è un caso infatti che il fonendoscopio, lo strumento utilizzato per ascoltare i rumori prodotti dal cuore, sia divenuto nel tempo un vero e proprio simbolo della professione. La valutazione del ritmo cardiaco, comunque, può essere effettuata in due modi (in entrambi i casi l’extrasistole viene percepita come un battito in eccesso, che non rispetta il normale ritmo cardiaco):
    • Palpazione dei polsi arteriosi: Consiste nel percepire al tatto la pulsazione del sangue in un’arteria e si effettua esercitando con tre dita (indice, medio e anulare) una lieve pressione in alcuni specifiche zone di cute. Anche se possono essere valutate diverse arterie, solitamente si preferisce la radiale, che può essere palpata a livello del polso.
    • Auscultazione: L’auscultazione si effettua tramite uno strumento (lo stetoscopio o il fonendoscopio) e permette all’orecchio allenato di udire il rumore prodotto dalle valvole cardiache che si aprono e si chiudono nelle varie fasi della contrazione e eventualmente l’accelerazione del sangue attraverso di esse, il così detto “soffio”.
  • Elettrocardiogramma (ECG): L’Elettrocardiografo è uno strumento che permette, tramite una serie di elettrodi applicati sulla cute, di registrare l’attività elettrica del cuore fornendone una rappresentazione grafica detta elettrocardiogramma (o, più semplicemente, ECG). Questo esame ha un grande valore diagnostico per tutte le problematiche di tipo aritmico, poiché permette di rilevare la genesi dello stimolo elettrico proveniente dal nodo seno-atriale e il suo percorso attraverso il sistema di conduzione. All’ECG le extrasistoli sono facilmente riconoscibili come una forma di attività elettrica che esula dalle normali contrazioni cardiache e lo specialista, a seconda della conformazione del tracciato, potrà anche ricavare informazioni sulla provenienza dello stimolo in eccesso.
    Un limite di questo esame è tuttavia la durata (solitamente di alcuni minuti): la diagnosi è infatti possibile solo se l’aritmia si manifesta in questo breve periodo.
  • ECG Holter: L’ECG Holter consiste nella registrazione del tracciato elettrocardiografico (vide supra) per un tempo prolungato, solitamente 24 ore. Lo strumento utilizzato è una versione ridotta dell’elettrocardiografo e prevede il posizionamento di un numero minore di elettrodi così che il paziente possa indossarlo comodamente. Per garantire una corretta interpretazione del tracciato la persona monitorata deve tenere un diario delle sue attività; questo modo il medico potrà contestualizzare la presenza di eventi aritmici, verificandone l’eventuale associazione con i pasti, gli sforzi fisici o altro ancora. L’esame si rivela utile soprattutto per fenomeni sporadici, come appunto possono esserlo le extrasistoli, che difficilmente saranno presenti nel breve tempo utile di un ECG standard.

Pericoli e prognosi

La presenza di extrasistoli in genere non modifica la prognosi del paziente, il che equivale a dire che esse non influiscono né sull’aspettativa né sulla qualità di vita dell’individuo; quando indagate si riconfermano una condizione banale, che nella maggior parte delle persone risulta priva di rilevanza dal punto di vista clinico.

Tuttavia esiste, e deve quindi essere presa in considerazione, una piccola percentuale di casi in cui le extrasistoli sono l’espressione di una patologia cardiaca sottostante.

In questi pazienti i battiti sovrannumerari non solo sono causati dalla cardiopatia, ma possono aggravarla favorendo l’insorgenza di aritmie più gravi. Per tale motivo le extrasistoli meritano di essere studiate, soprattutto se presenti in numero elevato, se comportano sintomi o se si verificano in una persona che ha già una storia di malattia cardiaca.

Trattamento

Coerentemente con quanto spiegato nella sezione della prognosi, le extrasistoli di norma non richiedono alcun trattamento. La terapia farmacologica è riservata ai casi in cui vi siano patologie cardiache sottostanti o se il paziente lamenta dei sintomi e consiste nella somministrazione di un antiaritmico; a questa categoria appartengono molti farmaci con meccanismi d’azione molto diversi fra loro, ma che hanno l’effetto comune di regolarizzare il battito cardiaco.

Per questa problematica la terapia di scelta è solitamente costituita da un β-bloccante, come ad esempio l’atenololo o il nebivololo. Questi principi attivi agiscono riducendo la velocità di conduzione dello stimolo elettrico nei tessuti del cuore e questo, oltre a diminuire la frequenza cardiaca in generale, sfavorisce l’insorgenza di impulsi provenienti da zone diverse dal nodo seno-atriale e quindi protegge il paziente dall’insorgenza di aritmie.

La terapia antiaritmica, comunque, è molto delicata e non priva di effetti collaterali, pertanto dovrebbe essere avallata sempre dallo specialista.

Infine, nei casi in cui le extrasistoli siano dovute a una causa nota il primo passo della terapia consiste ovviamente nel trattare la patologia sottostante. Questo comprende la revisione dei farmaci assunti dal paziente se vi è il sospetto che le extrasistoli siano un effetto collaterale di questi ultimi, ma anche la normalizzazione degli ormoni tiroidei e del bilancio elettrolitico (ovvero degli ioni presenti nei sangue).

Come calmare le extrasistole

Una volta esclude cause patologiche alla base dello sviluppo di extrasistole, si raccomanda di agire soprattutto in termini preventivi:

  • Ridurre il consumo di alcolici e caffeina
  • Smettere di fumare
  • Perdere peso se necessario
  • Migliorare la qualità del sonno notturno
  • Praticare regolare attività fisica
  • Imparare a gestire lo stress.

Per calmare il singolo episodio è eventualmente possibile provare alla pratica di tecniche di rilassamento e respirazione, particolarmente utili quando le extrasistole siano legate a fattori emotivi (ansia, stress, nervosismo, …).

Bibliografia

  • AIMS, Concorso Nazionale SSM. Manuale teorico. Milano, Edra; 2015.
  • Ministero della Salute. Aritmie cardiache. [In rete] http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=72&area=Malattie_cardiovascolari (22/08/17).

A cura del dottor Daniele Busatta, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.