Fecaloma (tappo di feci dure e ferme): cause, sintomi e rimedi

Introduzione

Il fecaloma (conosciuto anche come coproma, stercoroma o scatoma) è una massa di feci altamente disidratata e di consistenza dura come la pietra che si forma nel tratto finale dell’intestino, andando così ad ostruirlo.

È una situazione frequentemente associata a stitichezza perché, più aumenta il tempo di permanenza delle feci nell’intestino, più viene ad esserne riassorbita acqua, rendendo più ostica la successiva evacuazione.

In fase iniziale il fecaloma può apparire completamente asintomatico o con una sintomatologia lieve ed aspecifica, successivamente comparirà la sintomatologia propria dell’occlusione intestinale.

La diagnosi si effettua clinicamente (durante la visita) se la massa è presente a livello dell’ampolla rettale, o mediante esami strumentali se è a livello più alto.

Il trattamento prevede la rimozione del fecaloma, che può essere perseguita somministrando clisteri e lassativi o tramite frantumazione manuale o meccanica; molto più raramente potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

Cause

Il fecaloma è una massa di feci disidratate, molto dure, che non riescono ad essere espulse fisiologicamente mediante la defecazione.

Tale massa si forma in presenza di un’insufficiente motilità del colon, che aumenta il tempo di stazionamento delle feci con conseguente perdita di una maggior quantità di liquidi ed aumento di secchezza e durezza (non dovrebbe quindi stupire il fatto che venga spesso paragonato dal paziente ad un vero e proprio tappo di feci dure e ferme); in specifiche circostanze il fecaloma può assorbire sali di calcio, assumendo un grado di compattezza e durezza paragonabili ad un osso o ad un sasso (coprolita).

Il fecaloma nella quasi totalità dei casi è associato a stipsi cronica, ma può anche essere suggestivo di cancro al colon e va quindi indagato approfonditamente e mai sottovalutato.

Fattori di rischio

  • Età avanzata: negli anziani è molto comune la stipsi come risultato della combinazione di vari fattori, tra cui una dieta povera di fibre, scarso esercizio fisico, altre patologie coesistenti, uso di farmaci che possono dare stipsi ed una riduzione della sensibilità rettale, che richiede volumi rettali maggiori per innescare lo stimolo.
  • Pazienti allettati ospedalizzati (soprattutto per interventi ortopedici o di chirurgia maggiore).
  • Pazienti con demenza o psichiatrici che trattengono le feci ignorando il riflesso defecatorio.
  • Farmaci: possono causare fecaloma i farmaci appartenenti alla categoria dei diuretici, degli antidepressivi e di alcuni antidolorifici (soprattutto gli oppiacei).
  • Dieta povere di fibre.
  • Dieta ricca di fibre con insufficiente assunzione di acqua (effetto tappo).
  • Donne in gravidanza, a causa delle alterazioni ormonali proprie di questo periodo.

Sintomi

In fase iniziale la presenza del fecaloma è completamente asintomatica, il paziente potrebbe avvertire solo un leggero senso di pesantezza addominale e la constatazione di non riuscire a defecare.

In alcuni casi possono essere presenti:

  • Diarrea acquosa paradossa: quando le feci liquide giungono in corrispondenza del fecaloma, a causa dalla forte peristalsi intestinale generata dalla presenza del fecaloma stesso queste vengono spinte contro la massa del fecaloma e quindi piccole quantità di fluido riescono a transitare e ad essere espulse.
  • Dolore addominale post-prandiale (successivo al pasto) che può portare i pazienti a ridurre volontariamente l’assunzione del cibo per evitare il dolore e per questo è possibile osservare un rapido dimagrimento.
  • I sintomi caratteristici dell’occlusione intestinale parziale e totale sono invece:

Complicanze

Le complicanze più frequenti originate dal fecaloma sono:

  • ulcera stercoraria: la pressione che esercita la massa fecale sulla mucosa ne causa l’ulcerazione
  • perforazione del colon (viene causato da fecalomi di grosse dimensioni)
  • ostruzione delle vie urinarie per ostruzione ureterale in corrispondenza della giunzione uretero-vescicale o da innalzamento vescicale che causa una forte angolazione dell’uretra con ostruzione

Più raramente possono infine originarsi:

  • volvolo intestinale
  • megacolon ed ostruzione rettale.

Diagnosi

La figura di riferimento per questa patologia è il medico proctologo (lo specialista che si occupa di tutte le patologie del colon retto ed ano), che raccoglierà l’anamnesi in cui si evincerà l’impossibilità a defecare ed effettuerà un accurato esame obiettivo. Tramite l’esplorazione digito-rettale si apprezzerà nell’ampolla rettale la massa dura del fecaloma.

Se il fecaloma fosse sito nel sigma non si riuscirà ad apprezzare con questa tecnica, in quanto troppo in alto rispetto al dito esploratore, in tal caso occorrerà ricorrere alla retto-sigmoidoscopia o ad una radiografia diretta dell’addome che evidenzierà la presenza dei coproliti.

Cura

Il trattamento del fecaloma è finalizzato all’espulsione della massa e alla ricanalizzazione dell’intestino. È possibile ricorrere a

  • Clisteri evacuativi e supposte (ad esempio di glicerina) per cercare di ammorbidire la massa fecale e favorirne la fuoriuscita.
  • Frantumazione manuale della massa fecale in corso di esplorazione rettale: il medico inserirà due dita nel retto e delicatamente cercherà di scavare in questa massa in modo da romperla in frammenti più piccoli e permetterne l’evacuazione.
  • Frantumazione meccanica della massa fecale mediante l’uso di un rettoscopio: si fa avanzare nel retto una sonda che, mediante l’azione meccanica accompagnata dall’iniezione di piccole quantità di liquido dentro il fecaloma, vada a romperne la consistenza.
  • Intervento chirurgico di ricanalizzazione intestinale (ultima opzione terapeutica riservata ai casi più gravi e complessi)

Prevenzione

Le misure volte a prevenire lo sviluppo di fecaloma sono sovrapponibili a quelle di prevenzione della stipsi:

  1. Condurre una vita sana effettuando una regolare attività fisica.
  2. Bere molta acqua, in particolar modo nei mesi più caldi.
  3. Alimentazione ricca di fibre, frutta e verdura (favoriscono la motilità intestinale).

A cura del Dr. Mirko Fortuna, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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