Introduzione
Il fibroma pendulo, o polipo fibroepiteliale, è una piccola neoplasia della pelle molto comune (quasi la metà della popolazione, il 46%, ne presenta almeno uno); si presenta come un’escrescenza, nella maggior parte dei casi di 1-5 mm, a carattere benigno della pelle, dello stesso colore o leggermente più scuro della pelle stessa. Vengono talvolta chiamati impropriamente porri.
Le sedi di più frequente riscontro sono le stesse per tutti i soggetti e comprendono collo, palpebre, braccia in prossimità delle ascelle o vicino all’inguine (nelle aree intertriginose, cioè ove vi sono delle pieghe naturali), dalle quali sporge o “pende”, dunque prendendo il nome di “pendulo”; si può talvolta presentare anche in zone più insolite.
Questi fibromi non sono maligni né contagiosi e molto raramente devono preoccupare l’individuo che li presenta, anche se possono creare fastidi quando entrano in contatto con i gioielli o i tessuti degli abiti indossati. In questi casi il fibroma pendulo può apparire infiammato o, in caso di necrosi, acquisire un colore più scuro e poi andare incontro a distacco spontaneo, evento non associato a rischi di salute significativi, salvo un’eventuale infezione batterica.
Sono più comuni nelle persone con obesità e con una maggiore quantità di massa grassa.
Il loro aspetto può variare: sono di consistenza il più delle volte molle, ma che può risultare anche solida al tatto; presentano una natura fibrosa ricoperta dall’epidermide, la quale è composta anche da cellule adipose; e possono avere una superficie liscia o increspata.
Cause
I fibromi penduli possono essere classificati a seconda della loro consistenza, molle o dura.
I fibromi molli possono inoltre essere suddivisi in:
- Verruche filiformi, piccole e molto comuni, che si presentano nelle zone già citate di collo, palpebre, ascelle e inguine;
- Mollusco pendolare, ossia fibromi di grandezza più elevata che possono superare i 5 cm. Sono più fastidiosi sia per problematiche estetiche sia perché in grado di causare infiammazioni e necrosi; possono presentarsi anche nelle zone genitali provocando un fastidioso ed imbarazzante prurito intimo.
I fibromi duri, invece, possono comparire su torace o anche sulle gambe e si presentano di colore giallo-marrone o rosso; sono suddivisibili in :
- Dermatofibromi, ossia dei tumori della pelle totalmente benigni;
- Fibromi digitali, cioè noduli che possono presentarsi nei neonati con regressione spontanea in pochi anni.
La causa esatta alla base della comparsa dei fibromi penduli è ancora ignota, ma sono stati individuati alcuni fattori scatenanti sulla base della localizzazione più frequente:
- sono più comuni nel sesso femminile,
- l’obesità ne favorisce lo sviluppo,
- probabilmente vi è una predisposizione genetica, nonostante il problema non sia congenito e si presenti con l’età adulta;
- tendono ad aumentare con l’età e a presentarsi non prima dei 40-50 anni,
- lo sfregamento dato dalle pieghe cutanee può concorrere allo sviluppo di tali escrescenze.
I fibromi multipli, infine, si possono manifestare insieme alla presenza di alterazioni nei valori del colesterolo o dei trigliceridi, o nell’individuo con insulinoresistenza (anche se non è un sintomo specifico, i fibromi penduli hanno maggior probabilità di svilupparsi nei soggetti che soffrono di diabete mellito di tipo 2).
Sintomi
I fibromi penduli si manifestano come escrescenze cutanee peduncolate e protese verso l’esterno; non vi sono ulteriori sintomi di rilevanza clinica, salvo il difetto estetico che può creare specialmente quando si manifesta un mollusco pendulo di grandezza rilevante.
Eccessivi traumatismi cutanei possono essere causa di irritazioni e/o sanguinamento: il più classico degli esempi riguarda l’incastrarsi del fibroma nella catenina di una collana, oppure a causa di determinati tipi di tessuti indossati e che potrebbero sfregare la zona dove si presenta il fibroma. Quando accade che si impigli, la peggiore delle ipotesi è che la torsione del peduncolo possa causarne la necrosi, oppure che avvenga un distacco totale o parziale dello stesso, provocando sanguinamento e aumentando le probabilità di infezione batterica.
Quando si presentano nelle zone del collo e dell’ascella sono spesso associati allo sviluppo di di acanthosis nigricans, ossia zone iper-pigmentate (placche marroni) non ben delimitate ove la pelle risulta inspessita e più scura del normale, anch’esse associate alla presenza di insulinoresistenza e di diabete.
Diagnosi
Per effettuare la corretta diagnosi è necessario rivolgersi ad un dermatologo, lo specialista in grado di differenziare la presenza di un effettivo fibroma pendulo da altre manifestazioni simili come i neurofibromi (possono essere benigni oppure rientrare, insieme ai noduli iridei di Lisch, nella sintomatologia della neurofibromatosi, una malattia genetica che può presentare, sulla pelle del soggetto che ne è affetto, delle macchioline sporgenti di colore marrone) o alcuni nevi, tra cui il nevo di Unna (lesione cutanea con medesima localizzazione del fibroma pendulo e medesimo colore marroncino).
Il medico effettuerà la raccolta anamnestica al fine di individuare la possibile famigliarità del fibroma pendulo e eventuali patologie concomitanti.
Specialmente in presenza di acanthosis nigricans, il medico è tenuto ad avvisare il paziente dell’eventualità del rischio di diabete e ad indirizzarlo verso le analisi cliniche necessarie alla diagnosi o all’esclusione di tale patologia (glicemia, emoglobina glicata, glucosio nelle urine, curva da carico di glucosio).
Cura
I fibromi penduli sono escrescenze benigne che di per sé non necessitano di alcun trattamento.
Per sopperire alle problematiche estetiche o a quelli più fastidiosi che si presentano, ad esempio, sulle palpebre ostacolando la vista, è comunque possibile ricorrere all’asportazione ambulatoriale, non comportando la conseguente presenza di cicatrici e guarendo totalmente nel giro di pochissimi giorni, tramite l’utilizzo di procedure mininvasive quali laser chirurgico o radiofrequenza temporizzata (più moderno ed indicato per zone delicate, poiché più specifico e accurato; permette inoltre, dopo l’asportazione, di effettuare un’indagine istologica qualora fosse necessario).
La rimozione può essere effettuata anche tramite l’ablazione chirurgica, tecnica che non provoca dolore e che per questo è possibile affrontare anche in assenza di anestesia, tenendo sotto controllo e fermando il sanguinamento provocato dal distacco.
Ulteriore possibilità per liberare il paziente da questi fastidiosi inestetismi può essere il ricorso alla crioterapia con azoto liquido, che si pratica spruzzando l’azoto, che può raggiungere una temperatura di circa -196°, direttamente sull’area interessata provocandone il congelamento; o ancora, tramite diatermocoagulazione, ossia utilizzando corrente elettrica ad alta frequenza capace di rimuovere tagliando e cicatrizzando i tessuti cutanei.
Sono sconsigliati i rimedi casalinghi, come la legatura alla base del fibroma pendulo con un filo che ne determini la necrosi e la successiva caduta spontanea. È sempre bene, infatti, affidarsi all’aiuto di un professionista che possa consigliare valide alternative al paziente ed escludere eventuali comorbilità.
Fonti e bibliografia
- Denise M. Aaron, Fibromi Penduli, su MSD-manuals
- Schaller, K. F. (1994). Benign Skin Tumours. In Colour Atlas of Tropical Dermatology and Venerology (pp. 259-267). Springer, Berlin, Heidelberg.