Gestosi (preeclampsia) in gravidanza: sintomi, cause, rischi e cura

Introduzione

La gestosi (o più correttamente preeclampsia) è una condizione patologica che può presentarsi nella seconda metà della gravidanza e che è caratterizzata dalla contemporanea presenza di:

Questi due sintomi devono in realtà rispettare specifici criteri che vedremo in seguito, ma possono talvolta essere accompagnati da:

  • gonfiore di piedi, caviglie, viso e mani (causati da ritenzione idrica)
  • mal di testa,
  • disturbi della vista,
  • dolore addominali avvertiti appena sotto le costole.

La diagnosi è ovviamente clinica e strumentale, il riscontro di pressioni alte ricorrenti e di proteine nelle urine permettono di avviare la strada per un corretto monitoraggio ed un’attenta terapia.

L’obiettivo fondamentale in questo caso è quello di evitare complicanze fetali e materne durante il decorso della gravidanza. Alcune donne sono più predisposte di altre, vedremo insieme perché, ma in generale la correzione di uno stile di vita poco adeguato può aiutare tanto nella prevenzione quanto nella gestione di questa situazione.

Donna incinta che viene visitata

Attraverso periodici controlli è possibile diagnosticare precocemente un’eventuale gestosi gravidica (iStock.com/Manuel-F-O)

Causa

La definizione specifica di preeclampsia prevede:

  • Presenza di misurazioni pressorie superiori a 140/90 mm di Hg, in almeno due misurazioni differenti separate tra loro da almeno 4 ore di distanza
  • Presenza di proteinuria, ovvero il riscontro di almeno 300 mg di proteine nella raccolta delle urine delle 24 ore.

Questi sintomi devono però insorgere in una donna che abbia oltrepassato almeno la ventesima settimana di gestazione e che sia stata precedentemente normotesa (ovvero che presentasse pressione normale), diversamente si parla di insorgenza di picchi ipertensivi in una donna di per sé già precedentemente ipertesa.

La preeclampsia è molto più comune durante la prima gravidanza e alcune donne potrebbero avere una qualche forma di predisposizione genetica, ma i fattori di rischio più rilevanti associati allo sviluppo di gestosi gravidica sono:

  • diagnosi di preeclampsia in una gravidanza precedente,
  • età avanzata (superiore ai 40 anni),
  • sovrappeso o franca obesità,
  • prima  gravidanza (o almeno 10 anni dalla gravidanza precedente),
  • gravidanza multipla,
  • patologie sistemiche di varia natura che possono alterare il controllo pressorio, soprattutto in una condizione particolare come è appunto la gravidanza:
    • diabete,
    • malattie renali,
    • ipertensione,
    • lupus,
    • sindrome antifosfolipidi.

Alla base dello sviluppo della preeclampsia sembra esserci un’invasione alterata da parte del trofoblasto, il tessuto embrionale, all’interno della placenta. Da questo deriva un’alterazione del circolo placentare ed il successivo rilascio di fattori che danneggiano l’endotelio dei vasi materni. A livello clinico questo si mostra con ipertensione e proteinuria.

Sintomi

Molto spesso la donna può risultare del tutto asintomatica, per questa ragione in gravidanza è consigliabile sottoporsi a visite periodiche, che permettano di mantenere uno stretto controllo sui valori di pressione arteriosa (indicativamente una volta al mese).

Quando presenti, i sintomi caratteristici della gestosi sono:

Poiché questi sintomi in una donna in gravidanza oltre le 20 settimane possono essere scambiati per una condizione di malessere generalizzato non meritevole di particolari approfondimenti diagnostici, risulta particolarmente importante la consapevolezza della possibile origine patologica che, come tale, merita attenzione medica.

Complicazioni

Il rischio più importante in presenza di una condizione di preeclampsia è la possibilità di sviluppare complicanze materno-fetali irreversibili, di cui le più frequenti sono:

  • sviluppo di eclampsia, una condizione che consiste nella stessa combinazione di criteri della preeclampsia a cui si aggiungono convulsioni simil-crisi epilettica,
  • complicanze a livello neurologico,
  • sindrome HELLP (emolisi, rialzo degli enzimi ematici, piastrinopenia).

In questi casi ovviamente si manifesta inoltre un importante aggravamento della sintomatologia clinica, in particolar modo sotto forma di

  • dolore addominale e malessere generalizzato,
  • debolezza,
  • sintomatologia gastro-intestinale varia.

 

Sintomi nel feto

Il sintomo caratteristico nel feto in caso di gestosi non trattata è una crescita lenta, causata dal ridotto afflusso di sangue garantito dalla placenta (il passaggio di ossigeno e nutrienti è quindi ridotto ed insufficiente).

Quando preoccuparsi? Quando andare al Pronto Soccorso

Si raccomanda di valutare con il proprio ginecologo quando rivolgersi a lui (o al medico curante) e quando allertare i soccorsi o farsi portare in Pronto Soccorso.

In linea generale si considera un’emergenza medica la preeclampsia severa, ossia se:

  • la pressione raggiunge o supera i 160/110
  • persiste un forte mal di testa che non accenna a passare
  • il dolore addominale aumenta d’intensità
  • si presentano disturbi della visione
  • si manifestano perdite di sangue rilevanti
  • compaiono difficoltà respiratorie, perdita di conoscenza e/o convulsioni

Diagnosi

Se durante i normali controlli mensili che la donna esegue durante la gravidanza viene occasionalmente riscontrato un valore pressorio che supera i 140/90 mm di Hg, il passo successivo è rappresentato da uno stretto monitoraggio delle pressioni nell’arco dei giorni a seguire. Quando vengono riscontrati due valori, distanziati di almeno 4 ore tra loro, si procede ad esami strumentali successivi, cui il più importante è la raccolta delle urine nelle 24 ore ed il successivo dosaggio delle proteine. Un valore che superi i 300 mg di proteine in 24 ore definisce il concetto di proteinuria e la conseguente diagnosi di preeclampsia.

A seguito della diagnosi possono diventare utili analisi e rilievi strumentali per garantire la sicurezza della coppia mamma-feto, ad esempio monitorando il profilo di funzionalità epatica e renale, oltre che

L’ecografia ed il monitoraggio cardiotocografico (o non-stress-test) rappresentano le armi principali a disposizione del medico per poter controllare l’andamento della gravidanza ed il benessere fetale.

Cura

L’unica vera terapia risolutiva per la preeclampsia è il parto, che però idealmente dovrebbe non avvenire prima della 37esima settimana; in caso di emergenza potrebbe tuttavia essere anticipato, mediante induzione farmacologica o taglio cesareo.

Il regime di trattamento può essere ambulatoriale, con monitoraggio e terapia domiciliare per la donna, oppure può richiedere il ricovero in un reparto di patologia ostetrica; questo risulta necessario soprattutto quando concorrono altre patologie di base ed è di fondamentale importanza prevenire complicanze irreversibili (sia per la madre che per il feto).

La linea di terapia è basata su farmaci anti-ipertensivi di cui i principali sono:

  • alfametildopa: antipertensivo utilizzato su larga scala, somministrazione per via orale,
  • labetalolo, appartenente alla classe die beta-bloccanti; il suo vantaggio è la possibilità di poterlo somministrare sia oralmente che per via endovenosa,
  • nifedipina, calcio antagonista, antipertensivo ad azione soprattutto periferica ad attività vasodilatatrice,
  • clonidina.

La scelta del farmaco avviene tenendo conto di fattori quali la tolleranza da parte della donna e la risposta della pressione nei confronti della terapia impostata.

Prevenzione

Sfortunatamente ad oggi non esiste un vero e proprio metodo di screening o di previsione dello sviluppo di gestosi in donne asintomatiche, ma attraverso un regolare e attento monitoraggio pressorio è possibile riconoscere una condizione di “rischio” per preeclampsia.

Un altro metodo per poter lavorare sullo studio dello sviluppo di gestosi è la valutazione col Color Doppler delle arterie uterine: un cambiamento di flusso e di resistenza può essere la spia di una patologia pressoria e di circolo sottostante.

Alcuni accorgimenti in fase di studio sono:

  • somministrazione di calcio,
  • aspirina a basso dosaggio.

Una dieta varia e ricca di antiossidanti rappresenta un valido supporto per favorire il controllo pressorio, così come alimenti poveri di sale e ricchi di potassio aiutano a ridurre il rialzo della pressione e a diminuire la sensazione di edema e gonfiore.

La preeclampsia vede comunque nell’espletamento del parto la fine ultima della sua terapia.

Fonti e bibliografia

  • Obstetrics by te teachers, 19th edition, Philip N Baker and Louise C Kenny, 2011

A cura della dott.ssa Ergasti Raffaella, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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